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GRANXA FAMILIAR E IL SISTEMA ALIMENTARE LOCALE DEL MARCHESATO CROTONESE: LO SVOLGIMENTO DELLA RICERCA

DUE CASI DI STUDIO: LA GRANXA FAMILIAR E IL SISTEMA ALIMENTARE LOCALE DEL MARCHESATO CROTONESE

6.2 GRANXA FAMILIAR E IL SISTEMA ALIMENTARE LOCALE DEL MARCHESATO CROTONESE: LO SVOLGIMENTO DELLA RICERCA

L’osservazione partecipante si è svolta per tre volte sia presso il Farmer Market di Lusco Y Fusco a Santiago de Compostela, sia presso il mercato ortofrutticolo della città, dove partecipano piccoli produttori locali.

I soggetti intervistati sono i consumatori individuali non strutturati e alcuni produttori e testimoni privilegiati, come presidenti di Gruppi di Acquisto, Gruppi di Azione Locale, di Farmer Market ed esponenti istituzionali. La ricerca empirica ha interessato due aree di ricerca. La prima, afferente al primo caso studio, è stata svolta in Spagna, a Santiago de Compostela presso l’USC, l’università di Santiago, promotrice del progetto spin off Granxa Familiar, nato per combattere il digital divide nelle aree rurali e permettere la sopravvivenza dei piccoli produttori locali travolti da una

modernizzazione devastante sotto il profilo economico. Il secondo caso studio, invece, è made in Calabria, precisamente a Crotone, e si tratta del Sistema Alimentare Locale (SAL) del Marchesato Crotonese che ha riunito piccoli produttori locali calabresi e incentivato un nuovo tipo di consumo critico on line. Anche in questo caso sono stati intervistati i consumatori individuali non strutturati, testimoni privilegiati come il presidente del Gal Kroton e il Coordinatore del progetto SAL Crotonese.

Entrambi i progetti, infatti, utilizzano le tecnologie dell’informazione come strumenti potenziatori. La presentazione dei risultati di questa ricerca avviene secondo una prospettiva narrativa, cioè si sviluppa con racconti di episodi, descrizione dei casi, virgolettando le parole degli intervistati. Nello specifico, si è proceduto sviluppando inizialmente un’argomentazione e riportando a suo sostegno un brano di intervista.

I tempi della ricerca empirica si sono dilatati nell’intervallo tra i due casi studio. Tuttavia, si è proceduto ad una verifica delle condizioni del primo caso analizzato, quello della Granxa Familiar in Spagna, per assicurarsi che non ci siano state variazioni rilevanti nel corso dei due anni e mezzo trascorsi tra il primo e il secondo studio sul campo. Sono stati presi contatti con i fautori del progetto Granxa Familiar attraverso le moderne tecnologie della comunicazione per avere un quadro dello stato di avanzamento del progetto stesso. Da 2012 al 2014 non si sono registrate trasformazioni importanti, si annota piuttosto un rafforzamento del dialogo tra gli attori sociali operanti sul territorio, in particolare con gli attori istituzionali e amministratori politici. L’intento è quello di conferire maggiore forza al progetto da un punto di vista politico che lo renda visibile agli amministratori locali di altre aree spagnole in modo da poter replicare l’esperienza santiaghese come best practise. Inoltre, si intende rafforzare la collaborazione tra università ed enti istituzionali allo scopo di ridurre, con costi contenuti e con un intervento sinergico pubblico-privato, il Digital Divide nelle aree rurali.

A seguito della verifica dell’effettivo stato di avanzamento del progetto spagnolo, si è proceduto all’analisi empirica del caso di studio italiano già precedentemente individuato. Per l’indagine comparativa si è scelto di studiare i consumatori e i produttori appartenenti al Sistema Alimentare Locale promosso dal Gal Kroton. La selezione ha tenuto conto sia delle caratteristiche socio- economiche delle due aree di interesse (Calabria e Galizia presentano una struttura sociale ed economica simile e quindi facilmente paragonabile) e sia dell’elemento tecnologico (in entrambi i casi si utilizzano piattaforme multimediali e strumenti delle nuove tecnologie di comunicazione; difatti, uno degli obiettivi della ricerca è proprio quello di valutare l’incidenza dell’avanzamento tecnologico nella promozione del consumo critico).

Da aprile a luglio 2011 è stata effettuata la ricerca empirica in Spagna, a Santiago de Compostela. Come prima si accennava, sono stati intervistati consumatori individuali non strutturati di ogni età, genere, ed estrazione sociale differente che acquistano i loro prodotti dal consorzio Granxa Familiar. La scelta di prediligere nella ricerca estera soprattutto i consumatori individuali ha l’obiettivo di arricchire lo studio sui consumi di una visione complementare poco indagata finora, vista la massiccia concentrazione della ricerca sociale sui gruppi di acquisto e i vari movimenti consumeristici anziché sui singoli consumatori non associati. Pur ammettendo due realtà di fatto importanti, ossia il riconosciuto impatto dei gruppi e dei movimenti di consumo critico sul territorio e il fenomeno dell’associazionismo come aspetto più caratteristico del consumerismo160, non si può ignorare quanto la consapevolezza sia legata proprio all’individuo così come l’atto di consumo stesso si configura come un agire sociale personale, dipendente in primis dai significati che l’individuo attribuisce alle cose che lo circondano. Inoltre - come vedremo nelle interviste analizzate di seguito - il consumo critico e l’adozione di stili di vita alternativi riconducono l’attore sociale ad uno stato di benessere indipendente dall’incidenza effettiva che il comportamento responsabile ha sul sistema capitalistico. Come esplicitato anche nel precedente capitolo, il fine utopico libera l’individuo dalla pesantezza delle ideologie e lo riconduce ad uno nuovo stadio di consapevolezza, in cui la preoccupazione inerente alla costruzione comune di un futuro migliore induce i soggetti a condividere nuove visioni del mondo, pur riconoscendo un individualismo di fatto. Questo assunto è chiaramente espresso anche dal concetto di modello dell’individualismo altruistico di Ulrick Beck (2008), secondo cui il sillogismo tra individualismo ed egocentrismo è negato per far posto ad un individualismo cooperativo che implica reciprocità e mutuo riconoscimento. L’individualismo altruistico ci serve per spiegare che la felicità non è più vista come fatto personale, ma come questione sociale.

“Certamente - afferma Beck (2010) - nella società individualizzata le fonti di significato dell’identità collettiva, di gruppo ed individuali tipiche della società industriale, come potevano essere le identità etniche, la coscienza di classe, la fede nel progresso (i cui stili di vita e le cui idee di sicurezza hanno rappresentato i pilastri delle democrazie occidentali) hanno perso la mistica che le sorreggeva. Questo mutamento comporta una duplice conseguenza. Da una parte le esperienze di crisi a livello sistemico, non più mediate da classi161,

né da ceti162, né da gruppi organizzati, vengono individualizzate e vissute soggettivamente come fallimenti personali. Dall’altra parte, però, l’individualizzazione svela una dimensione positiva legata a processi di       

160 Mortara, Nuove forme di consumerismo: dal lowcost ai consumi critici, in “Picais”, n. 2‐2011, p. 35. 

161  Quando  la  stratificazione  sociale  avviene  per  ordinamento  economico  parliamo  di  classi,  cioè  di  individui  che 

condividono possibilità analoghe di procurarsi i beni economici. 

162  Quando  la  stratificazione  sociale  avviene  per  ordinamento  culturale,  parliamo  di  ceti  ossia  individui  che 

autonomizzazione, lasciando spazio a biografie individuali che si definiscono attraverso forme narrative attive. Questo è il motivo per il quale nella società contemporanea il prodursi di decisioni da parte di soggetti individuali e di organizzazioni non può che rinviare a livelli crescenti di consapevolezza163

Ritornando all’indagine empirica estera, la prima fase si è concentrata sull’individuazione dei consumatori individuali non strutturati. Mentre gruppi di acquisto e cooperative sono facilmente individuabili proprio per l’autopromozione che essi stessi fanno del loro progetto, l’identificazione dei consumatori non strutturati si è rivelata molto più complicata, così come è stato complicato l’accesso al campo.

Da un elenco che conteneva circa 200 contatti fornitomi dal Gruppo Idega dell’Università di Santiago, in realtà pochissimi consumano dalla Granxa Familiar. I contatti tenuti dal Gruppo Idega si riferivano alle registrazioni e agli accessi alla piattaforma multimediale del progetto Granxa Familiar da parte di utenti che navigavano in Internet alla ricerca di un prodotto genuino da acquistare o di canali di vendita diretta on line; ma non era mai stato verificato chi e quanti fossero effettivamente i consumatori abituali. Non esisteva uno studio sui consumatori del progetto di Ferràs all’Università galiziana. Pertanto, il lavoro è iniziato col contattare ogni persona iscritta nell’elenco fino a filtrare la lista, in modo da ottenere l’esatto numero dei consumatori e concordare con loro un’intervista. Molti di coloro che non si rivelavano consumatori abituali di Granxa Familiar, dichiaravano di aver visitato il sito per curiosità o perché effettivamente erano alla ricerca di un prodotto ecologico da acquistare, ma si sono ritirati dal farlo in quanto ritenevano eccessivi i prezzi proposti dai produttori del consorzio.

Le interviste sono state rivolte, oltre che ai quindici consumatori individuali, anche a: cinque produttori, una cooperativa di consumo, un gruppo di acquisto solidale e un fondatore di un Farmer Market, nonché il fautore del progetto Granxa Familiar, Carlos Ferràs e un esponente della pubblica amministrazione a titolo di testimoni privilegiati.

Per quanto riguarda il caso italiano, invece, uno studio preventivo sulla storia, l’economia e la società crotonese, ha preceduto alle interviste che hanno prima interessato testimoni privilegiati come il presidente del Gal Kroton Natale Carvello e il coordinatore del Sistema Alimentare Locale Martino Barretta. In seguito si è avanzato con l’individuazione dei consumatori, dei presidenti di due Gas attivi nell’area di Crotone e di un fiduciario Slow Food consumatore e collaboratore del Gal Kroton. L’individuazione dei consumatori individuali non strutturati è avvenuta attraverso il passaparola e la collaborazione dei produttori che mi hanno fornito i nominativi di alcuni loro

      

clienti. Nel corso di quattro mesi si è conclusa la raccolta di interviste in Calabria i cui risultati saranno esplicitati nel capitolo successivo.

E’ opportuno sottolineare come questi due progetti siano di recente implementazione e non siano stati analizzati da un punto di vista sociologico, soprattutto se teniamo in considerazione che ad essere analizzati sono stati i consumatori critici individuali non strutturati. Inoltre, la similarità dei contesti socio-economici calabrese e galiziano, consentono una migliore comparazione dei dati.

                                   

 

 

 

CAPITOLO 7

LA GRANXA FAMILIAR: UN GRANDE PROGETTO PER PICCOLI