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Pri.Sc.O.Quest (II parte)

PREVALENTE 22 ORE 40 56 PREVALENTE < 22 ORE 40

NON PREVALENTE 126 113

Tabella 4 - Numero di insegnanti assegnati alla classe

INSEGNANTI A.S. 2008/2009 A.S. 2009/2010

DA 1 A 3 92 90

DA 4 A 6 110 106

DA 7 A 9 1 4

+ DI 9 0 2

Osservando il (Grafico 2), si registra una netta prevalenza di assegna- zione dei docenti a 1 o 2 classi, questo in considerazione del fatto che la prima variabile è stata sicuramente indicata sia dagli insegnanti che opera- vano nel tempo pieno che dagli insegnanti prevalenti a 22 ore, mentre la se- conda è stata scelta da tutti quei docenti che operavano ancora con un’organizzazione di tipo modulare o da insegnanti prevalenti a < di 22 ore.

sa era già opzione limitata in presenza dell’organizzazione modulare 4 do- centi su 3 classi. Per l’anno scolastico 2009/2010, si registra un decremento minimale dell’opzione 1 e un contestuale leggero aumento delle opzioni 3 e + di 3. Il dato non è statisticamente significativo per sostenere che le inse- gnanti hanno avuto più classi assegnate per coprire l’orario di quelle altri- menti scoperte, ma appare comunque come un valore tendenziale da tenere presente anche alla luce delle evoluzioni registrate negli anni successivi a quelli di avvio della riforma.

La modalità di titolarità che emerge nettamente dal Grafico 3, è quella della «non prevalenza», ma in questo caso appare interessante soffermare la nostra attenzione sui cambiamenti che intercorrono tra i due anni scolastici di riferimento.

Mentre la prevalenza con un insegnamento < di 22 ore nella stessa clas- se non subisce cambiamenti, la non prevalenza passa da un 59,72%, relati- vo all’anno scolastico 2008/2009, ad un 53,55% dell’anno 2009/2010, fa- cendo registrare una differenza di 6,17 punti percentuali a favore della mo- dalità di insegnamento prevalente a 22 ore. Va sottolineato però che anche nell’anno scolastico 2008/2009 sono attive classi con la presenza dell’inse- gnante prevalente, in quanto risulta essere in vigore non più il modello del modulo, che come abbiamo detto non prevedeva questa modalità di asse- gnazione, ma quello previsto dalla Legge del 28 marzo 2003, n. 53 che, avendo introdotto un diverso calcolo organico e avendo fornito indicazioni perentorie per l’attuazione della stessa riforma, prevedeva anch’essa l’ado- zione del modello dell’insegnante prevalente.

Possiamo quindi rilevare che il 37,91% degli intervistati, nell’anno sco- lastico 2008/2009, operavano secondo il modello generale della prevalenza essendo già stati coinvolti direttamente dalle modifiche introdotte dalla Legge n. 53/2003 e, aggiungendo a questi anche i docenti interessati suc- cessivamente dalle modifiche della riforma Gelmini, si raggiunge un dato molto rilevante pari al 46,45% di insegnanti prevalenti.

Premettendo che sono stati volutamente esclusi dal computo gli inse- gnanti di sostegno presenti nelle classi di riferimento, in quanto la loro as- segnazione è strettamente vincolata alla presenza di alunni disabili e segue regole di computo diverse da quelle delle insegnanti curricolari, se si osser- vano i dati emersi (Grafico 4), appare evidente come nella provincia di Pi- stoia siano veramente pochi i casi che vedono l’assegnazione in una stessa classe di molti docenti, da 7 a + di 9.

Nel contempo, la tendenza che si evidenzia nel primo anno di attuazione della riforma, è che, in alcuni casi, le opzioni da 7 a 9 e + di 9, risultano aumentate, facendo registrare un dato complessivo pari al 2,84%, nel quale in 2 casi compare addirittura l’assegnazione di + di 9 insegnanti nella stessa classe, possibilità non praticata nell’anno scolastico precedente.

Pur nella limitatezza numerica, la tendenza emersa dall’analisi dei dati sembrerebbe poter avvalorare una delle conseguenze negative connesse al- l’attuazione della riforma, quella cioè di avere delle classi cosiddette «spez- zatino», sulle quali interviene una molteplicità di insegnanti per riuscire a coprire il tempo scuola.

Questa possibilità è derivata dall’assegnazione in organico di un numero di ore di insegnamento inferiore all’effettivo tempo scuola di frequenza dei bambini, che viene coperto dall’intervento di altri docenti cui sono state de- curtate le ore di compresenza e impiegate per la copertura di ore curricolari frontali, come tra l’altro esplicitato dagli stessi Decreti Interministeriali su- gli organici.

1.3. Discipline di insegnamento

Le domande 3.1.a e 3.1.b sono finalizzate a mettere in evidenza il nume- ro di discipline di insegnamento assegnate complessivamente a ogni singo- lo docente (Tabella 5), anche in più classi, in ciascuno dei due anni scola- stici di riferimento.

Tabella 5 - Numero di discipline assegnate

DISCIPLINE A.S. 2008/2009 A.S. 2009/2010

3 36 37

4 43 33

5 62 74

+ DI 5 53 63

Dall’analisi dei dati (Grafico 5), la tendenza maggioritaria, sembra esse- re quella di avere un’assegnazione di discipline che corrisponde alle opzio- ni 5 e + di 5, anche in considerazione del fatto che, con l’introduzione di

Cittadinanza e Costituzione, le discipline insegnate nella scuola primaria

sono diventate complessivamente 11, comprendendo la Lingua inglese ed escludendo la Religione Cattolica, che continua ad essere facoltativa.

Concentrando la nostra attenzione sulle variazioni registrate comparan- do i due anni scolastici di riferimento, questo item appare essere rilevante in quanto, a fronte di un evidente decremento della voce 4 discipline, corri- sponde un aumento facilmente riscontrabile delle voci 5 e + di 5.

Questo dato è da interpretarsi come la logica conseguenza dell’aumento dell’uso dell’insegnante prevalente a 22 ore10 a cui viene assegnato un nu-

mero maggiore di discipline, dovendo svolgere l’intero orario di servizio in un’unica classe. Non sappiamo, però, perché dai dati a disposizione non lo si evince con chiarezza, se esso non sia anche il risultato del già citato

10 Si confrontino i dati con la Tabella 3 e il Grafico 3.

«spezzatino», per effetto del quale molti docenti sono chiamati ad interve- nire nella stessa classe, magari per porzioni orarie molto ridotte. Da ciò ne consegue di conseguenza un aumento sia del numero di classi assegnate ad ogni docente, sia del numero delle discipline.

La possibile presenza di questo fenomeno è stata evidenziata anche dai nostri dati, seppur con un’incidenza numerica ridotta, per cui non possiamo considerarla significativa, ma possiamo però ipotizzare una possibile persi- stenza del fenomeno stesso tramite la tendenza registrata anche da rileva- zioni successive condotte fino all’anno scolastico 2014/201511.

1.4 Orario di servizio dei docenti

Questa serie di domande è finalizzata ad avere un quadro informativo sulle tipologie di organizzazione dell’orario di servizio dei docenti, relati- vamente alla sua composizione e alla sua distribuzione nell’arco della set- timana (parametro abitualmente utilizzato).

Nella (Tabella 6) si fa riferimento al numero di giorni con orario spezza- to, dove per orario spezzato si intende un orario nella stessa giornata lavo- rativa non continuativo.

Tabella 6 - Numero di giorni con orario spezzato

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