Verso una teoria costituzionale degli automatismi legislat
4. Gli automatismi legislativi e il costituzionalismo per valor
Vorremmo concludere questo scritto ragionando su un ultimo aspetto dalle affascinanti implicazioni sul piano della teoria costituzionale. A chi scrive, sembra, infatti, che il fenomeno degli automatismi legislativi sia fra le più compiute manifestazioni del costituzionalismo per valori che ha pervaso gli odierni ordinamenti costituzionali28.
Ormai è da più parti accettata l’idea che la forma di Stato costituzionale contemporaneo ha posto a suo fondamento molteplici valori fondamentali29 e ciò spiega anche il ruolo assunto dalla ragionevolezza che funge da ponte tra il mondo delle regole e il mondo dei valori. Questo canone, infatti, può essere considerato, nella poliedricità che ha assunto, come quella formula che «sintetizza e qualifica il rapporto di tensione intercorrente tra costituzione e legge»30. Essa è il criterio ordinatore degli altri valori costituzionali che persegue la (o serve a dare risposta alla) esigenza di razionalità rispetto al valore.
28
La letteratura sul punto è sconfinata fra le tante si vedano almeno: C. MEZZANOTTE, Corte costituzionale e legittimazione politica, Roma, 1984 ora nella nuova edizione ID. Corte costituzionale e legittimazione politica, Napoli, 2014; L. MENGONI, Diritto e valori, cit.; R. NANIA, Il valore della Costituzione, Milano 1986; G. BERTI, L’interpretazione costituzionale, Padova, 1987, 35 ss.; A. BALDASSARRE, voce Diritti inviolabili, in Enc. giur., XI, Roma, 1989; ID., voce Libertà: 1) problemi generali, in Enc. giur., XI, Roma, 1990, ora entrambe in ID., Diritti della persona e valori costituzionali, Torino, 1997; ID., Costituzione e teoria dei valori, cit., 631 ss.; M. LUCIANI, Corte costituzionale e unità nel nome dei valori, in R. ROMBOLI (a cura di), La giustizia costituzionale a una svolta, cit., 170 ss.; R. BIN, Diritti e argomenti, cit.; F. RIMOLI, Costituzione rigida, potere di revisione e interpretazioni per valori, cit., 3712 ss., ID., Pluralismo e valori costituzionali, cit.; G. ZAGREBELSKY, Il diritto mite, cit.; S. BASILE, “Valori superiori”, principi costituzionali fondamentali ed esigenze primarie, in Giur. cost., 1993, 2200 ss; F. BILANCIA, Emergenza, interpretazione per valori e certezza del diritto, in Giur. cost., 1993, 3007 ss.; P. CIARLO, Dinamiche della democrazia e logiche dei valori, in Dir. pubbl., 1995, 123 ss.; fra le molte opere di F. MODUGNO sul tema qui si segnalano solo ID., I nuovi diritti nella Giurisprudenza Costituzionale, Torino, 1995, spec. 93 ss.; ID., I principi supremi come parametro del controllo di legittimità costituzionale, in F. MODUGNO-A.S. AGRÒ-A. CERRI (a cura di), Il principio di unità del controllo sulle leggi nella giurisprudenza della Corte costituzionale, III ed., Torino, 1997, 280 ss.; F. PIZZETTI, L’ordinamento costituzionale per valori, in Dir. eccl., 1995, 66 ss.; da ultimo A. LONGO, I valori costituzionali come categoria dogmatica, cit.
29 Così F. MODUGNO, La ragionevolezza nella giustizia costituzionale, cit., 9-10. 30 SCACCIA, op. cit., 387.
Gli automatismi legislativi nella giurisprudenza costituzionale
Attraverso il medium della ragionevolezza, l’influenza esercitata dalla tavola di valori incorporati dalla Costituzione sull’ordinamento legale ha permesso il definitivo superamento delle concezioni giuspositivistiche ottocentesche e, pertanto, nell’odierno Stato costituzionale non possono più ritenersi valide le leggi in quanto tali, a prescindere dal loro contenuto31. I contenuti della legge, infatti, devono essere commisurati ai valori sostanziali della Costituzione.
Quest’ultima sottrae alla legge il dominio del valore e lo stesso principio di supremazia costituzionale, più volte qui richiamato, è una formula che sintetizza l’operare dei valori sul livello legale e non è inteso nel senso che la Costituzione costituisca l’esaustivo fondamento del sistema giuridico, che tutto contiene in forma predeterminata, come se si potesse predicare anche per la Costituzione l’assunzione degli attributi propri della legge32. Al contrario il principio di supremazia costituzionale coincide con una relativizzazione di tali attributi e induce non solo a rendere plurivoca l’idea di legge, ma ne attenua anche il vincolo di obbedienza33
.
È stato, infatti, efficacemente sostenuto che l’odierno costituzionalismo per valori opera come istanza di delegittimazione della legalità e della forma legale34.
Istanza di delegittimazione che raggiunge il punto di maggiore compiutezza proprio nel fenomeno degli automatismi.
Come è stato acutamente rilevato, infatti, «nell’ottica dei valori, l’istanza di razionalità formale, assicurata dalla generalità, astrattezza, chiarezza della previsione legale, cede all’esigenza di assicurare la razionalità materiale della legge, cioè l’adeguatezza della previsione normativa rispetto al contesto di vita regolato, fosse anche il più straordinario e imprevedibile»35.
Come abbiamo più volte ricordato, nel fenomeno che ci occupa, infatti, le leggi costruite in modo rigido non vengono invalidate solo quando non rispondono ad un principio di coerenza, nelle differenti forme in cui esso viene declinato, ma anche quando il legislatore pretende di fare tutto da sé. In questo secondo caso si raggiunge il
31
Cfr. A. BALDASSARRE, Costituzione e teoria dei valori, cit., 653
32 Secondo l’insegnamento di C. MEZZANOTTE, Corte costituzionale e legittimazione del sistema, cit., 121.
33 Ancora C. MEZZANOTTE, Corte costituzionale e legittimazione del sistema, cit., 121. 34
C. MEZZANOTTE, Le fonti tra legalità e legittimità, in Queste istituzioni, 1991, 51.
35 G. SCACCIA, Valori e diritto giurisprudenziale, Relazione al convegno Valori e Costituzione: a
cinquant’anni dall’incontro di Ebrach, in
LEONARDO PACE
punto di maggior tensione con l’ordinamento legale: l’atto non solo è valido dal punto di vista procedimentale, ma è anche astrattamente conforme a Costituzione sotto l’aspetto del contenuto; nondimeno viene dichiarato invalido, perché la sua formulazione rigida lo rende concretamente non conforme a Costituzione.
L’adeguatezza al caso regolato, in definitiva, diventa “parametro” per valutare la legittimità della legge.
Naturalmente questo comporta delle conseguenza inevitabili, e di rilevante importanza, riguardo al ruolo del giudice costituzionale, prima, e del giudice comune, poi, negli odierni ordinamenti costituzionali. Il carattere del diritto del nostro tempo, che si svolge in una società pluralistica poggiata su una pluralità di valori spinge, infatti, il giudice ad una partecipazione attiva nel processo di positivizzazione del diritto. Questi è chiamato a concretizzare il contenuto assiologico di tali valori rispetto all’infinità di casi concreti che si mostrano come portatori potenziali del loro sviluppo.
Il punto costituisce un ambito di indagine talmente vasto che sarebbe inopportuno qualsiasi tentativo che cercasse di descriverlo in poche battute. Ci fermiamo pertanto alla sua semplice segnalazione e ci accingiamo a concludere questo scritto, citando il pensiero degli Autori dalla cui intuizione questo lavoro è partito.
Proprio a conclusione della loro analisi, e con specifico riguardo alle implicazioni tanto pervasive che il fenomeno qui indagato ha sull’ordinamento, Valeria Marcenò e Gustavo Zagrebelsky, ricordando che la giurisprudenza sugli automatismi legislativi è uno dei molteplici fattori che segna l’espansione della giurisdizione e può essere felicemente rappresentata come il passaggio dalla regola della legge al regolo del giudice, così scrivono: «non ci piace? Pazienza, occorre farsene una ragione e, invece di ignorare o deprecare la novità, cercare di comprenderla e di governarla»36.
È quello che si è cercato di fare in queste pagine, si spera non erroneamente e non troppo confusamente. Chi scrive non ha la presunzione di essere riuscito ad esaurire un tema così vasto e dalle molteplici implicazioni su diversi piani dell’esperienza giuridica, ma spera, più modestamente, di aver almeno posto delle utili basi per delle ulteriori e successive indagini sul tema.
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