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Le coltivazioni agricole regionali

Nel documento Rapporto 2010 (4.4mb) (pagine 91-97)

2.3. Mercato del lavoro

2.4.2. Le coltivazioni agricole regionali

Secondo i dati dell‟Assessorato regionale, in Emilia-Romagna, la produzione raccolta di cereali è aumentata di circa il 3 per cento rispetto allo scorso anno (tab. 2.4.1), ma la forte pressione dei prezzi internazionali ha determinato un incremento della valore della produzione lorda vendibile (Plv) dei cereali di oltre il 30 per cento.

A tale proposito i prezzi della nuova produzione dei cereali quotati alla Borsa di Bologna nel corso del 2010 sono apparsi costantemente su livelli superiori a quelli dell‟anno precedente, in consonanza con l‟andamento dei mercati internazionali, con punte particolarmente elevate, salvo che per le varietà di grano duro, che avevano raggiunto quotazioni elevate già lo scorso anno (tab. 2.4.2).

In particolare, la produzione raccolta di frumento tenero è scesa del 2,3 per cento, rispetto allo scorso anno. L‟andamento commerciale molto positivo ha determinato l‟aumento della relativa produzione lorda vendibile del 27 per cento. La produzione raccolta di mais dovrebbe crescere del 9,1 per cento. Anche per il mais la tendenza all‟aumento dei prezzi internazionali è risultata molto forte, più ancora che per il frumento. La produzione lorda vendibile è stimata in crescita di quasi il 64 per cento. Il raccolto di grano duro è rimasto sostanzialmente invariato (-0,4 per cento). Le sue quotazioni hanno risentito in minore misura del trend positivo dei prezzi dei cereali, in quanto erano già elevate lo scorso anno. Per questa ragione il valore della produzione dovrebbe ridursi del 10 per cento. Aumenta ancora il raccolto di sorgo da granella e grazie ad un contemporanea vivacità dei prezzi, sale del 74 per cento il valore della

Tab. 2.4.2. Medie mensili e variazioni tendenziali dei prezzi dei cereali rilevati alla Borsa Merci di Bologna, 2010

Mese Grano tenero n. 2 Grano tenero n. 3 Grano duro Nord Granoturco naz.. Orzo p.s.62/63

€/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.% €/Ton Var.%

Giugno

Luglio 165,80 2,9 162,80 8,2 180,00 -25,8 167,50 18,2 146,50 13,2

Agosto 212,70 36,8 211,00 45,3 204,17 -11,4 194,50 51,0 192,83 50,3

Settembre 231,30 50,7 227,80 63,3 212,70 4,3 202,10 59,9 199,50 57,1

Ottobre 228,00 46,2 222,50 56,8 214,50 14,9 205,50 51,7 199,00 53,8

Fonte: Elaborazione Centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati Borsa Merci, Camera di commercio di Bologna

produzione lorda vendibile.

Secondo l‟Assessorato, è risultato negativo (-5 per cento) il saldo del comparto degli ortaggi, a seguito soprattutto della flessione del valore della produzione del pomodoro da industria, che ha fatto registrare rispetto all‟anno precedente una riduzione di quantitativi e quotazioni. Da segnalare, comunque, l‟aumento dei ricavi di patate e fragole per il significativo incremento dei relativi prezzi medi su base annua. (tab. 2.4.1). La produzione raccolta di pomodoro da industria regionale ha ripreso la tendenza negativa interrotta lo scorso anno ed è scesa del 20 per cento, arrestandosi a poco meno di 1 milione 600 mila tonnellate. L‟andamento dei prezzi è stato negativo e ha contribuito alla diminuzione della Plv, che dovrebbe risultare del 29 per cento. Il raccolto di patata comune dovrebbe essersi ridotto lievemente (-1 per cento) ,mentre i prezzi sono risultati in forte tensione, tanto che la Plv originata da questa coltivazione dovrebbe salire del 35 per cento.

La produzione lorda vendibile regionale delle colture industriali, pari al 2,3 per cento del totale, deriva sostanzialmente dalla coltivazione della barbabietola da zucchero. La riforma dell‟Organizzazione comune di mercato per lo zucchero ne ha reso gli andamenti soggetti principalmente a fattori agronomici e di mercato. L‟Assessorato stima una produzione bieticola in lieve aumento +1,4 per cento rispetto a quella dello scorso anno. Nonostante l‟inversione in senso positivo dell‟andamento dei prezzi internazionali dello zucchero, da giugno, le quotazioni si sono mediamente indebolite (-10,2 per cento) e la produzione lorda vendibile originata dalla bieticoltura dovrebbe risultare in flessione dell‟8,9 per cento.

(tab. 2.4.1). Notevole l‟andamento della soia, la cui produzione è aumentata sensibilmente (circa +35 per cento circa), beneficiando di un andamento positivo delle quotazioni (+11 per cento), tanto da condurre ad un aumento del 50 per cento del valore della produzione.

Nonostante la campagna di commercializzazione delle specie a raccolta autunnale (mele, pere e actinidia) richieda aggiustamenti alle stime, secondo l‟Assessorato regionale, il valore della produzione lorda vendibile della coltivazioni arboree (tab. 2.4.1) dovrebbe salire di quasi il 13 per cento. Le quotazioni hanno avuto andamenti non omogenei, che sono risultati però ampiamente positivi per le colture principali.

La produzione raccolta di pere dovrebbe ridursi di quasi il 18 per cento. Le quotazioni sono però aumentate di oltre un terzo rispetto allo scorso anno, tanto da condurre ad un incremento di quasi il 12 per cento del valore della produzione lorda vendibile, che corrisponde all‟8 per cento della Plv regionale. Il raccolto di mele è diminuito di oltre un quinto (-22 per cento), ma, grazie alla forte ripresa delle quotazioni, il valore della loro produzione dovrebbe salire quasi della stessa misura. Positivo il quadro per pesche e nettarine, che ha riequilibrato la notevole pesantezza che aveva caratterizzato lo scorso anno. La produzione raccolta di pesche è risultata in lieve diminuzione, ma le quotazioni sono salite di quasi il 46 per cento, mentre il valore della produzione è aumentato quindi di oltre il 41 per cento, recuperando comunque solo due quinti della caduta dello scorso anno. Il raccolto di nettarine è diminuito un po‟ di più rispetto a quello delle pesche (-9 per cento), ma un analogo aumento delle quotazioni ha determinato un incremento del valore della produzione prossimo al 33 per cento. La produzione lorda vendibile di albicocche si è ridotta di quasi il 7 per cento a seguito dell‟andamento negativo delle quotazioni, scese di poco meno dell‟8 per cento, nonostante il raccolto sia risultato praticamente invariato rispetto allo scorso anno (+1 per cento). Dopo le forti oscillazioni degli ultimi due anni, il valore della produzione di ciliegie si è ridotto del 4 per cento, a causa di una flessione dei prezzi (-12 per cento) più ampia dell‟aumento del raccolto (+9 per cento).

La stima della produzione di vino è di quasi 6 milioni 130 mila ettolitri, in diminuzione del 5 per cento, rispetto allo scorso anno. La vendemmia è stata giudicata di buona qualità. Pur essendo abbastanza prematura, fino ad oggi, ogni previsione sull‟andamento di mercato, le prime quotazioni del vino 2010 mostrano una flessione media annua del 5 per cento, che portano ad una stima del valore della produzione vinicola regionale pressoché invariata.

2.4.3. La zootecnia

Il bilancio del settore zootecnico mostra un lieve aumento valore delle produzioni commercializzate, inferiore al 2 per cento. Permangono difficoltà nell‟ambito del settore delle carni (bovini, suini ed avicunicoli) e differenze negli andamenti dei comparti (tab. 2.4.1), tanto che il risultato è da attribuire soprattutto al previsto buon andamento dei prezzi medi di liquidazione del latte, trascinati dalla decisa crescita delle quotazioni del formaggio Parmigiano-Reggiano, in corso ormai da circa un anno.

Secondo la Regione, il valore della produzione lorda vendibile delle carni bovine dovrebbe risultare sostanzialmente invariato, a causa della debolezza delle quotazioni, nonostante un aumento del numero di capi avviati alla macellazione (+4 per cento), che rappresenta un‟interruzione di un trend operante

ormai da diversi anni, che sta portando ad un lento, ma progressivo, ridimensionamento del livello delle produzioni di carni bovine in regione.

Veniamo all‟andamento commerciale delle tipologie di bestiame bovino considerate come indicatori del mercato regionale. Da gennaio a novembre, al di là delle tipiche oscillazioni stagionali, che sono risultate meno ampie di quelle dello scorso anno, le quotazioni dei vitelli baliotti da vita pezzati neri 1° qualità (fig.

2.4.1) sono apparse in ripresa (+3,1 per cento). Nello stesso periodo, i prezzi dei vitelloni maschi da macello Limousine hanno mostrato una flessione (-7,5 per cento), dopo essere scesi su livelli minimi estivi non toccati dal 2007. Le quotazioni delle vacche da macello pezzate nere sono diminuite del 5,5 per cento in media, a causa dei bassi livelli di inizio anno, nonostante la tendenza positiva mostrata nel corso di tutto il periodo.

Come anticipato, riguardo al settore lattiero-caseario, ci si attende un buon andamento dei prezzi medi di liquidazione del latte, che dovrebbero essere trascinati dalla decisa crescita delle quotazioni del formaggio Parmigiano-Reggiano.

Le quotazioni dello zangolato rilevate sul mercato di Reggio Emilia sono scese nei primi mesi dell‟anno per poi stabilizzarsi e avviare dalla metà di aprile una ripresa che le ha portate su livelli inferiori solo ai massimi pluriennali del settembre 2007. Da gennaio a novembre la quotazione media ha avuto una vertiginosa impennata del 79 per cento, rispetto allo stesso periodo del 2009.

Secondo i dati del Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano, al primo gennaio 2010 risultavano attivi 387 caseifici in tutto il comprensorio, in sensibile diminuzione rispetto ai 409 di inizio 2009. All‟inizio di quest‟anno i caseifici emiliani erano 361, rispetto ai 381 del gennaio 2009. La produzione di Parmigiano-Reggiano risulta in lieve aumento rispetto all‟anno precedente. In tutto il comprensorio, tra gennaio e ottobre (dato stimato) sono state prodotte 2.520.894 forme, in aumento del 2,5 per cento, rispetto all‟analogo periodo dello scorso anno. La produzione regionale è stata di 2.256.981 forme, con un incremento del 2,4 per cento. Al 22 novembre le vendite da caseificio a stagionatore della produzione a marchio 2009 hanno raggiunto una quota pari al 93% delle partite disponibili. Alla stessa data dell‟anno scorso risultava venduto l'85% della produzione vendibile (millesimo 2008). L‟andamento del mercato è apparso chiaramente positivo con prezzi all‟origine (fig. 2.4.2) costantemente in progresso, mese dopo mese, salvo una pausa ad aprile. I contratti siglati tra gennaio e novembre hanno fatto registrare una Fig. 2.4.1. Prezzi della zootecnia bovina: bestiame bovino, mercato di Modena, prezzo e media delle 52 settimane precedenti..

Vitelli baliotti da vita: pezzati neri - 1° qualità Vacche da macello: Pezzate nere 1° qualità

0,80

Fig. 2.4.2. Prezzi caseari : zangolato di creme fresche per burrificazione e Parmigiano-Reggiano.

Zangolato di creme fresche per burrificazione Parmigiano-Reggiano

0,60

Fonte: Borsa merci di Reggio Emilia Fonte: Consorzio del formaggio Parmigiano-Reggiano

quotazione media della produzione a marchio 2009 (9,09€/kg) in aumento di ben il 19,5 per cento rispetto a quella della produzione 2008, riferita allo stesso periodo dello scorso anno. Conformemente all‟andamento della produzione e delle vendite, le giacenze totali di Parmigiano-Reggiano al 31 ottobre 2010 sono scese a 1.215.720 forme (-5,9 per cento) rispetto alla quota di 1.291.411 forme toccata alla stessa data dello corso anno. In particolare, le sole scorte di formaggio di oltre 18 mesi, quindi pronto al consumo, si sono ridotte a quota 402.050 da 460.769 forme, con un calo del 12,7 per cento. L‟andamento recente del prezzo di vendita, quello delle partite vendute e la scarsa disponibilità delle scorte di formaggio sono alla base di previsioni positive per la chiusura dell‟anno. Oltre determinati livelli però, le quotazioni del prodotto potrebbero trovare limiti nella domanda dei consumatori, tenuto conto dell‟attuale debole fase congiunturale. Secondo la rilevazione Nielsen, sono state complessivamente vendute 57.217 tonnellate di Parmigiano Reggiano nell‟anno terminante a settembre (-3,3% rispetto al 2009) per un totale di 898 milioni di euro. il Parmigiano Reggiano perde terreno rispetto agli altri DOP: cede infatti 1 punto di quota a volume nell‟anno. I prezzi al consumo evidenziano un trend positivo e in accelerazione (+2,9 per cento).

Il risultato dell‟annata per gli allevamenti suini dovrebbe risultare stazionario. Un lieve aumento dei prezzi, unito ad una leggerissima flessione delle produzioni hanno portato ad un bilancio provvisorio che indica un piccolo aumento del valore della produzione (1 per cento).

L‟andamento commerciale delle tipologie considerate come indicatori del mercato ha messo in luce un andamento sostanzialmente stazionario, ma leggermente divergente per i magroni e i grassi. Nella media del periodo da gennaio a novembre, le quotazioni dei suini grassi da macello (fig. 2.4.3) hanno fatto registrare un aumento medio dello 0,3 per cento e il loro andamento ha mostrato oscillazioni più contenute rispetto a quello rilevato lo scorso anno. I prezzi dei lattonzoli 30kg hanno avuto invece oscillazioni stagionali più ampie rispetto a quelle sperimentate lo scorso anno ed hanno registrato una lieve flessione nel periodo (-1,0 per cento).

L‟andamento dell‟annata per gli allevamenti avicunicoli dovrebbe risultare negativo. L‟Assessorato stima una riduzione del valore della produzione per il settore avicunicolo del 6 per cento, determinata da una riduzione delle quotazioni tra l‟8 e il 9 per cento a fronte di un lieve aumento delle produzioni previste (circa +3 per cento).

Tra gennaio e novembre, l‟andamento commerciale delle tipologie di avicunicoli considerate come indicatori del mercato regionale (fig. 2.4.4) ha mostrato debolezza dei prezzi per polli, conigli e uova, con l‟eccezione del buon tono della quotazione dei tacchini. Il prezzo dei polli bianchi pesanti ha iniziato l‟anno su livelli estremamente ridotti, non toccati dal 2006, poi si è ripreso, ma è rimasto al di sotto dei massimi dello scorso anno. In media tra gennaio e novembre è sceso del 7,9 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. L‟andamento dei prezzi dei tacchini pesanti maschi è stato quasi costantemente positivo, con oscillazioni molto ridotte rispetto a quelle degli scorsi anni. Pur non toccando i precedenti massimi della fine del 2007, le quotazioni sono salite del 7,3 per cento nei primi undici mesi dell‟anno. Il prezzo dei conigli pesanti ha toccato livelli massimi non raggiunti dalla fine del 2005, ma l‟ampiezza della sua oscillazione durante dell‟anno è stata tale da fargli registrare minimi inferiori a quelli dello scorso anno e accusare una diminuzione del 7,4 per cento. L‟andamento commerciale delle uova è stato il peggiore tra quelli dei prodotti avicunicoli presi in esame. Le quotazioni hanno avuto una notevole oscillazione nel corso dell‟anno, mettendo in luce una notevole tendenza negativa nella parte centrale dell‟anno. Sono rimaste al di sotto dei massimi della fine del 2007 e hanno poi toccato minimi non raggiunti dal 2005. Il prezzo medio del periodo ha mostrato quindi un cedimento del 15,8 per cento.

Fig. 2.4.3. Prezzi della zootecnia suina: suini vivi, mercato di Modena, prezzo e media delle 52 settimane precedenti.

Lattonzoli di 30 Kg Grassi da macello da oltre 156 a 176 Kg

1,80 2,30 2,80

dic-08 giu-09 dic-09 giu-10

Prezzi

Media 52 settimane 1,00

1,20 1,40

dic-08 giu-09 dic-09 giu-10

Fonte: Elaborazione Centro studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati Borsa merci di Modena

Fig. 2.4.4. Prezzi avicunicoli, mercato di Forlì, prezzo e media delle 52 settimane precedenti.

Polli bianchi pesanti Tacchini pesanti maschi

0,70 0,90 1,10 1,30

dic-08 giu-09 dic-09 giu-10

Prezzi

Media 52 settimane 0,90

1,15 1,40

dic-08 giu-09 dic-09 giu-10

Conigli pesanti, oltre 2,5 k Uova naturali medie 53-63 g

1,20 1,70 2,20

dic-08 giu-09 dic-09 giu-10

Prezzi

Media 52 settimane 0,60

0,95 1,30

dic-08 giu-09 dic-09 giu-10

Fonte: Elaborazione Area studi e ricerche Unioncamere Emilia-Romagna su dati del Mercato avicunicolo di Forlì

Nel documento Rapporto 2010 (4.4mb) (pagine 91-97)