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L’andamento della stagione turistica. Prime valutazioni

Nel documento Rapporto 2010 (4.4mb) (pagine 134-137)

2.8. Commercio estero

2.9.1. L’andamento della stagione turistica. Prime valutazioni

Premessa. L‟analisi dell‟andamento turistico si basa prevalentemente sui dati raccolti ed elaborati dalle Amministrazioni provinciali. Sei province su nove sono state in grado di fornire la documentazione statistica aggiornata fino a giugno. Nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini i dati sono risultati disponibili fino a settembre. A compendio dell‟analisi della stagione turistica si è fatto ricorso al contributo dell‟indagine condotta dal Centro Studi Turistici di Firenze, per conto di Assoturismo-Confesercenti Emilia Romagna.

Al di là della parzialità e provvisorietà dei dati, le statistiche fornite dalle Amministrazioni provinciali, che vengono raccolte, con non poca difficoltà, nella totalità degli esercizi, consentono di ricavare, quanto meno, una linea di tendenza abbastanza attendibile, come dimostrato dalle esperienze passate.

Il quadro generale. Le prime risultanze hanno descritto una stagione turistica che si è attestata su livelli inferiori rispetto a quelli della passata stagione, a causa dei vuoti lasciati dalla clientela italiana, che la ripresa del turismo straniero non è riuscita a colmare.

Questa situazione oltre che tradurre gli effetti della diminuzione della base occupazionale e dell‟erosione dei redditi disponibili, sembra sia dipesa anche dalla ricerca di nuove mete. L‟indagine compiuta dalla Banca d‟Italia ha registrato, nei primi otto mesi del 2010, una spesa degli italiani all‟estero per turismo pari a quasi 7 miliardi di euro contro i circa 6 miliardi e mezzo dell‟analogo periodo del 2009, mentre in termini di viaggiatori si è passati da 13 milioni e 623 mila a 14 milioni e 626 mila. In aumento sono risultati anche i relativi pernottamenti saliti da 80 milioni e 213 mila a 86 milioni e 744 mila. Se restringiamo l‟analisi ai residenti in Emilia-Romagna, si hanno dati un po‟ meno allineati a quelli nazionali, nel senso che i viaggiatori all‟estero per turismo sono diminuiti da 920 mila a 909 mila, cosa questa che non ha tuttavia impedito di accrescere la relativa spesa del 15,1 per cento e i pernottamenti del 10,2 per cento.

Secondo i dati raccolti ed elaborati da sei Amministrazioni provinciali1 e relativi ai primi sei mesi del 2010 è emerso in Emilia-Romagna un andamento di segno negativo. Al calo dell‟1,8 per cento degli arrivi, si è associata la diminuzione del 3,5 per cento delle presenze. Questo risultato non è apparso in linea con quanto avvenuto nel Paese, i cui arrivi, nello stesso arco di tempo, sono cresciuti dell‟1,8 per cento, a fronte della sostanziale stabilità delle presenze (+0,1 per cento).

Se estendiamo l‟analisi ai primi sette mesi del 2010, limitatamente in questo caso a cinque province2, si ha una tendenza moderatamente negativa dal lato dei pernottamenti (-0,9 per cento), mentre in termini di arrivi emerge un leggero miglioramento (+0,9 per cento). Analogamente alla situazione dei primi sei mesi, è stata la clientela straniera a crescere, sia in termini di arrivi (+7,6 per cento), che di presenze (+3,2 per cento), mentre quella italiana ha diminuito arrivi e pernottamenti rispettivamente dello 0,9 e 2,1 per cento.

Se allarghiamo l‟osservazione ai primi otto mesi del 2010, ma restringendola a quattro province, comunque tra le più importanti della regione sotto il profilo delle presenze (Bologna, Forlì-Cesena, Ravenna e Rimini), i numeri continuano ad essere negativi, anche se in misura contenuta: -0,2 per cento gli arrivi; -1,0 per cento le presenze, confermando la tendenza flessiva della clientela italiana ed espansiva di quella straniera.

Il quadro non cambia nemmeno se restringiamo l‟analisi alle sole province romagnole relativamente al periodo gennaio-settembre. In questo caso arrivi e presenze accusano diminuzioni pari rispettivamente all‟1,1 e 1,6 per cento e ancora una volta è da sottolineare la buona intonazione della clientela internazionale, sia sotto l‟aspetto degli arrivi (+5,9 per cento) che delle presenze (+3,0 per cento), a fronte dei vuoti lasciati dagli italiani: arrivi -2,6 per cento; presenze -2,7 per cento).

1 Le relative presenze hanno rappresentato più del 90 per cento del totale regionale del 2009.

2 I dati sono riferiti alle province di Bologna, Forlì-Cesena, Modena, Ravenna e Rimini.

Per riassumere, al di là della frammentarietà e provvisorietà dei dati, sembra delinearsi una stagione turistica meno brillante rispetto a quella precedente, che era riuscita sostanzialmente a tenere, nonostante la grave crisi economica. Il positivo ritorno della clientela straniera non è riuscito a pareggiare i vuoti lasciati da quella italiana, mentre è proseguita la tendenza alla riduzione del periodo medio di soggiorno.

La ripresa delle presenze internazionali, dopo il calo rilevato nel 2009 in gran parte dovuto alla crisi globale, si è associata all‟aumento dei relativi proventi. Secondo l‟indagine della Banca d‟Italia, nei primi otto mesi del 2010 i ricavi dovuti ai viaggi internazionali degli stranieri in Emilia-Romagna per vacanze sono passati da 549 a 565 milioni di euro, per una variazione percentuale del 2,9 per cento (+2,7 per cento in Italia). Se si comprendono anche altri motivi personali o di lavoro, si ha una spesa complessiva di 1 miliardo e 191 milioni di euro, vale a dire il 7,4 per cento in più rispetto all‟importo di gennaio-agosto 2009 (+1,1 per cento in Italia). L‟indagine della Banca d‟Italia, oltre ad evidenziare il miglioramento della spesa degli stranieri, ha anche registrato, coerentemente con quanto emerso dai dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali, una crescita del relativo numero di viaggiatori, per vacanze, pari al 2,1 per cento, che sale al 3,1 per cento nella totalità delle motivazioni. In termini di pernottamenti, quelli da ascrivere alle vacanze sono invece diminuiti dell‟1,5 per cento, per aumentare del 10,5 per cento se si considera la totalità delle motivazioni. L‟indagine della Banca d‟Italia consente inoltre di analizzare i flussi stranieri anche dal lato delle strutture ricettive. Sotto questo aspetto emergono nuovamente dati coerenti con quelli raccolti dalle Amministrazioni provinciali. Nei primi otto mesi del 2010 la spesa legata ad alberghi, villaggi, ecc è aumentata del 9,2 per cento, mentre è risultata sostanzialmente stabile quella realizzata dalle case in affitto (-0,8 per cento). Alberghi, villaggi, ecc hanno accolto 1 milione e 225 mila viaggiatori rispetto a 1 milione e 154 mila dei primi otto mesi del 2009 (+6,2 per cento), mentre i pernottamenti sono cresciuti da 5 milioni e 152 mila a 5 milioni e 406 mila (+4,9 per cento).

Se approfondiamo l‟andamento della clientela straniera per nazionalità, utilizzando in questo caso i dati delle province romagnole relativi al periodo gennaio-settembre 20103, si possono cogliere alcune tendenze.

La Germania continua ad essere il paese più rappresentato, con quasi un quarto dei pernottamenti stranieri, ma si tratta di un primato sempre più in discussione se si considera che nel 2000 nelle tre province romagnole si aveva, su base annua, un peso del 41,2 per cento. Nei primi nove mesi del 2010 la clientela tedesca ha perso ulteriormente peso, riducendo arrivi e presenze, nel complesso degli esercizi, rispettivamente dell‟1,0 e 2,2 per cento. La seconda clientela per importanza, vale a dire la Svizzera assieme al Liechtenstein, ha invece accresciuto arrivi e pernottamenti rispettivamente del 2,8 e 0,7 per cento. La Russia ha superato la Francia, diventando la terza clientela per importanza, grazie al forte incremento che ha caratterizzato sia gli arrivi (+39,3 per cento), che le presenze (+44,6 per cento). Si tratta di una autentica performance, che segue la pesante caduta rilevata nel 2009 frutto della recessione che aveva investito il paese, e che è stata favorita dall‟apertura di nuovi collegamenti aerei4. Tra i paesi del vecchio blocco comunista non è stata solo la Russia a crescere. Sono apparsi in ripresa, in qualche caso elevata, anche i flussi provenienti da Estonia, Lettonia, Polonia, Repubblica Ceca, Romania e Ungheria. La Francia, come accennato precedentemente, è diventata il quarto cliente superata dalla Russia, a causa dei cali, comunque moderati, rilevati sia in termini di arrivi (-0,7 per cento), che di presenze (+3,0 per cento). Aumenti degni di nota, in termini di pernottamenti, hanno inoltre riguardato austriaci, finlandesi, greci, spagnoli e giapponesi. I decrementi non sono tuttavia mancati. In ambito europeo si registrano le diminuzioni dei paesi scandinavi e del Benelux, oltre a Croazia e Regno Unito, mentre tra i paesi extraeuropei sono da segnalare i cali di Cina e Stati Uniti d‟America.

Sotto l‟aspetto delle strutture ricettive – siamo tornati ad analizzare i dati di sei province - nei primi sei mesi del 2010 sono state quelle extra-alberghiere a mostrare l‟andamento meno intonato, con decrementi per arrivi e presenze rispettivamente pari al 6,2 e 4,8 per cento rispetto all‟analogo periodo del 2009. La stessa tendenza emerge, sia pure con una diversa intensità, se si analizzano gli andamenti dei mesi fino a settembre relativamente alle province disponibili. L‟indisponibilità di dati più disaggregati non consente di approfondire l‟analisi per tipologia, tuttavia sembrerebbe che l‟uscita dalla fase più acuta della crisi abbia relativamente rivalutato le strutture alberghiere rispetto alle altre, che nel 2009, anno di grande crisi, erano apparse più appetibili in ragione della loro relativa maggiore convenienza.

3 I dati 2009 della provincia di Rimini sono stati resi omogenei a quelli del 2010, includendo i sette comuni che si sono aggregati dalla provincia di Pesaro e Urbino (Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant‟Agata Feltria e Talamello).

4 Secondo l‟outlook di ottobre 2010 il Pil della Russia crescerà nel 2010 del 4,0 per cento, rispetto alla flessione del 7,9 per cento registrata nell‟anno precedente.

La stagione estiva. Se focalizziamo l‟analisi dei flussi turistici relativi al quadrimestre giugno-settembre, che costituisce il cuore della stagione turistica (nel 2009 ha rappresentato più del 70 per cento del totale annuale dei pernottamenti) possiamo notare che nel complesso delle tre province romagnole è emerso un andamento che si può giudicare di sostanziale tenuta. Alla crescita dell‟1,6 per cento degli arrivi si è associato il moderato decremento delle presenze (-1,0 per cento), con conseguente riduzione del 2,5 per cento del periodo medio di soggiorno. La contrazione dei pernottamenti è stata il frutto dei cali osservati nei mesi di giugno (il maltempo non è stato di aiuto), agosto e settembre, a fronte della discreta intonazione di luglio, le cui presenze sono aumentate tendenzialmente dell‟1,8 per cento. Anche in questo caso la clientela straniera si è distinta da quella italiana per la maggiore vivacità, facendo registrare, nel complesso degli esercizi, una crescita per arrivi e presenze rispettivamente pari al 4,5 e 1,5 per cento. La clientela italiana ha evidenziato una crescita degli arrivi più contenuta (+0,9 per cento), che si è associata alla diminuzione dell‟1,5 per cento delle presenze.

Dal lato della tipologia degli esercizi, le presenze alberghiere sono rimaste sostanzialmente stabili (-0,5 per cento), a fronte del decremento rilevato in quelle extralberghiere (-2,8 per cento), da ascrivere essenzialmente alla clientela italiana (-3,2 per cento), a fronte del leggero calo degli stranieri (-0,9 per cento).

L‟indagine effettuata dal Centro Studi Turistici per conto di Assoturismo Emilia Romagna (Confesercenti) su un campione di 858 imprenditori del settore ricettivo dell‟intera regione, relativa all‟andamento del trimestre giugno-agosto, ha registrato un calo di fatturato attorno al 2-3 per cento. La principale causa della riduzione è stata rappresentata dalla debolezza della domanda e dalle avverse condizioni meteorologiche di inizio stagione. Occorre tuttavia sottolineare che i flussi stranieri, in linea con quanto emerso dai dati raccolti dalle Amministrazioni provinciali, hanno evidenziato un maggior dinamismo, in particolare nelle aree appenniniche e verdi e sulla Costa Adriatica.

L'indagine di Assoturismo ha messo in risalto la forte competizione sulle tariffe del ricettivo, l‟elevata incidenza del movimento turistico del weekend e la diminuzione dei consumi turistici e della permanenza media degli ospiti, fenomeno quest‟ultimo evidenziato anche dai dati delle Amministrazioni provinciali.

Per le presenze gli operatori del campione hanno stimato una flessione del 2,3 per cento. Il calo più sostenuto è stato evidenziato dal settore alberghiero (-2,9 per cento), mentre per quello extralberghiero la diminuzione dovrebbe limitarsi allo 0,8 per cento.

A soffrire maggiormente della riduzione dei pernottamenti è stato il comparto del Termale e benessere (-4,3 per cento). Le strutture della Costa Adriatica hanno lamentato anch‟esse una diminuzione, ma più contenuta (-3,1 per cento), da ascrivere soprattutto alla flessione della clientela italiana e anche in questo caso è emersa una tendenza in linea con quella scaturita dalle statistiche elaborate dalle Amministrazioni provinciali. Anche per le Città d‟arte si stima un calo di presenze (-2,2 per cento). Le aree dell‟Appennino e Verde hanno registrato un calo più contenuto (-1,5 per cento), da attribuire all‟aumento dei turisti stranieri.

Complessivamente tra giugno e agosto la domanda italiana è apparsa in diminuzione, in misura più accentuata rispetto a quanto registrato per quella estera. Gli incrementi dei flussi di russi, svizzeri, belgi, francesi, olandesi, scandinavi e dei paesi dell‟Est europeo, in particolare Russia, non sono stati sufficienti a colmare i vuoti lasciati da tedeschi, spagnoli, austriaci, britannici, statunitensi, giapponesi e canadesi.

Il tasso di occupazione registrato nelle strutture ricettive nel corso del trimestre giugno-agosto si è mediamente attestato al 51,9 per cento, sintesi del 62 per cento delle strutture alberghiere e del 40,4 per cento di quelle extralberghiere. Per effetto della stagionalità, il tasso di occupazione maggiore è stato riscontrato nelle strutture della Costa Adriatica (67,9 per cento), a differenza di quello delle Città d‟arte dove si è stato rilevato il valore più contenuto (39,2 per cento).

Per quanto concerne la redditività delle aziende turistiche, oltre la metà del campione ha segnalato una flessione, che dovrebbe tradursi in un decremento del fatturato pari al 7,7 per cento. Le flessioni più elevate sono state dichiarate dagli operatori delle Terme e benessere (-9,1 per cento) e della Costa Adriatica (-8,6 per cento). Per le imprese delle Città d‟arte e dell‟Appennino e Verde si stima una flessione rispettivamente pari al 6,4 per cento e 4,5 per cento.

Le previsioni relative al mese di settembre 2010 denotano uno scarso ottimismo. In base alle prenotazioni già acquisite è stata stimata una diminuzione del 2,2 per cento. Nel comparto alberghiero la variazione attesa sale al -3 per cento, mentre nell‟extralberghiero si riduce a -1,3 per cento. Tra le tipologie turistiche con le aspettative meglio intonate si segnalano l‟Appennino e Verde (+0,8 per cento) e le Città d‟arte (-0,5 per cento). Le Costa Adriatica ha previsto -3,2 per cento - la previsione è andata nella stessa direzione descritta dalle rilevazioni delle Amministrazioni provinciali - mentre le Terme e benessere continuano a mostrare valori negativi, con una variazione attesa del -5,6 per cento.

Nel documento Rapporto 2010 (4.4mb) (pagine 134-137)