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INSIEME: il primo dossier di candidatura

5.3 Raccontare il processo: i dossier

5.3.1 INSIEME: il primo dossier di candidatura

Fig 5.3: la copertina del dossier di candidatura iniziale.

Il primo dossier di Matera città candidata capitale europea della cultura 2019 conta 93 pagine, compresa l’appendice. E’ stato redatto dal Comitato scientifico (F. Bianchini, A. Calbi, P. Laureano, G. Perri, M. Ragozzino, F. Salvatore, R. Tarantino, A. Versace), ha visto tra i collaboratori figure del calibro di Alessandro Bollo, Alberto Cottica, Alberto Giordano, Charles Landry e Giovanni Padula oltre che di un nutrito web team, il tutto sotto la direzione di Paolo Verri. L’impaginazione e la grafica sono di Nico Colucci e l’immagine di copertina è di Mario Cresci. E’ stato tradotto da Aaron Maines ed è

disponibile in versione pdf sul sito di Matera 201975.

Rispetto al secondo dossier, questo è un lavoro fortemente “politico” (Adduce, Verri 2014) che lancia una sfida programmatica in primo luogo al territorio di riferimento: in caso di mancato passaggio in shortlist, il percorso di candidatura sarebbe dovuto servire come motore di rilancio per la Regione: venivano messi in chiaro gli obiettivi della candidatura e perché si stesse facendo questo passo, da molti ritenuto insensato e fuori scala per una realtà come Matera e la Basilicata. Questo primo dossier, rispondendo alle                                                                                                                

75  Il  primo  dossier  di  candidatura  è  consultabile  e  scaricabile  gratuitamente:  http://www.matera-­‐

domande poste dalla Commissione, parla agli abitanti della Lucania, temporanei o permanenti, e rivolge loro la domanda retorica: “Visto? Ce la possiamo fare!”

Il documento è stato consegnato al MiBACT il 19 settembre 2013. Obiettivi e tema della candidatura

Seguendo il “modello di candidatura” già presentato nel Capitolo 4.2 il primo dossier materano ruota su una parola cardine della candidatura: insieme.

La città dispone di riconosciute potenzialità ambientali e paesaggistiche ma questo, come hanno dimostrato diverse candidature infruttuose delle passate edizioni, serve a ben poco se manca la progettualità nei diversi ambiti di intervento.

Questa candidatura si configura come “(...) un’opportunità unica per superare lo scetticismo e il senso d’inferiorità secolari che hanno rallentato lo sviluppo del Sud Italia” (pag. 9), facendo leva su un atavico orgoglio e senso di appartenenza della comunità materana e lucana, andando oltre dei radicati campanilismi intra-regionali.

Matera, uno dei centri ininterrottamente abitati più antichi del mondo76, è stata il primo

sistema urbano sotto Roma ad entrare nel Patrimonio Unesco, nel 1993, dopo aver ricevuto l’appellativo di “Vergogna nazionale” da parte di Palmiro Togliatti nel 1948 ed il totale svuotamento del rione dei Sassi, iniziato nel ’53 a seguito della c.d. Legge svuota

Sassi di De Gasperi77. Lo Stato non poteva accettare che, in una nazione alle soglie del

boom economico, una parte della sua popolazione vivesse in umide caverne senza alcuno standard igienico, dividendo spazi angusti con animali.

Cancellata con forza la sua anima a seguito del trasferimento di circa 16mila abitanti nella “città nuova”, Matera si è adatta al cambiamento imposto dimostrando una innata resilienza che ha rinforzato con la frugalità l’orgoglio contadino la sua spina dorsale. Il recupero, dopo anni di rifiuto dei Sassi come parte della città e proposte di abbattimento integrale dell’insalubre quartiere, inizierà alle fine degli anni ’80 grazie a leggi specificamente studiate per il quartiere.

                                                                                                               

76  Uno  degli  articoli  che  fa  riferimento  alle  antiche  origini  della  città  di  Matera:  

http://www.linternaute.com/voyage/magazine/les-­‐10-­‐plus-­‐vieilles-­‐villes-­‐du-­‐monde-­‐encore-­‐habitees/les-­‐10-­‐plus-­‐ vieilles-­‐villes-­‐du-­‐monde-­‐encore-­‐habitees.shtml  

77  Tra  il  1953  ed  il  1956  si  stima  che  oltre  15.000  persone  furono  spostate  dai  Sassi  alle  nuove  costruzioni,  

generando  una  profonda  frattura  all’interno  della  città:  i  Sassi  sono  tutt’ora,  per  chi  ha  vissuto  quegli  anni,  sinonimo   di  povertà  e  vergogna  nonostante  il  completo  recupero  e  la  forte  attrattività  turistica  che  oggi  ricoprono.  

Il dossier, prima dei programmi e dei progetti in campo, doveva riuscire a far comprendere il peso della sfida per la città e quanta responsabilità ricadesse dall’esito della competizione. Gli obiettivi espressi della candidatura sono importanti e le ricadute sociali sul territorio possono essere di dimensioni storiche: progettare per fermare “l’esodo dei giovani dalla città e dalla regione” (pag. 10), in un territorio che “(…)si spopola, perde i suoi residenti che si trasferiscono altrove per motivi di studio e di lavoro”78, riportare la cultura “(…) a rappresentare delle opzioni imprescindibili nell’orizzonte quotidiano delle persone” (pag. 11), attraverso un lungo e concertato lavoro di audience development, all’interno di una regione i cui consumi culturali, compreso il settore cinematografico e audiovisivo, è ben al di sotto della media nazionale (fonte: rapporto federcultura 2015) con l’ambizione di diventare un “nuovo modello di sviluppo capace di superare la crisi contemporanea” (pag 12).

E’ nel rispondere alla seconda domanda (Qual è il concetto alla base del Progetto che verrebbe realizzato se venisse nominata Capitale Europea della Cultura?) del I capitolo sui Principi fondamentali che vengono elencati per la prima volta i 5 temi che hanno accompagnato l’intero percorso e mosso la candidatura:

- Futuro remoto: consiste nel comprendere “(…) quali elementi della cultura materana contengono messaggi importanti per il futuro di noi europei” (pag 12), come la creazione di spazi e pratiche comuni con “modelli di vita decisamente futuribili” (pag 13)

- Radici e percorsi: in una regione da sempre crocevia di popoli e con una forte

emigrazione, “(…) occorre rafforzare lo spirito individuale di

autoimprenditorialità legata alle nuove professioni della cultura, del turismo e delle nuove tecnologie e di sviluppare un contesto favorevole in cui mettersi in gioco” (pag 13), soprattutto attraverso l’attrazione di soggetti da fuori, che diano nuovo slancio al sistema locale.

- Riflessioni e connessioni: il lavoro che si sostanzia in questa formula si collega alla volontà di ricollegare l’arta e la cultura con la quotidianità al fine di “(…) immaginare nuovi modelli di vita, cultura ed economia” (pag 14).

                                                                                                               

78  Sono  molti  anni  che  questo  tema  preoccupa  una  parte  della  stampa  locale  e  di  alcuni  membri  del  governo  

Regionale,  che  ad  oggi,  non  ha  ancora  attivato  serie  politiche  contro  lo  spopolamento.  Matera  2019  rappresenta  un   primo,  grosso,  tentativo.  http://www.lindro.it/la-­‐basilicata-­‐si-­‐spopola/  

- Continuità e rotture: la storia di Matera ha visto nello spopolamento del suo cuore un momento di forte frattura, che avrebbe potuto portare al collasso l’intero sistema urbano. La città è passata da essere Vergogna nazionale a Patrimonio Mondiale dell’Umanità – e successivamente Capitale Europea della Cultura, ma questo ancora non si sapeva – con un aumento continua dei flussi turistici: la candidatura non punta ad una “(…) crescita quantitativa dei visitatori, che rischierebbe di compromettere la qualità della vita e dell’esperienza della città, sie per i cittadini/abitanti culturali che per i visitatori, che vogliamo intendere come

cittadini temporanei” (pag 15).

- Utopie e distopie: questo tema affronta il percorso storico “(...) per capire quali sono i limiti che non si possono superare per evitare di trasformare le opportunità del territorio in distopie”. La Basilicata, stretta tra la vocazione agraria, i ricchi giacimenti di idrocarburi ed il turismo (sempre più di massa), ha fortemente bisogno di lavorare su stessa per non perdere fondamentali opportunità.

I 5 temi sono il risultato di una ponderata ricerca sulle e nella città, la manifestazione scritta di sentimenti e questioni percepite e spesso latenti: riuscire ad approfondire questi temi e renderli parola ed azione sarebbe la prima vera legacy di questo processo di candidatura, attraverso una vasta partecipazione legata alla filosofia open data ed open source che parta da Matera e che possa, condividendo e confrontando, coinvolgere nell’immediato un vasto territorio interregionale.

Dalle pagine del dossier emerge chiaramente la volontà di Matera di cooperare, sul piano locale ed anche, in caso di conquista del titolo, con le altre 5 città finaliste: una dimostrazione concreta in tal è la rete Italia 2019, nata proprio a Matera nel 2011 “(…) con l’obiettivo di fare una proposta congiunta a livello nazionale per offrire al paese intero progetti e idee per disegnare un nuovo futuro per l’Italia che faccia perno sulla cultura come modello possibile di rilancio dell’economia nazionale” (pag 23).

Nello svolgimento del dossier vengono indicati anche i progetti che dovrebbero soddisfare i criteri principali, come la “Dimensione Europea” e “Città e cittadini”, tra i quali:

- unMonastery: in collaborazione con la rete degli Edgeryders, è un progetto di innovazione sociale. Prendendo spunto dalla vita monastica medievale, unMonastery mirava a “trovare risposte a problemi urbani e di sostenibilità

ambientale”79, attraverso delle residenze in città per dei “non monaci” provenienti

da tutta Europa che avrebbero lavorato insieme sviluppando un nuovo sistema di innovazione sociale basato sulla collaborazione e la condivisione.

- la collaborazione con Festival of Festivals, attraverso il lancio di un bando “per la coproduzione di eventi partecipati, da svolgersi a Matera nel 2019” (pag 25). - Materadio: la festa annuale di Radio3 si tiene, dal 2011, nella città dei Sassi.

Matera ha scelto la radio come suo media per raccontare una candidatura fondata su elementi di lentezza, profondità e frugalità (pag 26) e che ogni anno affronta un tema che permetta di raccontare l’Europa con gli occhi della città. La collaborazione con Radio3 sta fruttuosamente continuando: giunta alla 6° edizione, il tema di Materadio 2016 sarà l’Utopia.

- Spiccano anche i numerosi progetti di formazione rivolti agli abitanti culturali, cittadini attivi, con un ruolo attivo nella protezione e gestione del patrimonio culturale, indifferentemente che siano cittadini o ospiti temporanei della città: saranno i cosiddetti LEM – Laboratorio Europa Matera, ognuno dei quali condotto da tre “masters of the game, uno locale, uno nazionale e uno europeo” (pag 30)

                                                                                                               

79  Il  progetto  è  stato  molto  criticato  da  alcuni  esponenti  dell’opposizione  politica  e  della  stampa  locale,  come  si  può  

La città sarebbe diventata un esempio da seguire nel campo degli open data e delle politiche partecipate grazie alla proficua collaborazione tra pubblico e privati: in quel periodo il Comune iniziava a rendere accessibili centinaia di dati pubblici ma difficilmente accessibili, dall’anagrafe al catasto, dando l’opportunità a studiosi, tecnici, professionisti, creativi e semplici curiosi di disporre a piacimento di queste

informazioni80.

La piena accessibilità e la partecipazione cittadina non sono il risultato di una campagna di comunicazione ne un intento processuale del Comitato Scientifico ma sono il naturale proseguimento di una candidatura nata dal basso e fortemente percepita dalla

popolazione: secondo quanto riportato da una ricerca realizzata da Datacontact S.r.l nel

luglio 2014 su un campione di 1000 interviste telefoniche, il 95% degli intervistati materani era a conoscenza della candidatura mentre a livello regionale la media scendeva lievemente (88%), restando comunque molto alta; la quasi totalità dei materani era risultata orgogliosa o entusiasta dell’entrata in shortlist (81%) e, a sorpresa, il dato veniva confermato anche nella Provincia di Potenza (80%). Questo evento avrebbe, secondo il 90% dei lucani intervistati, portato benefici per immagini, flussi turistici ed occupazione: il 77% del totale vedeva nella candidatura una occasione per aumentare l’occupazione ed il 90% riteneva che questi benefici potessero ricadere sull’intera Regione. Indicativo che, per il 90% degli intervistati, Matera avrebbe aumentato la capacità di attrazione nei confronti dei giovani (Datacontact, 2014), fermando una emorragia giovanile che anno dopo anno impoverisce profondamente la Basilicata.

Il forte coinvolgimento della popolazione si deve anche ad i vari e numerosi eventi organizzati diffusamente in città, specialmente quelli negli spazi abitualmente considerati residuali: questa risposta capillare da parte dei nuovi “abitanti culturali” è stato un risultato certamente auspicato e programmato ma non scontato.

A supporto del lavoro di coinvolgimento e narrazione della candidatura e dei suoi possibili benefici a lungo raggio, vi era la Community online: uno strumento senza filtri istituzionali all’interno del quale chiunque fosse registrato poteva proporre e/o commentare idee e progetti, elevando la discussione ad uno stadio propositivo trasversale

                                                                                                               

80  Il  designer  materano  Francesco  Paternoster  userà  i  dati  dell’anagrafe  per  realizzare  un’infografica  descrittiva  per  

e universale; al momento di chiusura del dossier il Comitato contava 274 iscritti, 142 missioni e circa 2.000 commenti.

Il II capitolo (“Struttura del Programma della manifestazione”) affronta i 5 temi di candidatura e la definizione temporale dell’evento, i cui effetti andrebbero ben oltre il 2019, e una lista provvisoria di eventi per l’anno designato, che sarebbe stata poi, subordinatamente al passaggio del turno, discussa con il Direttore Artistico, da selezionare attraverso Bando Internazionale.

Il III capitolo (“Organizzazione e finanziamento della manifestazione”) introduce subito la presenza di una fondazione di partecipazione no-profit, che “diventerà l’organismo di gestione del Programma Matera 2019” (pag 60), continuando il lavoro svolto dal Comitato che ha preparato la candidatura. La Fondazione, che sarà creata ufficialmente il 4 settembre 2014, avrebbe cessato le sue attività “(…) almeno tre anni dopo il 2019 con la responsabilità di gestire anche l’eredità di Matera 2019 e monitorarne e valutarne gli esiti” (pag 60).

La governance di Matera 2019 si sarebbe fondata su principi ben definiti: - Supporto continuo dei soggetti politici coinvolti;

- Accordi finanziari solidi; - Indipendenza del management;

- Open data come strumento di trasparenza;

- Continuo dialogo con la popolazione locale ed europea; - Coinvolgimento dei privati

Le idee chiare riguardo il modello di governance da mantenere e la direzione impressa alla candidatura da parte del Comitato hanno fatto si che fin dalla genesi del progetto si sia venuto a creare uno zoccolo duro di stakeholder, con un forte partnerariato istituzionale dei diversi organi all’interno della Regione e che coinvolgeva i due capoluoghi di Provincia - mai prima di allora coesi su un obiettivo propositivo- l’istituzione regionale, la Camera di Commercio cittadina e via discorrendo. Una importante novità sarebbe stato il coinvolgimento, anche in fase decisionale, degli sponsor privati, da sempre poco coinvolti nelle dinamiche locali. Era prevista una strategia di ingaggio definita per coinvolgere ulteriori investitori che verosimilmente sarebbero entrati a far parte in caso di conclusione positiva dell’iter.

Budget

La sezione del budget, sostanzialmente uguale nei due dossier, verrà approfondita nel capitolo 5.3.2, relativo al dossier definitivo di candidatura.

Trasporti ed accessibilità

Al momento del lancio della candidatura vi era grande scetticismo riguardo ad uno dei temi maggiormente sofferti dalla popolazione materana e lucana: la mobilità.

Tralasciando gli inesistenti collegamenti interni, la cui mancanza è in parte responsabile del debole senso di unità regionale, Matera è rimasto l’unico capoluogo di provincia italiano a non essere servito dal sistema ferroviario nazionale. Questo, oltre la distanza dal collegamento autostradale diretto e la mancanza di un aeroporto in regione, sono stati i principali temi di discussione degli ultimi decenni, che la candidatura non poteva che riattualizzare e portare in primo piano nel dibattito locale.

Il Comitato, fin dalle prime battute, ha ben specificato il ruolo della candidatura: le parole chiave sono “potenziare” e “migliorare”, rendendo chiaro fin da subito che non sarebbe stata la Capitale Europea a portare la ferrovia nazionale a Matera, un investimento ormai anacronistico ed inutilmente costoso.

A candidarsi è un territorio che, prima di tutto, deve battere l’isolamento psicologico: le ferrovie Appulo-Lucane collegano la stazione di Matera a quella di Bari centrale ed il potenziamento di questa linea permetterà di raggiungere il capoluogo pugliese, fin dall’inizio più interessato alla candidatura materana che alla corregionale Lecce, in 45 minuti; i lavori per rendere ancora più accessibile l’aeroporto di Bari-Palese, uno dei maggiori scali del Sud Italia, sono iniziati contemporaneamente al lancio dell’idea di candidatura, distante ora meno di un’ora di auto; sono previsti i lavori per migliorare l’accesso dei mezzi gommati verso nord-est attraversi l’incompiuta SS 655 Bradanica, che permetterà di ridurre notevolmente il tempo di percorrenza tra Matera a Melfi. Per quanto riguarda i collegamenti interni, “il sistema stradale interno risente della bassa densità abitativa della Basilicata ma al tempo stesso è caratterizzato da percorsi con una straordinaria qualità paesaggistica” (pag 68): senza stravolgere i luoghi, una forma di viaggio si apre agli abitanti culturali, temporanei o stanziali che siano, lo “slow travelling”, di cui Matera e la Basilicata si fanno ambasciatori.

Nonostante questo “isolamento” i dati sulle presenze mostrano una crescita esponenziale del turismo a Matera, la cui genesi ha radici ben più profonde della “fama” acquisita durante la candidatura a Capitale Europea della Cultura: considerando i dati presentati nel 2013 all’interno del primo dossier di candidatura, dal 2000 al 2012 i pernottamenti turistici sono aumentato del 208%, cui circa il 30% annuo è straniero. Le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere nel 2012 contavano circa 2.600 posti letto in città (+307% dal 2000) e 21.000 in provincia, con un’offerta destinata ad aumentare notevolmente, a prescindere dal risultato finale.

Raccomandazioni finali per le città selezionate

Al termine del report di preselezione del Dicembre 2013, la Giuria pubblicava delle raccomandazioni alle 6 finaliste ricordando alle città che la selezione sarebbe avvenuta in base al programma operativo tra il 2015 ed il 2019 e la conseguente legacy e che la storia pregressa della città poteva essere la base di partenza ma che non avrebbe in alcun modo influenzato la decisione finale (pag 19).

La Giuria sollevava una dozzina di temi a cui prestare attenzione, valevoli indistintamente per tutte le finaliste: radicalizzare la dimensione europea; evidenziare il ruolo della candidatura all’interno della città e tra i cittadini; non esagerare con gli eventi e prestare attenzione al programma artistico; prestare attenzione agli aspetti del budget, che deve essere quanto più realistico possibile; assicurarsi che la struttura di governance sia quanto più indipendente possibile, per mettere al riparo il titolo da eventuali cambi amministrativi (eventualità che Matera ha provato sulla propria pelle, a meno di 7 mesi

dall’elezione a Capitale Europea della Cultura con effetti fortemente negativi81); prestare

attenzione nella selezione del Direttore Artistico, che riveste un ruolo fondamentale nella programmazione.

                                                                                                               

81  I  risvolti  politici  locali,  sebbene  non  siano  diretto  argomento  di  discussione,  saranno  maggiormente  approfonditi