2.6. Industria delle costruzioni
2.6.4. Le previsioni occupazionali. L’indagine Excelsior
Tale indagine, che viene svolta tradizionalmente nei primi mesi dell‟anno, valuta le intenzioni di assunzione delle imprese edili con almeno un dipendente. Si tratta di previsioni che sono ovviamente influenzate dal clima congiunturale del momento nel quale cade l‟intervista. Possono pertanto essere suscettibili, in un secondo tempo, di cambiamenti in positivo o in negativo. Nel settore edile, l‟acquisizione di una grossa commessa, magari inaspettata, può mutare in positivo il quadro di previsioni prima improntate al pessimismo. Al di là di questa doverosa precisazione, possiamo comunque affermare che tra i dati previsionali Excelsior e quelli consuntivi delle forze di lavoro vi è quasi sempre stata una sostanziale coerenza.
2.6.4.1. Il movimento occupazionale.
Per il 2010 l‟indagine Excelsior ha registrato una tendenza analoga a quella negativa emersa, sia pure parzialmente, dalle rilevazioni sulle forze di lavoro.
Secondo le intenzioni delle imprese, il settore delle costruzioni dovrebbe chiudere il 2010 con una flessione degli occupati alle dipendenze pari al 3,3 per cento, in termini più accentuati rispetto a quanto preventivato per l‟industria in senso stretto (-1,7 per cento) e i servizi (-0,9 per cento). Il settore edile si è pertanto distinto per un pessimismo più accentuato rispetto ad altre attività. A inizio 2009 il clima era apparso ugualmente negativo, anche se in misura relativamente più attenuata (-2,8 per cento).
A 4.530 assunzioni, compresi gli stagionali, dovrebbero corrispondere 7.190 uscite, per un saldo negativo di 2.670 unità, superiore a quello di 2.270 prospettato per il 2009. In Italia è stata prevista una diminuzione del 3,3 per cento, la stessa prevista per l‟Emilia-Romagna, che è equivalsa a un saldo negativo di 37.410 dipendenti. E‟ da sottolineare che la percentuale di imprese edili che in Emilia-Romagna non assumerebbero comunque personale è ammontata all‟81,4 per cento, rispetto alla media industriale del 78,2 per cento e complessiva del 76,9 per cento. Anche questa è una dimostrazione di aspettative poco brillanti sull‟evoluzione del mercato edile.
Dal lato della dimensione, sono state nuovamente le imprese più piccole, fino a 9 dipendenti, dove è preponderante l‟artigianato, a manifestare le peggiori aspettative, prevedendo una flessione dell‟occupazione pari al 5,0 per cento, equivalente ad un saldo negativo prossimo ai 2.000 dipendenti.
Nelle altre dimensioni è emersa una situazione ugualmente negativa, ma in termini relativamente più contenuti, con previsioni di calo comprese tra il -0,8 per cento delle imprese più strutturate (con almeno 250 dipendenti), più orientate, almeno in teoria, all‟acquisizione di grandi lavori, e il -2,0 per cento di quelle fra 50 e 249 dipendenti.
2.6.4.2. Le assunzioni per tipo di contratto.
Il 34,1 per cento degli assunti dovrebbe venire inquadrato con contratto a tempo indeterminato contro il 31,2 per cento della media dell'industria e il 25,8 per cento del totale di industria e servizi. Se guardiamo al passato, le assunzioni stabili, pur incidendo maggiormente rispetto ad altri settori, tendono a ridurre il proprio peso, in linea con la tendenza generale. L‟incertezza sul futuro, almeno nella percezione delle aziende, non invoglia ad assumere stabilmente. Ne trae “vantaggio” l‟occupazione precaria che nel 2010 ha rappresentato il 49,3 per cento delle assunzioni (era il 43,0 per cento nel 2009), in misura largamente superiore sia al totale dell‟industria (38,8 per cento) che del totale industria e servizi (31,2 per cento). La percentuale più elevata di assunzioni a tempo determinato, pari al 26,2 per cento, è stata destinata alla copertura di picchi di attività, in misura largamente superiore alla corrispondente quota del 18,8 per cento relativa all‟industria. Occorre tuttavia rimarcare che il settore edile è tra i più propensi a trasformare i rapporti a termine in contratti a tempo indeterminato. Nel 2010 si prevede una percentuale del 19,1 per cento, tra le più elevate dell‟industria mediamente attestata all‟11,2 per cento. L‟apprendistato è apparso relativamente diffuso, con una quota del 9,7 per cento (era il 13,1 per cento nel 2009), superiore a quella del 6,0 per cento dell‟industria.
Rispetto ad altre attività, l‟edilizia si caratterizza per la bassa incidenza di lavoro stagionale rappresentato da una percentuale di appena il 6,4 per cento, a fronte della media industriale del 22,6 per cento. L‟occupazione non stagionale è per lo più costituita da maestranze specializzate (81,0 per cento), in misura superiore alla media industriale (72,1 per cento). Per quanto relativamente esiguo come peso, anche il lavoro stagionale risulta di difficile reperimento. Nel 2010 la percentuale di assunzioni considerate di difficile reperimento si è attestata al 39,0 per cento, superando largamente le
corrispondenti quote dell‟industria in senso stretto (15,3 per cento) e dei servizi (16,9 per cento). Il motivo principale delle difficoltà è imputabile alla inadeguatezza dei candidati (34,8 per cento), in misura ancora una volta superiore sia all‟industria in senso stretto (6,9 per cento) che ai servizi (11,3 per cento).
2.6.4.3. Le assunzioni non stagionali per qualifica.
Dal punto di vista strutturale, il settore edile ha necessità di reperire personale qualificato in misura maggiore rispetto al resto dell‟industria. Quasi l‟80 per cento delle 4.240 assunzioni non stagionali previste nel 2010 è stato rappresentato da figure professionali con specifica esperienza, rispetto alla media del 63,9 per cento del totale dell'industria e del 53,9 per cento relativamente all‟insieme di industria e servizi.
Se spostiamo l‟analisi ai grandi gruppi professionali troviamo una situazione coerente con la maggiore necessità di disporre di personale qualificato. La percentuale di operai specializzati richiesti dalle imprese edili ha sfiorato il 59 per cento, ben oltre i valori medi di industria in senso stretto (29,9 per cento) e servizi (3,1 per cento). Le professioni non qualificate, che coincidono sostanzialmente con la figura del manovale, hanno registrato una percentuale assai più ridotta (9,0 per cento), ma anche in questo caso superiore a quella rilevata per l‟industria in senso stretto (4,7 per cento).
2.6.4.4. Il part-time nelle assunzioni non stagionali.
Il dato più saliente è rappresentato dal sensibile balzo della percentuale di assunzioni part-time sul totale delle non stagionali. Dal 2,1 per cento del 2009 si è passati al 14,4 per cento del 2010.
Nell‟industria in senso stretto c‟è stata invece una riduzione di circa un punto percentuale, mentre nei servizi il progresso si è limitato a circa quattro punti percentuali rispetto agli oltre dodici dell‟edilizia.
Questa situazione non fa che confermare il clima di profonda incertezza che permea il settore. Alla riduzione dei carichi di lavoro le imprese rispondono con un comprensibile adeguamento dell‟intensità dello stesso, come del resto già osservato in termini di assunzioni per tipo di contratto, vista la crescente prevalenza del precariato, soprattutto orientato a coprire picchi di lavoro. L‟edilizia ha in sostanza reso ancora più flessibile l‟impiego di manodopera.
2.6.4.5. Le difficoltà di reperimento della manodopera non stagionale.
Il reperimento di manodopera rappresenta un problema piuttosto sentito dalle imprese e l‟industria edile non ha fatto eccezione. L‟indagine Excelsior ha registrato una percentuale di imprese che hanno segnalato difficoltà di reperimento di manodopera non stagionale pari al 40,0 per cento (era il 29,2 per cento nel 2009), a fronte della media industriale del 31,9 per cento. Tra industria e servizi nessun comparto ha registrato un valore più elevato. Il sensibile aumento delle difficoltà di reperimento di personale stride un po‟ con l‟attuale fase congiunturale di sostanziale “stanca”, soprattutto se si considera che vi dovrebbe essere una maggiore disponibilità di manodopera, da ascrivere ai posti di lavoro perduti a causa della particolare gravità della crisi economica. Tuttavia tra le cause di difficile reperimento occupa il primo posto, con una quota del 68,2 per cento, la scarsità di persone che esercitano un lavoro edile o che sono poco interessate a esercitarla per i più svariati motivi (professionalmente poco attraente, pesante o faticosa, ecc.). Il 21,3 per cento delle assunzioni non stagionali, equivalente a 900 persone, è stato inoltre giudicato di difficile reperimento a causa della inadeguatezza dei candidati. Il motivo principale è stato rappresentato dalla mancanza di persone con la dovuta esperienza (40,0 per cento), cosa questa che nell‟edilizia assume contorni più accentuati rispetto all‟industria in senso stretto (27,9 per cento). La seconda motivazione per importanza (26,1 per cento) riguarda il rifiuto opposto dai candidati che hanno aspettative diverse da quelle offerte e con tutta probabilità l‟aspetto remunerativo, giudicato poco interessante, gioca un ruolo importante nel rifiuto.
Per cercare di aggirare il problema del difficile reperimento di personale, le industrie edili percorrono principalmente due strade. La prima è rappresentata da diverse, e non meglio specificate, modalità di ricerca (26,7 per cento). La seconda riguarda l‟assunzione di personale da formare all‟interno dell‟azienda (24,3 per cento). La maggiore remunerazione o altri incentivi economici riveste un ruolo minore nelle politiche aziendali dell‟edilizia (14,8 per cento), ma in misura comunque più generosa rispetto a quanto rilevato nell‟industria (11,7 per cento) e nei servizi (2,8 per cento).
Nel riprendere il discorso sulla necessità di formare personale per ovviare al difficile reperimento di manodopera, giova richiamare quanto avvenuto nel 2009 in termini di formazione professionale. Nello scorso anno il 37,0 per cento delle imprese ha effettuato, internamente o esternamente, corsi di formazione per il personale, in misura superiore a quanto rilevato per l‟industria in senso stretto (27,7 per cento). La propensione alla formazione è strettamente legata alla dimensione delle imprese. Dalla percentuale del 34,7 per cento della classe da 1 a 9 dipendenti si sale progressivamente a quella dell‟88,0 per cento delle grandi imprese con 250 dipendenti e oltre. Questa situazione, che è comune a tutti i comparti industriali, è abbastanza comprensibile in quanto la formazione, specie esterna, comporta oneri che non tutte le piccole imprese riescono a sostenere.
2.6.4.6 Le assunzioni di manodopera non stagionale immigrata.
Per ovviare alla carenza di personale diventa pertanto necessario per il settore edile ricorrere anche a manodopera straniera, più propensa ad accettare lavori manuali rispetto a quella italiana. Nel 2010 il fenomeno è apparso più evidente rispetto a quanto preventivato per il 2009. Le imprese edili hanno previsto di assumere da un minimo di 600 fino a un massimo di 810 immigrati, equivalenti questi ultimi al 19,2 per cento delle assunzioni non stagionali contro il 15,3 per cento del 2009.
La maggioranza delle assunzioni massime di immigrati previste dalle imprese dovrà essere oggetto di formazione (63,2 per cento), in misura inferiore rispetto alla media del 66,3 per cento dell‟industria. Circa il 23 per cento degli immigrati richiesti non necessita di esperienza specifica, ben al di sotto della media industriale del 49,6 per cento. La conclusione che si può trarre da questi andamenti è che la manodopera d‟immigrazione vada per lo più a coprire mansioni non qualificate, in pratica di manovalanza.
2.6.4.7 Le competenze richieste per le assunzioni non stagionali.
Un interessante aspetto delle assunzioni è costituito dalle competenze che le imprese edili ritengono importanti per il migliore svolgimento del lavoro. In un settore dove il lavoro di gruppo è assai diffuso, basti pensare all‟organizzazione di taluni cantieri, la capacità di rapportarsi agli altri è la principale competenza richiesta (68,0 per cento), in misura decisamente superiore alle corrispondenti percentuali di industria (51,7 per cento) e servizi (59,3 per cento). La seconda caratteristica richiesta dalle imprese riguarda il sapere lavorare in autonomia (59,5 per cento) e anche in questo caso l‟edilizia manifesta percentuali superiori a quelle corrispondenti di industria (48,1 per cento) e servizi (42,5 per cento). La terza competenza gradita dalle imprese consiste nel possesso di abilità manuali (59,2 per cento), in misura maggiore rispetto sia all‟industria (48,2 per cento) che ai servizi (42,1 per cento). Quarto requisito la capacità di risolvere i problemi (50,4 per cento), ancora una volta in misura superiore alle percentuali di industria e servizi. In estrema sintesi occorre avere un buon rapporto con i colleghi ed essere nel contempo capaci autonomamente di fare fronte a ogni evenienza. In lavori prevalentemente manuali, competenze quali la conoscenza delle lingue straniere e dell‟informatica sono poco richieste, mentre appare del tutto assente la capacità di programmare nel campo informatico.
2.6.4.8. Le imprese che non intendono assumere.
Accanto a imprese che manifestano intenzione di assumere personale, ne esistono altre, e sono la maggioranza, che dichiarano il contrario. La percentuale di imprese edili che non assumerebbe comunque personale nel 2010 è stata dell‟81,4 per cento, in leggera diminuzione rispetto alla quota del 2009 (82,7 per cento), ma ben al di sopra del 2008 (62,9 per cento). In ambito industriale solo le industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo hanno evidenziato una percentuale più elevata, pari all‟83,2 per cento. L‟elevata percentuale di imprese che non assumerebbero comunque è coerente con le prospettive di calo dell‟occupazione dipendente, a ulteriore testimonianza del perdurare della crisi economica nel settore. Il 56,0 per cento delle imprese che non assumerebbero comunque personale ha indicato come motivo principale l‟adeguatezza dell‟organico alle aspettative produttive, mentre nel 2009 primeggiava il calo della domanda e l‟incertezza sulle prospettive, con una percentuale del 59,1 per cento. Nel 2010 questa motivazione è stata indicata da circa il 26 per cento delle imprese, sottintendendo un clima relativamente più disteso.