futura, la società di trasformazione urbana costituita nel 2002 e fallita nel 2014.
A seguire, Fabio Landolfo racconta il pro-
cesso di consultazione pubblica Co' Bagnoli messo in campo da Invitalia, l’attuale sog- getto attuatore della trasformazione urbana dell’area ex Italsider.
Verrà quindi proposto il contributo dell’INU Campania sul progetto di trasformazione ur- bana presentato ad aprile 2017 nell’ambito delle consultazioni promosse da Invitalia. Una riflessione sugli spazi pubblici del quar- tiere e sulla complessa identità di questo territorio, verrà affrontata nel contributo di Gilda Berruti, Giuseppe Bruno e Emanuela Coppola sugli esiti del laboratorio di ascolto del territorio svolto presso l’I.C. Michelange- lo di Bagnoli.
Infine, una riflessione sull’altro grande pro- getto di riuso urbano che insiste nel medesi- mo quartiere: il progetto per l’area ex-Nato, la più grande base americana italiana chiusa nel 2013, di Enrico Formato e Michelangelo Russo.
Cronache italiane. Il caso
Bagnolifutura
Giuseppe Mazzeo
Nell’azione di trasformazione urbana sono spesso presenti periodi di forte accelerazio- ne e periodi di rallentamento derivanti dalle inerzie prevalenti relativamente alla realiz- zazione del progetto. Il caso della Società di Trasformazione Urbana Bagnolifutura rien- tra in uno schema similare in quanto inizia con prospettive di grande interesse dal punto divista dell’operatività e dei risultati (la stes- sa scelta di utilizzare lo strumento della Stu rappresentava una innovazione) e via via rallenta la sua spinta fino ad arrestarsi com- pletamente.
Urbanistica e grandi speranze
La storia che si racconta di seguito prende avvio in un momento di grandi mutamen- ti e di grandi speranze rinnovatrici. Nuovi meccanismi partecipativi, nuovi strumenti operativi, un rinnovato interesse per la città. Le Società di Trasformazione Urbana rientra- no in questo quadro. Esse vengono introdot- te nella legislazione italiana con la Legge 127 del 1997, confluita poi nel DLgs267/2000, te- sto unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali. Sono società per azioni costituite tra Comuni o Città metropolitane e privati, cui possono partecipare Regioni e Province, e sono finalizzate a realizzare interventi di trasformazione urbana in attuazione degli strumenti urbanistici vigenti attraverso atti- vità che prevedono l’acquisizione preventiva delle aree da trasformare, la progettazione degli interventi, la loro realizzazione, la com- mercializzazione delle aree riqualificate e la gestione degli eventuali servizi pubblici. In questo modo la trasformazione urbana viene posta in capo ad un soggetto specificamente destinato a questa operazione.
L’innovazione costituita dallo strumento delle Stu si incrocia con il processo relativo al riutilizzo dell’area ex Italsider di Bagnoli - Coroglio dopo che nel 1993 avviene la chiu- sura del polo siderurgico per cause inerenti la funzionalità della struttura produttiva e la sua progressiva perdita di economicità. Al vuoto creatosi nel sistema produttivo della città (basti pensare che l’Italsider e le altre attività industriali della zona occupavano a metà degli anni Settanta oltre 8.000 unità
1. Comune di Napoli (1998), Variante
per la zona Occidentale di Napoli.
2. G. Alisio (1993), Lamont Young.Utopia
e realtà nell’urbanistica napoletana dell’Ottocento, Officina Edizioni.
3. A. Dal Piaz, F. Forte (1995), Piano urbanistico:
interessi fondiari, regole perequative, CLEAN
4. E. Rea (2002), La dismissione, Feltrinelli 5. Ci si riferisce a quello che scrive Vito Cardone
nella prefazione del suo libro del 1989, Bagnoli
nei campi flegrei. La periferia anomala di Napoli,
CUEN: “nell’opinione pubblica Bagnoli è immediatamente associata all’Ilva-Italsider, fino a diventarne quasi un sinonimo”.
di personale) si è data risposta ripensando in modo radicale l’utilizzazione dell’area (mol- to vasta e di grande rilievo paesaggistico) e creando le premesse di un progetto di riuso di portata metropolitana per dimensioni, im- pegno e potenziali ricadute.
Sempre degli anni Novanta è la riforma che porta all’elezione diretta dei sindaci. Questa importante novità istituzionale favorisce l’e- lezione di Antonio Bassolino (1993) ed acce- lera l’intervento sull’area in quanto Bagnoli diviene una priorità nel disegno di rilancio dell’intera città di Napoli. Da questa data, in- fatti, comincia una intensa attività che porta nell’arco di setteanni (1998-2005) alla com- pleta rimodulazione delle scelte urbanisti- che comunali. Le principali tappe di questo processo sono:
• 1998: l’area che comprende Bagnoli, Agnano, la collina di Posillipo, buona parte di Fuorigrotta e Pianura viene sottoposta alla disciplina della Variante per l’Area Occidentale, un piano urba- nistico di livello comunale approvato con DPGR 4741 del 15 aprile. La Variante rappresenta il primo passo nel processo di aggiornamento del Piano Regolatore di Napoli (risalente agli inizi degli anni Settanta), processo completato con la Variante Generale approvata con DPGR 323 dell’11 giugno 2004;
• 2000: la legge 388/2000 inserisce l’area di Bagnoli - Coroglio tra i siti di interesse nazionale (SIN) da sottoporre a bonifica. Questi siti sono individuati in relazione alle caratteristiche, alle quantità e peri- colosità degli inquinanti presenti, alla dimensione dell’impatto sull’ambiente circostante, in termini di rischio sanita- rio, ecologico e di pregiudizio per i beni culturali ed ambientali (DLgs 152/2006). Le norme che definiscono la perimetra- zione del SIN di Bagnoli sono emanate nel 2001 con il DM del 31 agosto. Da que- sto momento il processo di trasforma- zione di Bagnoli viene subordinato alla effettuazione preliminare di un esteso processo di bonifica dei suoli;
• 2001: l’amministrazione comunale, con provvedimento del 27 dicembre, acqui- sisce al proprio patrimonio le aree og- getto del piano di bonifica dell’ex zona industriale di Bagnoli-Coroglio;
• 2002: viene costituita, con delibera di Consiglio Comunale n. 40 del 18 febbra-
io, la Società di Trasformazione Urbana “Bagnolifutura”; la delibera contiene anche lo statuto della società e la con- venzione tra il Comune di Napoli e la società (firmata il 25 giugno 2002)nella quale è prevista la formazione di un pia- no di intervento sistematico delle attivi- tà nell’area;
• 2005: viene approvato, con delibera del Consiglio Comunale n. 40 del 16 mag- gio, il Piano Urbanistico Esecutivo di Ba- gnoli - Coroglio. La sua attuazione viene demandata alla Bagnolifutura. Vale la pena rilevare che il piano viene approva- to tre anni dopo la costituzione della Stu (nella convenzione era prevista l’appro- vazione dopo 120 giorni dalla sua sotto- scrizione) influendo così sull’operatività della società;
• 2010: viene approvata una variante al Pue Bagnoli-Coroglio (delibera di GC n. 497 del 18 marzo) nella quale si in- dividua un ambito di trasformazione urbanistico-edilizio ai sensi dell’art. 7 della LR 19/2009 relativa al piano-casa regionale.
L’azione di Bagnolifutura
Come detto il Pue Bagnoli-Coroglio affidava alla Stu Bagnolifutura l’esecuzione comples- siva della trasformazione urbana dell’area, ossia l’acquisizione delle stesse, il risana- mento ambientale come indicato dal Piano definitivo di bonifica del gennaio 2001, la loro riqualificazione urbanistica e la com- mercializzazione mediante vendita o conces- sione onerosa di gestione.
Alla Stu Bagnolifura era affidata l’attuazio- ne del Piano di bonifica, piano approvato e finanziato dal Ministero dell’Ambiente. Il Piano comprendeva anche un programma temporale di attuazione degli interventi che specificava per sub-aree l’inizio, la durata e il termine delle operazioni.
Come braccio operativo del Comune di Na- poli, Bagnolifutura ha portato avanti una se- rie di attività di progettazione in attuazione delle previsioni del Pue. Tali attività hanno riguardato tutte le fasi connesse alla esecu- zionedelle opere pubbliche, dalla richiesta di finanziamento, alla progettazione e appalto, alla realizzazione, al collaudo, agendo così come stazione appaltante pubblica.
L’azione della società ha portato ad un avan- zamento significativo della bonifica, oltre
che al completamento di alcune opere attual- mente in stato di abbandono o parzialmente vandalizzate a partire dal sequestro dei suoli (aprile 2013). Ha anche portato a termine la progettazione del Parco Urbano e del sistema delle infrastrutture, mediante procedure in- ternazionali, oltre alla vendita alcuni lotti a soggetti privati per l’insediamento di attività produttive (Polo Tecnologico). Molte delle attività hanno usufruito di fondi comunitari. La trasformazione dell’area ex-Italsider di Ba- gnoli che, nelle prime fasi, sembrava essersi incanalata su binari operativi spediti, è anda- ta via via frenando la sua spinta. Sulle moti- vazioni di quanto successo la discussione è aperta. Intanto non si può sottacere il fatto che l’azione della Stu si basava su un piano urbanistico dalle previsioni fondamental- mente irrealizzabili, se non a costi ingenti di trasformazione e di gestione. Si può affer- mare, inoltre, che sull’operazione è gradual- mente venuto a mancare quel sostegno am- ministrativo e politico, sia a livello regionale che comunale, che è fondamentale per la re- alizzazione di operazioni di lungo termine come quella di Bagnoli - Coroglio. Una data significativa è quella del febbraio 2008, con le dimissioni di Marco Di Lello da assessore al turismo della Regione Campania (giun- ta Bassolino); questa data rappresenta uno spartiacque a partire dal quale l’azione della società viene rallentata nonostante l’azione di sostegno della seconda giunta Iervolino (2006-2011). Ad aggravare ulteriormente la situazione è il blocco dei finanziamenti delle opere, in particolare del parco e delle infra- strutture, avvenuto a seguito dell’elezione di Stefano Caldoro alla presidenza della Regio- ne Campania (2010).
L’elezione di De Magistris (maggio 2011) se- gna l’atto finale. Dopo aver utilizzato le com- petenze tecniche di Bagnolifutura per l’or- ganizzazione delle World Series della Coppa America (2012), la giunta presieduta da De Magistris, con l’attacco a Fintecna, determi- na il fallimento della società (2014).
L’ultima fase della storia (ad oggi) è la costitu- zione nel 2015 del “Commissariato straordi- nario del Governo per la bonifica ambientale e la rigenerazione urbana dell’area di rilevan- te interesse nazionale Bagnoli - Coroglio” e il perdurante scontro tra il Governo e il Comu- ne di Napoli che si ritiene defraudato della potestà pianificatoria sull’area.
Considerazioni
La trasformazione dell’area dismessa di Bagno- li – per dimensioni, caratteristiche ambientali e rilevanza socio-economica – avrebbe dovuto co- stituire uno dei maggiori esempi di recupero e riqualificazione di aree dismessealla scala euro- pea. Da quanto raccontato, invece, emerge una storia i cui elementi sono difficilmente inseribili all’interno di un sistema coerente di eventi. Se si deve costruire una macchina che deve com- piere un certo lavoro si progettano le singole componenti in modo che l’insieme funzioni. Se anche una delle componenti è progettata male l’insieme non funziona. Nel caso dell’intervento sull’area di Bagnoli – Coroglio è possibile indivi- duare quattro componenti principali:
• un piano regolatore basato su previsioni la cui realizzazione e gestione avrebbe signifi- cato un volume di investimenti di notevoli dimensioni;
• una componente di investimento pubbli- co nettamente preponderante rispetto alla componente non pubblica e ai potenziali ricavi conseguenti alla cessione di suoli ed opere;
• un quadro politico che da stabile è divenuto instabile e da favorevole ad ostile;
• un frammentarsi della realtà sociale, eco- nomica e politica locale, che ha favorito lo sviluppo di personalismi, di rigidità e di al- larmismi ingiustificati.
Queste quattro componenti (prese nella loro oggettività) se ben modulate avrebbero po- tuto portare a compimento la realizzazione della trasformazione urbana dell’area ex Italsider. Esse, però, prese nella loro effetti- va evoluzione, hanno prodotto il risultato opposto rendendo impossibile il raggiungi- mento di un risultato che sarebbe stato cer- tamente più positivo per l’area e per la città.
Riferimenti bibliografici
• Comune di Napoli (2000), Piano Urbanistico Ese-
cutivo di Coroglio-Bagnoli, Relazione, Assessorato
alla Vivibilità urbana, Napoli.
• Comune di Napoli (2001), Progetto Bagnoli: la ri-
qualificazione dell'area industriale dismessa, Asses-
sorato alla vivibilità urbana, Napoli.
• Corona G., Bevilacqua P. (2007), I ragazzi del pia-
no: Napoli e le ragioni dell’ambientalismo urbano,
Donzelli, Roma.
• Dragotto M., Gargiulo C. (2003), Aree dismesse e
Città-Esperienze di metodo, effetti di qualità, Franco
Angeli, Milano.
• Mazzeo G. (2009), “Naples”, Cities, 26(6), 363- 376. DOI:10.1016/j.cities.2009.06.001.