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Il valore didattico del cinematografo (1914)

Oltre all’importanza che particolarmente in psicologia hanno le rap- presentazioni cinematografiche per l’essenza dei fenomeni che condu- cono alla percezione del movimento, vi è quella che il cinematografo, creato primitivamente come mezzo d’indagine puramente scientifica, ha acquistato quale strumento di diffusione di cognizioni che, anche solo pochi anni or sono, molto più difficilmente potevano venir appre- se da singoli studiosi e da questi con pena diffuse nella scuola e, fuori di questa, alle masse.

La questione della utilizzazione a scopo didattico, nelle scuole e fuori, del cinematografo è stata agitata in modo particolare all’este- ro in questi ultimi tempi intensamente; ed è bene che in una rapida scorsa riassuntiva qualche eco possa giungere fra di noi dei tentativi compiuti e dei dibattiti1.

In Germania sono già molteplici le prove per introdurre l’uso del cinematografo nelle scuole. Nel nuovo Ginnasio Federico Werder a Berlino è stata stabilita un’apposita classe per l’insegnamento cine- matografico della geografia e della zoologia e, se questo tentativo riu- scirà, tutti gli Istituti di studi superiori e anche le scuole elementari

1 Anche da noi qua e là in singole scuole si sono fatti degli impianti per le dimo-

strazioni cinematografiche e ricordo di averne visto uno perfetto, dotato anche di un buon materiale didattico presso la Scuola Normale pareggiata femminile di Nizza Monferrato. Già parecchi anni or sono Domenico Orano scriveva nella «Rivista Pedagogica» (1909, anno II) [Il cinematografo e l’educazione, «Rivista Pe- dagogica», II, 10, luglio 1909, pp. 956-961] degli spettacoli cinematografici da lui iniziati nel Ricreatorio popolare del Testaccio in Roma diretti particolarmente a migliorare l’educazione morale dei ragazzi del popolo. Di alcune osservazioni psicologiche fatte durante rappresentazioni cinematografiche scrissi io nel 1911 in una nota alla Reale Accademia delle Scienze di Torino [Cfr. Mario Ponzo, Di

alcune osservazioni psicologiche fatte durante rappresentazioni cinematografiche,

«Atti della R. Accademia delle scienze di Torino», XLVI, disp. 15a, 1910-1911, pp. 943-948: il testo è ripubblicato in questo volume].

popolari saranno corredate di apposite classi per le dimostrazioni ci- nematografiche.

In Inghilterra si è anche più avanti; e l’uso del cinematografo nella scuola è più diffuso. Trovano colà prezioso ausilio in esso gli insegna- menti della storia, della geografia, della biologia, quelli tecnici, indu- striali, ed ancora quegli altri dell’igiene, dell’educazione fisica, ecc.

In Inghilterra si è pure avuto il pensiero di far conoscere non solo agli inglesi, ma sovratutto nelle città commerciali dell’estero, quali siano i prodotti delle fabbriche inglesi per mezzo di visioni cinemato- grafiche dei lavori, e del modo in cui essi si svolgono, nelle fabbriche inglesi. E 250 ditte inglesi si sono ora riunite a tal scopo per favorire lo sviluppo delle industrie nazionali2.

È proposito attualmente di parecchi coraggiosi organizzatori in Germania di portare a conoscenza del popolo tedesco, mercé un co- lossale programma di proiezioni cinematografiche, le vaste colonie dell’impero, sì che dalla visione della loro bellezza, ricchezza, attività commerciale, ecc. possa svilupparsi un movimento in loro favore ed a favore del popolo stesso.

Da un lato tecnico si va poi intensamente ricercando il modo di rendere più facile e meno costoso l’uso del cinematografo nella scuola. Così si è riusciti a semplificare di molto l’apparecchio e a diminuire il pericolo dell’incendio del film. La ditta tedesca Ernemann ha costru- ito appunto per l’uso nelle scuole un piccolo cinematografo nel quale la sorgente luminosa è costituita da una lampada speciale ad incan- descenza che sviluppa solo pochissimo calore e che permette perciò anche la proiezione fissa di singole immagini del film. La lampada abbisogna solo di una corrente di 0,8 Ampère con una tensione di 8 a 10 Volts, che può essere fornita da una batteria di accumulatori o da una usuale batteria a secco. Si può però mettere l’apparecchio anche in rapporto con qualsiasi conduttore di luce elettrica. Una lampada elettrica, opportunamente annerita, annessa all’apparecchio permet- te in questo caso di lasciar passare nella lampada dell’apparecchio la corrente sufficiente al funzionamento del medesimo.

Si è inoltre ottenuto con schermi speciali di poter eseguire le proie- zioni nella piena luce del giorno; ciò renderà, in un avvenire prossimo, molto più pratico l’uso del cinematografo nella scuola.

Più complesso è il problema della armonica e perfetta associa- zione della proiezione cinematografica alla audizione delle parole e dei rumori che si collegano alla percezione visiva dell’avvenimento reale; ed a risolverlo si affatica, forse non invano, la mente geniale di Edison.

Ma per la scuola esso non ha tanta importanza come per le

2 All’Esposizione Nazionale di Torino abbiamo già assistito a tentativi cinemato-

proiezioni cinematografiche solite dove, di certo, il godimento estetico dello spettacolo risulterebbe di molto accresciuto.

Esistono pure dei cataloghi per gli scopi didattici e per la diffusione della cultura del popolo, come quello della Gesellschaft für Verbreitung

von Volksbildung3, e l’altro di una Ditta in München-Gladbach.

È certo pericoloso per certi insegnamenti, particolarmente per quello della storia, l’uso di films che non riproducano con fedeltà ed esattezza l’avvenimento, ma a guardarsi da questo pericolo deve prov- vedere la scelta intelligente dei films da parte dell’insegnante che tro- verà facilitato il suo compito da codesti cataloghi speciali.

Ma anche dopo il prodigioso estendersi degli argomenti delle pro- iezioni cinematografiche ai campi più varii degli avvenimenti sociali e naturali non cessa ora il dibattito fra i pedagogisti intorno all’in- trinseco valore didattico del cinematografo. Alcuni lo negano in gran parte. Adducono fra le ragioni per combatterlo il fatto che i fenomeni che si presentano nelle proiezioni cinematografiche esigono una tale tensione dell’attenzione che male può reggere a lungo particolarmente quando il film sia di natura istruttiva. Tanto meno perciò, vi può resi- stere l’attenzione dei ragazzi.

Data la rapidità con cui si svolgono le scene sarebbe poi, secondo codesti pedagogisti, impossibile fissare nella mente i fenomeni osser- vati; la maggior parte dei quali verrebbero così ben presto dimentica- ti.

Infine, difficilmente un fanciullo potrebbe integrare e completare la visione rapida e incompleta, cosa che è possibile solo all’adulto che ha un patrimonio di associazioni molto più ampio.

Per confutare tali asserzioni, recentemente, il Dr. [Albert] Hellwig, («Film und Lichtbild», 1913, Heft 7), pur ammettendone in parte il valo- re, ha raccolto numerose osservazioni personali nonché quelle di altri studiosi.

Le obbiezioni su citate possono in fatto dirsi in generale più rivolte contro alcune condizioni della rappresentazione che non contro l’es- senza del metodo.

L’interesse del fanciullo, che si spegnerebbe di fronte ad una lun- ga esposizione di films educativi, può venir tenuto desto alternando le proiezioni istruttive con altre che possono, divertendo il fanciullo, riposarlo.

Le pause necessarie possono essere costituite nelle proiezioni di argomenti istruttivi, dagli schiarimenti del maestro; e l’osservazione più particolareggiata può essere facilitata – secondo Brethfeld («Neue

3 [La Gesellschaft für Verbreitung von Volksbildung (Società per la diffusione del-

la cultura popolare) fu fondata in Germania nel 1871 da un gruppo di personalità e associazioni di orientamento liberale e progressista]

Bahnen, Zeitschrift für Erziehung und Unterricht», 19094) – dalla vi-

sione di parti del film tenute fisse. [Hermann] Lemke («Die Lehrmittel der deutschen Schule», 1910) a sua volta propone la proiezione ripetu- ta dello stesso film. Secondo lui durante la prima visione l’attenzione del fanciullo dovrebbe essere diretta al lato artistico della proiezione; durante la seconda al lato istruttivo e, durante la terza, dovrebbe as- sociarsi alla proiezione la parola esplicativa del maestro. Ed io perso- nalmente a questo proposito rammento con riconoscenza l’utilità rica- vata dalle proiezioni cinematografiche sulla sintomatologia di malattie nervose, sui vari tipi di ammalati di mente, sul loro modo di compor- tarsi, accompagnata dalla dotta parola esplicativa del prof. Camillo Negro, che fu certo tra i primi ad introdurre in Italia la cinematografia nell’insegnamento clinico.

È indubbio che riesce più efficace l’azione di una proiezione quan- do essa possa venire integrata da cognizioni antecedenti sull’argo- mento trattato. Per esempio, l’osservare nella proiezione il modo nel quale viene eseguito uno speciale lavoro deve riuscire sicuramente più profittevole, e più durevole rimanerne l’impressione, in un operaio che pratichi gli stessi lavori, ma deve però ammettersi che qualche cosa rimanga del visto anche nella coscienza del non competente. Molto perciò, potrebbe giovare, io credo, nelle scuole di arti e mestieri per la formazione di veri archivi di films che riproducano nei più minuti par- ticolari il modo nel quale si eseguiscono speciali generi di lavori nelle fabbriche e nelle officine più grandi e più perfette.

Per una ragione fondata sulle nostre conoscenze psicologiche è pur chiaro come non tutti gli spettatori possano ritrarre uguale pro- fitto da questo metodo d’insegnamento, essenzialmente visivo; ma in principal modo i tipi visivi. Molto minore sarà l’utilità di un corso di proiezioni per i tipi uditivi. Data però la grande prevalenza degli indi- vidui appartenenti al tipo visivo e ai tipi misti, noi possiamo conside- rare come molto ridotto il numero degli individui appartenenti al tipo uditivo puro.

Il Dr. Sellmann (Frauenbildung. Zeitschrift f. d. ges. Interessen des

weiblichen Unterrichtswesens, 1912)5 nel suo entusiasmo per l’inse-

gnamento cinematografico crede persino che in molti casi la visione cinematografica possa venire considerata come più profittevole per il fanciullo della visione di un dato fenomeno della realtà; e ciò perché per mezzo dell’ingrandimento e del rallentamento artificiale di un pro- cesso della natura ne può venire facilitata l’osservazione. Egli ancora ricorda fra i vantaggi generali del metodo cinematografico il fatto che

4 [Max Brethfeld, Der Kinematograph im Dienste der Volks- und Jugendbildung,

«Neue Bahnen, Zeitschrift für Erziehung und Unterricht», Leipzig, agosto 1909, pp. 504-505].

i fanciulli hanno una speciale predilezione per le figure e particolar- mente per le figure in movimento: e che l’uso del cinematografo per- mette una maggiore rapidità nell’insegnamento.

Ed io aggiungo che, in special modo nel campo della vita morale, le proiezioni di esempi di virtù civiche e militari, la visione di esempi di onestà sono molto più efficaci che non la parola del maestro perché in molti casi l’anima ingenua del fanciullo non differenzia ancora la realtà dalla ricostruzione fantastica del fatto reale.

Il Dr. Hellwig pure combattendo nel suo lavoro i modi nei quali vengono tenuti gli spettacoli cinematografici pubblici in Germania, ricorda come nei tremila cinematografi pubblici colà esistenti venga quotidianamente presentato quattromila volte circa un film istruttivo e come pur volendo considerare come esiguo il numero dei casi in cui esso arreca un utile reale, la somma di tali effetti deve risultare certo non piccola.

«Rivista di Psicologia», Imola-Bologna, X, 1, gennaio-febbraio 1914, pp. 47-52.

Mario Umberto Masini,