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Capitolo 4 La difesa territoriale del Regno di Spagna

4. La difesa territoriale del regno

4.3 Il sistema difensivo delle torri costiere

«Et perché no in tutti i siti si ponno far Città et castelli, et restando essi dishabitati possono i nemici entrarvi con legni et far danno al paese, imperò sarà buon rimedio fare in tutti i luoghi torre che discuoprino dall’una all’altra tutto il lito del mare, et dove stando sintinelle di giorno et di notte discuoprino i legni che vanno solcando la marina et con fuochi o fumi o con tiri diino aviso a paesani perché si possino diffendere»18

Già in epoca medievale il controllo della costa iberica contro le invasioni era stato demandato alle torri di av- vistamento, che avevano l’onere di trasmettere l’avviso nell’entroterra per chiamare a raccolta i soccorsi in manie- ra tempestiva, permettendo l’organizzazione di una difesa sufficiente per far fronte al nemico. Le costruzioni erano solitamente ubicate in punti strategici e su alture che for- nissero ampia visuale, dato che la segnalazione avveniva tramite l’accensione di fuochi durante la notte e fumate durante il giorno. Si trattava di un sistema difensivo passi- vo e preventivo, in uso sin dai tempi antichi ed ampiamen- te diffuso presso i musulmani.

Tuttavia è in particolar modo a partire dal Cinquecento che la rete costiera di atalayas assumeva una rinnovata impor- tanza, risultando essere gli elementi essenziali contro i sempre più frequenti saccheggi corsari19. La costruzione di

torri aveva in un primo momento le medesime funzioni del passato, sennonché la loro architettura iniziava a specializ- zarsi in risposta alle nuovi armi, che ne facevano ridurre l’altezza e rinforzare le pareti mediante scarpe inclinate. Le torri non sono più costruzioni isolate di maestranze locali bensì entrano a far parte dei progetti complessivi firmati dagli ingegneri al servizio del monarca, i quali vi riversano anche un pensiero teorico e formale nella ricerca del modello più efficiente e versatile. Tramite questi pre- sidi si effettuava la difesa delle fonti di acqua potabile, il controllo sulle coste e sulle cale nei pressi delle foci dei fiumi, nelle quali spesso si nascondevano i corsari per rac- cogliere legna e per proteggersi dalle tempeste che in mare avrebbero potuto distruggere le loro navi. Le insenature erano usate anche come basi logistiche per l’attacco a sor- presa della terraferma, con saccheggi di merci e rapimenti di ostaggi per cui veniva richiesto un cospicuo riscatto.

Le torri in generale erano poste mediamente alla distan- za di una lega in terreni normali, che si riduceva a mezza in caso di territorio montagnoso o di difficile percorrenza, mentre poteva ampliarsi anche a due se di natura pianeg- giante20. I sistemi di avviso (almenaras) oltre ad essere

visuali prevedevano anche il passaggio dell’informazione tramite le guardie che si dovevano spostare da una torre all’altra, diffondendo la notizia21. In tal modo le notizie

venivano trasmesse sia nell’entroterra, per la preparazione della difesa effettiva, che lungo costa, per informare il vi- ceré che risiedeva nel centro di potere del Regno.

Il personale di guardia era composto da 2 o 3 soldati a pie- di (atalayas) che fungevano da guardie ordinarie occupan- dosi della vigilanza costiera e di dare segnali di avviso in caso di pericolo, e da guardie a cavallo (atajadores), a cui era affidato il compito di controllare l’effettiva sicurezza di un determinato settore di costa prima dell’inizio del la- voro dei contadini e dei pescatori locali. Solo in alcuni casi erano presente un “alcaide”, figura di responsabilità per il coordinamento delle attività di controllo o anche un arti- gliere, nel caso in cui il presidio avesse dotazione di armi da fuoco. Ovviamente tali incarichi erano ricoperti da soli cristiani di assodata fede, dalla fedina pulita e di morale corretta, non insolventi rispetto alle leggi e soprattutto non convertiti dalla religione musulmana22.

Il regime che ne regolava le mansioni nella seconda metà del Cinquecento derivava dalle Ordenanzas del 1552 nel- le Cortes della villa di Monzón, durante le quali era stata sollecitata la creazione delle guardie costiere. Don Bernar- dino de Cárdenas, capitano generale del regno di Valencia, ne aveva fatto redigere una regolamentazione, prevedendo anche la costruzione di nuove torri per la gestione dell’at- tività di controllo litoraneo23.

5/ Una delle torri tardo-cinquecentesche a guardia dei punti strategici del litorale levantino spagnolo. Foto Web.

Modelli compositivi per la difesa “alla moderna”. L’esperienza di Giovanni Battista Antonelli

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6 a-b/ Torri costiere da costruire (segnalate con la freccia verde) e castelli dell’entroterra da fortificare (in rosso) secondo il Memoria- le di Antonelli risalente al 1562.

7 a-b-c/ Pagina successiva. Tabelle riassuntive dellle attività di for- tificazione previste per la costa del Regno di Valencia.

A questo effetto, la costa veniva divisa in zone, ognuna vigilata da un visitador o veedor incaricato delle ispezioni a sorpresa per controllare il corretto svolgimento dei turni. A partire dalla metà del Cinquecento erano stati diversi i piani messi in atto per la difesa costiera, in modo da tra- sformare questi avamposti in presidi difensivi per resistere perlomeno agli attacchi contenuti24.

Prima di tutto le torri erano state dotate di artiglieria in modo da poter cannoneggiare il nemico e dal 1554 il Duca di Maqueda aveva ulteriormente regolamentato con l’in- tento di regolare il sistema degli avamposti esistenti per aumentarne la funzionalità.

In quegli anni la marcata aggressività dei corsari e il di- sastro di Djerba (1560), a cui farà eco successivamente la presa di Malta (1565), rendevano fondamentale la pro- gettazione di una controffensiva con l’intento di arginare i saccheggi ormai all’ordine del giorno in molte delle zone della costa valenzana. L’incursione del 1562 nella stessa città di Valencia, che aveva prodotto la cattura di diver- se centinaia di schiavi, costituì il caso più emblematico di inefficienza della rete difensiva costiera, determinando la ferma risoluzione da parte degli organi del potere di proce- dere all’aggiornamento delle difese25.

Dal 1561 entrava in azione Antonelli con una prima visita al litorale levantino che doveva aver riportato uno stato delle difese assai scadente, tanto che nella documentazio- ne dei due anni successivi sono molteplici e radicali gli interventi che vengono proposti dall’ingegnere26.

Probabilmente anche in seguito all’osservazione dei pregi e dei difetti del progetto del suo predecessore, Giovanni Battista traeva ispirazione per formulare la sua proposta e superare la limitata, seppur corretta, visione del duca. In una missiva indirizzata al re esprimeva le tre funzioni che riteneva principali per le torri, identificate nella vigi- lanza della marina, nella protezione delle cale della frasta- gliata linea costiera e nella vera e propria difesa dei punti strategici di rifornimento di acqua dolce, come fonti, fiumi e laghi: «Quanto a lo de los corsarios pareciome entonces, y lo mismo agora, que se le quitassen todas las calas y estancias en donde se abrigan con los temporales que les toman aca y en donde aguardan a hazer sus saltos assi por la mar como por la tierra, que se les quitassen tam- bién todas las aguadas, porque acabándoseles el agua que trahen de Berberia que les puede durar pocos días, no se

podrán detener tanto tiempo, y aguardar tan a sus como- didades las ocasiones de robar y hazer daño y que assi- mismo se le quitassen todos los buenos desembarcaderos assi para quitarles y dificultarles a ellos el saltar en tierra como para quitar las embarcaçiones delos moriscos desse Reyno que se suelen yr algunas veces a Berberia [...]»27.

Per quanto concerne le opere per la fortificazione del lito- rale, l’ingegnere forniva un primo breve resoconto gene- rico databile all’incirca al 156228. Qui erano dettagliate le

spese previste per i lavori di fortificazione delle località e delle torri della marina, senza tuttavia specificare la natura degli interventi, indicando invece la ripartizione delle me- desime tra le casse reali o locali e la dotazione di armi da fuoco leggere o pesanti per ciascuna29. Nel memoriale ve-

nivano menzionate 27 città e 6 castelli ed un numero com- plessivo delle bocche da fuoco che arrivava a 33, divise in 15 cannoni di grosso calibro e 18 di medio. La spesa totale prevista per le casse reali ascendeva a 12.600 ducati totali, ripartiti in 4.100 per le città e ben 8.500 per le fortezze. Veniva indicata la necessità di edificare sei nuove torri: la

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b città lavori armamento guardie spesa

case

all’interno distruzione case jornales

cannone grosso cannone medio moschetti ducados re regno città signore 14 Guerau de Valencia 1000 15000

15 Villa de Cullera si ripari il castello X 2 24 2000+500 XX X 16 Dénia X 4 4 50 10001000

2000 X

X X X 17 Xabea si termini il castello 1 50 2000

18 Calpe

distruggere le pareti alla base della Penya de

Ifach

X 200200

200 X X X 19 Tablada valutare se è il caso di fortificare le mura

48 X X X

20 Beniça valutare se è il caso di fortificare le mura

21 Capnegret erigere una buona torre 2 X 22 Altea fortezza e il controfossofare tre baluardi nella 2 X 23 Benidorm X 1 2 10001000 X X

a città lavori armamento guardie spesa

case

all’interno distruzione case jornales

cannone grosso cannone medio moschetti ducados re regno città signore 1 Vinaròs X X X 1 36 3000500

2 Benicarló X X X 36 1500500 3 Paníscola X 2 2 24 4000 X 4 Torre de Orpesa 1 6 cavallo1+1 300 X 5 Castellón de la Plana X 6 50 3000 6 Almaçora

si fortifichi la chiesa a spese della città e del vescovo che ne è

signore 12 7 Borriana X 36 1000 X 8 Villareal X 24 1000 9 Nules 24 X X 10 Almenara 24 X X

11 Canet si fortifichi la casa del signore 6 X X 12 Morviedro de la villa si ripari il castello X 50 2000

13 El Puig oneri a carico dei fratisi ripari la chiesa con 6 X

c città lavori armamento guardie spesa

case

all’interno distruzione case jornales

cannone grosso cannone medio moschetti ducados re regno città signore 24 Villajoyosa per aumentare la città 1 2 50 13001300

1400 X

X X 25 Castello di Alicante fortificazione del castello 200 4000 X

Città di Alicante provvisione di jornales e artiglieria grossa e

minuta 10000 X

26 Santa Pola finire di fortificare il castello a carico del

Marchese d’Elg X

27 Guardamar finire di fortificare 24 X X X prima nei pressi di Peñíscola, una al Grao di Castellón, due

tra il Grao di Gandia e la già esistente Torre del Palmar, una in corrispondenza del Cabo Negret e l’ultima nella zona della Huerta di Alicante. Una torre addizionale pote- va essere ubicata nell’area di controllo notturno della zona di Moraira, che forniva affaccio costiero a Teulada30.

Del progetto delle nuove torri non venivano specificati i caratteri morfometrici, ma solo l’indicazione che la costru- zione sarebbe stata di buona qualità, e ne veniva stimata la spesa sommaria in 4.000 ducati, da sommarsi ai tre mila necessari per il restauro di quelle esistenti.

L’onere finanziario sarebbe ricaduto sui beneficiari delle località interessate, che avrebbero contribuito tramite gior- nate di lavoro o denaro, che al momento pagavano per le guardie e quota parte derivato dalla tassazione della seta. In alcune delle città prese in esame veniva fornita l’indi- cazione del costo della fortificazione nell’eventualità del- lo spostamento del caseggiato all’interno delle mura o, in alternativa, una spesa inferiore a cui rimaneva tuttavia da aggiungere il prezzo per la distruzione degli edifici. Per quanto concerneva i castelli e le piazzeforti dell’en- troterra, Antonelli raccomandava di lavori di ammoderna- mento dal momento che «ninguno dellos está en defensa». I castelli nominati erano nove e potevano venire messi in difesa con spese contenute: Morella, Alpuente, Xèri- ca, Morviedro non lontano da Sagunto, Xàtiva, Xixona, Orihuela, Callosa e Alzira.

L’ingegnere suggeriva al re anche la dotazione di cavalli per la difesa delle coste, che i mori «temen mucho» per- ché non hanno armi adeguate per far fronte all’impeto dei cavalieri. Le attività di censimento della popolazione mo- resca, dei cristiani, degli uomini abili alle armi compresi in una fascia d’età tra i 20 e i 60 anni, dovevano essere in- traprese al fine di stabilire le reali forze presenti nel regno, sia nemiche che amiche. In ultimo veniva chiesta la forma- zione di un’armata di 5 mila uomini a Valencia e in altre città del regno, divisi in dieci compagnie di 500 uomini, ciascuna capeggiata da un capitano retribuito 100 ducati all’anno. La spesa totale per tutte le compagnie ascendeva a quattromila ducati annui.

Da questo resoconto risultava evidente la traduzione pra- tica del disegno difensivo complessivo da parte di Anto- nelli. La sua visione avanguardistica si ripercuoteva anche nell’ammodernamento delle torri esistenti, che dalla mera

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funzione di vigilanza dovevano necessariamente diventa- re “moderne”. La soluzione progettuale si concretizzava nell’aggiunta di una “ghirlanda” superiore aggettante, sor- retta da elementi in pietra a sbalzo. I due vantaggi di tale operazione erano la protezione del piede della torre e l’am- pliamento della piattaforma sommitale, trasformandola in una vera e propria piazzaforte con lo spazio di manovra sufficiente per l’artiglieria. L’inserimento di bocche da fuoco come a Bernia, avrebbe provveduto all’attacco del- le navi nemiche in avvicinamento: «En donde no hubiere torres sobre cala, aguada o desembarcadero prinçipales mandarla hazer y poner también artillería en ellas [...] esto me paresçía [el millorar la defensa] con aderezarle a las torres hechas con unas guirnaldas para poner artil- lería en ellas, porque ensanchándolas de esta manera lo alto de más que tenían defendería el pie saliendose afue- ra con los canes para las guirnaldas, tenían más espacio para la reculada del artillería [... ] la artillería que me pareçía a propósito para ellas eran morteretes encavala- dos a uso de cañón como unos que están en Bèrnia que puedan tirar de puntería y también tras de muchos colla- dos y peñas que la misma torre no lo descubre, y sabiendo que están allí navios los puede dessasosegar y hecharle de allí, y también pedreros algo larguillos o desta intençión de [...] que tira lexos y cabe en poco lugar[...]»31.

4.4 Il “Discurso sobre la fortificaçion, y defensa del