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I principi e la normativa della didattica inclusiva

CAPITOLO 2 IL POLO DEL DOCENTE

1. I principi e la normativa della didattica inclusiva

Dopo aver presentato le caratteristiche che influiscono sull’apprendimento delle lingue degli alunni dislessici/disortografici e degli alunni di altre L1, è importante focalizzare l’analisi sul polo del docente, e riflettere sugli strumenti normativi e sui riferimenti teorici che orientano le scelte educative e didattiche.

La scuola italiana con la legge 170 del 2010 prima, con la direttiva ministeriale del dicembre 2012 e la relativa circolare del marzo 2013 poi, fa un passo verso la maggiore inclusività degli alunni con difficoltà riconoscendo il diritto alla personalizzazione dell’insegnamento/apprendimento anche in assenza di accertamenti clinici.

La Direttiva Ministeriale del 2012 Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica si richiama ai principi della Legge 53/2003 per quanto riguarda la personalizzazione del processo d’insegnamento/apprendimento, e sottolinea come la scuola oltre a garantire il diritto all’istruzione per tutti, debba promuovere e assicurare il pieno godimento dei diritti e rispettare e valorizzare le differenze individuali e personali (Miur, 2012: 8). Introduce cioè la necessità di un adeguamento dell’insegnamento alle condizioni di apprendimento di ciascun alunno - come evidenziato nei principi della Convenzione Onu sottoscritta dall’Italia nel marzo 2007 – senza l’obbligo di una diagnosi medica ma richiamando la responsabilità degli insegnanti sul piano pedagogico e didattico. Questo significa che una didattica

inclusiva cerca di realizzare la partecipazione di tutti gli alunni tenendo conto di 3 principali elementi:

1. funzionamento umano differente (sia quando porta a differenze problematiche sia quando è semplicemente diverso nelle relazioni, nell’apprendere, nelle emozioni

2. equità, che si può attuare solo se sono state riconosciute le differenze, vuol dire valorizzarle e dare pari valore dignità e diritti

3. efficacia tecnica e piena partecipazione sociale: progettare offerte formative efficaci capaci di sviluppare il massimo del potenziale apprenditivo, nel contesto naturale che garantisce la partecipazione sociale e l’appartenenza a una situazione collettiva

La didattica inclusiva promuove la partecipazione attiva del soggetto e sollecita il passaggio da una didattica tradizionale di approccio trasmissivo/passivo a una didattica più costruttiva che richiede modelli educativi innovativi che aiutino le persone a organizzare, sviluppare e riflettere sul proprio apprendimento e sulla costruzione delle proprie conoscenze e competenze. Per questo essa si pone come una sfida ai formati didattici frontali e trasmissivi, strutturalmente poco adatti alla personalizzazione, alla valorizzazione della persona e delle diverse modalità di apprendimento.

Per individualizzazione dell’apprendimento si deve intendere l’offerta di percorsi formativi “su misura” basati sulle caratteristiche dell’individuo, sottolineando la diversità di ciascuno e assicurando l’adozione di opportune strategie mirate all’apprendimento di tutti gli allievi, anche attraverso percorsi differenti. L’azione formativa individualizzata pone quindi obiettivi comuni per tutta la classe, ma adattando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali con l’obiettivo di assicurare a tutti il conseguimento delle competenze fondamentali del curricolo, ponendo attenzione alle differenze individuali. Essa si fonda cioè sull’analisi del profilo e dei bisogni degli allievi che sta alla base della didattica delle lingue, ed estende a tutte le discipline scolastiche le nozioni di “flessibilità”, “adattabilità”, “valorizzazione degli stili di apprendimento” e “differenziazione”. Gli interventi «speciali» vanno cioè fatti rientrare in una «didattica normale, per tutti gli alunni che abbia come normale elemento strutturale il massimo valore

 

Secondo le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento del 2011 (Miur, 2011: 6) la didattica individualizzata «consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esse dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente». Invece, la didattica personalizzata «calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire, così, l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue ‘preferenze’ e del suo talento». In quest’ottica la didattica personalizzata promuove le potenzialità e l’apprendimento significativo in ogni alunno, attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali, etc.), l’attenzione agli stili di apprendimento e la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, mirando a creare - per l’alunno e lo studente con DSA - le condizioni più favorevoli per il raggiungimento degli obiettivi di apprendimento (Miur, 2011: 6-7). L’applicazione didattica dei concetti di “individualizzazione” e “personalizzazione” alle “classi ad abilità differenziata” (CAD) implica la costruzione di un profilo dell’alunno derivato dall’analisi dei bisogni e degli stili di apprendimento, ma anche la necessità di differenziare le metodologie, le tecniche, e i materiali in relazione agli obiettivi differenziati.

L’adesione a questi principi, e l’adozione di certe metodologie e tecniche, permette di passare da una “glottodidattica speciale” (GS) intesa come «branca della glottodidattica generale che [...] si pone il duplice obiettivo di conoscere le peculiarità del processo di educazione linguistica in situazione di bisogno speciale per poter intervenire sul processo e fornire a tali bisogni risposte metodologiche scientificamente fondate» (Daloiso, 2012: 473), a una didattica inclusiva che permette a tutti di raggiungere il successo scolastico, che destigmatizza le diversità e propone la personalizzazione degli apprendimenti (sostenuta dalla

legge n. 53 del 2003) applicando i parametri di variazione individuale e ambientale all’insegnamento (in conformità con l’approccio dialogico).