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a cura di Rosa Alba Giannoccaro

di antichi fiumi, hanno storicamente deter- minato lo sviluppo insediativo del territorio barese e pugliese in genere: basti pensare agli ipogei, ai pozzi, ai “ghipuri” (strutture di pie- tra a secco, utilizzate per deposito strumenti agricoli) e alle masserie presenti in zona per avvalorare la tesi di una presenza antropica fin dai tempi antichi. L’acqua è stata il prin- cipale attrattore di vita (infrastruttura blu) e intorno ad essa si sono sviluppati aree peri- feriche e centri minori, nonché l’ecosistema naturale attuale.

E’ necessario dunque ripensare all’interazio- ne tra questi luoghi (già vissuti in passato) e il centro città (che continua a vivere), tra questi spazi verdi di eccezionale valore vege- tativo, faunistico e paesaggistico e gli spazi periferici grigi della città metropolitana al fine di trovare una nuova connotazione di senso comune.

In genere sono luoghi poco frequentati dall’uomo, privi di un ruolo cardine all’in- terno della città funzionale e dinamica, e i programmi di tutela passiva e conservazio- ne degli enti che sottendono la loro gestione non fanno altro che allontanarli dalle logi- che attive e virtuose di trasformazione del territorio. Sebbene la pianificazione urbani- stica consideri sempre più l’integrazione tra la strategia di città con quella di paesaggio in un disegno complesso e programmatico che ingloba valutazioni su ambiente, territorio e paesaggio, i processi dal basso di valoriz- zazione e tutela attiva trovano spesso diffi- coltà a funzionare perché non supportati da politiche e scelte governative compatibili e che parlano la stessa lingua. Le aree verdi al margine, rischiano di diventare luoghi “abbandonati” o addirittura “sconosciuti” al territorio della gente comune.

Da qui la necessità di attirare nelle aree pro- tette i fruitori, considerati tra i veri agenti di sviluppo territoriale per sostenere da un lato lo sviluppo sostenibile del territorio e la co- noscenza nonché il rispetto di luoghi tanto speciali quanto fragili, dall’altro il diritto alla fruizione della natura da parte delle persone con disabilità, contribuendo al processo di innovazione sociale.

ll progetto “Un Parco da vivere”, sviluppato nel Parco Naturale Regionale di Lama Balice, pone in evidenza le potenzialità sociali, eco- nomiche e ambientali inespresse di un luogo naturale ai margini della città metropolita- na, connettore di paesaggi “murgiani” e co-

stieri e detentore di storia e tradizione locale. Realizzato dalla Società Cooperativa Sociale Tracceverdi in partnership con la Confede- razione Italiana Agricoltori Puglia e il patro- cinio del Comune di Bari nelle pertinenze esterne di Villa Frammarino, questo progetto sperimentale è un esempio di convivenza tra un processo di riattivazione di spazi verdi, situati all’interno di un’area naturale e un processo di inclusione sociale attraverso l’ac- cessibilità e la fruibilità degli stessi a persone con disabilità motorie e psichiche:

Il giardino sensoriale e l’agricoltura sociale diventano pratiche innovative per la riabili- tazione psichica e sociale di persone in situa- zione di forte disagio e marginalità.

In linea con la nuova programmazione Eu- ropea 2014-2020, che in generale rafforza l’approccio place-basede lo sviluppo urbano integrato, nel progetto Un Parco da Vivere, agiscono simultaneamente settori di inter- vento trasversali come il capitale umano, l’inclusione sociale, l’innovazione, l’ambien- te, il paesaggio, l’agricoltura e la sostenibilità. La dimensione dello sviluppo locale diventa la chiave di lettura del progetto che preve- de il coinvolgimento della comunità locale, l’utilizzo delle sue conoscenze e la collabora- zione dei diversi attori del territorio fin dalla fase di raccolta e di analisi dei fabbisogni. “Un Parco da vivere” è un esempio di rivita- lizzazione di un’area naturale protetta e di uno spazio pubblico per il benessere colletti- vo. La rigenerazione urbana e l’ innovazione sociale è stata intesa come riattivazione di uno spazio pubblico già in uso, attraverso la ricerca di un “nuovo senso” per lo sviluppo qualitativo e strategico dell’intera area me- tropolitana, all’insegna della sostenibilità ambientale, della tutela attiva del paesaggio e dell’utilità sociale.

Riferimenti bibliografici

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Città di carne e città di