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I partners commerciali

Nel documento Volume Rapporto 2001 (.pdf 1.5mb) (pagine 130-135)

5. GLI SCAMBI CON L’ESTERO

5.3. I partners commerciali

L’analisi comparata degli scambi commerciali dell’Emilia-Romagna di-stinti per paese partner, permette di evidenziare alcune significative peculia-rità degli scambi regionali rispetto al dato nazionale. Data la indisponibilità, per quest’anno, dei dati relativi al quarto trimestre del 2001, l’analisi è svolta con riferimento agli ultimi due anni, cioè ai 12 mesi che vanno da ottobre 1999 a settembre 2000 e da ottobre 2000 a settembre 2001; per semplicità nel paragrafo si indicheranno tali periodi con l’anno prevalente.

Con riferimento ai paesi fornitori di prodotti del settore primario (tab.

5.3), nel 2001 la Francia ha mantenuto, rispetto all’anno precedente, il ruolo di primo paese fornitore, sia per la regione Emilia-Romagna che per l’intero Paese: nel caso dell’Emilia-Romagna la quota del paese d’oltralpe è stata superiore al 21%, mentre per l’intero Paese si è fermata poco sotto (19,8%).

Seguono, nell’ordine, Paesi Bassi, USA e Spagna a livello regionale, mentre in ambito nazionale USA e Spagna si scambiano la rispettiva posizione. Le Tab. 5.3 - Importazioni di prodotti agro-alimentari: quote percentuali dei primi paesi di provenienza nel 1999-2000 e nel 2000-2001

Ottobre 1999-settembre 2000 Ottobre 2000-settembre 2001

Paese Emilia R. Italia Emilia R. Italia

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat.

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importazioni dell’Emilia-Romagna dai Paesi Bassi, in particolare, sono au-mentate in modo sensibile passando, in un solo anno, da meno del 7% a più dell’11,8%. Le importazioni dagli Stati Uniti, al contrario, nello stesso pe-riodo hanno subito un forte ridimensionamento sino quasi a dimezzarsi: la loro quota passa dal 16% all’8,4%. Ciò nonostante gli USA restano ancora un mercato di approvvigionamento relativamente più importante in ambito regionale che non a livello nazionale. Nel 2000, infatti, gli Stati Uniti erano di gran lunga il secondo paese fornitore di prodotti del settore primario dell’Emilia-Romagna, seguiti a distanza da Brasile, Paesi Bassi e Spagna con quote pari rispettivamente al 7,2%, al 6,9% e al 4,8%.

Gli altri due paesi che detengono quote di un certo rilievo sulle importa-zioni regionali sono Germania e Brasile: le loro quote sono pari rispettiva-mente al 6,0% e al 5,8%. Questi paesi risultano, nel periodo considerato, il quinto ed il sesto fornitore sia per la regione che per l’Italia nel suo insieme, anche se le quote rispetto all’intero Paese sono leggermente inferiori.

Resta infine confermata, sia a livello regionale che nazionale, l’importanza relativamente modesta, anche se in forte aumento (specie a li-vello regionale) rispetto all’anno precedente, dei paesi UE quali fornitori di prodotti del settore primario: la loro quota complessiva si aggira attorno al 58% per il dato regionale e al 51% per il dato nazionale; l’anno prima le quote si attestavano, rispettivamente, sul 43% e sul 49% circa..

Le importazioni di prodotti dell’industria alimentare, invece, risultano più concentrate: la Germania è il primo fornitore sia a livello regionale che nazionale, migliorando sensibilmente il ruolo che aveva nel 2000: la sua quota sulle importazioni di prodotti dell’industria alimentare è pari al 18,6%

a livello regionale e al 19,2% in ambito nazionale, a fronte di valori che nell’anno precedente valevano rispettivamente il 14% ed il 17,1%. La Fran-cia, che nel 2000 occupava la posizione di primo fornitore, nell’anno succes-sivo perde due posizioni in ambito regionale, mentre si conferma come il se-condo paese fornitore a livello nazionale; la sua quota sulle importazioni re-gionali scende infatti dal 15,4% al 14,2%, mentre a livello nazionale resta sostanzialmente stabile, passando dal 15,8% al 15,2%.

I Paesi Bassi, invece, terzo fornitore di prodotti trasformati, nel 2000 pas-sano, nell’anno seguente, ad occupare la seconda posizione incrementando la propria quota sulle importazioni regionali dall’11,3% al 14,4%. A livello nazionale, invece, questo paese risulta essere il terzo fornitore con una quota significativamente più bassa (10,3%) rispetto a quella regionale, ma sostan-zialmente in linea rispetto al dato dell’anno precedente (10,1%).

Questi primi tre paesi (Germania, Paesi Bassi e Francia), quindi, hanno fornito da soli il 47,3% dei prodotti dell’industria alimentare importati a

li-vello regionale, ed il 44,7% a lili-vello nazionale. Il ruolo dell’insieme dei pae-si dell’Unione Europea, inoltre, appare assai più rilevante per i prodotti dell’industria alimentare che non per quelli del settore primario: in questo caso la quota sale al 73,3% per l’Emilia-Romagna, e al 75,3% per l’Italia, valori in leggero aumento rispetto all’anno precedente, quando le quote era-no rispettivamente del 69,5% e 74,3%.

Solo altri tre paesi, infine, detengono quote significative sulle importa-zioni di prodotti dell’industria alimentare sia a livello regionale che naziona-le: Danimarca, Argentina e Spagna, in ordine di importanza rispetto alle for-niture regionali per l’ultimo anno, con quote pari rispettivamente al 7,5%, 6,1% e 5,8%; a livello nazionale si modificano radicalmente quote e posi-zioni: la Spagna è il mercato più importante con una quota del 9,2%, seguita a distanza da Danimarca e Argentina. Sia a livello nazionale che regionale, tuttavia, dopo questi paesi le quote sulle importazioni degli altri partner scendono al di sotto del 2%, ad eccezione della Grecia, che nei due anni di riferimento passa dal 2,4% all’1,1% in ambito regionale e dall’1,2% al 2,4%

a livello nazionale.

Dal lato delle esportazioni (tab. 5.4), la Germania si conferma ancora una volta, e di gran lunga, il primo mercato di destinazione per i prodotti del set-tore primario sia a livello regionale che nazionale. Nel 2001 la sua quota sul-le esportazioni totali di prodotti del settore primario ha raggiunto il 38,0% in ambito regionale e il 34,9% a livello nazionale, in aumento rispetto al 2000, quando era stata pari al 32,6% e al 34,6% rispettivamente.

Anche nel 2001, come nell’anno precedente, Regno Unito e Francia so-no i due paesi di destinazione dei prodotti del settore primario che seguoso-no in ordine di importanza a livello regionale, e, in ordine inverso, anche a li-vello nazionale: nell’ultimo anno, infatti, mentre il Regno Unito detiene una quota sulle esportazioni regionali del 10,7% e la Francia del 6,2%, a livello nazionale le quote sono pari, rispettivamente, al 6,4% e all’11,0%.

Dopo i primi tre paesi partner già analizzati, seguono, con riferimento al mercato regionale e con quote decrescenti, Paesi Bassi (5,1%), Svizzera (4,4%), Spagna (4,3%) e Austria (4,0%). Gli stessi paesi ricoprono, anche se con posizioni relative leggermente mutate, un ruolo analogo anche con riferimento alle esportazioni nazionali: i Paesi Bassi passano in coda agli altri tre paesi.

Complessivamente i paesi dell’Unione Europea rappresentano una quota assolutamente predominante sulle esportazioni totali sia regionali che nazio-nali, peraltro in aumento rispetto all’anno precedente: la quota è passata dal 75,6% al 78,4% per l’Emilia-Romagna, e dal 76,6% al 77,0% a livello na-zionale.

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Anche per i prodotti dell’industria alimentare la Germania risulta essere il primo paese di destinazione dei prodotti sia regionali che nazionali con quote pari, rispettivamente, al 21,4% e al 20,4%. Rispetto all’anno prece-dente si segnala un incremento delle quote di questo paese sia con riferi-mento alla regione che all’Italia nell’insieme; rispetto alle esportazioni re-gionali, inoltre, questo incremento ha permesso alla Germania di superare la Tab. 5.4 - Esportazioni di prodotti agro-alimentari: quote percentuali dei primi paesi di destinazione nel 1999-2000 e nel 2000-2001

Ottobre 1999-settembre 2000 Ottobre 2000-settembre 2001

Paese Emilia R. Italia Emilia R. Italia

Fonte: Nostre elaborazioni su dati Istat.

quota di prodotto esportata dall’Emilia-Romagna verso la Francia, primo paese di destinazione di prodotti dell’industria alimentare regionale nell’anno prima.

Dopo la Germania seguono, in ordine di importanza decrescente, Francia, Regno Unito e USA con quote sulle esportazioni regionali pari rispettiva-mente al 19,6%, al 9,2% e al 5,2%. A livello nazionale, invece, dopo la Francia che mantiene la seconda posizione con una quota del 12,7%, seguo-no gli USA con una quota leggermente inferiore (12,5%) e quindi il Regseguo-no Unito. La Spagna risulta essere il quinto mercato di destinazione dei prodotti dell’industria alimentare sia a livello regionale che nazionale con quote del 4,7% e del 3,5% rispettivamente.

Pertanto, per i prodotti dell’industria alimentare la quota è aumentata in misura significativa a livello sia regionale che nazionale solo per la Germa-nia, mentre per i paesi che seguono sembra si stia evidenziando una leggera tendenza alla diminuzione: complessivamente la quota detenuta dai primi 4 paesi di destinazione è aumentata sia a livello regionale che nazionale pas-sando rispettivamente dal 49,6% al 55,4% e dal 51,6% al 55,1%.

Con riferimento ai soli paesi dell’Unione Europea, si può confermare an-che per il 2001, il ruolo particolarmente importante dal lato delle esportazio-ni di prodotti dell’industria alimentare, analogamente a quanto detto per i prodotti del settore primario: la quota complessiva raggiunta dall’insieme di questi paesi è stata pari al 72,8% sulle esportazioni regionali e al 61,9% su quelle nazionali, in aumento rispetto ai valori di 67,9% e 59,4% dell’anno precedente. Si conferma, comunque, un’importanza relativa inferiore dei pa-esi dell’Unione Europea dal lato delle esportazioni di prodotti dell’industria alimentare rispetto a quanto si è rilevato per i prodotti agricoli. Ciò è, d’altro canto, imputabile anche al maggior grado di protezione commerciale accor-dato, nel complesso, ai secondi.

Nel documento Volume Rapporto 2001 (.pdf 1.5mb) (pagine 130-135)