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I conti economici nazionali

Nel documento Rapporto 2010 (4.4mb) (pagine 21-24)

1.2. Scenario economico nazionale

1.2.1. I conti economici nazionali

Prodotto interno lordo

La recessione dell‟economia italiana è durata sette trimestri, dal secondo 2008 al quarto 2009, ed è terminata all‟inizio di quest‟anno, ma la ripresa successiva è stata caratterizzata da un crescita molto debole e incerta nel primo trimestre (+0,5 per cento tendenziale), un‟accelerazione nel secondo trimestre (+1,3 per cento) e un leggero rallentamento nel terzo (+1,0 per cento). Nei primi nove mesi dell‟anno, il prodotto interno lordo italiano è aumentato quindi di solo l‟1,0 per cento sullo stesso periodo dell‟anno precedente. In termini reali il prodotto interno lordo italiano si trova ora su livelli già raggiunti nel 2003 (fig.

1.2.1).

Gli enti internazionali e gli istituti di ricerca che elaborano previsioni hanno rivisto in senso negativo le stime economiche, negli ultimi mesi, seguendo l‟emergere nei dati congiunturali progressivamente disponibili di una debolezza della ripresa dell‟attività economica nei paesi sviluppati e in particolare in alcuni paesi dell‟area dell‟euro. Le più recenti previsioni riguardanti l‟Italia, elaborate tra ottobre e dicembre, sono state riviste in considerazione dell‟aumentato livello di incertezza relativa al quadro dell‟economia internazionale e in particolare alla crisi del debito dell‟Unione europea. Le attese relative alla variazione del Pil reale italiano per il 2010 sono orientate verso un aumento compreso tra l‟1,0 e l‟1,1 per cento. Dopo l‟estate i segnali di rallentamento congiunturale hanno fornito sostegno all‟ipotesi di una ripresa debole che non trova forte supporto nella domanda interna e nemmeno nelle esportazioni nette.

Nel 2011 non si ritiene si possa andare oltre una crescita del Pil compresa tra lo 0,7 e l‟1,3 per cento.

Nella Decisione di finanza pubblica di settembre, le indicazioni fornite dal Governo appaiono allineate con le previsioni estive, più ottimistiche, che avevano prospettato un incremento del Pil dell‟1,2 per cento nel 2010, allo stato attuale semplicemente irrealizzabile, e un‟ulteriore crescita dell‟1,3 per cento nel 2011.

Commercio estero

La ripresa del commercio internazionale c‟è stata, ma si è determinato un ulteriore peggioramento del saldo. Secondo i dati dei conti economici trimestrali (a valori concatenati, destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi), nei primi sei mesi del 2010 le importazioni e le esportazioni hanno mostrato una crescita pressoché analoga (+6,2 e +6,4 per cento rispettivamente in termini reali). Effettuando l‟analisi a valori correnti, destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi, risulta che le importazioni sono salite del 12,4 per cento, mentre le esportazioni hanno mostrato una minore capacità di ripresa (+9,9 per cento). La diversa dinamica dei prezzi giustifica questo risultato, essendo caratterizzata da una più forte ripresa per il complesso delle importazioni, determinata dall‟aumento delle quotazioni delle materie prime, a fronte di un minore incremento del deflatore delle esportazioni. Il saldo estero negativo si è rapidamente ampliato Fig. 1.2.1. Prodotto interno lordo, valori concatenati, dati destagionalizzati e corretto (numero indice 2000=100).

Fonte Istat, Stima preliminare del Pil

passando da -3.491 milioni di euro dei primi sei mesi del 2009, a -8.422 milioni di euro dello stesso periodo dell‟anno in corso.

I dati doganali grezzi, in valore, riferiti solo alle merci, a partire da febbraio, hanno registrato l‟inversione della tendenza delle esportazioni, ma la ripresa delle importazioni si è avviata prima ed è stata decisamente più intensa. Nel periodo gennaio-settembre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009, le esportazioni sono aumentate del 14,3 per cento (246,2 miliardi di euro), con una dinamica di poco più vivace per i paesi extra Ue (più 15,1 per cento) rispetto a quelli comunitari (più 13,7 per cento), mentre le importazioni sono salite del 20,9 per cento (265,4 miliardi di euro), con un incremento del 26,5 per cento per l‟area extra Ue e del 16,6 per cento per quella Ue. L‟aumento del valore delle esportazioni, confrontato con lo stesso periodo del 2009, è determinato da una crescita dei valori medi unitari (più 5,3 per cento) più contenuta di quella dei volumi (più 8,5 per cento). Anche dal lato delle importazioni, i valori medi unitari hanno registrato incrementi inferiori a quelli dei volumi (rispettivamente più 9,2 per cento e più 10,8 per cento), ma queste variazioni risultano entrambe superiori a quelle corrispondenti delle esportazioni. La ripresa economica globale ha ridato fiato alle esportazioni, ma ha determinato un sostanziale incremento del valore della componente riferita alle materie prime delle importazioni, sia per effetto della risalita dei prezzi di queste voci a livelli prossimi ai massimi del 2008, sia per l‟aumento della domanda derivante dalla sia pur moderata ripresa dell‟attività economica in Italia. Mentre le importazioni hanno raggiunto valori prossimi a quelli del 2008, le esportazioni non hanno mostrato la stessa capacità di recupero (fig. 1.2.2).

Il deficit commerciale (19,2 miliardi di euro) è risultato notevolmente più ampio di quello del corrispondente periodo del 2009 (4,1 miliardi di euro). Esso deriva per quasi 3,3 miliardi dal deficit con i Fig. 1.2.2. Esportazioni ed importazioni, milioni di euro a valori correnti, agosto 2008 – settembre 2010.

Esportazioni Importazioni

Fonte Istat

Tab. 1.2.1. Previsioni per l'economia italiana effettuate negli ultimi mesi, variazioni percentuali annue a prezzi costanti salvo diversa indicazione. 2010

Governo Fmi Ref.Irs Ocse Ue Com. Prometeia

set-10 ott-10 ott-10 nov-10 nov-10 ott-09

Prodotto interno lordo 1,2 1,0 1,1 1,0 1,1 1,0

Importazioni 5,9 n.d. 5,5 6,6 6,8 6,4

Esportazioni 7,1 n.d. 6,8 7,9 7,9 7,8

Domanda interna 0,6 0,4 0,7 0,0 0,7

Consumi delle famiglie 0,5 0,7 0,1 0,4 0,4 0,4

Consumi collettivi 0,3 0,2 0,3 -0,3 -0,4 -0,3

Investimenti fissi lordi 2,2 2,2 1,5 2,0 2,4 1,4

- macc. attrez. mezzi trasp. 7,5 n.d. 6,6 -19,0 9,5 [6] 6,9

- costruzioni -2,5 n.d. -3,0 -6,7 -2,8 -3,3

Occupazione [a] -1,5 -0,7 -1,6 n.d. -1,4 -1,8

Disoccupazione [b] 8,7 8,7 n.d. 8,6 8,4 8,5

Prezzi al consumo 1,6 [2] 1,6 1,5 1,5 1,6 [1] 1,6

Saldo c. cor. Bil Pag [c] -3,6 -2,9 -3,4 -3,3 -3,2 -3,3

Avanzo primario [c] -0,3 -0,8 -0,6 n.d. -0,4 -0,8

Indebitamento A. P. [c] 5,0 5,1 5,3 5,0 5,0 5,2

Debito A. Pubblica [c] 118,5 118,4 119,1 n.d. 118,9 119,2

[a] Unità di lavoro standard. [b] Tasso percentuale. [c] Percentuale sul Pil. [1] Tasso di inflazione armonizzato Ue. [2] Deflattore dei consumi privati. [3] Programmata. [4] Saldo conto corrente e conto capitale (in % del Pil). [5] Saldo commerciale (in % del Pil). [6]

Investment in equipment.

paesi dell‟Unione europea e per circa 16,0 miliardi di euro da quello con i paesi non appartenenti alla Ue.

In particolare, da gennaio a settembre, la dinamica del commercio globale dei soli prodotti delle attività manifatturiere è risultata sostanzialmente in linea con quella del complesso del commercio. L‟aumento delle esportazioni (+15,0 per cento) è risultato sensibilmente inferiore a quella delle importazioni (+20,7 per cento). Il saldo positivo per l‟Italia si è ridotto ancora, scendendo a 30.164 milioni di euro.

La maggiore incertezza sulla solidità della ripresa internazionale si sono riflesse nelle previsioni per le quali dopo la ripresa nel 2010, dovremmo assistere ad un rallentamento della dinamica del commercio estero nei dodici mesi successivi. In termini reali, nel 2010 le importazioni di beni e servizi dovrebbero aumentare tra il 5,5 e il 6,8 per cento e le esportazioni tra il 6,8 e il 7,9 per cento. Nel 2011, il rallentamento del commercio mondiale dovrebbe limitare la crescita delle esportazioni tra il 2,2 e il 6,7 per cento, mentre la più lenta ripresa dell‟attività economica in Italia nazionale dovrebbe contenere l‟aumento delle importazioni tra l‟1,2 e il 4,8 per cento. Su questa linea erano anche le indicazioni di settembre del Governo di un aumento delle esportazioni (7,1 per cento) superiore a quello delle importazioni (+5,9 per cento) nel 2010 e di un rallentamento della crescita nel 2011, al 3,4 per cento per le importazioni e al 4,8 per cento per le esportazioni.

Per le sole merci, a prezzi costanti, secondo Prometeia, le esportazioni dovrebbero aumentare del 7,9 per cento nel 2010, di contro ad un incremento del 6,3 per cento delle importazioni. Per l‟istituto bolognese la tendenza alla ripresa dovrebbe affievolirsi nel 2011, tanto che la crescita delle vendite all‟estero (4,5 per cento) dovrebbe risultare solo di poco più ampia dell‟aumento degli acquisti dall‟estero (4,2 per cento).

Occorre soffermarsi su un aspetto particolare. I modelli di previsione ipotizzano una crescita delle esportazioni più rapida di quella delle importazioni, cioè un positivo effetto di traino sull‟economia italiana da parte della ripresa internazionale. I dati di consuntivo hanno però mostrato qualcosa di diverso: anche una bassa crescita interna, ampiamente inferiore a quella dei paesi dell‟Europa centrale e dei nostri principali partner commerciali, determina una crescita delle importazioni superiore a quella delle esportazioni e un incremento del disavanzo commerciale. Ciò pare suggerire che sia in corso una profonda crisi del nostro sistema produttivo e del nostro modello di sviluppo.

Investimenti

Secondo i dati dei conti economici trimestrali gli investimenti hanno fatto registrare un lieve aumento dell‟1,1 per cento in termini reali tra gennaio e giugno di quest‟anno rispetto allo stesso periodo del 2009.

Sulla scia della ripresa produttiva, gli investimenti in macchinari e attrezzature hanno segnato una buona ripresa (+7,6 per cento). Hanno invece tratto minore vantaggio dalla congiuntura positiva quelli destinati all‟acquisto di mezzi di trasporto (+4,7 per cento). Infine, una nuova riduzione della spesa per investimenti in costruzioni (-3,9 per cento) ha riflesso la fase di profonda crisi del settore. Le simulazioni confermano i riflessi della debole fase di ripresa sulla spesa per investimenti. Per l‟anno in corso gli investimenti fissi lordi in termini reali dovrebbero aumentare solamente tra l‟1,4 e il 2,4 per cento. L‟andamento dovrebbe risultare positivo per gli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, con un incremento compreso tra il 6,6 e il 9,5 per cento, e ancora negativo per gli investimenti in costruzioni, in diminuzione Tab. 1.2.2. Previsioni per l'economia italiana effettuate negli ultimi mesi, variazioni percentuali annue a prezzi costanti salvo

diversa indicazione. 2011

Governo Fmi Ref.Irs Ocse Ue Com. Prometeia

set-10 ott-10 ott-10 nov-10 nov-10 ott-09

Prodotto interno lordo 1,3 1,0 0,7 1,3 1,1 0,8

Importazioni 3,4 n.d. 1,2 3,7 4,3 4,8

Esportazioni 4,8 n.d. 2,2 6,7 5,6 5,3

Domanda interna 1,1 0,4 0,6 0,0 0,8

Consumi delle famiglie 0,8 1,2 0,3 0,6 0,9 0,7

Consumi collettivi -0,1 -1,4 0,0 0,1 0,0 -0,3

Investimenti fissi lordi 2,5 2,2 1,3 1,5 1,6 1,9

- macc. attrez. mezzi trasp. 4,1 n.d. 3,8 0,8 3,2 [6] 4,0

- costruzioni 0,8 n.d. -1,3 0,4 0,1 -0,7

Occupazione [a] 0,7 0,4 -0,2 n.d. 0,4 0,2

Disoccupazione [b] 8,7 8,6 n.d. 8,5 8,3 9,3

Prezzi al consumo 1,8 [2] 1,7 1,6 1,4 1,8 [1] 1,4

Saldo c. cor. Bil Pag [c] -3,2 -2,7 -2,9 -2,8 -2,7 -2,8

Avanzo primario [c] 0,8 0,4 0,1 n.d. 0,5 0,4

Indebitamento A. P. [c] 3,9 4,3 4,8 3,9 4,3 4,4

Debito A. Pubblica [c] 119,2 119,7 121,3 n.d. 120,2 120,6

[a] Unità di lavoro standard. [b] Tasso percentuale. [c] Percentuale sul Pil. [1] Tasso di inflazione armonizzato Ue. [2] Deflattore dei consumi privati. [3] Programmata. [4] Saldo conto corrente e conto capitale (in % del Pil). [5] Saldo commerciale (in % del Pil). [6]

Investment in equipment.

tra -3,3 e -2,8 per cento. Il rallentamento della crescita atteso per il 2011 dovrebbe riflettersi anche sul ciclo degli investimenti che dovrebbero aumentare in misura lievemente minore, tra l‟1,3 e il 2,2 per cento. Si assisterà ad una decelerazione sia della crescita degli investimenti in macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (tra +3,2 e +4,0 per cento), sia della riduzione di quelli in costruzioni, con variazioni comprese tra -1,3 e +0,1 per cento. Secondo la Decisione di finanza pubblica, Dfp, di settembre, l‟aumento degli investimenti fissi lordi reali per l‟anno in corso dovrebbe risultare del 2,2 per cento, ma nelle attese del Governo si prospetta un incremento del 2,5 per cento per il 2011.

Banca d‟Italia ha condotto tra il 20 settembre e la prima metà di ottobre, l‟usuale sondaggio congiunturale sulle imprese dell‟industria in senso stretto e dei servizi privati non finanziari, con almeno 20 addetti. Dal sondaggio risulta che le imprese restano caute sui propri piani d‟investimento: oltre il 60 per cento di esse ritiene, infatti, che per il complesso del 2010 la spesa risulterà sostanzialmente in linea con il programma, già ridimensionato, dell‟inizio dell‟anno. Tra le altre imprese sono più numerose quelle che hanno segnalato una spesa inferiore a quanto pianificato, in particolare quelle con almeno 200 addetti. Per il 2011 quasi l‟80 per cento degli operatori non prevede un‟accelerazione dell‟accumulazione rispetto all‟anno in corso. Il saldo tra le percentuali di attese di incremento e quelle di diminuzione è sostanzialmente nullo (era negativo per circa sei punti percentuali nella rilevazione del 2009).

Consumi delle famiglie

Sulla base dei dati dei conti economici trimestrali, a valori concatenati, destagionalizzati e corretti per i giorni lavorativi, i consumi delle famiglie hanno messo a segno un leggero recupero (+0,7 per cento) nella prima metà dell‟anno, anche se hanno mostrato una dinamica inferiore a quella del prodotto interno lordo.

Anche le previsioni confermano lo scarso sostegno che i consumi dovrebbero fornire alla crescita per l‟anno in corso, con aumenti stimati tra lo 0,1 e lo 0,7 per cento. Per il 2011 si stima una crescita leggermente superiore, compresa tra lo 0,3 e l‟1,2 per cento, che potrebbe realizzarsi solo nel caso di un alleggerimento della grave situazione nel mercato del lavoro. Prudenti anche le indicazioni del Governo sulla dinamica dei consumi stimati in crescita dello 0,5 per cento per l‟anno in corso e dello 0,8 per cento per il 2011.

L‟indice Isae del clima di fiducia dei consumatori ha seguito una tendenza negativa da gennaio ad agosto, che si è invertita a settembre, per tornare a novembre in prossimità dei livelli di febbraio. L‟indice comunque ha raggiunto i livelli prevalenti tra il 2006 e il 2007, già sperimentati nel 1997. Restano lontani i livelli del periodo 1998-2002 (fig. 1.2.3). La media dell‟indice, nei primi undici mesi del 2010, si è infatti collocata a quota 106,9 un livello leggermente inferiore rispetto al valore di 107,2 riferito allo stesso periodo dello scorso anno.

Nel documento Rapporto 2010 (4.4mb) (pagine 21-24)