CAPITOLO V LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA DELLE AREE PROTETTE
5.1 LE RAGIONI DELLA VALUTAZIONE DELLE AREE PROTETTE
La grande espansione delle aree protette, sia in numero sia in superficie avvenuta prevalentemente dalla metà del secolo scorso (cfr. § 3.4), denota un impegno notevole, da parte delle comunità locali e dei governi nazionali nei confronti della tutela della biodiversità e dell’ambiente più in generale. Essi, infatti, riconoscono un ruolo fondamentale alle singole aree protette e ai sistemi di aree protette inerente la conservazione della biodiversità, la protezione del patrimonio culturale, la manutenzione dei servizi eco sistemici vitali per la fornitura di una vasta gamma di benefici socio economici (cfr. § 1).
Quindi parallelamente alla continua espansione delle aree protette si accresce anche una maggiore responsabilità e trasparenza di gestione corretta del territorio (IUCN, 2008).
Le domande che spesso la comunità si pone nei confronti delle aree protette possono essere così sintetizzate (Leverington e Hockings, 2004):
• Le aree protette conservano effettivamente i “valori” alla base della loro istituzione? • La gestione delle aree protette è efficace e in che modo può essere migliorata?
• I progetti specifici, gli interventi e le attività di gestione delle aree protette raggiungono gli obiettivi per le quali sono state istituite e in che modo possono essere migliorati?
Durante gli ultimi dieci anni la necessità di valutare l’efficacia di gestione delle aree protette è divenuta sempre più preminente a livello internazionale sia per i paesi sviluppati che per quelli in via di sviluppo nei quali non sempre l’istituzione di aree protette ha portato ad un livello di protezione adeguato (Hockings e Phillips, 1999; Hockings et al. 2000; Ervin, 2003a).
Per esempio da uno studio effettuato nei Parchi Nazionali degli Stati Uniti (Newmark 1985), è emerso che la quasi totalità degli stessi aveva perso un numero cospicuo di specie dopo la loro istituzione e lo stesso problema investe in modo più preminente la maggior parte dei Paesi Tropicali.
Una risposta efficace a tali pressioni è dunque urgente anche se spesso risulta essere una difficile sfida soprattutto quando l’obiettivo è quello di mantenere integri i “valori” di protezione delle aree protette.
Per almeno venti anni sono stati effettuati singoli studi sull’efficienza di gestione delle aree protette o su sistemi di aree protette avviati soprattutto da parte di organizzazioni non governative, enti ricerca o dagli enti gestori dei parchi stessi. Un primo esempio di valutazione di gestione delle aree
protette applicato in Asia, e anche a livello globale, è da imputare all’IUCN intrapresa per il IVth Congresso Mondiale dei Parchi (MacKinnon and MacKinnon 1986) .
Il riconoscimento del ruolo fondamentale per la conservazione della biodiversità affidato alla gestione corretta della aree protette ha creato un forte interesse verso la valutazione di efficacia delle aree protette attraverso l’utilizzo di approcci rigorosi.
Gran parte del lavoro iniziale ha avuto luogo in America Latina, in particolar modo in Brasile (Ferriera et al., 1999) e Costa Rica (Cifuentes et al., 2000), dove i sistemi si concentravano particolarmente sulla valutazione dei processi di gestione e sulle capacità tecniche dei parchi nazionali. Altre iniziative di valutazione erano orientate prevalentemente alle condizioni biologiche, per esempio nel Regno Unito, il Countryside Council per il Galles sviluppò un approccio per monitorare siti di particolare interesse scientifico (Alexander and Rowell, 1999) e in Australia l’Ente Parco della Grande Barriera Corallina e Australian Institute of Marine Science stabilirono un programma a lungo termine per monitorare la Grande Barriera Corallina (Swetman 1997).
Appare chiaro che all’aumento delle aree protette nei vari Paesi, corrisponda un incremento di strumenti volti ad una corretta responsabilità, all’adozione di buone pratiche di impresa, e alla trasparenza nelle comunicazioni (Hockings et al., 2006).
A seguito del IVth Congresso Mondiale dei Parchi in Venezuela la Commissione istituì una Task Force per decidere non solo sullo sviluppo di un sistema di valutazione che chiaramente occupava un aspetto dinamico ma anche sul ruolo che l’IUCN doveva occupare nella definizione di un framework globale di valutazione entro il quale un certo numero di approcci valutativi potessero andar bene.
Dopo innumerevoli ricerche e diversi gruppi di lavoro (sponsorizzati anche dal WWF e dalla Banca Mondiale) si è giunti alla redazione di un sistema di valutazione pubblicato nel 2000 dall’IUCN46
Di cui si è avute una larga diffusione a livello internazionale a seguito della Conferenze delle Parti a
Kuala Lampur47 del 2004 (fig 5.1).
46 IUCN (2000) Evaluating Effectiveness A framework for assessing managementmn effectiveness of protected areas. 47
In particolare il Programma di lavoro sulle Aree Protette, approvato con la decisione VII/28 nel settimo incontro della Conferenze delle Parti a Kuala Lampur del 2004, presentando l’obiettivo 4.2, relativo alla valutazione e al “miglioramento dell’efficacia della gestione delle AP”, indica alle Parti contraenti anche le attività e le deadline per conseguire tale obiettivo. Si richiede infatti che entro il 2006, vengano adottati appropriati metodi, standars, criteri e indicatori per la valutazione l’efficienza della gestione e governance delle aree protette e che si disponga di un database connesso, tenendo conto del modello della IUCN-WCPA per la valutazione dell’efficienza di gestione e di altre metodologie di rilievo, che dovrebbero essere adattate alle condizioni locali
Figura 5.1– Adozione a livello internazionale del Framework di Valutazione di Efficacia IUCN-WCPA
Fonte: White and Ofir, 2004
La fase successiva è stata quella di rendere l’applicazione del processo di valutazione non come un esercizio occasionale ma come una parte fondamentale di gestione. L’impulso maggiore ad adottare strumenti di valutazione da parte delle istituzioni e organismi internazionali è avvenuta in seguito all’adozione del Programma di Lavoro sulle Aree Protette previsto dalla CBD. Il programma prevedeva espressamente “implement management effectiveness evaluations of at least 30 percent of each Party’s protected areas by 2010 and of national protected area systems and, as appropriate, ecological networks”48. Per questo la valutazione deve essere vista come una parte integrante del processo di gestione circolare tramite il quale si ottiene un feed-back di informazioni passate, e là dove è necessario, permette di migliorare la modalità di gestione in futuro (fig 5.2). Più in generale il processo di valutazione deve essere strutturato in modo tale da ricontrollare i risultati delle azioni adottate e valutare se tali azioni hanno prodotto i risultati stabiliti ( cfr. § 2).
Figura 5.2 – Ciclo del progetto di gestione
Fonte: Conservation Measures Partnership, 2004
La valutazione quindi è uno strumento fondamentale ai fini di uno gestione adeguata. Viviamo in un mondo in cui possiamo sperimentare e prevedere cambiamenti notevoli a vari livelli come nel mondo biofisico, nella comunità e nell’economia. Poiché il cambiamento globale è rapido, dobbiamo essere in grado di dimostrare in che misura le aree protette possono essere un’efficace strategia per la conservazione (Lerington et al, 2008).
I gestori hanno bisogno di capire cosa funziona e cosa non funziona così da strutturare una gestione adeguata su idee e pratiche migliori. La valutazione di efficacia di gestione è una componente essenziale di questo reattivo stile di gestione delle aree protette, infatti attraverso la valutazione sia esperienze negative che positive possono essere usate come un’occasione per l’apprendimento e per un progresso continuo connesso a prevenire minacce e opportunità future (IUCN, 2008).
5.2 IL FRAMEWORK DI VALUTAZIONE DI EFFICACIA DELLE AREE PROTETTE