DAM V ELENI – T ERZOPOULOU 2012, 104-
V.1 Il rogo funebre in situ della Tomba cd della Maternità
Località: Salonicco, via Papanastasiou 40 (incrocio con via Epikourou).
Denominazione tumulo/sepoltura: Tomba della Maternità–Maieuteriou,
coperta originariamente da un tumulo senza denominazione.
Data di rinvenimento/scavo: 1918-1919; scavata per la seconda volta nel 1941. Descrizione della sepoltura: tomba in blocchi di calcare a camera singola con
copertura voltata e con orientamento N-S. La facciata un tempo interamente intonacata di bianco e rivolta a N, è in ordine dorico e alle estremità presenta due paraste con capitello dorico a rilievo leggermente accennato; il timpano, collocato sopra il fregio a metope e triglifi, non ha decorazione (tav. CVIII, fig.1). L’entrata era stata originariamente sigillata all’esterno con tre blocchi di calcare che si trovano attualmente all’interno della recinzione. Nella parete di fondo della camera funeraria (dim.: 2,22 x 3,24 m), in posizione opposta all’entrata, vi era una kline in muratura, parzialmente ancora in situ; la costruzione, cava all’interno e dotata di copertura, poteva essere considerata a tutti gli effetti una
kline-sarcofago (tav. CVIII, fig. 2); una seconda struttura simile doveva trovarsi
originariamente a sinistra dell’entrata, appoggiata alla parete orientale della camera con il lato lungo, e alla parete di fondo con il lato corto, disegnando con la precedente un schema a forma di Γ, tracce della cui presenza sono state individuate sul pavimento e sulle pareti207 (tav. CVIII, fig. 3); entrambe distrutte dall’avidità dei saccheggiatori, imitavano, sia negli elementi costruttivi che funzionali, una reale kline lignea dell’epoca; i dettagli erano stati resi in stucco lavorato a rilievo sovra dipinto. La presenza delle due klinai-sarcofago, che presupponevano l’uso del rituale inumatorio208, contrastava con l’individuazione nel 1941, durante la pulizia e il rilievo della tomba, di una struttura in mattoni delimitante delle stratificazioni carboniose, indice di avvenute cremazioni209. Lo studio approfondito dei frammenti delle due klinai, le differenze individuate
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Di questa seconda kline-sarcofago, distrutta dai tombaroli, ne è stato riconosciuto un frammento da K. Sismanidis al Museo del Louvre, lì trasportato dalla Missione Francese che ha scoperto la tomba per la prima volta (tav. CVIII, fig. 3); a tale proposito v. SISMANIDIS 1997a, 30-37. La decorazione dipinta, visibile a malapena solo sulla seconda kline, ma ricostruibile allo stesso modo anche per la prima, presentava un tema a carattere dionisiaco.
208
Nelle poche informazioni scritte che possediamo non si fa riferimento alla raccolta o meno di materiale antropologico proveniente dalla camera funeraria.
209 Per la pira in situ: M
AKARONAS 1941-1952, 599-601; successivamente, nel 1944, ad E della tomba a camera, si rinvennero durante lavori edili, due tombe a cista costruite in blocchi di calcare; la prima conteneva pochi insignificanti vasi e si datava al II sec. a.C.; nella seconda si rinvenne invece una pelike a figure rosse del IV sec. a.C., proveniente probabilmente da una bottega di Olinto. Le due tombe furono distrutte per ordine delle autorità militari tedesche; presumibilmente dovevano far parte, insieme alla tomba a camera, di un gruppo sepolcrale più ampio; per le tombe a cista v. MAKARONAS 1941-1952, 601-602.
nelle loro modalità costruttive210, messe in relazione all’attestazione di avvenute cremazioni, condussero K. Sismanidis a ritenere che la tomba della Maternità/ Maieutiriou dovesse aver alloggiato almeno una inumazione e almeno una incinerazione211. Le differenze tra i due sarcofagi, quindi, si dovevano e si risolvevano con un diverso utilizzo funebre: una inumazione deposta nella kline di fondo, di dimensioni maggiori, e una incinerazione collocata sopra la copertura della kline laterale, di dimensioni minori212. La contemporaneità e la coesistenza in una medesima camera funeraria di due diverse pratiche funerarie, individuabili sia dalla presenza dei sarcofagi che dal rogo in situ, riflettono l’estrema libertà, per la classe dominante, nella scelta e nell’utilizzo di un determinato costume funerario. La tomba, saccheggiata in antico, era priva del corredo; è l’unica sepoltura a camera ancora visibile nell’ambito territoriale della città di Salonicco.
Datazione sepoltura: seconda metà del III sec. a.C.
ROGO FUNEBRE (resti di incinerazione)
Ubicazione: subito dietro la tomba, sulla sommità del tumulo sepolcrale che
ancora sovrastava, messo in luce durante lo scavo del 1941.
Giacitura: primaria.
Descrizione: recinzione di forma rettangolare, costruita in mattoni crudi
intonacati213 (dim.: 2,25 x 3,24 x 0,48 m). Al suo interno era avvenuta almeno un’incinerazione, come era evidente dallo spesso strato di cenere, ossi animali ed ossa umane combuste, il quale venne trovato misto a frammenti di vasellame fittile e di statuette214, costituenti gli unici reperti esistenti datanti, visto il completo saccheggio della tomba. Le ossa combuste del defunto/a dovevano essere state deposte all’interno di un’urna o di un vaso cinerario collocato sulla
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In effetti, il fondo della prima kline-sarcofago, di dimensioni leggermente più grandi dell’altra che si trovava alla sinistra dell’ingresso, risultava essere 0,50 metri al di sotto del piano pavimentale della tomba mentre il fondo della seconda più piccola kline-sarcofago si trovava allo stesso livello. Inoltre, la copertura della prima kline prevedeva anche l’uso di un assito ligneo che non era stato invece ipotizzato per la seconda kline. Sempre secondo K. Sismanidis, la disposizione all’interno della camera funeraria, costituiva un unico progetto costruttivo originario e le due klinai-sarcofago devono considerarsi coeve; SISMANIDIS 1997a,34.
211
SISMANIDIS 1997a,35-36.
212 A mio parere, non è da escludere che entrambe le klinai, indipendentemente dalle diversità
rilevate, contenessero ciascuna una inumazione (le dimensione della kline più piccola sono comunque rilevanti: 2,15 x 1,00 x 1,05 m. ) e che le incinerazioni, molto probabilmente più di una, vista la realizzazione della recinzione in mattoni, fossero state collocate sulle coperture di ambedue i sarcofagi, entro urne o vasi cinerari.
213
Una struttura simile è stata individuata dietro la Tomba di Lyson e Kallikles a Lefkadia.
214
copertura della seconda kline-sarcofago a sinistra dell’entrata, e non al suo interno (SISMANIDIS 1997a, 35).
Presenza di strutture: recinzione in mattoni; nella bibliografia edita manca la
documentazione grafica e fotografica.
Oggetti provenienti dal rogo:
Vasellame fittile:
- Venti coppe di forma diversa. - Sette piattini a v/n.
- Cinque pissidi acrome.
- Una brocca con rappresentazione figurata. - Frammenti di anfore.
Coroplastica:
- Due statuette fittili maschili (alte rispettivamente 30 e 15 cm).
Il materiale archeologico rinvenuto all’interno delle stratificazioni carboniose è stato visto ed elencato da WALTER 1943, 321-322, ma non è mai stato pubblicato
ed è probabilmente andato disperso.
Genere del defunto incinerato: indeterminato. Datazione incinerazione: seconda metà del III a.C.
BIBLIOGRAFIA
GOSSEL 1980, 234-239 (in particolare nota 1181). MAKARONAS 1941-1952, 599-601. SISMANIDIS 1985, 40-44. SISMANIDIS 1986a, 35. SISMANIDIS 1997a, 30-37. WALTER 1943, 321-322. IMMAGINI
Tav. CVIII, fig.1. Tomba della Clinica della Maternità (Foto B. Balducci).
Tav. CVIII, fig. 2. La kline-sarcofago sulla parete di fondo (SISMANIDIS 1997a, fig.2,
31).
Tav. CVIII, fig. 3. Frammento della kline-sarcofago sulla parete laterale (SISMANIDIS