CAPITOLO VII IL RUOLO DEI PARCHI NAZIONALI NELL’AMBITO DELLO SVILUPPO SOSTENIBILE
6.3 I PARCHI NAZIONALI NELLA PROGRAMAZIONE ECONOMICA
Dal paragrafo 6.2 emerge l’importanza del concetto Rete Ecologica nel dibattito europeo nell’ambito della conservazione e tutela delle risorse ambientali. La interpretazione della rete ecologica quale presupposto per l’attivazione di una rete di attori territoriali ha contribuito non poco alla soluzione della conflittualità che hanno a lungo inibito la valorizzazione delle aree protette, aprendo la strada a sperimentazioni locali che guardano con maggiore operatività anche ai processi di rigenerazione economica e di integrazione sociale.
È indicativo che la Commissione europea abbia mostrato negli ultimi anni una crescente attenzione sia politica che finanziaria, al rafforzamento della Rete Ecologica Europea non solo tramite programma di implementazione della Natura 2000 iniziato ormai da oltre un decennio, ma anche attraverso un più deciso orientamento delle politiche locali innovative come ad esempio progetti LIFE + e iniziative comunitarie Leader, in cui la presenza dei parchi può rappresentare un’occasione di sviluppo per le comunità locali (Vinci, 2007). Già nella fase 2000-2006 della politica regionale dell’Unione Europea, le reti ecologiche regionali, hanno assunto un ruolo di primo piano tra le tematiche di sviluppo territoriale cui indirizzare gli investimenti. Inoltre la presenza di aree protette è stato considerato un elemento di premialità nelle valutazioni di iniziative di progettazioni su cui indirizzare i finanziamenti dei fondi strutturali soprattutto nelle aree del Mezzogiorno.
Da un’analisi dei finanziamenti comunitari sulle aree naturali protette del Mezzogiorno67 (Fig. 6.2)
si nota che i principali progetti attuati per la programmazione 2000-2006 hanno ricevuto sostegno economico dal programma Interreg (25%), dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (23%) ed infine dal Programma Life (17%). Risultano invece non valorizzati i finanziamenti destinati al settore agro-ambientale, tra i quali il Fondo Europeo di Orientamento e Garanzia che risulta di
difficile accesso come testimoniato dagli stessi gestori delle aree protette68.
67 Il Formez Centro di Formazione Studi, nell’Ambito del PON ATAS – “Progetto Operativo Ambiente – Formazione della PA e aggiornamento della Task force” ha realizzato in collaborazione con Federparchi uno studio sulle aree naturali protette del Mezzogiorno che ha riguardato l’utilizzo di fondi comunitari della Programmazione 2007-2013 nel periodo compreso tra ottobre 2007 e maggio 2008. Il campione di aree protette considerato nell’analisi è costituito da 12 Parchi nazionali, 18 Parchi regionali e 11 Aree Marine Protette.
68 Nell’ambito dei finanziamenti comunitari 2000-2006 le difficoltà riscontrate dai Parchi nazionali e dalle Aree Marine Protette nella fase progettuale hanno riguardato l’affidamento di incarichi esterni e la capacità di comprendere le diverse opportunità di finanziamento mentre le criticità per, i parchi regionali, sono legate alla capacità progettuale delle strutture interne. Con riferimento agli aspetti realizzativi le difficoltà per i Parchi nazionali hanno riguardato i rapporti con l’Autorità di Gestione dei Fondi, per i Parchi regionali le procedure di evidenza pubblica e l’anticipazione dei costi, mentre per le Aree Marine Protette la carenza di fondi per l’assistenza tecnica esterna. Infine, in relazione agli aspetti gestionali le maggiori difficoltà riscontrate per le diverse tipologie di aree protette riguardano l’insufficienza della pianta organica.
Figura 6.2 – Tipologie di finanziamento utilizzate nella programmazione 2000 -2006
Fonte: Formez, 2008
Le spese sostenute dalle AAPP nell’ambito di tali finanziamenti hanno riguardato il settore della conservazione della natura e dello sviluppo locale. Per quanto riguarda i Parchi nazionali, l’87% delle spese sono destinate principalmente alla conservazione di habitat e/o specie, alle realizzazione di infrastrutture per la fruizione del Parco come la sentieristica, al ripristino e valorizzazione dei centri storici dei Comuni, alla viabilità ed infine alla comunicazione e sensibilizzazione. Anche nel caso dei Parchi regionali i finanziamenti sono orientati maggiormente alle infrastrutture legate alla fruizione dell’area ed in percentuale minore al marketing territoriale.
In particolare i Documenti Unici di Programmazione (DOCUP) definiti nelle Regioni Obiettivo 1 previsti dai Fondi Strutturali 2000-2006, oltre alle misure specificamente dedicate al potenziamento del sistema produttivo industriale ed artigianale, al miglioramento della competitività delle imprese in un’ottica di sostenibilità ambientale (con l’introduzione di ricorrente di tecniche di audit ambientale) e alla loro internalizzazione, predispongono assi e misure relative alla tutela e alla valorizzazione delle risorse ambientali e culturali. Gli obiettivi relativi al settore ambientale spaziano dallo sviluppo del turismo eco-compatibile (percorsi tematici, senti eristica, miglioramento della fruibilità e dell’ospitalità), alla difesa e ripristino del territorio all’uso di energie alternative, alla tutela di habitat e paesaggi (Agriconsulting, 2001).
Nel passaggio tra la programmazione dei Fondi strutturali in attuazione (2007-2013) e quelli precedenti si possono riscontrare delle differenze evidenti (cfr. § 2). In particolare spetta allo strumento finanziario Fondo di Coesione previsto dall’Obiettivo Convergenza ricoprire interventi volti anche alla tutela ambientale oltre che all’efficienza energetica, utilizzo delle energie rinnovabili, sviluppo del trasporto ferroviario, sostegno all’intermodalità, potenziamento dei
Interreg 25% FSE 11% Feoga 5% FESR 23% LIFE 17% LEADER 11% Equal 4% Altro 4%
trasporti pubblici ecc che nella precedente Programmazione spettavano agli strumenti finanziari previsti dall’Obiettivo 1.
Inoltre il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) mira a consolidare la coesione economica e sociale dell’Unione europea correggendo gli squilibri fra le regioni prevedendo anche aiuti economici per sostenere iniziative volte alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo socio economico sostenibile per quelle zone economicamente svantaggiate.
Le tipologie di intervento ritenute prioritarie nel periodo di Programmazione69 2007-2013 (Fig.6.3)
sono la conservazione degli habitat e delle specie, che rappresenta l’obiettivo prioritario per ognuno degli Enti, seguita dalla formazione del personale e dalle infrastrutture per la fruizione del Parco, il monitoraggio della biodiversità ed infine la comunicazione e sensibilizzazione per le Aree Marine Protette. Le attività meno importanti sono l’acquisto di terreni, attrezzature e servizi sociali e culturali per i Parchi, la gestione forestale, la conservazione ex situ e programmi di reintroduzione di specie e l’acquisto di attrezzature per le Aree Marine Protette.
Tra i settori di intervento più importanti, i Parchi nazionali e le Aree Marine Protette segnalano la preservazione degli habitat e la sostenibilità ambientale mentre i Parchi regionali il potenziamento dell’immagine del parco e del territorio. La seconda priorità riguarda la crescita della cultura organizzativa ed amministrativa del personale del parco.
Rispetto alla programmazione comunitaria 2000-2006, si nota una continuità degli interventi legati alla conservazione di habitat e specie mentre si rafforza la richiesta di formazione del personale, di crescita delle capacità interne e di realizzazione di nuove infrastrutture per la fruizione del parco.
Figura 6.3 – Tipologie di interventi individuati per l’utilizzo dei fondi comunitari 2007-2013
Fonte: Formez, 2008
69 Nell’ambito della nuova fase dei fondi strutturali 2007-2013 oramai già in corso d’opera, appare legittimo attendersi che il sistema dei parchi possa catalizzare nuovi investimenti pubblici volti allo sviluppo rurale nel tentativo di colmare il deficit gestionale evidenziato nel precedente ciclo di programmazione. Altro 1% Preservazione degli habitat e sostenibilità ambientale 20% Processo di riqualificazione delle
risorse umane del territorio
8%
Miglioramento della qualità di vita delle
popolazioni 11%
Potenziamento dell'immagine del
parco e del suo territorio
22% Crescita della cultura
organizzativa e amministrativa del personale del parco
14% Potenziamento della infrastruttura fisica del territorio 8% Attivazione di percorsi di sviluppo rurale 16%
In quest’ottica i parchi non rappresentano esclusivamente territori in cui tutelare la biodiversità, ma anche laboratori in cui sperimentare politiche ambientali e percorsi di sviluppo sostenibile del territorio. Lo stesso Commissario Michel Barnier ha esplicitamente fatto riferimento durante la fase di approvazione dei DOCUP, alla conservazione e valorizzazione delle risorse naturali come opportunità significativa per lo sviluppo e la crescita economica di quella parte di territorio nazionale che spesso soffre di declino produttivo e problemi di sviluppo rurale.