DAM V ELENI – T ERZOPOULOU 2012, 104-
BIBLIOGRAFIA B ESSIOS 1983b, 276.
VIII.3 Il Tumulo Pappà presso Sebaste
Al confine tra Sebaste e Korinos, nel territorio di Pydna, a SW della città, tra il 1986 e il 1987 un basso tumulo sepolcrale denominato “Tumulo Pappà”, con un diametro residuo di 50 m e un’altezza di 1,80 m, è stato oggetto di scavo in occasione di lavori edilizi (tav. CLXX, fig. 1). L’indagine archeologica, ha portato alla luce 3 tombe delle quali due a fossa (Tomba 1, saccheggiata, e Tomba 3, intatta) e una a cista di piccole dimensioni (Tomba 2, intatta). Le sepolture349 contenevano ognuna una singola cremazione maschile a deposizione secondaria ed appartenevano ai membri di una stessa famiglia di hetairoi, cavalieri e proprietari terrieri, che avevano scelto questo luogo distante dalla città per poter seppellire i propri morti durante il IV sec. a.C. (tav. CLXXXVI, fig. 1).
Al centro del Tumulo si rinvenne la sepoltura più antica - la Tomba 1 - una tomba a fossa di grandi dimensioni350; sette scalini, disposti sul lato settentrionale, conducevano sul fondo della fossa di forma rettangolare dove era stato collocato un sarcofago ligneo che ospitava una cremazione. Completamente saccheggiata in epoca romana, la tomba venne datata intorno al secondo quarto del IV sec. a.C. sulla base degli oggetti ritrovati tra i resti dell’incinerazione del defunto, accumulati in giacitura secondaria tutt’intorno e sui gradini di accesso alla sepoltura (tav. CLXXXVI, fig. 2); confermavano la datazione alcuni frammenti di vasi a vernice nera351 trovati all’interno di un
enagismòs, individuato al margine di un piccolo tumulo che copriva inizialmente
la Tomba 1.
La Tomba 3, una fossa terragna di ancora più grandi dimensioni352, scavata al margine settentrionale del Tumulo Pappà, fu rinvenuta intatta nonostante la sua parziale collocazione sotto le fondamenta di un edificio moderno, che rese difficile l’indagine archeologica, non portata a compimento. Sul fondo della fossa era stato deposto un sarcofago di legno dentro al quale si trovava una kline di legno impreziosita con una decorazione in avorio; su di essa erano stati collocati l’urna cineraria - un kados di bronzo contenente le ossa cremate del defunto - e diversi oggetti di accompagno per il viaggio oltremondano (tav. CLXXXVII, fig. 3), datanti la sepoltura alla metà del IV sec. a.C., indicativi dello status del defunto: una patera e un calderone di bronzo con tripode in ferro, un paio di schinieri di bronzo, il rivestimento metallico di uno
349
BESSIOS 1987, 211-218; ID. 2010, 286-292; BESSIOS –PAPPA 1995, 13; GRAMMENOS 2007, 115-118.
350
Dim. Tomba 1: 6,50 x 4,00 x 3,50 m. BESSIOS 1987, 211.
351 I materiali combusti sia del rogo funebre che di quello sacrificale pertinenti alla Tomba 1, non
sono stati pubblicati.
352
Dim. Tomba 2: 9,00 x 5,00 x 4,50 m; si accedeva alla Tomba 2 per mezzo di undici scalini realizzati su lato settentrionale della fossa. BESSIOS 1987, 211-212.
scudo. Il letto funebre era stato letteralmente ricoperto da corone di bronzo dorato, collane di perline fittili dorate, da alabastra fittili, strigili di ferro,
aryballoi in pelle. Sul kados - cinerario doveva essere stata collocata in origine
una corona d’oro con foglie e frutti d’edera353, rinvenuta caduta sulla patera (tav. CLXXXVII, figg. 3-4); accanto si portarono alla luce cinque dadi d’avorio insieme a molte pedine in pasta vitrea di colore blu e bianco354, e ad una fibula d’oro del tipo “illirico”, utilizzata come ornamento personale del defunto al momento del rogo (tavv. CLXXXVII-CLXXXVIII, figg. 5-6). L’allestimento funebre (kline, oggetti del corredo, urna) disposto sul fondo della fossa, venne da ultimo ricoperto con un tessuto purpureo la cui presenza venne dedotta dalle impronte colorate lasciate su molti vasi bronzei, nonché dal rinvenimento di dischetti fittili dorati con protome della dea Atena, solitamente applicati quali elemento decorativo di tessuti.
Ultima in ordine cronologico, la Tomba 2 a cista di piccole dimensioni, venne localizzata intatta presso il margine NW della stessa collina artificiale; la sua fossa aveva intaccato l’interro del tumulo originario della Tomba 3. Le pareti della cista, completamente costruita in blocchi di calcare, recavano sulla superficie interna una decorazione dipinta raffigurante un intreccio di rametti d’olivo355. Come spesso avviene in Macedonia, al di sotto della copertura in lastre di calcare era stata sistemata una seconda copertura in assi lignee come indicavano gli incassi per l’alloggiamento ed alcuni giunti metallici a forma di zeta. All’interno di un grande cratere a calice di bronzo356 con piedistallo (tav. CLXXXVIII, fig. 7), erano state deposte le ossa combuste di un individuo di genere maschile, avvolte in un tessuto tenuto stretto da una fibula di ferro di tipo “illirico”, mescolate ai frammenti di una corona d’oro semi fusa, indossata dal defunto durante la cremazione, una dracma d’argento di Alessandro III, obolo di Caronte per il trasferimento nell’Aldilà. Sopra le ossa era stata sistemata una seconda corona di bronzo dorato. Il ricco corredo comprendeva un set di vasi da simposio (tre calici d’argento dorato, un filtro e un mestolo d’argento357, un
kantharos fittile), armi in ferro, tra cui quattro punte di lancia, un sauroter, un
piccolo coltello, caratteristici dell’alto ruolo sociale rivestito in vita dal defunto. Molti altri oggetti di materiale deteriorabile, erano stati probabilmente appesi a chiodi di ferro fissati sulle pareti della tomba, come testimoniavano le tracce di colorazione rugginosa. Tra i residui del rogo funebre, gettati nell’interro sopra le
353 GRAMMENOS 2007, 117-118; BESSIOS 2010, 291-292. 354 GRAMMENOS 2007, 118. 355 B ESSIOS 1987,212-213. 356
GRAMMENOS 2007, 115; VOKOTOPOULOU I. 1994, ʻThe calyx krater of Sevaste in Pieriaʼ, I Worthington (ed.), Ventures into greek history, Oxford, 189-201.
357
lastre di copertura, si rinvennero elementi pertinenti la decorazione della kline - sulla quale venne dato alle fiamme il morto, vasi fittili in frammenti, resti di corone di bronzo dorato e di una corona aurea358, vaghi fittili dorati di collana decorativa, una fibula di tipo “illirico”, strigili in ferro, un’imboccatura in ferro di un aryballos in pelle359, che datavano la cremazione intorno 330 a.C.
Il margine nord occidentale del Tumulo Pappà venne riutilizzato in epoca romana per la realizzazione di tombe ad inumazione e di rare cremazioni360 (tav. CLXXXVI, fig. 1).
358 Trattasi forse dei resti della stessa corona in parte deposti insieme alle ossa combuste nel
cratere-cinerario di bronzo. Le Tombe 2 e 3, rinvenute integre, sono state attribuite con certezza ad individui di genere maschile, sulla base della tipologia del corredo di accompagno; anche la Tomba 1, trovata invece saccheggiata, deve aver probabilmente ospitato le ceneri di un uomo. La mancanza di tombe femminili ricoperte dallo stesso tumulo di carattere familiare, è un problema che può essere attribuito ad un’indagine necessariamente molto frettolosa che non esclude l’eventualità della loro presenza.
359
L’unico riferimento al ritrovamento dei residui del rogo funebre in giacitura secondaria (BESSIOS 1987, 212), manca della corrispettiva documentazione grafica e fotografica nonché di quella dei materiali offerti.
360
Sono state indagate complessivamente otto tombe a fossa che contenevano inumazioni e due incinerazioni che hanno restituito vasi fittili, gioielli e soprattutto molte monete d’argento e di bronzo.