• Non ci sono risultati.

Ex voto tradizional

Il Santuario di Montenero

Grafico 1:  Rappresentazione grafica del numero dei pellegrini segnati sull’agenda del 2010.

1. Ex voto tradizional

Gli ex voto tradizionali conservati al Santuario di Montenero sono all'incirca settecento (Nannipieri e Orlandi, 1995), quasi tutti risalenti al XIX e al XX secolo. La ragione per cui non c'è nessuna tavoletta votiva precedente il 1800 è che, fino a poco tempo fa, le più vecchie erano periodicamente distrutte per fare posto alle nuove. Infatti, tradizionalmente quest’ultime erano collocate dal basso verso l'alto, quasi come se le più vecchie venissero una dopo l’altra faticosamente spinte in su verso il paradiso da quelle più recenti, fino a occupare tutto lo spazio nella parete. Etimologicamente ex voto significa “a seguito di voto”: votum deriva, infatti, da vovere, cioè promettere, formulare una promessa a Dio perché esaudisca una preghiera. Anche a una superficiale osservazione, è chiara la poliedricità delle tavolette esposte sulle pareti del Santuario: esse hanno, infatti, un valore antropologico, sociologico e storico.

La varietà degli oggetti devozionali che sono raccolti nel Santuario di Montenero rappresenta proprio la tangibile materialità che caratterizza il culto mariano (Lettieri, 1981). Tra gli ex voto è, infatti, possibile trovare gli oggetti più diversi come barre di timone, frammenti di remi, abiti, denti di balena e, i più numerosi, gli ex voto pittorici. Questi ultimi sono espressione di un linguaggio visivo e parlato più che scritto. Fondamentale per la religiosità popolare, che si sviluppò intorno ai santuari mariani, fu proprio questa ricerca e predilezione per la       

visibilità del fatto religioso che fu accettata e coltivata anche da parte delle istituzioni ecclesiastiche (Bernardi, Fontanelli e Malfatti, 1982). La gente comune, infatti, sempre più distante dalla liturgia latina, aveva bisogno di un linguaggio dotato di forte materialità, immediato e diretto. Inoltre, la popolarità di questa pratica si deve anche al fatto che la Madonna ricopre un posto del tutto speciale nella religiosità popolare: essa, infatti, divenne nel tempo l'intermediaria tra umano e divino, mediatrice delle suppliche rivolte a Dio dai fedeli. Le persone sentono di instaurare come un dialogo personale, familiare, affettuoso, quasi da pari a pari con la loro Protettrice, un dialogo che offre la possibilità di dar luogo a un nuovo tipo di religiosità, sempre più lontana e diversa da quella medioevale. Questo particolare e più intimo rapporto si intuisce anche dal tipo di preghiere espresse nei santuari mariani: sono per lo più richieste di guarigione e di protezione dei propri cari, tutte preghiere private e personali (Prandi, 2002).

Spesso l'ex voto non è soltanto la testimonianza di un contratto tra il Cielo e l'uomo, ma un atto di pietà reale che va oltre la superstizione. I donatori di ex voto non sono interessati dal fatto che questi siano una ripetizione degli atti di devozione che anticamente erano rivolti alle divinità pagane. L'oggetto donato costituisce un contatto con il divino e una sacralizzazione che rappresenta chi lo porta anche quando sarà di ritorno nella realtà profana della vita quotidiana (Orlandini, 1995). In questo modo le persone ringraziano la Madonna per aver accolto la richiesta di aiuto nel momento di bisogno e sciolgono la loro promessa (voto) portando questa testimonianza al santuario. L’ex voto che è stato donato, inoltre, acquisisce un significato pubblico e sociale, che si aggiunge a quello privato, per il fatto che è reso visibile e collocato insieme a molti altri voti (Dal Lago e Giordano 2002: 26). Riguardo agli ex voto pittorici, che sono, come detto, la maggioranza, non tutti i fedeli si potevano permettere di rivolgersi a un pittore professionista. Per questo motivo, le persone di origini più umili si ingegnavano per dipingere alla meglio la tavoletta di pugno proprio, abitudine che può essere anche letta come desiderio ed esigenza di privatizzare il più possibile il rapporto con la divinità.

Gli ex voto monteneresi si distinguono per la loro semplicità povera ed elementare. Fontanelli interpreta queste tavolette come «la ripetuta, ossessiva Sacra Rappresentazione dell'eterno conflitto tra il Bene e il Male, fra la Potenza e la Fragilità, fra la Speranza e la Disperazione, fra la Vita e la Morte, in un'antitesi

tipicamente medievale, tendente a visualizzare il problema esistenziale nella quotidianità dell'esistere» (Bernardi, Fontanelli e Malfatti, 1982: 18). Secondo questa interpretazione, le rappresentazioni votive sono un tentativo di superare la fragilità esistenziale della condizione umana soggetta a forze incontrollabili che determinano gran parte della vita dell’uomo. Nel porgere il ringraziamento ci sarebbe quindi anche il tentativo di identificare e sistematizzare ciò che l'uomo non riesce a controllare.

Quello che inoltre emerge da queste tavolette, è il bisogno dei fedeli di autogestire il proprio rapporto con Dio, cosa che fu percepita anche dalle istituzioni ecclesiastiche che invece di reagire per sopprimere questa profonda esigenza, scelsero di utilizzare queste rappresentazioni per incanalarla e in qualche modo controllarla (Bernardi, Fontanelli e Malfatti 1982). Così, trovarono spazio le interpretazioni elementari e chiare delle persone comuni, in maniera dimessa e secondaria rispetto alla scena ufficiale di cui protagonista indiscussa è la Chiesa. E questo si capisce anche dalla posizione lateralizzata nei bui corridoi che circondano la navata centrale, riservata alle tavolette in ogni santuario (Bernardi, Fontanelli e Malfatti 1982). Secondo Fontanelli, poi, un altro elemento pone queste rappresentazioni in contrasto con la severità della dottrina ufficiale, e cioè l'espressione di una «irrefrenabile gioia, la celebrazione di un momento in cui c'è stato il passaggio dalla paura alla felicità, dalla morte alla vita, che deve essere festeggiato con tutta la comunità» (Bernardi, Fontanelli e Malfatti 1982: 23). Gli

ex voto descrivono, infatti, «momenti giullareschi» (Bernardi, Fontanelli e

Malfatti 1982), rappresentati tramite i colori accesi e l'enfatizzazione dei gesti affinché il racconto renda partecipi tutti e riesca a raggiungere l'empatia degli altri credenti.

Gli ex voto pittorici di Montenero, che sono i più numerosi rispetto ad altre tipologie come gli oggetti o la riproduzione di organi, hanno alcune caratteristiche in comune. Innanzitutto, i dipinti di Montenero sono semplici e privi di virtuosismi tecnici, tranne alcune eccezioni, come le tavolette dipinte da Gaudenzio Toci, da Louis Renault, da Antoine Roux, quella dipinta da Giovanni Fattori a soggetto cittadino e quella di Renato Natali. In queste raffigurazioni, infatti, i pittori tendono di solito a sintetizzare, eliminando sia gli elementi superflui sia il ricorso a rappresentazioni simboliche e polivalenti. Inoltre, non c'è la ricerca di raffinate raffigurazioni ma al contrario, tranne che in rari casi, si ha

persino una semplificazione delle figure rappresentate. Tutto ciò per rendere chiaro e immediato l'accadimento che vi è raccontato a chi lo osservi per la prima volta (Orlandi, 1995). Anche l’azione è scelta per una ragione ben precisa: di solito, infatti, è raffigurato il momento di massima drammaticità in modo da enfatizzare il carattere catastrofico dell'avvenimento. Nella descrizione del fatto, sono spesso volutamente accentuati alcuni tratti salienti: dalle ferite esce troppo sangue, il colpo di fucile esplode come una cannonata, le navi sono inverosimilmente inclinate e le onde sproporzionate. In questo modo è immediatamente reso chiaro e diretto l’accaduto come la gravità della ferita, o il rischio che sta correndo l'equipaggio nella nave o il dramma che le persone ritratte stanno vivendo. Questo espediente descrittivo ha, inoltre, l’effetto di potenziare anche l'intervento divino. Un'altra caratteristica di queste tavolette è che i fatti descritti non sono mai decontestualizzati ma sempre collocati in spazi precisi, che sia la nave, l'interno di una casa o un luogo urbano, come a voler certificare l'autenticità dell'avvenuto. Anche il modo in cui è raffigurata la Madonna ha un particolare significato: questa, infatti, è sempre collocata in alto, a destra o a sinistra in uno squarcio di cielo sereno come a simboleggiare la tranquillità celeste in contrasto con la precarietà terrena (Lettieri, 1981). Questo denota anche una differenza di valore, una prospettiva gerarchica dello spazio: in alto lo spazio divino e sacro mentre in basso quello profano e quotidiano. Anche le didascalie, infine, che chiariscono e specificano il miracolo, sono caratterizzate da una certa ripetitività e stereotipizzazione che rende la comprensione della tavoletta immediata e diretta. In ogni caso è specificato il nome e il cognome del miracolato, così come il luogo e la data dell'episodio, puntualizzazioni che rimandano alla possibilità di verificare quello che è stato rappresentato.

Tra le tavolette dipinte, il tema marinaresco è quello più diffuso: è, infatti, un'abitudine diffusa che nelle comunità di mare si sviluppi il culto di un santo cui rivolgersi nel momento del bisogno. Pochi altri mestieri implicano un rapporto così stretto con la natura come quella del navigante che era, e spesso è ancora oggi, costretto a vivere per lunghi periodi in mare in balia delle condizioni del tempo. In questo isolamento fisico e culturale emerge la necessità dell'intervento miracoloso che rassicuri l'esistenza quotidiana. Per descrivere il particolare legame tra la gente di mare e la fede, Ciano ricorda una serie di detti popolari come “Se vuoi imparare a pregare vai sul mare” o quello russo “Chi non è stato in

mare non ha pregato fino a sazietà” o quello siciliano “Fidi ti sarva e non lignu di varca” (Ciano, 1981: 18). Un altro esempio è particolarmente significativo: a metà dell'Ottocento, nella marina toscana, su 563 navi in armamento 64 portavano il nome “ Madonna di Montenero”, 59 quello di “Assunta”, 18 “Santa Concezione”, 12 “Madonna del Carmine”, 10 “Vergine del Carmine” mentre molte altre portavano nomi di santi (Ciano, 1981: 18). Per rendere un'idea di quello che significava la vita di mare Ciano riporta che dal 1883 al 1893 in Inghilterra la mortalità dei minatori per incidente era del 1,8 % mentre era del 7,7 % quella della gente di mare (Ciano, 1981: 16). Si capisce così il valore che aveva il rivolgersi alla Madonna per contrastare il rischio di una morte orribile resa ancora più spaventosa perché senza funerale e sepoltura in terra consacrata, rito fortemente sentito nella tradizione cristiana. Sempre secondo questo autore, il 62 % degli ex voto di natura marinara riguardano salvataggi, il 15% naufragi, l’8% racconta di cadute in mare, il 7% incidenti vari, mentre 3% collisioni. Sono pochi quelli riguardanti episodi di guerra (Ciano, 1981: 19).

Si capisce per questo l’importanza del Santuario mariano di Livorno, città dove anticamente le uniche fonti di sostentamento erano la pesca e i commerci marini. A maggior ragione se si considera che la navigazione non era il solo rischio per chi viveva vicino al mare: il pericolo maggiore era, infatti, rappresentato dai pirati delle acque del Mediterraneo e in particolare quelli provenienti dalle coste della Sicilia, della Sardegna e della Corsica, come ricorda il Boccaccio in una delle sue novelle ambientata a Livorno e come si può anche vedere in un ex voto raffigurante il rapimento di una bambina.

Vi è, inoltre, un’altra considerazione da fare per quanto concerne il Santuario di Montenero: trovarsi in una città con un porto, e quindi luogo di passaggio frequentato da persone provenienti da terre anche molto lontane, ha favorito il diffondersi del culto della sua santa protettrice (Toncelli, 2001). Gli ex voto a soggetto marinaro, sebbene siano i più numerosi del Santuario2, non sono, infatti, rappresentativi di un rapporto esclusivo tra la Madonna e i livornesi poiché un'alta percentuale di ex voto appartengono a donatori che non sono di questa città. Questo aspetto emerge anche dal frequente richiamo da parte dei marinai non toscani e non italiani a immagini sacre a loro più familiari che vengono raffigurate       

nella tavoletta insieme alla Madonna come per esprimere un intermediazione o un'alleanza nel miracoloso intervento.

Per quanto riguarda gli offerenti, questi sono sia singoli individui che più persone. Infatti, spesso era l'intero equipaggio o una parte di esso che dopo aver condiviso un pericolo si ritrovava unito anche nell'esprimere la gratitudine nei confronti della Madonna. Proprio per questo, in numerose tavolette i naviganti erano riprodotti in atteggiamenti diversi così da distinguersi l'un l'altro e personalizzare l'offerta.

Come è già stato sottolineato, la convenzionalità della rappresentazione degli

ex voto, a parte alcune eccezioni da imputarsi ad una particolare capacità, non si

deve solo alla trascuratezza o alle modeste doti del pittore quanto piuttosto alla necessità di chiarezza e immediata comprensibilità. Se consideriamo per esempio le tavolette con soggetti marinari, generalmente la scena è vista frontalmente con la barca o la nave in posizione centrale in balia delle alte onde, le vele stracciate o ammainate e i marinai piccoli e sovrastati dalla forza della natura, mentre il cielo è nero e coperto di nuvole. Queste tavolette sono anche solitamente più preziose delle altre, spesso anche in maniera ostentata, proprio perché la condizione della gente di mare determinava un'esistenza precaria ma più remunerativa della maggior parte dei lavori a terra.

Una differenza tra gli ex voto a soggetto cittadino e quelli a soggetto marinaro è la rappresentazione delle persone che, in questo ultimo caso, sono appena accennate e rappresentate in formato ridotto. Di contro si nota l'accuratezza e la veridicità con cui sono generalmente dipinte le imbarcazioni. Questo perché, spesso gli ex voto marinari sono commissionati dal capitano e dall'equipaggio o addirittura dal proprietario dell'imbarcazione che tiene a sottolineare in questo modo anche la salvezza stessa del bastimento e del suo carico, da cui discende l'importanza della nave come proprietà.

Nel suo studio, Lettieri sottolinea che nelle tavolette posteriori al 1850 si nota un cambiamento stilistico che probabilmente esprime un mutamento del modo di credere dei fedeli (Lettieri, 1981). Innanzitutto si nota un miglioramento della qualità pittorica; inoltre l'attenzione viene quasi esclusivamente concentrata sull'imbarcazione e la figura umana scompare del tutto o è ridotta veramente ai minimi termini. Cambia anche l'atteggiamento delle persone raffigurate: se prima erano perlopiù dipinti con le braccia al cielo in atteggiamento di passiva

rassegnazione rispetto alle forze della natura, a dimostrazione dell'impotenza umana e del completo abbandono alla volontà divina, negli ex voto più recenti i protagonisti della sventura sono attivi e indaffarati a cercare in qualche modo di governare l'imbarcazione. Anche l'immagine della Madonna subisce dei cambiamenti: diviene più piccola e di qualità spesso inferiore rispetto al resto della rappresentazione, relegata in un angolo del dipinto. La didascalia, inoltre, è sostituita dalla semplice sigla P.G.R., sigla che significa “per grazia ricevuta”. L’ipotesi della Lettieri è inoltre avvalorata dalla scomparsa della rappresentazione della persona raccolta in preghiera per ringraziare la Madonna (Lettieri, 1981).

Con l’avanzare del XX secolo gli ex voto dipinti si fanno sempre più rari, sostituiti da tavolette composte con molteplici tecniche e dai cuori di argento o di latta costruiti in serie3. I quadretti di questo periodo si differenziano sia per un cambiamento stilistico sia contenutistico: non si hanno più, infatti, numerosi naufragi ma altri tipi di incidenti e di disgrazie, come quelli stradali. Nel ventesimo secolo una nuova abitudine inizia a caratterizzare gli ex voto: l'aggiunta in un angolo del dipinto della foto a mezzo busto del protagonista degli avvenimenti (Spera, 1991). Infine, ci sono gli ex voto più recenti, lasciati dai pellegrini negli ultimi anni. Tranne poche eccezioni viene quasi del tutto meno l'abitudine di ricorrere alle arti pittoriche, salvo alcuni casi in cui sono raffigurati disegni fatti da bambini. Le tavolette su cui erano disegnati gli episodi sono ora sostituite da quelle in cui vi è la narrazione scritta dell'evento, fotografie o effetti personali del “vovente”. Si trovano quindi vestitini o bavaglini di bambini perché siano protetti, foto di persone di tutte le età, chiavi di moto o di macchine appartenute a chi è scampato a un pericoloso incidente e altri ancora. Nonostante ciò, come sottolinea Spera si ha il «persistere di un atteggiamento devozionale che ha saputo assorbire e rielaborare un linguaggio sempre coerente con il contesto in cui esso trova senso ed esplicitazione» (Spera 1991: 91).

      

3 Dal Lago e Giordano mostrano come i cambiamenti stilistici degli ex voto siano influenzati dalle