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Il “Discurso sobre la fortificaçion, y defensa del Reyno de Valençia” del

Capitolo 4 La difesa territoriale del Regno di Spagna

4. La difesa territoriale del regno

4.4 Il “Discurso sobre la fortificaçion, y defensa del Reyno de Valençia” del

Il Discorso sulla fortificazione del regno di Valencia di Giovanni Battista Antonelli si dimostra di fondamentale importanza per approfondire la strategia difensiva propo- sta dall’ingegnere per la protezione delle coste spagnole32.

Il memoriale, compilato per resocontare al sovrano lo stato della difesa del momento, seguiva ad una prima relazione orale che l’ingegnere aveva presentato in maniera somma- ria l’anno precedente in seguito alla prima visita del lito- rale, ma che era stata considerata insufficiente dal viceré Duca di Sogorbe e Cardona, il quale aveva richiesto una relazione aggiornata e questa volta per iscritto33.

Composto da 38 pagine scritte in lingua spagnola con cal- ligrafia ben leggibile e datato al giorno 30 marzo 1563, il documento contiene un’argomentazione chiara e articolata per punti, trattando della descrizione generale del regno di Valencia, dei problemi in materia di fortificazione e delle soluzioni proposte per la risoluzione efficace della situazione difensiva. Oltre alla descrizione accurata degli avamposti costieri ritenuti cruciali, specificando le even- tuali opere da intraprendere e la dotazione di armi necessa- rie per ogni singolo caso, era prevista anche una notazione sui costi e sulla fattibilità del progetto.

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8/ Immagine a sinistra. Mappa generale de los Alfaques di Tortosa alla foce del fiume Ebro, con le torri di difesa dell’area.AGS, MPD, 07, 063 [1585]: «Mapa del Delta del Ebro con sus fortificaciones». 9/ In alto. Frontespizio della relazione di Antonelli del 1563.

Nella parte introduttiva veniva brevemente descritta la regione di Valencia, dalla peculiare conformazione geo- grafica stretta ed allungata, compresa tra la Catalogna e il Regno di Murcia.

La grande estensione costiera del regno, maggiore di ses- santa leguas, rappresentava la frontiera che secondo il parere dell’ingegnere andava resa impermeabile alle in- cursioni nemiche. Le tipologie di attacco ricordate erano essenzialmente due: per mare, dove i nemici si imposses- sano delle navi e dei loro preziosi contenuti e, a terra, dove seminano terrore, rapiscono gli abitanti e saccheggiano le località affacciate sulla costa, imbarcando i compagni di

fede per fare ritorno ad Algeri34. A queste si poteva rispon-

dere con un’armata di galere da guerra e nel caso della terraferma operare tramite la fortificazione. Dalla tipologia dei nemici da affrontare dovevano essere calibrate le dife- se terrestri, in quanto i corsari non detenevano vere e pro- prie forze capaci di danneggiare una città fortificata o una fortezza al pari di un esercito Reale, limitandosi ad azioni di saccheggio puntuali e molto spesso improvvisate35.

Nel progetto difensivo del Duca di Maqueda, lodato da Antonelli per l’efficacia preventiva contro le incursioni corsare, venivano già ravvisati importanti provvedimenti, che si limitavano però a sole azioni di controllo e non alla difesa attiva a cui mirava l’ingegnere36. La segnalazione

delle torri poco contribuiva alla cattura o alla messa in fuga delle navi corsare, e nemmeno i limitati tiri di archibugio potevano impedire l’attracco per il rifornimento di acqua, o evitare che i mori utilizzassero la frastagliata costa come rifugio sicuro in caso di maltempo37.

La soluzione del problema veniva identificata nell’arma- mento delle torri a guardia delle cale principali, da provve- dere di spazi sufficienti per l’utilizzo dell’artiglieria. L’ar- ma ritenuta più adatta era mortaretto o il cannone pedrero che aveva diversi vantaggi, tra i quali la limitata dimensio- ne, la possibilità di gestione anche da parte di un numero esiguo di guardie, l’efficacia del tiro a distanza di proiettili grandi con l’utilizzo di poca polvere38.

Tutti questi aspetti venivano considerati dall’ingegnere che valutava oltre alla messa in difesa delle torri esistenti, anche la costruzione di nuovi avamposti per infittire la rete visuale e di tiro lungo la costa. I luoghi che necessitavano di nuove costruzioni erano Moraira e Cabonegrete, mentre Galicante nei pressi di Ifach doveva essere riparato spo- standovi la popolazione della vicina Calpe per aumenta- re il controllo sul porto39. Le torri fortificate e dotate di

artiglieria avrebbero così forzato il nemico in alto mare, dove il pericolo di naufragio è maggiore, impedendogli qualsiasi rifornimento a terra grazie al tiro incrociato delle torri vicine. Antonelli osservava infatti che la forzata lon- tananza dalla costa per evitare il cannoneggiamento ren- deva impossibile l’avvicinamento nottetempo delle navi, che stanziavano a diverse leghe di lontananza dalla costa, e qualsiasi tentativo di attracco sarebbe stato inverato dal sopraggiungere dell’alba, dimostrando la sua dimestichez- za anche nel campo della navigazione40.

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Nel complesso di fortificazioni da mettere in atto, l’inge- gnere ampliava lo spettro di azione fino alle isole prossi- me alla costa, che dovevano risultare integrate nel sistema difensivo, sia per evitare danni da parte del nemico che per privarlo di una base logistica utile all’approdo ed al rifornimento. Antonelli menzionava l’ysla gruessa di Ibiza e Formentera, che non era stata visitata nella ricognizione, entrambe avamposti utili per il nemico. Citava tra gli altri siti strategici gli Alfaques di Tortosa, al confine settentrio- nale del Regno, che effettivamente sarebbero stati oggetto

di attenzione negli anni a venire, con un progetto riguar- dante le torri di difesa concepito dall’ingegnere e messo in opera dal nipote Cristoforo.

Nell’isola di Santa Pola, conosciuta in seguito come Isola Piana o Nueva Tabarca, proponeva infine la costruzione di una fortezza per dissuadere la moltitudine di corsari che vi stazionava regolarmente. Il forte doveva essere costruito segretamente durante la stagione invernale, utilizzando la terra e la sabbia della stessa isola mescolata a poca calce41.

Con tutta probabilità la fortificazione del sito documentata

10/ Il sistema di torri progettate a difesa della foce del fiume Ebro, di cui due già costruite nel 1580, in un disegno autografo di Cristoforo Antonelli. AGS, MPD, 07, 155, [1580]: «Las cuatro torres que su mag. a mandado hazer en este puerto con las cuatro letras A, B, C, D, los desinios estan hechos son A y B como se parece por este disino y las dos que quedan por hacer son C, D».

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dai documenti del secolo successivo ebbe impulso proprio dal programma difensivo di Antonelli42.

Lo scopo del rafforzamento delle torri e dell’ordinamento degli uomini, era principalmente quello di evitare attacchi “alla sprovvista” o mancanza di protezione. Antonelli ri- badiva la necessità di un controllo capillare del territorio di cui erano incaricate le guardie a cavallo, che ogni mat- tina si occupavano di percorrere il tratto costiero a loro assegnato per scoprire eventuali appostamenti nemici, e le guardie delle torri, che effettuavano un lavoro di avvi-

stamento rimanendo costantemente all’erta. Il divieto per la popolazione locale di dedicarsi a qualsiasi attività pro- duttiva e di pesca permaneva fino al segnale di “seguro” alzato sulle torri, con il quale si era soliti comunicare la mancanza di pericoli imminenti. In caso di combattimen- to contro i corsari, che avveniva solitamente «a lança y escudo» cioè alla maniera antica, non risultava necessaria l’artiglieria, fondamentale invece contro un’armata dotata di batterie di armi da fuoco43.

La fortificazione delle città contro le batterie e le mine,

11-12-13/ La torre di impianto quadrato progettata da Antonelli per la Punta de la Luet de los Alfaques di Tortosa. AGS, MPD, 07, 154, [1580]: «Traza de la torre de San Christoval de la punta de la Luet de los Alfaques de Tortosa [...] y es conforme a las trazas y modello y memoriales de Juan Bautista Antoneli yngeniero».

A destra. Planimetrie per il forte compilate dal nipote Cristoforo Antonelli. AGS, MPD, 07, 140 e 141 [1581].

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tema che era stato ampiamente trattato nelle Epitomi, e la sua dotazione di armi e di proiettili, sarebbe stata accom- pagnata dall’invio di soldati, di cavalleria e fanteria da tut- te le province del regno44. Nell’eventualità che il nemico

fosse riuscito a sbarcare a terra i soccorsi dovevano essere repentini e provenire dalle vicine località, per permettere con i diversivi la formazione di un esercito difensivo45.

Antonelli proponeva anche la creazione di due edifici di produzione e stoccaggio delle munizioni, uno da erigere a Valencia per il rifornimento del tratto settentrionale della costa fino a Calpe, ed il secondo in Oriola, per coprire il territorio da Altea fino a Murcia46.

Nelle Epitomi del trattato dell’Artiglieria, Antonelli ave- va dedicato due paragrafi specifici al tema delle “case di munitioni”, che dovevano essere ubicate in punti strategi- ci del regno, facilmente raggiungibili e ben collegate alla viabilità principale, ma protette dalle incursioni e lontane dai confini. In questo si rispecchiava la scelta delle due località, prossime alle vie principali e situate nei punti ne- vralgici per lo spostamento ed il rifornimento di tutta la zona e, nel caso di Valencia, dotate anche di porto47.

Nell’eventualità di un attacco, le provviste di cibo sareb- bero state fornite da Aragón e Castilla, di cui il regno di Valencia offriva lo sbocco sul mare, e avrebbero permesso la resistenza anche a lunghi assalti, fungendo da deterren- te per i nemici. L’altra problematica da cui era afflitto il regno era costituita dalla numerosa popolazione moresca che si addensava in particolari zone della regione valenza- na. Il timore verso i convertiti derivava dal fatto che potes- sero aiutare i mori con informazioni sui luoghi sicuri per lo stanziamento e ribellarsi fornendo un aiuto consistente

dall’interno. In tale evenienza Antonelli prevedeva soccor- si dalla Mancha e da Aragón, con di pene esemplari per i traditori che avessero favorito le azioni corsare48.

Introdotto in maniera generale il tema della fortificazione e delle soluzioni difensive da applicare all’intero regno, l’ingegnere si soffermava sulla dettagliata descrizione dei siti chiave per l’approntamento delle difese, individuando nelle piazze di Alicante e di Denia i punti difensivi più importanti del regno. Infatti in entrambe le città era pre- sente uno sbocco portuale per l’attracco delle navi, e nel progetto di Antonelli andavano dotate di fortificazione re- ale per resistere a qualsiasi nemico ed inoltre si dovevano ammodernare i rispettivi castelli49.

Per i porti del regno venivano date istruzioni per la dife- sa, calibrate a seconda della dimensione. L’infrastruttura portuale di maggior importanza era situata nei pressi di El- che, non lontano dal fiume Guardamar e dall’isola di Santa Pola. Rilevanti anche i porti di Ifach, a cui venivano desti- nati diversi fondi, trasferendo Calpe e ripopolando l’ab- bandonata località di Galicante. A Moraira, di capienza inferiore e per sole navi a remi, andava costruita una torre nuova conforme al progetto già fornito dall’ingegnere per Jávea. Il porto nei pressi delle Peñas de Albir, che poteva accogliere in sicurezza alcune navi con lo svantaggio di essere una zona priva di acqua potabile, veniva dotato di artiglieria ed inserito nel sistema fortificato di Benidorm50.

Ad Altea le difese della fortezza dovevano essere ammo- dernate e dotate di artiglieria, a completamento del siste- ma di baluardi, di cui uno risulta ancora oggi esistente ed inglobato nell’edilizia residenziale. A Jávea veniva invece proposta la costruzione di una nuova piazzaforte per la

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15/ Disegno seicentesco dell’isola di Tabarca e delle sue fortifica- zioni. AGS, MPD, 25, 055, [1633]: «Diseño de la Isla de Tabarca» 16-17/ A destra, in alto. Rappresentazione del porto di Denia, città chiave per la difesa del regno secondo Antonelli.

In basso. Peñíscola e del suo castello. Atlante di Pedro Texeira, metà XVII secolo.

protezione dell’area di Sanct Antón, dato che il castello non la poteva proteggere51. A fianco di questi insediamenti

che detenevano importanza primaria nella difesa, esisteva- no molti altri luoghi che dovevano contribuire al sistema generale, in quanto risultava inutile fortificare alla perfe- zione le città più grandi, lasciando la possibilità ai corsari di uno sbarco sicuro in altre zone meno protette52.

L’analisi dettagliata delle località iniziava con Guardamar, da fortificare per “fare frontiera” alla città di Orihuela ed alla campagna intorno e per il controllo del fiume. La nuova torre da costruire nella gola doveva interrompere il lungo tratto di costa libero tra Cartagena e Alicante. Benidorm doveva essere fortificato e provvisto di abitanti che ne assicurassero la difesa. Così il vecchio castello di Oliva e la vicina Gandia.

La fortificazione del castello di Cullera aveva come scopo di proteggere il fiume, ottimo sito per alloggiare con sicu- rezza le galere nel periodo invernale: con la costruzione di una torre sarebbe stata assicurata l’area di Sant’Anna elevata alle spalle della città.

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18/ La torre de la Horadada, nell’estrema zona meridionale del Regno di Valencia. L’edificio, pesantemente modificato nel corso dei secoli, è oggi proprietà privata ad uso residenziale.

La zona del Grao di Valencia doveva essere protetta dal- lo sbarco dei pirati, anche se la spiaggia era considerata inagibile53. La città stessa, «cabeça del reyno», doveva es-

sere pronta a fornire aiuti armati agli altri senza rimanere sprovvista di uomini in caso di attacco.

Per i castelli di Morviedro e di Almenara si dovevano pre- vedere opportune difese, così come per Villa Real, Borria- na, Nules e Castellón de la Plana, a Oropesa e Altea, unico avamposto presente tra Castellón e Peñíscola.

Per Peñíscola era necessaria la fortificazione anche del ca- stello e la dotazione di artiglieria. Nella parte più settentrio- nale del regno, la messa in sicurezza dei due insediamenti di Benicarló e di Vinaròs avrebbe chiuso la regione fino a Tortosa e alla Catalogna. Le quattro fortezze di Orihuela, Xàtiva, Alzira e Morella, avrebbero completato il sistema generale della difesa costiera con dell’entroterra54.

Per quanto concerne le torri, Antonelli descriveva nel det- taglio le modifiche a cui ognuna doveva essere sottoposta, e nel caso di quelle di nuova costruzione rimandava alla consultazione dei progetti e dei modelli forniti dalle traças e dai modelli oggi perduti.

L’ingegnere menzionava un totale di 46 torri esistenti, di cui 22 da ammodernare e 17 da completare con la “guir- naldas” che avvolgendo la parte superiore dell’edificio55.

Le nuove proposte di edificazione, 13 in totale, ammon- tavano a circa il doppio dei quelle previste in precedenza. Le edificazioni ex novo riguardavano la Torre de la Ho-

radada quasi al confine col regno murciano, una torre vi- cino alla gola del fiume Segura nei pressi di Guardamar dove spesso i mori si fermano per l’approvvigionamento d’acqua, una nei pressi di Alicante dove erano stati rapiti dei paesani simile al modello fornito per Cabo Negrete, e un’altra nella bocca del Rio Seco, nel luogo dove era sbarcato tempo prima il pirata Dragut saccheggiando la campagna56. Una torre prevista tra le tre cale comprese tra

la torre de la Isleta e del Rio de Aguas, sarebbe stata pagata dalla Huerta di Alicante con lo stesso denaro destinato alle tre guardie notturne57. Risultava necessaria anche una torre

sul Cap Negret, una nel porto di Morayra e nella Cala de la Branca, dove si nascondevano le navi nemiche58.

Un avamposto era previsto nei pressi del fiume Molinell per impedire i rifornimenti ed un’altra nella zona di Oliva per arginare gli sbarchi dei mori; una nel lungo tratto di co- sta non controllato del Grao di Castellón e l’ultima era pre- vista nei pressi delle fonti del Alcoçer59. Si menzionava nel

documento anche la Fortezza di Bellaguarda, per la quale era prevista la costruzione di tre baluardi e del fosso60.

Per tutte quante le torri, come per le piazzeforti, veniva specificata la dotazione e la tipologia di armi necessarie, tra moschetti, cannoni pedreri e mortaretti. Cento proiettili di pietra ed un barile di polvere venivano assegnati ad ogni bocca da fuoco, con palle di almeno un palmo di diametro per poter danneggiare le navi61.

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sito tipologia di intervento armamento guardie f.

mortaretti pedrero moschetti

Altea ammodernare le difese alla fortezza e provvederla di artiglieria 4 1 10 7v8r Jávea (Xabia) costruzione di un nuovo castello per la prote-zione dell’area di Sanct Anton 10 2 50

Benidorm da fortificare e provvedere di abitanti che la controllino 6 1+1 mezzo cannone 24

7v 8v Guardamar costruzione di nuova torre nella gola 8r Villajoyosa il sito va conservato per evitare lo spopolamento

dei cristiani vecchi 10 2 50 8v Oliva fortificare il castello esistente

e la città 124 2 205 8v

Gandia fortificare 16 4 50 8v

Cullera

fortificare il castello esistente 8 3 50 8v costruire torri di sicurezza contro il padrastro

di Sant’Anna

Grau de Valencia fortificare 10 6 100

Morviedro fortificare il castello esistente 10 2 100 9r

Villa Real fortificare 10 3 24 9r

Borriana (Burriana) fortificare 8 2 50 9r Castellón de la Plana fortificare 16 4 100 9r Almenara fortificare il castello esistente 9r

Nules fortificare 50 9r

Orpesa (Oropesa del

mar) fortificare 2 1 + 1 mediano 12 9r Peñíscola fortificare il castello esistente 6 2 50 9r Benicarlon (Benicarló) fortificare 10 3 50 9r Binaroz (Vinaròs) fortificare 8 1 50 9r Xativa fortificare il castello esistente 9v Alzira fortificare il castello esistente 9v Morella fortificare il castello esistente 9v

sito tipologia di intervento armamento guardie f.

mortaretti pedrero moschetti

Morayra (Moraira) porto importante -costruzione di nuova torre simile al progetto fornito per Jávea

2v 6v 7r Cabonegrete costruzione di nuova torre 2v Galicante presso Ifach riparazione dell’esistente e spostamento della popolazione di Calpe per il controllo del porto 2v7r Ysla gruessa

Los Alfaques Isola de Sancta Pola

(Nueva Tabarca) costruzione di una fortezza in tapia 8 2 20 1 guardia ordinaria onesta + 1 atajador 3v 9v Isola di Formentera da visitareha un porto deserto che spesso è utilizzato dai

corsari

3v 7r Valencia costruire una casa di munizioni 5v Orihuela (Oriola) costruire una casa di munizionifortificare il castello esistente 5v9v Alicante costruire fortificazione reale alla piazzaforte e fortificare il castello esistente 24

10 +4 cannoni

di batteria

200 6v

Denia costruire fortificazione reale alla piazzaforte e fortificare il castello 2 2 + 2 mediani +2 di batteria

100 6v Elche porto importantefortificare il castello esistente contro le batterie 6v7r Ifaque (Ifach) porto importantenuova fortificazione 8 2+ 1 cu-lebrina 24 6v Peñas de Albir piccolo porto per poche navi ma sicurodotare di artiglieria e fortificato con torri 7r

con materiali di buona qualità e con difese “reali”, senza pensare a riparazioni temporanee che a lungo andare non risultavano di nessun ausilio62.

Evitando le costruzioni in muratura, molto onerose e diffi- cili da costruire, Antonelli aveva dato ordine di utilizzare per l’edificazione la tapieria, che risultava essere la mi- gliore forma di resistenza agli attacchi delle batterie oltre che di rapida edificazione.

Mediante il sistema di servizio obbligatorio da parte della popolazione beneficiaria della difesa, e previo accordo del- la licenza di lavorare anche nei giorni festivi, l’ingegnere aveva previsto un veloce completamento delle opere. Tutte le località costiere, ma anche le città dell’entroterra che dalla protezione delle coste ricevevano «benefiçio y seguridad», avevano l’onere di contribuire con un numero che oscillava tra le otto e le dieci giornate, provvedendo in caso di impossibilità al lavoro ad adempiere con pari quo- ta in denaro. Questo sarebbe in parte stato utilizzato per provvedere alle munizioni e a tutto il materiale necessario che sarebbe stato conservato nelle “case” di munizioni63.

Per affrontare la spesa, Antonelli prevedeva una tassazio- ne delle città del regno, indipendentemente se di cristiani o convertiti, che dovevano prestarsi ad inviare guardie a piedi o a cavallo64.

In definitiva l’ambizioso progetto di Giovanni Battista aveva preso in considerazione tutti gli aspetti logistici ed economici relativi alla difesa complessiva del regno, ma le eccessive spese non fecero mai compiere completamente il grande numero di interventi previsti. Solo alcune torri vennero costruite ed in tempi più tardi, anche dal momen-