Dopo aver commentato i flussi di voto più significativi in alcune città chiave delle sette regioni italiane interessate dal voto regionale del 2015, cerchiamo ora di riassumere quanto di comune emerge dall’analisi dei 12 capoluoghi presentata nelle pagine precedenti. Naturalmente, nel caso di una tornata elettorale regionale le dinamiche locali spesso prevalgono su quelle nazionali. Ciò può essere ragionevolmente dovuto al variare dell’offerta po- litica da regione a regione, oltre che al diverso radicamento dei partiti nei va- ri territori interessati. In quanto segue tentiamo tuttavia di delineare i trend generali negli spostamenti di voto tra i maggiori partiti.
Partito democratico
Come osservato in precedenza, l’esito delle elezioni regionali del 2015 vede il Partito democratico in netto calo rispetto all’eccezionale risultato ot- tenuto alle europee del 2014, ma non rispetto alle regionali del 2010. Ope- rando un confronto fra le regionali 2015 e le europee dell’anno prima, l’analisi dei flussi non può quindi fare altro che evidenziare la diminuzione dei consensi per il Pd, mettendone in luce i flussi di voti in uscita verso altre formazioni.
La dinamica comune che esce dai confronti fra i capoluoghi esaminati segnala una sofferenza dei democratici soprattutto verso l’area del non voto: il flusso di voti di ex elettori Pd delle europee che alle regionali 2015 si sono astenuti è presente in 10 delle 12 città analizzate, con picchi attorno al 10% dell’elettorato a Padova, Firenze e Livorno. Il flusso dal Pd all’astensione è assente solo nelle città della Puglia, dove l’astensione non è aumentata ri- spetto alle europee e dove il Pd vanta un saldo di voti addirittura positivo nei confronti del non voto. Tale dato potrebbe essere interpretato come sintomo di un malessere dell’elettorato tradizionale del Pd, che potrebbe sentirsi diso- rientato di fronte alle fratture che si sono aperte nel partito durante la campa- gna elettorale (per esempio in Liguria) e nell’ultimo anno del governo Renzi.
In 10 città su 12 (tutte tranne Padova e Salerno) si registra anche un ri- levante transito di elettori dal Pd al M5s. Potrebbe trattarsi di elettori già «grillini», attratti da Renzi nel 2014 e ora tornati a casa; oppure di elettori critici verso l’operato del Pd nell’ultimo periodo sui territori e a livello na- zionale. Le divisioni interne al Pd hanno senza dubbio giocato un ruolo chia- ve in Liguria. A Genova e La Spezia possiamo infatti osservare importanti flussi di voto verso la sinistra di Pastorino, candidato appoggiato dai seguaci di Sergio Cofferati, sfidante della Paita alle primarie democratiche, e dai fuo- riusciti dell’area «civatiana». Lo stesso si evidenza ad Ancona, dove ex elet- tori Pd transitano sia verso la sinistra radicale che il M5s.
Non è poi il caso di tacere completamente su flussi – minori ma signifi- cativi – che potremmo considerare anomali dal Pd verso i partiti del centro- destra. I democratici cedono voti alla Lega nelle città della Liguria, quelle della Toscana e ad Ancona, e perdendo voti anche a favore delle liste colle- gate a Tosi nel Veneto. A Perugia e Salerno il Pd cede elettori a FdI, mentre si registrano flussi in uscita dal Pd verso FI a Genova, La Spezia, Padova, Fi- renze e Foggia, nonché verso le liste collegate al candidato «fittiano» in Pu- glia. Soprattutto nel caso dei movimenti di voti verso Lega e FdI, potrebbe trattarsi di scelte degli elettori dettate dalle preoccupazioni sull’immigrazione e sulla criminalità, dovute alla situazione di emergenza contingente di quel periodo.
Infine, in 11 città su 12 si riscontrano flussi dal Pd verso le liste locali o «del presidente», cioè tutte quelle formazioni politiche sorte in appoggio a uno specifico candidato alla presidenza della regione e indicate nei nostri grafici con «Altri con…». Queste liste hanno raccolto una quota considere- vole di voti nell’area di centrosinistra (in misura minore anche in quella di centrodestra), come non era mai capitato in precedenti elezioni regionali. Questi movimenti di voti hanno indubbiamente contribuito al netto calo di consensi del Pd registrato in queste elezioni, ma possiamo ipotizzare che in consultazioni politiche di carattere nazionale, dove queste formazioni sono assenti, gli elettori rifluiscano verso la «sorgente».
Lega Nord
Alle elezioni regionali del 2015 la Lega rappresenta l’unico partito in crescita ovunque, rispetto sia alle elezioni politiche del 2013 che alle euro- pee del 2014. Il partito di Salvini raggiunge il 20,0% in Liguria e il 18,0% in Veneto (dove però sommata alla Lista Zaia presidente salirebbe al 41,0%), aggiudicandosi un buon risultato anche nelle regioni del Centro (16,0% in Toscana, 14,0% in Umbria e 13,0% nelle Marche). I leghisti ottengono poi il 2,3% in Puglia, mentre non si sono presentati in Campania. Da dove proven- gono dunque i nuovi consensi ottenuti dalla Lega? Pur non potendo fornire una risposta piena a questo interrogativo, i nostri dati mettono comunque in luce tre principali dinamiche. Un primo flusso di voti in entrata verso la Le- ga proviene dal Pd, come abbiamo già detto, ed interessa i capoluoghi liguri e toscani più Ancona. Emerge poi un secondo flusso di voti, di provenienza Forza Italia, presente in tutte le città del Nord e del Centro tranne Padova. Infine, importante è il contributo di voti dall’area della «protesta»: la Lega prende voti provenienti da ex elettori Cinque stelle ovunque tranne che in Campania (dove il partito di Salvini non si è presentato) e Puglia, e da ex astenuti in cinque città sulle 10 in cui i leghisti hanno presentato una propria lista (La Spezia, Venezia, Perugia, Foggia e Lecce). Ciò è indice di una cre-
scente capacità del partito guidato da Salvini di intercettare la protesta (Pas- sarellli e Tuorto 2012), anche al Sud.
Forza Italia
Un importante dato messo in luce dalle regionali del 2015 è il ridimen- sionamento di Forza Italia, che si avvicina al 18% in Campania ma si ferma sotto il 10% in Veneto, Toscana, Marche e Umbria. La fuoriuscita di elettori forzisti è soprattutto verso l’astensione. Osserviamo infatti flussi da FI all’area del non voto in otto città su 12: La Spezia, Padova, Firenze, Livorno, Ancona, Perugia, Lecce e Foggia. In quest’ultimo caso si tratta di una perdita di voti cospicua, pari a quasi otto elettori su 100 che dal partito di Berlusconi sono approdati all’area del non voto. Il dato potrebbe essere interpretato alla luce della frattura entro il partito fra Berlusconi e Fitto, che ha probabilmente disorientato molti elettori forzisti allontanandoli dalle urne. Nell’altra città pugliese considerata, Lecce, si registra invece un maggiore spostamento da FI verso le liste collegate al candidato «fittiano». Al di là di queste dinami- che locali, è probabile che sul risultato di FI abbia pesato anche l’ormai in- gombrante figura di Berlusconi, la cui leadership – percepita da molti come esaurita – sembra aver perso capacità di mobilitazione dell’elettorato.
Si noti poi un certo travaso di voti tra i partiti ascrivibili all’area del centrodestra, con uno spostamento di consensi da FI a formazioni più orien- tate a destra come la LN e FdI. Come detto in precedenza, vi sono infatti flussi da FI alla Lega in quasi tutte le città del Nord e del Centro. Inoltre, si possono osservare spostamenti di voti dal partito di Berlusconi a FdI a Ge- nova, Firenze, Ancona e Perugia, mentre solo a Salerno e Foggia sono pre- senti flussi in direzione opposta. Di un certo interesse è anche il fatto che in diversi capoluoghi c’è un flusso di voti da FI alle liste collegate ai candidati di centrosinistra: De Luca a Napoli e Salerno, Paita a La Spezia, Marini a Perugia. Poiché il passaggio di voti da destra a sinistra è in genere piuttosto raro, la presenza di questi flussi denota la capacità di alcuni candidati di cen- trosinistra di «rastrellare voti a tutto campo» attraverso le liste a loro collega- te.
Movimento Cinque Stelle
Abbiamo già evidenziato come il M5s sia riuscito ad attrarre i voti di molti ex elettori Pd. Questi nuovi consensi non hanno però contribuito gran- ché all’espansione del movimento di Grillo. Essi, infatti, sono stati pareggia- ti, e in alcuni casi di gran lunga superati, da consistenti perdite verso l’area del non voto: in otto città su 12 si registrano flussi dai Cinque stelle verso l’astensione, molto consistenti in particolare a Livorno e Foggia. Una simile dinamica si è registrata anche nelle elezioni europee dello scorso anno, dove
politiche del 2013 era dovuto principalmente a perdite verso l’area del non voto. Il M5s ha costruito il suo successo raccogliendo il voto dei delusi dalla politica, ma la sua ostinata strategia di non alleanza con gli altri attori politici ha relegato il partito di Grillo a un ruolo di eterno comprimario, incapace di esercitare alcun cambiamento. Non è difficile immaginare, quindi, che molti di coloro che avevano dato fiducia al M5s si siano nuovamente indirizzati verso l’astensione.
A questo quadro bisogna aggiungere i flussi di voti che dal M5s transi- tano verso formazioni di centrodestra, tra le quali spicca senza dubbio la LN, vero polo d’attrazione per molti ex elettori di Grillo in tutte le città del Cen- tro-nord da noi analizzate. Chiaramente il minimo comun denominatore che lega M5s, LN e astensione, è il voto di protesta. Il voto di protesta, però, è un voto per sua natura mobile e particolarmente fluido. In questo senso, il Mo- vimento di Grillo risulta particolarmente esposto a perdite verso altre forma- zioni che cavalcano la protesta o verso l’area del non voto. Se a questo ag- giungiamo poi che il bacino elettorale del M5s è particolarmente eterogeneo (Pedrazzani e Pinto 2013), con elettori provenienti un po’ da tutto lo spettro ideologico, non dovrebbero stupire affatto i flussi osservati da M5s a centro- destra. Questi flussi sembrano indicare un riallineamento generale della base elettorale del Movimento, che, dopo queste elezioni, a seguito delle tante de- fezioni verso formazioni di centrodestra, dovrebbe risultare più marcatamen- te di centrosinistra.
Area del non voto
La crescita dell’astensionismo è uno dei tratti più rilevanti di questa ele- zione. Come abbiamo visto, i contributi maggiori verso l’area del non voto provengono principalmente da M5s, Pd e FI. È molto probabile che coloro che in questa elezione hanno optato per il non voto abbiano alle spalle un generale senso di disorientamento di fronte alle spaccature nei rispettivi par- titi, un tratto comune, nonostante le numerose differenze, per chi proviene da Pd, Fi e M5s: maggioranza e minoranza Pd continuano a dividersi su que- stioni spesso molto salienti per l’elettorato, Fi è ancora alla ricerca di un lea- der capace di sostituire Berlusconi, mentre nel M5s è in corso un acceso dia- logo tra i più fedeli alla linea di Grillo e coloro che sono più aperti ad un dia- logo con le altre forze politiche.
È inoltre importante rilevare un effetto di recupero dell’astensionismo a opera delle liste locali, cioè quelle sorte in appoggio a uno specifico candida- to alla presidenza della regione. Questo meccanismo è ben visibile a Salerno, la città in cui De Luca è stato sindaco: le liste che lo sostengono, Pd escluso, attirano un flusso molto consistente (8,6%) da ex astensionisti. Un flusso si- mile è presente pure a Napoli, anche se meno consistente. Dinamiche analo- ghe si osservano anche a Foggia e Lecce, dove le liste in appoggio a Emilia-
no attirano molti ex astenuti. A Padova sono le liste in sostegno a Zaia a ri- cevere un consistente flusso di consensi provenienti dall’area del non voto, mentre a La Spezia, città natale della Paita, la candidata di centrosinistra rie- sce ad attirare un modesto numero di ex astensionisti.
5. Conclusioni
In questo capitolo abbiamo analizzato i flussi elettorali in 12 città utiliz- zando il cosiddetto modello di Goodman e considerando come unità di anali- si la singola sezione elettorale. Poiché sono stati presi in esame solo uno o due dei capoluoghi di provincia per ogni regione, i nostri risultati possono essere estesi a livello regionale solo con una certa cautela. Nonostante questo limite, essi mostrano in modo incontrovertibile alcune dinamiche che aiutano a comprendere con più chiarezza il quadro elettorale emerso da queste con- sultazioni regionali.
In particolare, il dato più interessante che emerge dalle nostre analisi ri- guarda sicuramente il Pd, che ha registrato un netto calo di consensi rispetto alle elezioni europee di un anno prima. I flussi mostrano come questa ridu- zione sia dovuta principalmente ad una fuoriuscita di voti verso l’area del non voto, il M5s, il centrodestra e le liste locali in appoggio ai candidati pre- sidenti. Mentre gran parte dei consensi transitati verso le liste dei presidenti possono comunque ritornare al Pd nel corso di future consultazioni naziona- li, dove queste non sono presenti, i voti verso le altre formazioni politiche indicano senza dubbio un certo malessere nell’elettorato democratico che andrebbe approfondito con ulteriori studi. Sembra però plausibile ritenere che una delle probabili cause di questo malessere risieda nelle divisioni in- terne ai vari partiti. Lo scontro tra maggioranza e minoranza Pd, dapprima limitato a un acceso confronto perlopiù interno agli organi interni del partito, si va infatti spostando sempre di più nelle aule del Parlamento, come testi- moniano le spaccature su temi quali la legge elettorale o la riforma della scuola. Questo scontro ha già portato a decisioni radicali da parte di alcuni esponenti di spicco del partito, che hanno scelto di abbandonare il Pd per creare nuove formazioni politiche alternative alla linea portata avanti da Renzi. Si paventa quindi per il futuro la possibilità di una vera e propria scis- sione.
Le divisioni interne hanno pesato probabilmente anche sul risultato de- ludente di FI, dilaniata ormai da tempo da un conflitto interno tra i notabili del partito per la successione a Berlusconi, che tuttavia non sembra aver al- cuna intenzione di abbandonare nell’immediato il vertice del movimento da lui fondato, nonostante la sua leadership risulti oggi piuttosto appannata e
FI si deve preoccupare della competizione a destra di FdI e soprattutto della Lega di Salvini, che, come abbiamo visto, in alcune regioni sono stati in gra- do di imporre un candidato autonomo che ha surclassato quello ufficiale del centrodestra. Si prefigura così il rischio che una Lega dal più marcato carat- tere nazionale possa finire con l’attrarre lo zoccolo duro dell’elettorato forzi- sta.
La LN emerge come polo di attrazione anche per molti ex elettori del movimento guidato da Grillo, che in aggiunta perde anche una parte del suo elettorato, transitato ora verso l’area del voto. Queste uscite sono parzial- mente compensate dalla scelta di votare M5s da parte di molti ex elettori Pd, cosa che lascia supporre un riposizionamento della base elettorale del Mo- vimento, di per sé molto eterogenea, verso la sinistra. In questo caso, l’elettorato del M5s risulterebbe quindi più affine a quello del centrosinistra, tanto da rendere future alleanze con quest’area politica più probabili. Si deli- nea così un quadro elettorale molto fluido che potrebbe portare nel breve pe- riodo a cambiamenti significativi del quadro politico italiano.
Riferimenti bibliografici
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Goodman L.A. (1959), Some Alternatives to Ecological Correlation, in «American Journal of Sociology», vol. 64, n. 6, pp. 610-625.
Passarelli G., Tuorto D. (2012), Lega & Padania. Storie e luoghi delle camicie ver- di, Bologna, Il Mulino.
Pedrazzani A., Pinto L. (2013), Gli elettori del Movimento 5 stelle, in P. Corbetta e E. Gualmini (a cura di), Il partito di Grillo, Bologna, Il Mulino, pp. 89-122. Schadee H.M.A., Corbetta P. (1984) Metodi e modelli di analisi dei dati elettorali,
Appendice: Aggregazioni Liguria: Genova e La Spezia Pd = Partito Democratico
Altri con Paita = Liguri Paita Presidente; Liguria Cambia; voti al solo candidato Paita Fi = Forza Italia
FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale LN = Lega Nord
Altri con Toti = Area Popolare; voti al solo candidato Toti
Sinistra radicale = Rete a Sinistra; Lista Pastorino; voti al solo candidato Pastorino M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Salvatore
Altri = Liguria Libera; Partito Comunista Dei Lavoratori; Progetto Altra Liguria; Fra- tellanza Donne; voti ai soli candidati Musso, Piccardi, Bruno e Batini
Veneto: Venezia e Padova Pd = Partito Democratico
Altri con Moretti = Verdi Europei-Sel-Sinistra; Alessandra Moretti Presidente; Proget- to Veneto Autonomo; Veneto Civico; voti al solo candidato Moretti
Fi = Forza Italia
FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale LN = Lega Nord
Altri con Zaia = Zaia Presidente; Indipendenza Noi Veneto; voti al solo candidato Zaia
Ncd-Udc = Nuovo centrodestra-Unione di centro-Area popolare
Tosi = Lista Tosi; Il Veneto Del Fare; Partito Pensionati; Unione Nord Est; Veneto Stato-Razza Piave, voti al solo candidato Tosi
M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Berti
Altri = Indipendenza Veneta; L'altro Veneto; voti ai soli candidati Morosin e Di Lucia Toscana: Firenze e Livorno
Pd = Partito Democratico
Altri con Rossi = Popolo toscano; voti al solo candidato Rossi Fi = Forza Italia
Altri con Mugnai = Lega Toscana; voti al solo candidato Mugnai FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
LN = Lega Nord; voti al solo candidato Borghi Aquilini M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Giannarelli
Altri = Area popolare; Sì Toscana a sinistra; Democrazia diretta; voti ai soli candidati Lamioni, Fattori e Chiurli
Marche: Ancona
Pd = Partito Democratico
Altri con Ceriscioli = Uniti per le Marche; Popolari Marche Fi = Forza Italia
Altri con Spacca = Marche 2020-Area popolare; Democrazia cristiana FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale; voti al solo candidato Acquaroli LN = Lega Nord
M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Maggi
Sinistra radicale = Altre Marche-Sinistra Unita; coti al solo candidato Mentrasti Umbria: Perugia
Altri con Marini = Umbria Piu' Uguale-Sel; Socialisti Riformisti; Civica E Popolare; voti al solo candidato Marini
Fi = Forza Italia
FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale LN = Lega Nord
Altri con Ricci = Ricci Presidente; Cambiare In Umbria; Per l'Umbria Popolare; voti al solo candidato Ricci
M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Liberati
Altri = L'Umbria Per Un'altra Europa; Sovranità; Part. Comunista Dei Lavoratori- Casa Rossa; Forza Nuova; Alternativa Riformista
Campania: Napoli e Salerno Pd = Partito Democratico
Altri con De Luca = Partito socialista italiano; Davvero ecologia & diritti verdi; Italia dei valori; Scelta Civica Per l'Italia - De Luca Presidente - Centro Democratico; Campania Libera - De Luca Presidente; De Luca Presidente; Campania In#Rete De Luca Presidente Api Cdu Autonomia Sud; Unione di centro; voti al solo candidato De Luca
Fi = Forza Italia
FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale Ncd = Nuovo centrodestra
Altri con Caldoro = Caldoro Presidente; Popolari Per l'Italia; Noi Sud; Mai Piu' La Terra Dei Fuochi Con Ferrillo; Vittime Della Giustizia E Del Fisco; voti al solo can- didato Caldoro
M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Ciarambino
Altri = Sinistra Al Lavoro Per La Campania Vozza Presidente; Mo! Lista Civica Campania; Voti ai soli candidati Vozza e Esposito
Puglia: Lecce e Foggia Pd = Partito Democratico
Altri con Emiliano = Noi a sinistra per la puglia; Lista Emiliano sindaco di puglia; Pensionati e invalidi; Popolari; PCI; Lista Puglia con Emiliano; Popolari per l'Italia; voti al solo candidato Emiliano
Fi = Forza Italia LN = Noi con Salvini
Altri con Poli Bortone = Puglia nazionale; voti al solo candidato Poli Bortone FdI = Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale
Fitto = Oltre con Fitto; Movimento politico Schittulli; voti al solo candidato Schittulli M5s = Movimento 5 Stelle; voti al solo candidato Laricchia
Altri = L’altra puglia; Verdi; Alternativa comunista; voti ai soli candidati Rossi, Ma- riggò e Rizzi
Elezioni Europee 2014
Sinistra radicale = L'altra Europa Con Tsipras Pd = Partito Democratico
Ncd-Udc = Nuovo centrodestra - Unione di centro FI = Forza Italia
FdI =Fratelli d'Italia - Alleanza Nazionale LN = Lega Nord
M5s = M5S
Altri = Scelta Civica - Centro Democratico – Fare per fermare il declino; Italia Dei Valori; Verdi Europei - Green Italia; Io Cambio – Maie
6. Luci e ombre delle primarie regionali
di Stefano Rombi e Marco Valbruzzi1
1. Introduzione
Sebbene non coinvolgano ancora tutto il panorama partitico, le elezioni primarie rappresentano ormai una consolidata pratica del sistema politico ita-