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Il modello di torre esagonale proposto da Gonzaga e Antonell

Capitolo 4 La difesa territoriale del Regno di Spagna

4. La difesa territoriale del regno

4.6 Il modello di torre esagonale proposto da Gonzaga e Antonell

Uno dei modelli più significativi utilizzati prettamente in questo periodo è costituito da quello a pianta esagonale, che rappresenta il risultato estremo dell’applicazione alla realtà di forme geometriche regolari, con una giustificazio- ne applicativa derivata direttamente dalle qualità formali detenute dal tracciato.

Nel Regno di Valencia sembra che ne esistessero sola- mente due, oggi completamente distrutte, di cui rimane notizia in una relazione compilata da Juan de Acuña alla metà degli anni Ottanta del Cinquecento84. La costruzione

della torre del Millars per la difesa della foce del fiume nell’area di Almassora, era stata ordinata già nel 1553 dal viceré di Elx85. La torre non doveva essere stata efficace se

Antonelli, a distanza di dieci anni, proponeva di spostarla tra le due gole del fiume per proteggere entrambe le foci: «La torre del rio de millares sera mejor passarla entre las dos golas del rio y proveerla de un pedrero para guardar aguellas dos aguadas»86. Nel 1585 veniva descritta con le

fattezze di una torre esagonale: «la torre del Río de Minjar y de Almançora que entrambos nomres tiene está de la de Burriana una legua, luego en pasando el río, es sesabada, grande y muy buena con escarpe al pie de altura de dos estados de alto y encima una guirnalda alrededor con que se guarda el pie, están en ella dos guardas con sus arcabuzes y dos atajadores de a cavallo que atajan hasta la torre de Burriana. Ay desde esta torre a la del Grao de Castellón una legua toda de playa descubierta y llana, y a la villa de Almançoracomo tres quartos de legua»87.

In una planimetria datata 1810 appariva ancora con pianta esagonale a sinistra del fiume88. Pertanto se fu spostata e

ricostruita secondo il progetto di Antonelli, ciò dimostre- rebbe che è proprio l’ingegnere il fautore del modello esa- gonale applicato agli edifici difensivi.

Un’altra torre esagonale, oggi completamente distrutta, era stata costruita nel Cap de Canet, di cui rimane testimo- nianza in un progetto settecentesco per la costruzione di muri di contenimento del fiume Palància89.

Secondo le evidenze documentali, questo modello di torre era stato codificato in occasione della visita del Regno di Murcia di cui era stato incaricato Vespasiano Gonzaga nel 1570, il quale si era fatto accompagnare nella ricognizio-

31/ La torre del Pinatar, documentazione grafica di progetto tra i documenti di Antonelli sulla costruzione di torri per la regione mur- ciana. AML, Legajo monográfico torres de la marina, anno 1578: «Las condiciones de la Punta el Pinatar son las suigui[en]tes [...]».

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ne da Antonelli90. Il viaggio, compiuto «parte por mar en

fragatas y parte a cavallo y a pie», aveva portato i due ingegneri a visitare circa 16 leghe di territorio costiero per valutarne la difesa91.

Nel documento veniva offerta una chiara argomentazione a favore dell’uso di planimetrie regolari impostate su sei lati. Secondo le stesse parole di Gonzaga, la forma esa- gona rispetto alla quadrangolare permetteva una migliore gestione delle armi ed offriva più spazio per il movimento dei cannoni. Vespasiano accennava inoltre ai molteplici vantaggi delle piante esagonali rispetto persino alle quel- le circolari, però non specificando nel testo le sue argo- mentazioni per non dilungare troppo la disquisizione sulle difese del regno: «En la forma de las torres me pareçe que sera bien la exagona que es seis esquinas que desta manera tienen las piezas mayor reculada que si fueran quqadradas y otras muchas comodidades que no tienen las redondas que por no ser prolixo no digo»92.

Le informazioni del documento erano relative anche agli interni del corpo della torre, dove veniva prevista al piano basso una cisterna, negli altri livelli il forno, il camino ed un contenitore in pietra chiusa a forma di “garitta” per lo stoccaggio dei proiettili e della polvere da sparo.

Non è totalmente da escludere la determinante parteci- pazione di Antonelli alla formulazione del modello, che potrebbe essere frutto dello scambio di opinioni dei due ingegneri sul tema della migliore delle forme per garantire lo svolgimento dell’attività difensiva, o che la scelta for- male fosse ricaduta sull’esagono come via di mezzo tra la resistenza del cerchio e la definizione di un numero suffi- ciente di lati rettilinei compatibili con l’ampliamento della piazza soprastante. È vero che un modello identico veniva adottato successivamente nei progetti del 1578, attribui- ti ad Antonelli per la costruzione delle torri della zona di Lorca93. Si tratta di due importanti documenti grafici, il

primo che fornisce uno schema sintetico con le indicazioni per la costruzione di una torre esagonale generica in tapial; il secondo che ne rappresenta la pianta al livello dell’in- gresso e l’alzato in sezione per mostrare lo spessore da assegnare alle pareti ed il proporzionamento complessivo delle parti. Nello schema generale, all’interno di ogni lato dell’esagono, vengono sintetizzate le informazioni plani- metriche necessarie alla definizione del progetto, propo- nendo un utilizzo particolare del disegno in funzione della progettazione, che vede le dimensioni già in scala pronte per l’applicazione generica ad ogni elemento dell’alzato.

32/ In evidenza le torri esistenti o progettate da Gonzaga e Antonelli dopo la visita del

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Nel primo “spicchio” dell’esagono si specifica il raggio della base della torre completo della scarpa – il talus – pari a 26 piedi e mezzo (A) e lo spessore della parete a terra di 13 piedi totali (B), per cui rimane un vuoto interno di 11 piedi e mezzo (C). Segue la specifica dello spessore delle pareti laterali dell’esagono (E), a piombo e di sezione di dieci piedi, che lasciano invariato lo spazio libero interno (F). La ghirlanda aggetta di tre piedi (H) ed il parapetto, di spessore di 2 piedi e mezzo, lascia libera la piazza superio- re per 43 piedi complessivi.

Sono anche presenti annotazioni al margine con la con- versione delle unità di misura utilizzate e le dimensioni di ogni “tapia”, di 14 x 5 x 2 ½ palmi e per un’area totale di 175, sulla quale si basa il calcolo del materiale necessario per il completamento dell’opera94. Per quanto concerne le

indicazioni fornite nella relazione che accompagna il ma- teriale grafico, vengono specificati gli alzati e la tecnica costruttiva95. La scarpa doveva essere calcolata con l’in-

clinazione di uno a cinque, diminuendo la dimensione del-

34 a-b/ Esemplificazioni delle proporzioni di costruzione della torre esagonale secondo le indicazioni di progetto.

a b

la parete di 3 piedi totali all’altezza di 15 piedi, dove era situato l’accesso, riempiendo tutto lo spazio interno con terra per aumentarne la solidità: «en cada cinco pies pierde uno de talus por manera que a quinze pies perderá tres de cada parte que quedaran quarenta y siete pies».

La porta, in pietra o laterizio e ampia 4 piedi, sboccava a questo livello, e una scala a chiocciola a destra dell’in- gresso permetteva l’accesso ai piani superiori, voltati in mattoni con arcuatura a tutto sesto. Le pareti si dovevano elevare per 28 piedi fino alla ghirlanda.

A Murcia era stata prevista la costruzione di diverse torri di questa tipologia; nella relazione del Gonzaga se ne an- noverano almeno 27, di cui alcune già esistenti96.

Vespasiano consigliava di ripartire le spese tra Murcia, Lorca, Cartagena e le signorie della zona, che parimenti usufruivano del beneficio della difesa delle coste, specifi- cando nel documento quali torri dotare di una mezza colu- brina e del numero delle guardie per ciascuna.

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35-36/ In alto. Schema grafico sintetico per il proporzionamento delle parti della torre esagonale. Pagina a fronte. Disegno di pianta e alzato di una torre esagonale da costruire con la tecnica del tapial. Entrambi i documenti sono attribuiti a Giovanni Battista Antonelli. Archivo Municipal de Lorca. AML, Legajo monográfico torres de la marina, anno 1578.

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37/ Modellazione 3D della torre a partire dal disegno in proiezioni ortogonali, con evidenziazione dei diversi elementi che compongono la torre tramite l’esploso assonometrico.

nelli, il quale nell’infittimento della rete vedeva l’aumen- tare della sicurezza costiera e la possibilità di controllo totale dell’intero territorio. Al contrario il viceré aveva un approccio più pratico, in particolare rispetto all’aspet- to economico, che era un tema primario per l’accettazio- ne o meno dei progetti e soprattutto per la loro effettiva realizzabilità. Criticava infatti l’operato dell’ingegnere e l’eccessivo zelo nel proporre avamposti fortificati, che rendeva un peggiore servizio alla Corona, tanto più che il gran numero di torri equivaleva ad una spesa insostenibile per la popolazione: «Y aunque en las muchas torres que Juan Batta queria edificar es de loar mucho su desseo y a

mi no me pareçeria mal quando no obstasse el demasiado gasto como quiera que no se puede negar que las que aqui se ponen no sean las mas neçessarias entiendo que sera bien començar dellas pues conforme a lo que se descubre de la possibilidad y fuerças del Reyno se podran edificar mas y tambien asomnbrar los pueblos de una vez mas y los enganando en su provecho de poco a poco en manera que no de primera vez se espanten»97.

Le torri esagonali ancora esistenti sono poche, e tra queste la Torre de la Azohía98. L’edificio esagonale, costruito in

muratura e calce, incarna perfettamente il modello di torre disegnato da Antonelli, presentando una scarpa basamen-

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38/ Ricostruzione della torre a partire dalle sole indicazioni del progetto generico di Antonelli, e ricerca delle proporzioni fra gli elementi costituenti.

tale e due livelli voltati interni, raggiungibili tramite una scala a chiocciola; al piano basso è ricavata una cisterna. Alcuni studiosi attribuiscono a Giovanni Battista anche l’edificio scomparso di Cabo de Palos e la Torre de la Na- vidad nei pressi del porto di Cartagena99. Rimangono sola-

mente i resti della base di quest’ultima, costruita in mura-

tura e mattone, e situata sul Soto de la Podadera a oriente del monte de Galeras, nei pressi del faro de Navidad100.

Una nota interessante riguarda le divergenze di opinione sul materiale da costruzione più adatto per le nuove torri esagone. Giovanni Battista Antonelli consigliava calda- mente l’utilizzo della costruzione in terra per i vantaggi parapetto

ghirlanda su mensole di pietra

due livelli voltati

pareti in tapial terrapieno o cisterna scarpa

livello superiore

livello inferiore

corpo

10 piedi

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42/ Torre de la Azohia dopo il restauro. Evidente la forma esagonale del corpo dell’edificio.

rispetto ad economicità, facile lavorazione che non ri- chiedeva manodopera altamente specializzata e rapidità di completamento dell’opera. Di altro avviso Vespasiano Gonzaga, soprattutto nel caso delle torri da edificare nella regione di Murcia, schierato a favore della muratura. I problemi logistici nella zona erano molteplici, a partire dalla mancanza di materiali di buona qualità: la terra are- nosa vicina al mare era inutilizzabile per la costruzione, e doveva pertanto essere trasportata da lontano mediante barche, inverando il risparmio ottenuto con il suo utilizzo. Le torri, ubicate perlopiù a Sud ed esposte ai venti di Li- beccio, avrebbero ricevuto offese notevoli dagli agenti at- mosferici e la tapia risultava il meno adatto dei materiali per la fabbricazione, anche data la scarsa resistenza alle “zappe” dei nemici. Il Gonzaga ribadiva pertanto come per tali avamposti fosse necessaria la muratura o l’uso della pietra, per garantire che la costruzione avesse il caratte- re di “opera perpetua”, che la tapia necessariamente non poteva assumere: «Juan Batta lo façilite mas de lo que yo alcanço que puede ser y en esto el se mueve porque tiene opinion de lebantar las d[ich]as torres de tapieria en lo qual yo no me afirmo porque la tierra ordinariamente çerca de la mar es arenosa y si la de traer buena de lexos con bagajes o barcas todavia hara costa y en algunas partes havran de subir muy alto y esta tierra (?) y pedrisca sea de amaser con aguas salada y estas escupe mucho la tierra y an de estar situadas al mediodia y lebecho que suele comer los muros de cal y tanto mayormente hara los de tapias. Tambien haviendose de estorbar en ellas las bovedas a lo menos de arriva por haver desertales que puedan sustentar artilleria no fiaria mucho de las d[ich]as Tapias y al fin se gastaria mas en ellas aunque

pareçe menos por no ser obra perpetua dexal aparte quel legandose enemigos a ellas con mantas para cubrirse de los barbacanes con quatro (?) son derribadas que todavia les de mamposteria hazen mas resistençia y difficultan el cortar, assi que por estas razones entiendo remitiendome a quien sabe mas desto que no es conveniente hazellas de tapieria y quando todavia se hubiessen de hazer a lo menos quinze pies del suelo arriva querria se labrasse de canteria, o manposteria»101.

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Note

1. AGS, GA, 72, f. 294. Cfr. Cámara muñoz 1991c, p. 90.

2. BraudeL 1953, t. II, p. 258.

3. Boira maiques 2007, p. 11.

4. BanyuLs pérez-Boira maiques-LLuesma espanya 1996.

5. Antonelli riteneva che la qualità del luogo, se non era stata fornita dalla conformazione geografica, poteva dipendere dall’inserimento di città fortificate e castelli nei luoghi di confine e sulle strade di maggior pericolo: «Per artificio [i luoghi] son forti quando che nei suoi confini in luoghi forti, et sopra tutto quelle strade, de per le quali a guisa di porte, danno a strangieri l’entrata nel Regno, sia in piano o in monte, o in ripa al mare o a fiume habbino buone et forte città, o castella che rittenghino nemici che lor volessino assaltare». antoneLLi 1560b, Qualità de Regni, f. 4 v. Nel suo trattato aveva

definito forti quei principi che governavano con «buona Religione, buone leggi et buone arme», ma era soprattutto tramite l’esercizio di quest’ultimo elemento, ed in maniera più estesa e generalizzata tra- mite la fortificazione territoriale associata alla potenza dell’esercito, che risultava possibile la protezione del paese.

6. antoneLLi 1560b, Conviene far fortezza sui confini, f. 6 v.

7. Cámara muñoz 1998a, pp. 62-63. Il primo ingegnere, in uno scrit-

to dedicato al capitano generale dell’esercito veneziano, affermava che la Terraferma dovesse essere assimilata ad una città fortificata, dove le città erano i baluardi e i monti e i corsi d’acqua rappresenta-

vano le mura. Cfr. Cámara muñoz 2000a, p. 128.

8. Appendice documentale, trascrizione n. 16: AGS, E, 329-I, 13. Cfr. parrineLLo-BertaCChi 2012c.

9. AGS, E, 329-I, 13, ff. 1 r, 7 v.

10. AGS, GA, 72, ff. 295-296, [1569]: «Informes de Juan Bautista Antonelli sobre la defensa de la frontera de Navarra, Guipúzcoa y la manera de hacer fortificaciones». sartor 2004, p. 21; Cámara

muñoz 1991c, p. 90; Cámara muñoz 1998a, p. 61; Cámara muñoz

2003, p. 363.

11. AGS, GA, 73, f. 110: «Relación de las torres que se han de hacer en la costa del Reyno de Murçia, de Juan Batta Antonelli. Cartage- na 2 agosto 1570». Cámara muñoz 1990b, p. 55.

12. AGS, GA, 72, f. 182, [1569]. Cámara muñoz 1998a, p. 69. Cfr.

Vespasiano Gonzaga che circa un lustro dopo trattava della fortifica- zione di Mazalquivir auspicando l’utilizzo del mare profondo che cir- condava la punta della fortezza al pari di un fosso: «la mar honda es el mejor foso del mundo», Cámara muñoz-CoBos guerra 2003, p. 8.

13. Cámara muñoz 1998a, p. 62.

14. AGS, GA, 72, f. 101. Cámara muñoz 1998a, p. 72; BanyuLs

pérez-Boira maiques-LLuesma espanya 1996, p. 33.

15. Frequenti le discrepanze tra i due esperti sul numero di torri da costruire, di solito proposte dal Gonzaga in numero più ristretto, come nel caso delle fortificazioni per il Regno di Murcia. Antonelli progettava l’edificazione di almeno 36 torri, delle quali il Gonzaga

ne riteneva necessarie solamente 13. Cámara muñoz 1990b.

16. AGS, GA, 177, f. 31. Citato anche da Cámara muñoz 1991a, p. 94.

17. Allo stesso modo pare che don Juan de Silva, ambasciatore alla corte di Lisbona, avesse giustificato l’annessione del Portogallo al 43-44-45/ Altre immagini della torre. Foto Picasaweb.

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Regno di Spagna proprio per creare un territorio chiuso e unito ed

evitare le invasioni dalla parte settentrionale. Cfr. Cámara muñoz

1991c, p. 90.

18. antoneLLi 1560b, Città marittima, ff. 30 v-31 r.

19. Cfr. seijo aLonso 1978b; sánChez gijón 1996; requena amo-

raga 1997, p. 109; menéndez Fueyo 1997; Boira maiques 2001;

menéndez Fueyo 2003, p. 187; ramón martínez 2005.

20. La legua è un sistema di misura variabile utilizzato per indicare il tratto percorribile da un uomo nel tempo di un’ora. requena amo-

raga 1997, p. 111.

21. Nelle Ordenanzas si ordinava che una guardia rimanesse sem- pre a controllo della torre, indipendentemente dal numero di soldati totali presenti nel presidio, pena una multa che variava a seconda della gravità dell’inadempienza del soldato. Se le guardie erano tre, le due rimanenti si dirigevano verso le due torri più vicine in posi- zione opposta, se invece erano due l’unica guardia disponibile allo spostamento si recava all’avamposto più prossimo, rientrando alla sua torre nel più breve tempo possibile in modo da permettere all’al- tra di partire per l’itinerario contrario. In tal modo la notizia veniva diffusa in tempi rapidi e con maggiore precisione ed informazioni rispetto alla possibilità visuale di segnalare il solo numero delle navi

avvistate. requena amoraga 1997, p. 121.

22. «[...] que persona alguna que haura delinquit en alguna ciu- tat, vila real, Baronia del dit regne, o sen yra ab deutes de senyor o altres privilegiats, no puga ser admesa por soldat en companya alguna de la guarda ordinaria de la costa del dit regne». Cortes del

1585. requena amoraga 1997, p. 120.

23. Pubblicate il 13 febbraio 1555, rimasero in vigore quasi immu- tate fino al 1673.

24. Ad esempio le guardie della torre de las Caletas de Villajoyosa riuscirono a respingere l’attacco del corsaro Arnaut Mami e dei suoi 500 mori nel 1590. Tuttavia si trattava di un caso isolato, perché mol- to più spesso erano le torri ad avere la peggio e le guardie ad essere catturate, come ricorda anche Antonelli nel suo discorso del 1562. 25. AA. VV. 2003, pp. 230-231.

26. Nel 1563 lo stato delle difese costiere risultava ancora di fattezze medievali, con mura sottili e merlate, torri senza fosso, spazi esterni da ripulire dalla vegetazione e dagli alberi e case che potevano pro- teggere il nemico. AGS, E, 329-I, doc. 13, f. 16 r.

27. AGS, GA, 79, f. 182, trascritto da Boira maiques 2007, p. 81;

AGS, GA, 72, ff. 295-296, [1569]: «Informes de Juan Bautista Anto- nelli sobre la defensa de la frontera de Navarra, Guipúzcoa y la ma- nera de hacer fortificaciones». sartor 2004, p. 21; Cámara muñoz

1998a, p. 61.

28. Appendice documentale, trascrizione n. 8: AGS, E, 141. 29. Trascritto da BanyuLs pérez-Boira maiques-LLuesma espanya

1996, pp. 65-68, app. doc IV: «Memòria dels diners necessaris per a la fortificació de les torres i castells de la marina del regne de Va- lencia del Mestre Racional i de Giovanni Battista Antonelli». 30. AGS, E, 747: «Primo, pareçe que se deven aser en aquel reyno seys torres más de las que ay, la una junto a Paníscola do está hecho un simiento y están las guardas canperas, y la otra junto al Guerau

de Castelló, y otras dos entre e1 Guerau de Gandia y el Palmar, y la otra a Cap Negret, y la otra en la huerta de Alicante, y una otra más se podría aser donde vienen a guardar de noche los de Tablada». 31. AGS, GA, 72, 182, ff. 1-2. Tratto da BanyuLs pérez-Boira mai- ques-LLuesma espanya 1996, p. 27.

32. Alcuni studiosi valenzani hanno preso in considerazione il me- moriale di Antonelli principalmente per lo studio delle torri esistenti