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Capitolo 3 Epitomi delle fortificationi moderne di Giovambatta Antonell

3.7 La terza sezione:

le Epitomi della manera di alloggiare un campo

La terza sezione del trattato, le Epitomi della manera di alloggiare un campo, dedicata alle modalità dell’alloggia- mento degli eserciti, viene redatta a Toledo e terminata il 24 aprile 156097.

Si tratta dello scritto meno esteso tra i tre del trattato, es- sendo composto da sole 23 pagine, delle quali l’ultima completamente bianca e 10 illustrate nel solo recto98.

Dedicata al capitano Manrique de Lara, che secondo le pa- role di Antonelli preferisce «dilettarsi di leggere le cose non prolissamente scritte, ma la sola sostanza loro», risul- ta essere il primo dei testi del manoscritto ad essere com- pilato in ordine temporale, al termine del quale l’ingegnere già presenta «gl’altri due trattati che vo ora scrivendo»99.

Nel prologo, Antonelli dichiara le motivazioni che lo hanno spinto a mettere per iscritto le proprie esperienze militari, tener conto di tale proprietà in modo da calibrare corretta-

mente il tiro per colpire l’artiglieria nemica94.

Nel terzo libro dove ci informa sulle tecniche di marcia dell’esercito incentrandosi sulla gestione delle artiglierie si riscontra una profonda conoscenza del tema dei «bellici strumenti», che era stata dettagliata in generale anche in altre opere.

Nell’ultimo quesito del quarto libro, Tartaglia afferma che «nel atto di combattere, io nõ credo, ne reputo, che vi sia alcun miglior rimedio à voler vincere, et superchiar il ne- mico, che havere gente, artiglierie, archibusi, et archi più di lui, et persone pratiche, et essercitate nella guerra»95,

concetto attorno al quale Antonelli organizza l’intera trat- tazione dei libri dell’artiglieria, sottolineando l’importan- za non solo delle armi ma della loro gestione, «essendo non men necessario haver un essercito disciplinato, che un valerosso et sperto capitano, perché più facilmente s’ot- tengui la vittoria dell’imprese che si fanno»96.

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27/ Schematizzazione del primo esempio di accampamento illustra- to nel testo: si tratta di un campo a planimetria regolare protetto da tre lati da elementi naturali, un fiume e un bosco. L’insediamento si basa su di una maglia ortogonale che definisce gli spazi quadran- golari dei quartieri, serviti dalla viabilità principale e secondaria. La protezione è affidata alla “Piazza dall’Arma” larga 600 passi, che difende il lato più esposto al nemico mediante trincee e armi da fuoco. Nel disegno le lettere vengono inserite dall’Antonelli come riferimenti per le categorie che occupano i quartieri ed i colori sono relativi alle funzioni assegnate ai diversi “quadri”.

approfittando del periodo libero da occupazioni impellenti a causa del momento di relativa tranquillità politica. Era intenzione dell’ingegnere dimostrare la sua conoscenza te- orica in un’opera completa, affiancandola alla dimestichez- za pratica che gli era derivata dall’azione in guerra sulla «materia d’alloggiare un campo, raccolti dalle antiche et dalle moderne historie, et anco de qualche sperienza»100.

L’intento promozionale dell’ingegnere si palesa dal mo- mento che il rapido sopraggiungere della cessazione della attività belliche della «giornata di Dorlano», durante la quale serviva agli ordini del Maestro di Campo Generale Jean de Ligne, non gli aveva permesso di sfoderare tutte le sue risorse e dimostrare le sue effettive capacità in questo particolare ambito101.

In quest’ultima sezione del trattato la parte introduttiva non è seguita da un indice, forse per la brevità della trat- tazione che prevede un unico esteso capitolo, organizzato analiticamente in diverse tematiche102.

La conclusione dello scritto si presenta con carattere nar- rativo, facendo coincidere il termine della trattazione con una ipotetica marcia, in cui il campo viene smontato ge- stito ordinatamente con «le diligenze et avvertimenti» che l’esperienza dell’ingegnere ha prestato in aiuto del Sovra- no e del suo esercito103.

Per quanto concerne i temi principali affrontati nel testo, primo punto fondamentale è costituito dalla sicurezza dell’alloggiamento, che deriva da un lato dall’organizza- zione composta ed ordinata del campo, responsabilità del capitano generale e del maestro di campo alle sue dipen- denze; dall’altro, è strettamente legata alla scelta ocula- ta di un sito consono, favorito nella sua «fortezza» dagli espedienti creati dal buon ingegnere militare. Il sito, per sua natura, risulta imprendibile se in posizione di altura, senza speroni che possano “signoreggiarlo” con l’artiglie- ria da una maggiore altezza, o in caso di presenza del mare a patto che questo non gli rechi danno con inondazioni. È opportuno evitare in ogni caso i luoghi soggetti all’assedio e senza vie di fuga, e considerare sempre da quale parte è più probabile ricevere l’attacco del nemico. Se il sito è carente di protezione naturale, l’autore consiglia di predisporre ripari in terra opportunamente dimensiona- ti sulle forze nemiche e trincee protette dall’artiglieria, o persino di costruire muraglie bastionate dotate di fosso. Rispetto alle responsabilità del maestro di campo, quest’ul-

timo deve impegnarsi nell’attenta organizzazione dell’al- loggiamento, riferendosi ai modelli campali romani e gre- ci, e basandosi sull’ordine e sull’organizzazione attenta di tutte le sue parti, onde evitare l’inefficienza dell’esercito in caso di attacco inaspettato e situazioni di insalubrità all’in- terno dell’insediamento104.

Il contributo più interessante del trattato appare essere l’elencazione di una ampia casistica dei possibili inse- diamenti dell’accampamento, determinati dalle variabili oro-geografiche del luogo. Il primo esempio portato è il caso del sito protetto da tre lati da elementi naturali, come potrebbero risultare un fiume, un bosco o una «ripa»105.

La legenda per la lettura dell’illustrazione ben esprime l’attenta organizzazione a cui fa riferimento Antonelli, tanto nella compilazione del disegno come nella traspo- sizione del progetto alla realtà: a cinque distinte lettere vengono riferite altrettante categorie di residenti designati

LEGEndA A artiglieria C cavalleria f fanteria M mercanti r corte rE re avanguardia “battaglia” retroguardia munizioni alloggi del Re mercato

Modelli compositivi per la difesa “alla moderna”. L’esperienza di Giovanni Battista Antonelli

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Silvia Bertacchi

28/ Sintesi schematica del secon- do esempio di accampamento: si tratta di un campo a planimetria irregolare protetto da tre lati da elementi naturali (fiume e “ripa”).

29/ Schematizzazione del terzo esempio di accampamento: campo a planimetria irregolare protetto da tre lati da elementi naturali (fiume e mura di una città amica).

30/ Il quarto esempio di accampa- mento: accampamento a planime- tria regolare protetto da due lati da elementi naturali (un fiume e altro riparo).

31/ Schema del quinto esempio di accampamento: insediamento di campo a planimetria irregolare protetto da due lati da elementi naturali (un fiume e una “ripa”).

per un certo quartiere (A-artiglieria, C-cavalleria, F-fante- ria, M-mercanti, R-sovrano e corte). La funzione bellica è collegata invece all’uso della campitura colorata (avan- guardia in giallo, “battaglia” in “incarnato”, retroguardia in azzurro, munizioni in verde, quartieri direzionali del re e della corte in rosso).

L’organizzazione complessiva di un generico campo, di- mensionato per accogliere un esercito composto da fante- ria, cavalleria e artiglieria per un totale di 60 mila unità, si basa sull’ordinata disposizione che ne determina a priori la sicurezza. Impostata su di una maglia ortogonale, determi- nata da due strade principali larghe 60 piedi e lunghe tre- mila passi, in corrispondenza delle quali si aprono le por- te di accesso, la planimetria più opportuna è costituita da quartieri quadrangolari. Tende a organizzarsi per ulteriori suddivisioni, a cui corrisponde una viabilità di dimensioni sempre minori (40 passi le secondarie e da 5 a 6 quelle interne ai quartieri) che capillarmente va a servire tutti gli spazi, per rendere gestibile al meglio la movimentazione delle truppe anche in caso di attacco notturno.

Nel lato più esposto al nemico e meno protetto dalla con- formazione naturale del sito, viene contrapposta la piazza d’armi, dotata di artiglieria per il combattimento e di uno spazio di 600 “passi di uomo andante”.

Dal punto di vista logistico, tre sono le funzioni primarie

affidate ai quartieri, che ricalcano la terminologia utilizzata propriamente in campo bellico: l’avanguardia (indicata in giallo), il corpo dell’esercito (in marrone) e la retroguardia (in azzurro). Tutte si posizionano secondo criteri strategi- ci, ponendo a ridosso della piazza la fanteria (avanguardia a destra, assalto o “battaglia” nel centro e retroguardia a sinistra), alle spalle le rispettive cavallerie che proteggono i quartieri delle munizioni e l’alloggio del re106.

Antonelli prevede ogni spazio logistico fin nei minimi det- tagli, sia per l’approvvigionamento degli uomini, che nei luoghi identificati come mercati, riproponendo una sorta di visione globale e “ideale” della città da guerra, provvista di tutti i servizi secondo una logica rigorosa e strettamente piramidale, dove ognuno ha il suo preciso posto.

Fattivamente il campo doveva essere impiantato per fasi, in modo da permettere un continua difesa contro possibili attacchi. In questo modo la trincea di protezione, necessa- ria solo dove il luogo non è protetto per “natura”, sarebbe stata scavata mentre l’avanguardia si trovava schierata. Quest’ultima poteva alloggiare una volta sopraggiunto il corpo di assalto dell’esercito;a turni era agevolmente com- pletato l’intero campo, meglio se col favore del giorno107.

Con gli altri esempi che si susseguono nel testo, seguiti dalle relative illustrazioni, vengono presentate almeno die- ci casistiche, che interessano gli accampamenti protetti da

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32 a-b-c/ In alto, schematizzazione del sesto, settimo e ottavo esem- pio di accampamento: si tratta di campi a planimetria regolare o irregolare protetti da un solo lato da elementi naturali (un fiume alle spalle o a fianco).

33 a-b/ In basso, schema del nono e decimo esempio di accampa- mento: in questo caso sono presentati due accampamenti, a plani- metria regolare o irregolare, installati “in campagna rassa dove non sia alcuna fortezza naturale” e pertanto non protetti da elemen- ti naturali del sito. È questo il caso più difficile da gestire poichè gli attacchi possono provenire da tutti i fronti, che necessitano quindi di una difesa eccellente ed organizzata. Questi ultimi cinque esempi illustrati nel testo non risultano completati da lettere, ma presenta- no solamente le campiture colorate che corrispondono alle funzioni operative dei diversi quartieri. Si può notare che in tutti i casi gli alloggi reali sono nella zona centrale del campo, area sicuramen- te più protetta in caso di attacco, così come le munizioni vengono disposte in una zona sicura. Le frecce evidenziano i fronti da cui può provenire l’attacco. Le immagini illustrative della sezione sono inserite nella sezione apposita relativa all’iconografia del trattato.

nità del luogo, con una corretta gestione dei rifiuti insalubri. I soldati dovranno essere istruiti, fatti esercitare e curati nell’aspetto fisico e del morale, evitando così di diminuire le forze dell’esercito e legandoli con maggiore fedeltà ad un comandante compassionevole112.

elementi naturali da tre lati (fiume e bosco, ripa, muraglia d’una città amica), sia di forma quadrata che irregolare, e quelli protetti solo da due lati, (fiume e stagno, fiume e ripa). Nel secondo caso due piazze avrebbero provveduto alla protezione del fronte e del retro dell’accampamento, posizionando davanti l’avanguardia e dietro la sua caval- leria, e, come usuale, lasciando le munizioni in uno spazio riparato e gli alloggi del Re nei quartieri protetti108.

Contando invece con la protezione di un fiume da un solo lato, alle spalle o di fianco, si mantenevano le medesime disposizioni, sistemando tutta la cavalleria lungo fiume, l’avanguardia a destra e la retroguardia dall’altro lato, di- sponendo i quartieri per le munizioni e per l’alloggio della corte sempre al centro del campo.

Quando invece si doveva organizzare «un alloggiamento in campagna rassa, dove non sia alcuna fortezza natura- le», cioè non protetto da nessun lato, il campo preferibil- mente di dimensioni minori era difeso dalle piazze d’armi e dalle trincee sistemate su tutti i lati109.

L’esempio portato, anche se il disegno relazionato risulta mancante, prevede un insediamento di tremila passi, circa un quarto rispetto agli alloggiamenti precedenti, con una disposizione esterna della fanteria e interna di cavalleria, munizioni e corte. Altre due illustrazioni presentano il caso di un alloggiamento di planimetria regolare e irregolare110.

Per quanto concerne la protezione del campo da attacchi esterni e da «latrocini», quest’ultima sarebbe stata deman- data dalle squadre della fanteria controllate da un colon- nello, con funzione di vigilanza sui quartieri più importan- ti, sugli accessi e sugli angoli dell’insediamento.

In caso di fortificazione mediante trincee non erano neces- sarie sentinelle esterne, altrimenti indispensabili per dare l’allarme rapidamente111.

Antonelli conclude ribadendo l’importanza del rispetto della gerarchia, tanto all’interno del campo così al di fuori, evitando l’infiltrazione di «spie nemiche» tramite l’istitu- zione di una parola d’ordine («nome») ed evitando l’in- gresso incontrollato dei visitatori, punendo infine «quei che si trovassino in duolo».

Inoltre sottolinea che i metodi indispensabili per il man- tenimento dell’ordine nel campo si baseranno sulla buona pianificazione dell’approvvigionamento delle vettovaglie, evitando un seguito eccessivo di persone da sfamare, limi- tando il numero di cavalli, mantenendo la giustizia e la sa-

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34/ Tavole illustrative proposte da Castriotto nel capitolo dedicato agli alloggiamenti campali dell’esercito. In alto si presenta il caso del campo insediato in maniera che risulti protetto grazie agli ele- menti naturali, «ò fiume grosso, ò folto bosco, si che siano guardati due lati». Il tracciato del recinto fortificato non è ortogonale ma si adatta al sito, presentando una suddivisione interna solo al fine di separare le diverse nazionalità compresenti tra le truppe.

35/ L’illustrazione ritrae un accampamento vicino ad una città ami- ca, esempio che l’autore riprende dal campo che venne realmente installato nei pressi di Compiegno in Piccardia in occasione delle campagne dell’anno 1557. Il tracciato fortificato di difesa dell’ac- campamento si addossa alle mura della città fortificata esistente. maGGi-CasTrioTTo 1564. Libro Terzo, Sopra la fortificatione de gli alloggiamenti de gli esserciti in campagna, tavole ff. 110 r, 112 r.

Gli antecedenti della disciplina trattata in questo scritto ri- salgono agli antichi romani e soprattutto a Vegezio. Al tempo al tema degli alloggiamenti campali veniva de- dicata una sezione nei trattati, che tuttavia risulta general- mente più ridotta rispetto all’attenzione dedicata al tema da Antonelli, o semmai più incentrata sulla rassegna sto- rica dei metodi di alloggiamento derivati dai testi antichi. Lanteri in un breve capitolo del primo libro ricorda «che volendosi fortificare in campagna, fatto prima elettione del sito conveniente, et più commodo che si potrà», devo- no essere fortificate tutte le parti più esposte al nemico con sistemi difensivi per i quali fornisce istruzioni pratiche e di dimensionamento113.

Nel trattato di Maggi sono riportate fedelmente le usanze tramandate dagli autori latini, sottolineando la necessità della rapidità nella costruzione del campo, e dell’appronta-

mento di fossi e trincee per maggior difesa degli alloggi114.

Nel testo si fa riferimento con un’illustrazione all’evenien- za dell’insediamento protetto da due lati da elementi natu- rali, e in caso di vicinanza di una città amica alle cui mura si addossa il campo, casi simili al primo e al terzo presen- tati nelle Epitomi. Per quanto riguarda la diposizione inter- na del campo è ripetuto il consiglio di porre le munizioni in luogo appartato e di ritagliare gli spazi per il principe nella piazza centrale115.

I medesimi schemi proposti da Antonelli sono ripresi a di- stanza di un quarantennio dal de Rojas, in un paragrafo molto breve del suo trattato che si occupa dell’alloggia- mento dell’esercito. Nei concetti proposti dal capitano si ritrovano diversi accorgimenti riguardo all’elezione del sito e alla sistemazione del campo che già erano stati anti- cipati da Antonelli116.

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36/ Tavola tratta da LanTeri 1559b, che mostra la schematizzazione di un alloggiamento campale dimensionato in passi e campito in zone colorate che rappresentano le funzioni adibite ad ogni quar- tiere(1557).

notazioni ai lati come era usanza al tempo.

11. Nel testo delle Epitomi delle fortificationi moderne si fa menzio- ne ad esempio alla Battaglia di San Quintino, scontro fra gli eserciti

spagnolo e francese combattuto nell’anno 1557. sartor 2004a, p. 45.

12. La numerazione seguita è quella data nella trascrizione del sar-

tor. Tra parentesi quadre è invece riportata la numerazione effettiva

del manoscritto qualora leggibile. 13. sartor 2004a, p. 19.

14. «Ho giudicato esser necessario dar prima fine a un trattato delle espugnationi che alcuni mesi sono cominciai, acciò che più compi- tamente potessi poi scrivere delle diffese loro, et per questa cagione havevo posto a parte quanto havevo scritto delle fortificationi per rivederle et emendarle poi come si conveniva […] Ma havendomi Vostra Signoria Ill.ma comandato ch’io gli scrivessi un altro libretto poi che ‘l primo de gli Epitomi che gli dedicai inanzi la guerra di San Quintino gl’era stato rubbato […] et essendo stato il tempo molto breve da non poter compire con questa seconda dedicatione

Note

1. «Et perché in questa otiosa pace non si presentano cose onde impiegandomi potessi, et a Sua Maestà et a Vostra Signoria illu- strissima servire in quello a che la Natura me inclina», antoneLLi

1560a, f. 124 r.

2. Per Tesoro de la lengua castellana o española di Sebastián Co- varrubias risalente all’anno 1611 la corretta definizione di epitome risulta essere «breviario, un resumpto y una suma de otra obra gran- de, recogiendo de ella todo lo que es de sustancia». Cámara muñoz

2004a, p. 169.

3. antoneLLi 1561, f. 119 v.

4. Cfr. parrineLLo-BertaCChi 2012a.

5. In una riflessione generale dell’Escrivá notiamo come il carattere dedicatario degli scritti veniva fortemente criticato dall’architetto spagnolo, che giudicava sterile la compilazione di trattati di presen- tazione che nulla di nuovo aggiungevano alla disciplina se non la registrazione compilativa delle proporzioni delle opere altrui, «las medidas de las defensas y otras partes de las forzalesas que han visto». de Castro Fernández-CoBos guerra 2000, p. 246.

6. Plinio viene citato come fonte autorevole per giustificare l’uso della terra nella costruzione delle torri costiere, allo stesso modo in cui secon- do l’autore antico aveva agito Annibale. Cámara muñoz 1990b, p. 56.

7. Il trattato di Antonelli sarebbe solo un “manuadillo”, facente parte di quella trattatistica di repertorio che si contrappone alla trattatisti-

ca vera e propria. hernando sánChez 2000, p. 246. Sullo scambio

di cultura tra Italia e Spagna si veda ad esempio la tabella dei ri- ferimenti dimensionali per gli elementi architettonici, completa di doppia unità di misura italiana e castigliana, che fornisce uno stru- mento non ovvio per l’equiparazione delle proporzioni costruttive utilizzate nei due paesi.

8. L’opera, solo recentemente riscoperta dagli storici e studiosi del settore, è stata segnalata con erronea attribuzione nel 1999 e approfon- dita l’anno successivo da AA. VV. 2000, pp. 352-354. Lo studio più ampio è attualmente quello di Mario Sartor, che ha curato una doppia pubblicazione in cui è presente la riproduzione anastatica a colori su scala 1:1 dell’originale, e la trascrizione integrale delle pagine dell’o- pera. sartor 2004a, pp. 201-367. La classificazione attuale identifica

il manoscritto con il numero di inventario 44.100. Dal 2008 è avvenu- to il trasferimento del Museo nella città di Toledo. Museo del Ejército, Instituto de Historia y Cultura Militar, Toledo (España). Segnatura precedente ms. 1625, Ingenieros: Fortificación. c4º, cpo.4ª tabla I-CI. 9. La carta di produzione artigianale e filigranata presenta rappre- sentazioni e disegni di quasi certa origine genovese o francese. La numerazione dei fogli, sicuramente posteriore alla compilazione dello scritto, arriva fino al 151esimo folio, probabile errore del com- pilatore dal momento che lo scritto non presenta mutilazioni eviden- ti o mancanza di pagine. La pergamena presenta tracce di doratura e lo scritto è rilegato con spago di canapa. sartor 2004a, p. 46.

10. Rimangono incerte le vicende che hanno portato alla raccolta delle opere in un unico volume, anche perché apparentemente que- sto si rivela non compilato per l’invio alla stampa, mancando di an-