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Grado di soddisfazione degli insegnanti a seguito dell’attua zione della riforma Gelmin

Pri.Sc.O.Quest (II parte)

USO COMPRESENZE A.S 2008/2009 A.S 2009/

2. Grado di soddisfazione degli insegnanti a seguito dell’attua zione della riforma Gelmin

In questa sezione del questionario si è chiesto ai rispondenti di esprime- re per ciascuna delle voci indicate nella Sezione prima del Pri.Sc.O.Quest., il grado di soddisfazione rispetto ai cambiamenti introdotti nell’anno scola- stico 2009/2010. Il grado di soddisfazione è stato indicato ricorrendo a una scala valutativa da 1 (soddisfazione minima) a 5 (soddisfazione massima).

Relativamente al numero delle classi assegnate (Grafico 14) emerge un alto grado di soddisfazione, in quanto, mettendo insieme chi indica i due fattori più alti di soddisfazione, si raggiunge il 49,76% dei rispondenti, mentre i non soddisfatti, corrispondenti alla somma dei due fattori più bas- si, si attestano al 27,49%. Appare interessante rilevare che l’86,73% dei do- centi interpellati ha deciso di formalizzare il proprio grado di soddisfazione e, compiendo un’analisi sui soli rispondenti, questi si esprimono favore- volmente per il 57,37% delle indicazioni fornite.

Rispetto al grado di soddisfazione sulla prevalenza (Grafico 15), il dato più rilevante in questo caso sembra essere espresso dal 35,55% dei non ri- spondenti, in quanto le due posizioni opposte raggiungono quasi un pareg- gio, attestandosi comunque al di sotto della percentuale richiamata per i non rispondenti, infatti, i più soddisfatti raggiungono il 27,96%, mentre gli insoddisfatti il 27,49%. In questo caso, chi ha deciso di esprimere il proprio parere scende al 64,45% degli intervistati, i quali, pur riparametrando l’analisi dei dati alle sole risposte date, non riescono a raggiungere comun- que una posizione più significativa.

Nel caso del grado di soddisfazione rispetto al numero di insegnanti as- segnati alla classe (Grafico 16), si registra un leggero vantaggio a favore dei soddisfatti che, sempre per raggruppamento, raggiungono il 36,49%, mentre gli intervistati più insoddisfatti sono il 31,75%; abbastanza corposo appare anche il dato di chi si dichiara mediamente soddisfatto che raggiun-

ge quasi la percentuale di chi decide di astenersi dal rispondere.

Continuando ad analizzare i dati relativi alle risposte fornite, pari al- l’83,41% del totale dei docenti che hanno deciso di aderire all’indagine, vediamo che la percentuale di coloro che indicano soddisfazione raggiunge il 43,75%, mentre i non soddisfatti si attestano al 38,07%.

Relativamente al numero di discipline assegnate (Grafico 17), si registra ancora una sostanziale spaccatura tra le opinioni, in quanto, sempre proce- dendo per aggregazione di dati, i soddisfatti raggiungono il 36,49% mentre i non soddisfatti il 33,18%, facendo però registrare anche un dato più inci- sivo dei mediamente soddisfatti che raggiungono il 16,59%, superando i non rispondenti.

Analizzando le sole risposte fornite, che raggiungono l’86,26%, appare rilevante il dato dei mediamente soddisfatti che registrano il 19,23% delle risposte fornite, mentre i soddisfatti il 42,31% e gli insoddisfatti il 38,46%, facendo così prevalere una tendenza comunque di soddisfazione.

Nel caso del grado di soddisfazione sull’orario spezzato (Grafico 18), è abbastanza evidente che il personale risulta essere insoddisfatto dell’orario a scavalco che, come abbiamo detto in precedenza, prevede un orario di servi- zio non continuativo nell’arco della stessa giornata. Si esprime favorevol- mente all’orario spezzato il 20,85% dei rispondenti, si esprime sfavorevol- mente il 39,34%, solo il 10,43% si dichiara mediamente soddisfatto mentre appare rilevante il 27,49% degli intervistati che decide di non fornire una ri-

sposta. Dalla precedente elaborazione di dati emergeva che erano interessati a questa modalità organizzativa comunque pochi docenti17, quindi, del 72,51%

degli intervistati che hanno fornito una risposta, il 54,25% ha espresso insod- disfazione riguardo a questa modalità organizzativa.

Guardando semplicemente il grafico relativo al grado di soddisfazione sul- l’orario a scavalco (Grafico 19) e confrontando il dato più evidente con quelli emersi nel Grafico 18, è facilmente evidenziabile che, anche in questo caso, l’uso di questa soluzione è comunque residuale e quindi molti docenti hanno

17 Si confrontino i dati con la Tabella 6 e il Grafico 6.

Grafico 17 - Grado di soddisfazione sul numero discipline assegnate

deciso di non rispondere raggiungendo, tra l’altro, una netta maggioranza espressa dal 74,41% dei docenti coinvolti nell’indagine18. Dal restante 25,59%

di insegnanti che hanno deciso comunque di fornire una risposta, emerge una netta espressione di non soddisfazione che si attesta intorno al 62,96%.

Relativamente al numero di mense settimanali comprese nell’orario di servizio (Grafico 20), emerge abbastanza evidentemente l’insoddisfazione che viene espressa dal 41,71% dei rispondenti, mentre soddisfazione viene manifestata dal 26,07% ed il grado medio di soddisfazione si attesta al 14,69%, registrando comunque un 17,53% di docenti che decidono di non rispondere. Riproporzionando il dato sull’82,46% degli insegnanti che han- no espresso il proprio grado di soddisfazione, questi hanno fornito comun- que un’indicazione netta di insoddisfazione pari al 50,58% a fronte di una soddisfazione del 31,60% e, considerando indicativa ogni espressione di soddisfazione che superi la metà di chi fornisce una risposta, anche questa tendenza appare piuttosto rilevante.

Per quanto riguarda il numero di pomeriggi (Grafico 21), si registra un grado medio di soddisfazione espresso dal 18,01% dei docenti e un grado di soddisfazione del 28,44%, mentre gli insoddisfatti raggiungono il 39,81% degli insegnanti. In questo caso, chi decide di fornire una risposta risulta essere l’86,26% dei soggetti coinvolti, i quali manifestano un’indica- zione abbastanza chiara ma non raggiungono una posizione superiore alla metà dei rispondenti, in quanto, si dichiarano insoddisfatti per il 46,16%, mediamente soddisfatti per il 20,88% e soddisfatti per il 32,96%.

18 Si confrontino i dati con la Tabella 7 e il Grafico 7.

Riguardo alla richiesta di esprimere un grado di soddisfazione nei con- fronti della nuova situazione relativa alle ore di compresenza (Grafico 22), i docenti esprimono una netta insoddisfazione che raggiunge immediata- mente il 65,88% del solo dato più estremo, arrivando complessivamente ad un 71,09% a fronte di un grado di soddisfazione che rimane limitato al solo 6,16% dei docenti coinvolti nell’indagine.

Pur in presenza di un dato così evidente, il 16,11% degli insegnanti de- cide di non esprimersi, facendo così raggiungere al restante 83,89% un li- vello di insoddisfazione pari all’84,75% dei rispondenti. Il dato risulta inte- ressante soprattutto se messo in relazione con quanto emerso dal quesito teso ad evidenziare le reali modifiche registrate all’interno delle scuole pi-

Grafico 20 - Grado di soddisfazione sul numero di mense settimanali

stoiesi nel primo anno di attuazione della riforma. Infatti, ben il 49,29% dei rispondenti ha indicato di non avere ore di compresenza nell’anno scolasti- co 2009/2010, a fronte di un 9,48% che ha indicato la stessa variabile per l’anno scolastico precedente, facendo registrare un incremento di totale as- senza di compresenze pari a 39,81 punti percentuali19.

19 Si confrontino i dati con la Tabella 10 e il Grafico 10.

Grafico 22 - Grado di soddisfazione sulla compresenza

Anche nell’espressione del grado di soddisfazione rispetto all’uso delle ore di compresenza (Grafico 23), si evidenzia una netta insoddisfazione che raggiunge complessivamente il 65,88% a fronte di una soddisfazione e- spressa dal 5,68%, anche se, un dato comunque rilevante, è evidenziato da chi decide di non rispondere a questa richiesta in quanto questa possibilità è stata adottata dal 23,22% di docenti. Così, il 76,78% corrispondente agli effettivi rispondenti, esprime una insoddisfazione del solo grado più alto, pari al 76,55% del totale delle risposte fornite. Appare utile anche in questo caso ricordare che l’item in questione evidenzia una situazione in cui, con il primo anno di applicazione della riforma, tutte le variabili di uso delle ore di compresenza residuali che prevedevano una quota destinata specificata- mente per progetti, laboratori, recupero, approfondimenti e integrazione, risultano notevolmente ridotte, a fronte dell’unico incremento registrato dall’opzione dedicata alle sostituzioni20.

Pur continuando a registrare un 14,22% di docenti che ritengono di non fornire una risposta, appare del tutto evidente che gli insegnanti che hanno partecipato all’indagine, risultano insoddisfatti delle modalità adottate dalle scuole per la sostituzione di colleghi assenti (Grafico 24), raggiungendo il 71,27% di non soddisfazione del grado più alto in rapporto ai soli rispondenti.

20 Si confrontino i dati con la Tabella 11 e il Grafico 11.

Il dato emerso dal Grafico 25, in continuità con quello precedente (Gra-

fico 24), registra una posizione ancora più netta, pur con un 13,74% di

mancate risposte. Gli insoddisfatti in questo caso raggiungono l’80,09%, mentre i soddisfatti si arrestano al di sotto dell’1%, precisamente allo 0,96%. Se concentriamo la nostra attenzione sull’86,26% di rispondenti, il dato dei soddisfatti arriva all’1,1% e quello dei non soddisfatti al 92,86%.

Questa richiesta, insieme alla precedente, come già detto nella fase di analisi relativa alle singole domande, riguarda indirettamente la riforma, ma serve a farci capire che, nell’anno scolastico 2008/2009, prima di decidere di dividere i bambini di una classe in occasione dell’assenza di un docente, si poteva far ricorso alle ore di compresenza, e quindi, pur apportando qualche modifica all’intervento programmato precedentemente, si riusciva comunque ad evitare di compiere questa azione che grava sui bambini della classe «separata» e sui bambini e gli insegnanti delle classi accoglienti. In casi di emergenza, quali quelli dell’assenza dell’insegnante curricolare, la possibilità di ricorrere alla compresenza garantiva ugualmente la continuità dell’intervento didattico a cura di un altro docente del team, cosa che ades- so non può più essere assicurata.

3. Elaborazione comparativa dei dati dell’indagine: differenze

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