DAM V ELENI – T ERZOPOULOU 2012, 104-
V.4 L’incinerazione della tomba a cista del quartiere di Stavroupolis
Località: Thessaloniki, quartiere di Stavroupolis, via Oreokastro. Denominazione tumulo/sepoltura: Tomba di Stavroupolis.
Data di rinvenimento/scavo: 26/08/1974, in occasione dello scavo di un fossato
per la collocazione di una conduttura di scolo.
Descrizione della sepoltura: tomba a cista (dim. 1,05 x 0,95 x 0,90 m), distante
50 m dalla tomba trovata in via Dankli256 nel medesimo quartiere di Stavroupolis, nell’ambito territoriale dell’odierna Salonicco, ad una distanza di circa 3-4 chilometri dalle mura occidentali della città e dalla porta Letaia, lungo un’antica arteria stradale che conduceva a Derveni (attuale via di Langada). La tomba era costruita interamente – pareti, fondo, copertura - in lastre di calcare; sebbene distrutta dai colpi dell’escavatore meccanico, fu rinvenuta non saccheggiata. La sepoltura, che conteneva un’incinerazione a deposizione secondaria maschile, nonostante le piccole dimensioni257, ha restituito un ricco corredo esposto attualmente al Museo Archeologico di Salonicco258. Tra gli oggetti che accompagnavano il defunto nella dimora eterna, degni di essere menzionati sono una corona d’oro di mirto259, vasellame da simposio in argento260, parte di uno sgabello ligneo261 – diphros - rivestito di lamina d’argento il cui tipo era noto fino ad allora solo dai testi e dalle raffigurazioni antiche262 (tav. CXXII, fig. 2); una custodia cilindrica pieghevole di bronzo, interpretabile assai probabilmente, come un astuccio per la scrittura263 (tav. CXXII, fig. 1), armi in ferro264 che caratterizzavano il genere del defunto come maschile. La vicinanza delle tomba di via Oreokastro con l’altra rinvenuta precedentemente in via Dankli, nel
256 Nel 1964, con l’apertura di una trincea dell’OTE in via Dankli, si portò alla luce una prima
tomba a cista costruita in lastre di calcare e contenente una sepoltura maschile; anche se la sepoltura venne sostanzialmente distrutta dall’azione dell’escavatore meccanico, fu possibile raccoglierne il ricco corredo, che datava all’ultimo quarto del V sec. a.C., tra i cui oggetti si distinguevano un set da simposio in bronzo e due laminette d’oro raffiguranti un leone incedente lavorato a sbalzo, probabile decorazione di corazza, segni distintivi dell’alto rango militare del defunto. RHOMIOPOLOU 1989, 200-207;EAD.2007,178-179. 257 R HOMIOPOULOU 1973-1974,693;EAD.1989, 207-218. 258 RHOMIOPOULOU 2007,179-183. 259 RHOMIOPOULOU 2007,179. 260R HOMIOPOULOU 2007,181-182. 261
RHOMIOPOLOU 1989,215,tav.56δ;EAD.2007,183(ricostruzione).
262
RICHTER G.1966, Greek, Etruscan and Roman Furniture, London, 38-47; ANDRIANOU 2009, 25-30; la presenza di un sedile prezioso ma fragile all’interno della tomba, ne indica un uso rituale esclusivamente funerario; lo stesso vale per la presenza dei troni in materiale prezioso nelle monumentali tombe a camera della Macedonia.
263 R
HOMIOPOLOU 1989, 215-116, tav. 57; EAD.2007, 181. Per una diversa interpretazione della scatola bronzea v. IGNATIADOU 2015, 107-108. Una custodia simile è stata rinvenuta all’interno della Tomba B di Derveni: v. THEMELIS -TOURATSOGLOU 1997,91, tav. 103, B35.
264
medesimo quartiere di Stavroupolis, suggerisce che entrambe potessero far parte di un gruppo sepolcrale più ampio, legato forse da legami familiari ma non rinvenuto nell’area265. Grazie alle presenza delle armi in ferro si può infine ipotizzare che il defunto potesse essere un militare di alto rango, ma anche un intellettuale o comunque un personaggio legato alla scrittura di testi come stanno ad indicare l’astuccio pieghevole in bronzo e lo sgabello.
Datazione sepoltura: ultimo quarto del IV sec. a.C., prima della fondazione della
città di Salonicco.
ROGO FUNEBRE (resti di incinerazione)
Ubicazione: originariamente sulla copertura della tomba. Giacitura: secondaria.
Descrizione: assente nella bibliografia edita. Presenza di strutture: non determinabile.
Le ossa combuste del defunto dovevano essere state deposte in una cassetta lignea della quale si conservava solo la decorazione in oro, consistente in una spirale vegetale di finissima fattura266.
Oggetti provenienti dal rogo:
Ai fini della ricostruzione del rituale funerario dell’incinerazione sono di massimo interesse quattro placchette fittili dorate267, recanti tracce di combustione, rappresentanti ognuna ad alto rilievo una coppia di combattenti – un greco ed un’amazzone o un persiano - la cui origine è determinata dal differente tipo di abbigliamento. I fori passanti sulle placchette, nonché la loro superficie posteriore piatta, dimostrano che dovevano decorare un feretro o, più verosimilmente, una kline lignea che era stata consegnata alle fiamme insieme al defunto.
Decorazione kline:
- Due placchette fittili dorate integre, con entrambi i combattenti; dim.: 0,10 x 0,15 m (tav. CXXIII, figg.3, 5).
- Una placchetta fittile dorata frammentaria, con un solo combattente; dim.: 0,09 x 0,10 m (tav. CXXIII, figg. 4-5).
265
L’ipotizzato gruppo sepolcrale potrebbe essere appartenuto ad uno dei ventisei insediamenti che preesistevano alla fondazione di Salonicco nel 315 a.C., e sul quale attualmente insiste il quartiere di Stavroupolis; v. RHOMIOPOLOU 1989,199;EAD.,2007,177.
266
RHOMIOPOLOU 1989,209-210,tav. 52; EAD.2007,180. È assai probabile che la cassetta lignea fosse stata deposta ritualmente sul diphros, nello stesso modo in cui la cassetta di marmo contenente le ceneri della regina Euridice era stata originariamente collocata sul trono, all’interno della camera funeraria dell’omonima tomba.
267
- Una placchetta fittile dorata frammentaria, con un solo combattente; dim.: 0,11 x 0,05 m (tav. CXXIII, figg. 4-5).
Recano tutte segni di fuoco sulla superficie.
Le placchette, anche se individuate all’interno della cista, costituiscono l’unica testimonianza rimasta dell’avvenuto rogo funebre i cui resti carboniosi dovevano, molto probabilmente, essere stati ritualmente raccolti e deposti originariamente sulla copertura della tomba; una volta che l’escavatore meccanico ebbe colpito gravemente la sepoltura, distruggendola, è ipotizzabile che le ceneri siano percolate all’interno della tomba e con esse, le placchette fittili268, mescolandosi con il riempimento terroso della sepoltura. Sebbene esse, a confronto con gli altri lussuosi oggetti del corredo, costituiscano un pur modesto rinvenimento, sono altresì estremamente importanti per la ricostruzione del rituale funerario della cremazione per il cui espletamento si utilizzava una kline di legno che era quasi sempre decorata con scene figurate269.
Genere del defunto incinerato: maschile.
Datazione incinerazione: ultimo quarto del IV sec. a.C., prima della fondazione
della città di Salonicco.
BIBLIOGRAFIA
IGNATIADOU 2015, 107-108.
RHOMIOPOULOU 1989,216-217,tav. 58β, 58γ. RHOMIOPOULOU 2007,179-183.
IMMAGINI
Tav. CXXII, fig. 1. Custodia di bronzo per la scrittura (RHOMIOPOULOU 2007, 181).
Tav. CXXII, fig. 2. Diphros rivestito in lamina d’argento (RHOMIOPOULOU 2007,183)
Tav. CXXIII, figg. 3, 5. Due placchette con coppia di combattenti (RHOMIOPOULOU
1989,tav. 58β; EAD.2007,179).
Tav. CXXIII, figg. 4-5. Due placchette con un singolo combattente (RHOMIOPOULOU
1989,tav. 58γ; EAD.2007,179).
Tav. CXXIII, fig. 5. Serie completa delle quattro placchette dorate (RHOMIOPOULOU
2007,179).
268 Non è da escludere la possibilità che le placchette fittili dorate siano state raccolte e collocate,
insieme alle ossa combuste, nella cassetta cineraria di legno, disfattasi con il passere del tempo.
269
Nelle incinerazioni più ricche, una seconda kline decorata veniva collocata all’interno della sepoltura.