7. L’INDUSTRIA ALIMENTARE
7.3. Occupazione e fabbisogno professionale nell’industria ali- ali-mentare
Il mondo del lavoro e l’occupazione continuano ad essere al centro dell’attenzione della pubblica opinione. Proseguendo l’analisi, iniziata lo scorso anno, si affronta nuovamente questa tematica mettendo in risalto al-cuni fatti salienti e precisando quali siano, in particolare per l’Emilia-Romagna e più nel dettaglio per l’industria alimentare, le aspettative riguar-danti il mercato del lavoro. Oltre a quantificare gli stock e i flussi di occupa-zione si vogliono identificare le qualifiche professionali richieste dalle im-prese che hanno manifestato l’intenzione di assumere nell’anno 2001 appena concluso.
Per condurre l’analisi sono stati utilizzati i dati di Excelsior1, il sistema informativo permanente per l’occupazione e la formazione, realizzato da U-nioncamere, unitamente al Ministero del Lavoro ed all’Unione Europea.
Come noto questo sistema si basa su informazioni ricavate da dati ammini-strativi (Registro Imprese/REA, Inps e Inail) e da indagini periodiche sulle imprese, ed è in grado di fornire importanti informazioni sulla domanda di lavoro delle imprese a livello nazionale, regionale e provinciale.
I dati utilizzati, tratti dall’ultima indagine svolta da Excelsior (2001), si ri-feriscono al personale dipendente, presente nelle imprese al 31 dicembre 2000, e alle previsioni occupazionali per l’anno 2001. Bisogna subito rilevare che si tratta di dati diversi da quelli che usciranno dall’elaborazione dell’ultimo Censimento dell’industria del 2001, dati peraltro non ancora di-sponibili; questo a causa della diversa data di rilevazione, del fatto che l’indagine Excelsior considera solo i dipendenti e non tutti gli occupati e per la differente metodologia di rilevazione dei dati. Questa variazione era già emersa confrontando, lo scorso anno, i dati Excelsior con quelli del Censi-mento intermedio dell’industria del 1996. Per meglio dare la dimensione di questa differenza si può notare che nel caso dell’industria alimentare emilia-no-romagnola i dati del sistema Excelsior, rispetto a quelli del censimento del 1996, sono inferiori dell’8,6% se consideriamo anche le imprese artigiane, mentre escludendole il rapporto si inverte a favore di Excelsior del 10,4%.
7.3.1. L’occupazione nell’industria e nei servizi
In Italia risultano operanti oltre 1 milione di unità locali. Di queste il 70%
1. Le informazioni riguardanti Excelsior sono state tratte dalle note metodologiche ed inter-pretative disponibili nel sito internet dell’indagine http://www.excelsior.unioncamere.it/.
196
non prevede di effettuare assunzioni nel 2001. Le due ragioni principali sono le difficoltà di mercato (30%) e una dotazione di organico sufficiente (42%).
Le imprese che assumeranno considerano che circa il 40% del personale da assumere sia di difficile reperimento e questo soprattutto a causa della man-canza della qualificazione necessaria e della ridotta presenza-forte concor-renza tra le imprese per questa specifica figura professionale. Queste due motivazioni pesano entrambe per quasi il 40%. Le imprese prevedono inol-tre che per, il 35,5% del personale assunto con esperienza e addirittura il 43,1% per gli assunti senza esperienza sia indispensabile un periodo di for-mazione. Queste percentuali di per se già elevate salgono rispettivamente al 68% e al 75% per le imprese con più di 250 addetti.
Nella regione Emilia-Romagna operano poco meno di 100 mila unità lo-cali. Come a livello nazionale, solo un numero ridotto, 30 mila unità locali, dichiara di voler effettuare delle assunzioni. La difficoltà nel reperire il per-sonale adatto sale a circa il 50% delle previste assunzioni. Gli ostacoli che le imprese dovranno superare sono gli stessi; infatti, con un peso preponderan-te rispetto alle altre motivazioni, vengono citapreponderan-te la mancanza della qualifica-zione necessaria e la ridotta presenza-forte concorrenza tra le imprese, per questa specifica figura professionale. A livello generale la maggior difficoltà riscontrata nel reperimento dei dipendenti è da ricondurre alla mancanza di personale sufficientemente qualificato. Questo dato di fatto viene conferma-to dalla necessità, evidenziata dalle imprese, di dover procedere ad una ulte-riore formazione per circa il 50% dei nuovi assunti.
Secondo il sistema Excelsior, al 31 dicembre 2000, i lavoratori dipenden-ti presendipenden-ti in Emilia-Romagna sono oltre 966 mila, il 9,9% del totale nazio-nale (tab. 7.1). Un dato in crescita rispetto alla precedente rilevazione. Il sal-do occupazionale atteso alla fine del 2001 è positivo, con una crescita del numero degli occupati di 37.513 unità (+3,9%). Un aumento analogo al dato nazionale ed in crescita rispetto al 2,8% del biennio 1999-2000. Il saldo po-sitivo risulta dalla differenza tra le 69.947 assunzioni e l’uscita dal mondo del lavoro di 32.434 addetti. La crescita del saldo è causata soprattutto dalla forte diminuzione delle uscite dal mondo del lavoro, quasi del 50%, nono-stante sia calato anche il numero degli assunti. Il sistema ha dunque presen-tato una minor mobilità. Come ulteriore cambiamento, rispetto alla prece-dente analisi, si osserva che il tasso di crescita degli occupati dei servizi è decisamente superiore a quello dell’industria.
Le assunzioni previste a livello nazionale, nel 2001, superano la soglia delle 700 mila unità, mentre è prevista l’uscita dal mercato del lavoro di 330.472 unità. Il saldo complessivo risulta pertanto positivo, ed in crescita del 3,9%. Se come indicato l’andamento è identico a quello regionale,
Tab. 7.1 - Dipendenti al 31.12.2000 delle imprese attive con almeno un dipendente e saldo occupazionale per il 2001
Italia Emilia-
Romagna PC PR RE MO BO FE RA FO RI
Dipendenti
Totale 9.804.229 966.190 67.999 97.154 118.381 176.797 250.748 59.436 71.892 73.021 50.762 Servizi 4.640.378 499.992 28.751 51.920 47.935 76.340 143.474 31.627 44.275 42.237 33.433 Industria 5.163.851 466.198 39.248 45.234 70.446 100.457 107.274 27.809 27.617 30.784 17.329 Industria alimentare 316.398 46.616 2.397 12.535 5.879 9.303 5.665 2.061 3.615 3.550 1.611 Saldo occupazionale
Totale 383.086 37.513 1.547 3.985 4.505 7.015 9.497 2.582 2.722 3.308 2.352
Servizi 192.957 24.179 1.602 2.896 2.387 3.758 6.217 1.697 1.869 2.032 1.721
Industria 190.129 13.334 -55 1.089 2.118 3.257 3.280 885 853 1.276 631
Industria alimentare 10.837 1.060 31 241 64 83 188 128 73 190 62
Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2001.
198
l’aumento a livello nazionale vede una minor prevalenza dei servizi sull’industria. Il saldo complessivo è per lo più dovuto all’azione delle PMI, con le grandi imprese che crescono solo dell’1%.
Analizzando la distribuzione dei dipendenti emiliano-romagnoli a livello provinciale, emerge il ruolo leader di Bologna che occupa oltre un quarto del totale regionale, seguita da Modena con il 18,3 %. Seguono a distanza le al-tre province ed in ultima posizione risulta essere Rimini2 con il 5,3% del to-tale dei dipendenti. A livello di saldo occupazionale la provincia di Bologna contribuisce da sola a oltre il 25% del totale dei nuovi posti di lavoro. Non si riscontrano particolari differenze provinciali a livello di saldo. Si rileva inol-tre che, in tutte le province, l’industria manifatturiera realizza crescite occu-pazionali inferiori a quelle dei servizi presentando un andamento dissimile da quello nazionale.
Il peso dei diversi settori vede, a livello regionale, prevalere i servizi. Si discostano concretamente due province, Piacenza e Modena, per le quali il peso degli occupati dell’industria manifatturiera permane vicino al 60%.
Prevalenti sono a Piacenza le Industrie estrattive, dei metalli, chimiche e per la produzione di energia, mentre a Modena sono particolarmente importanti le Industrie dei macchinari industriali ed degli elettrodomestici e le Industrie vetroceramiche e dei laterizi.
7.3.2. L’occupazione nell’industria alimentare
Con oltre 316 mila addetti l’industria alimentare rappresenta, a livello nazionale, il 6,2 % del totale dei dipendenti dell’industria. I movimenti pre-visti, a tutto il 2001, riportano un saldo positivo del 3,4%, come risultato dell’uscita dal settore di 9.226 dipendenti e dell’entrata di 20.063 addetti. Il saldo è in crescita rispetto alla precedente rilevazione per la forte diminuzio-ne delle uscite previste.
Il contributo della regione Emilia-Romagna al totale degli occupati nel settore dell’industria alimentare nazionale è pari al 14,7%. I 46.616 dipen-denti (tab. 7.2) di questo settore industriale rappresentano il 10% del totale regionale degli occupati nell’industria al 31 dicembre 2000. I quasi 4 punti percentuali in più rispetto al dato nazionale sono un primo indicatore dell’importanza del settore a livello regionale. In termini di flussi, le entrate,
2. Va posto l’accento sul fatto che, rispetto alla precedente rilevazione, i dati provinciali evidenziano delle variazioni piuttosto consistenti, non giustificabili con l’andamento dell’occupazione. Per esemplificare il fenomeno, la provincia di Rimini perde circa il 20%
degli occupati nei servizi e la provincia di Piacenza aumenta di oltre il 70% gli occupati nell’industria.
2.589 unità, e le uscite di dipendenti, 1.529 unità, comportano un saldo oc-cupazionale positivo (+2,3%), ma percentualmente meno importante del da-to nazionale.
A livello nazionale, in media le classi dimensionali considerate com-prendono circa un quarto del totale delle aziende; la sola eccezione è rap-presentata dalla classe da 50 a 249 addetti, che conta soltanto il 21% delle imprese. Ben diverso è invece il contributo che ognuna di queste classi dà alla crescita dell’occupazione. Dall’analisi Excelsior emerge nettamente la relazione inversa tra l’aumento degli occupati e la classe d’ampiezza. Se-condo le previsioni, l’occupazione dovrebbe aumentare dell’8,6% nel caso delle imprese della classe da 1 a 9 addetti, nella misura del 2,6% e dell’1%
rispettivamente per la classe da 10 a 49 e da 50 a 249 addetti. Infine, nel caso delle imprese di maggiore dimensione, quelle che occupano più di 250 dipendenti, si dovrebbe registrare una leggerissima crescita del nume-ro di occupati, lo 0,2%.
Confrontando questi dati con quelli regionali emerge come prima consta-Tab. 7.2 - Distribuzione per classi dei dipendenti al 31.12.2000 delle imprese ali-mentari e del saldo occupazionale al 2001
Italia
Emilia-Romagna PC PR RE MO BO FE RA FO RI
Dipendenti
Totale 316.398 46.616 2.397 12.535 5.879 9.303 5.665 2.061 3.615 3.550 1.611 1-9
addetti 92.560 9.724 463 2116 1.035 1.471 1.578 745 876 842 598 10-49
addetti 78.627 12.663 828 2.825 1.996 2.604 1.631 608 616 924 631 50-249
addetti 67.543 9.201 598 2.027 1.244 1.729 1.255 193 1.163 757 235 da 250
addetti 77.668 15.028 508 5.567 1.604 3.499 1.201 515 960 1.027 147 Saldo occupazionale
Totale 10.837 1.060 31 241 64 83 188 128 73 190 62
1-9
addetti 7.950 750 28 91 62 112 136 126 57 77 61
10-49
addetti 2.053 254 11 48 45 57 35 11 19 19 9
50-249
addetti 663 9 3 -4 1 -34 28 1 11 4 -1
da 250
addetti 171 47 -11 106 -44 -52 -11 -10 -14 90 -7
Fonte: Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2001.
200
tazione una diversa ripartizione dei dipendenti; infatti, le quattro classi d’ampiezza considerate presentano pesi diversi. Più precisamente, la distri-buzione degli occupati evidenzia due distinte categorie: la classe da 1 a 9 addetti e da 50 a 249 addetti inquadrano ognuna circa il 20% degli addetti, mentre le altre due classi considerate, quelle da 10 a 49 addetti ed oltre 250, riuniscono singolarmente circa il 30% dei dipendenti. In particolare la classe di maggiore ampiezza registra, rispetto al dato nazionale, un valore maggio-re di oltmaggio-re 7 punti percentuali. La maggio-realtà delle grandi impmaggio-rese caratterizza dunque fortemente la regione, come viene confermato dalla minor presenza di occupati nelle piccolissime aziende, circa 8 punti percentuali in meno.
Diverso è anche il contributo che ognuna di queste classi dà alla crescita dell’occupazione. In Emilia-Romagna, secondo le previsioni, l’occupazione dovrebbe aumentare del 7,7% nel caso delle imprese della classe da 1 a 9 addetti, nella misura di circa il 2% per la classe da 50 a 249 addetti e dello 0,1% per la classe da 10 a 49 e, infine, dello 0,3% nel caso delle imprese con più di 250 dipendenti. Rispetto alla rilevazione precedente si osserva in par-ticolare che la classe superiore registra sia a livello nazionale che regionale una crescita, invertendo la tendenza negativa emersa lo scorso anno.
Proseguendo ulteriormente nel dettaglio, a livello provinciale, risaltano alcune specificità. Rispetto alla precedente rilevazione troviamo dei saldi negativi quasi esclusivamente nella classe delle imprese più grandi, con la sola esclusione di Parma e Forlì. Province dove la maggior crescita occupa-zionale è imputabile proprio a questa classe di ampiezza. Questa “anomalia”
è da ricondurre, nel caso di Parma, alla forte presenza di imprese di grandi dimensioni localizzate in questa provincia: le imprese superiori a 250 addetti occupano circa il 45% dei dipendenti dell’industria alimentare della provin-cia. Il saldo a livello provinciale delle medie imprese fa notare un ridotto di-namismo, se si esclude Modena con un dato importante e negativo. In questa provincia le imprese non piccole mostrano evidenti segni di sofferenza del settore, tanto più che poco meno del 60% degli addetti è compreso nelle due classi superiori.
Infine, in termini di importanza dell’occupazione dell’industria alimenta-re sul totale dell’industria, Parma con il 28% evidenzia la sua forte e palimenta-recisa vocazione, mentre di contro Bologna con il 5% e anche Piacenza con il 6%
sono le due province con il dato percentuale più basso. Tuttavia nel caso di Piacenza si riscontra che l’industria alimentare, con il suo saldo occupazio-nale positivo, contribuisce a diminuire la perdita complessiva d’occupati nell’industria prevista per il 2001.
7.3.2.1. Le caratteristiche dei futuri assunti
L’insieme dei dati sin qui considerati è l’espressione numerica di diverse componenti qualitative, interne al settore. Componenti che possono essere esplicitate in termini anche strategici, passando ad analizzare le tendenze in atto nella richiesta di specifiche tipologie di dipendenti. La distribuzione del-le assunzioni sulla base deldel-le caratteristiche richieste daldel-le imprese consente, infatti, di avere conoscenze più precise sugli orientamenti e sugli sviluppi fu-turi delle imprese, oltre a fornire indicazioni, alle diverse istituzioni, sui pro-grammi di sviluppo o di coordinamento scuola/lavoro da portare avanti.
Per l’industria alimentare sono previste in Italia, alla fine del 2001, poco più di 20 mila assunzioni, di cui 2.589 in Emilia-Romagna. Per queste per-sone, che entreranno o rientreranno nel mondo del lavoro oppure che cam-bieranno occupazione, l’industria ha manifestato delle richieste ben precise in termini di requisiti.
Età richiesta agli assunti
Il 69,2% degli assunti a livello nazionale dovrebbe avere una età non su-periore ai 35 anni (tab. 7.3). Sulla base delle dichiarazioni delle imprese, per ben il 28,1% delle future assunzioni l’età risulta essere una caratteristica non rilevante. I dati regionali accentuano la crescita della non importanza dell’età dei neo assunti, rispetto allo scorso anno: con il 60,5% dei giovani sotto i 35 anni ed ancor più il 38,1% di assunzioni per le quali l’età non è un fattore ri-levante.
A livello provinciale emergono ulteriori differenze, anche se di norma i giovani fino a 25 anni sono maggiormente richiesti dalle imprese. Si diffe-renziano fortemente, dalla media nazionale o regionale, sia Parma, che Bo-logna per la non rilevanza dell’età, per oltre il 45% dei casi. Si registra anche Tab. 7.3 - Assunzioni di dipendenti previste nel 2001 dall'industria alimentare di-stinte per classe di età
Italia Emilia-
Romagna PC PR RE MO BO FE RA FO RI
Sino a 25 8.553 1.026 33 167 69 241 111 111 87 168 39
Da 26 a 35 5.330 541 20 105 82 110 51 8 38 105 22
Oltre 35 551 36 1 9 4 8 3 2 3 4 2
Non rilevante 5.629 986 31 304 101 149 136 41 52 135 37 Totale 20.063 2.589 85 585 256 508 301 162 180 412 100 Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2001.
202
che le persone con oltre 35 anni hanno basse probabilità, meno del 2%, di trovare un’occupazione. Sicuramente, tuttavia, le aspettative lavorative di questa fascia anagrafica potranno essere soddisfatte da quelle imprese che dichiarano non importante l’età del neo assunto, tanto più se questo persona-le in cerca di occupazione è in possesso di una precedente esperienza.
Livello di esperienza, abilità linguistiche e informatiche
Proprio quest’ulteriore caratteristica è stata valutata traendo le informa-zioni dalla banca dati Excelsior. Dal dato nazionale emerge, nel caso dell’industria alimentare, una non elevata richiesta di personale che abbia già lavorato: per circa il 61% delle assunzioni non viene richiesta una preceden-te esperienza di lavoro (tab. 7.4). Il dato regionale, con una percentuale del 65,2%, accentua la tendenza nazionale. Nuovamente a livello provinciale emergono situazioni molto differenziate. Le percentuali di assunzione di personale dotato di esperienza nell’industria alimentare passa dal 25,9% di Piacenza, al 48,6% di Modena e al 51% di Rimini. Quest’ultima provincia, pur con un dato percentuale in calo, continua a distinguersi, nell’ambito rgionale, per la forte richiesta di personale in possesso di una precedente e-sperienza. Le altre province sono molto vicine al 30%. Infine, come si pote-va presumere, l’esperienza richiesta diventa un fattore importante e crescen-te in funzione dell’età della persona. Se sotto i 26 anni prevale la non richie-sta di esperienza, nelle successive classi considerate questo non è più vero.
Infatti, per esempio, il 70% dei nuovi assunti con più di 35 anni dovrà avere una precedente esperienza.
Tab. 7.4 - Assunzioni di dipendenti previste nel 2001 dall’industria alimentare di-stinte per esperienza richiesta
Italia Emilia-
Romagna PC PR RE MO BO FE RA FO RI Con esperienza 7.863 900 22 172 80 247 89 56 53 130 51 e conoscenza di:
- lingua estera 1.261 140 3 64 19 17 10 2 5 14 6
- informatica 1.941 362 12 84 33 42 45 5 44 30 7
Senza esperienza 12.200 1.689 63 413 176 261 212 106 127 282 49 e conoscenza di:
- lingua estera 1.324 276 9 173 3 41 7 6 10 26 1
- informatica 1.968 365 8 172 4 45 64 17 27 28 -
Totale 20.063 2.589 85 585 256 508 301 162 180 412 100 Fonte: Unioncamere – Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2001.