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4.3 Le fasi della candidatura

4.3.4 L’analisi delle 5 finaliste

4.3.4.3 Perugia

Obiettivi e stakeholder della candidatura

Perugia si candidava a Capitale Europea della Cultura con i luoghi di San Francesco d’Assisi e dell’Umbria per “(…) mobilitare tutte le sue energie e quelle del territorio circostante al fine di rispondere alla crisi antropologica che caratterizza non solo la realtà locale ma (…) tutte le città europee di medie dimensioni.” (pag. 5 dossier)

L’obiettivo era riposizionare il territorio umbro e dare nuovo slancio al tessuto sociale delle diverse aree urbane, rinvigorendo una coesione sociale appannata da una crisi economica e di valori. Al fianco del dossier, la città ha avviato un Piano Strategico Culturale per gli anni 2013-2030, strettamente connesso al Piano Urbano, anch’esso parte del programma di candidatura.

Al centro del dossier vi è il tema di fabbricare luoghi, rilanciando “(…) lo spirito di quelle radici culturali che hanno permesso a Perugia e alle città umbre di essere luogo di accoglienza e vita sociale.” (pag 9). Questo fine sarebbe stato rincorso attraverso 3 concezioni della città: la città delle idee, la città del dialogo, la città dell’accoglienza. A questo programma, ed allo slogan “fabbricare luoghi” si è arrivati con una call internazionale ma soprattutto con un continuo dialogo con il territorio: già dal 2009                                                                                                                

59  Il  dossier  di  candidatura  di  Perugia-­‐Assisi  2019  non  è  più  consultabile  sul  sito  internet,  il  cui  dominio  non  è  stato  

venivano coinvolti i Comuni di Perugia e di Assisi e la Regione Umbria. La Fondazione Perugiassisi 2019 vedeva la luce nel 2012, con i comuni sopracitati quali soci fondatori e protagonisti della governance. Nel settembre 2013 la Fondazione contava oltre 80 soci aderenti, come l’Università degli Studi di Perugia, la Camera di Commercio, molti comuni limitrofi ed associazioni culturali ed imprenditoriali, organizzazioni sindacali, aziende e soggetti della società civile.

Budget e finanziamento

In riferimento alla percentuale del bilancio annuale che la città ha destinato alla cultura, escludendo le spese direttamente collegabili alla candidatura, i valori sono espressi dalla tabella X.

Anno % del bilancio annuale destinato alla cultura

2009 4,7%

2010 2,7%

2011 3,9%

2012 3,3%

2013 N.P.

Tabella 4.16: Valore annuale percentuale della spesa destinata alla cultura dalla città di Perugia. Dal dossier di Perugia 2019.Il dato relativo al 2013 non era disponibile al momento della pubblicazione del dossier ma sarebbe risultato essere ben più alto degli anni precedenti, attestandosi oltre il 5%. Elaborazione personale

Per quanto riguarda la candidatura, il Comune di Perugia aveva già impegnato 100.000 € per gli anni 2013 e 2014.

Le spese preventivate in fase di compilazione del dossier ammontavano a poco più di 230 milioni di €, comprensivi di spese in conto capitale.

Spese totali preventivate (in milioni di €) 234

di cui in conto capitale 204 (87%)

di cui operative 30 (13%)

Tabella 4.17: spesa complessiva preventivata, comprensiva di spese in conto capitale. Dati dal dossier di candidatura di Perugia 2019. Elaborazione personale

Il dossier di Perugia 2019, nel mostrare l’entità del contributo suddivisa tra pubblico e privato, considera l’intera spesa preventivata, non distinguendo tra spese operative e spese in conto capitale.

Il grosso delle entrate, in linea con tutte le altre città candidate, proveniva dal settore pubblico (ca 85%) ed il restante (ca 15%) da privati.

Entrate totali (in milioni di €) 234

di cui dal settore pubblico 198 (85%)

di cui dal settore privato 36 (15%)

Tabella 4.18: totale entrate destinate a coprire i costi complessivi preventivati da Perugia 2019. Dati dal dossier di candidatura della città umbra. Elaborazione personale

Tra le entrate di provenienza pubblica, circa il 45% proveniva dalla Regione Umbria e poco meno del 40% dal Governo Nazionale. Basso l’apporto dalla città (15%) e dell’UE (2%). Solo un terzo del pianificato era già garantito.

Le spese operative complessive, ripartite tra spese per il progetto, promozione e marketing e salari e spese di amministrazione, sono in linea con la media generale, come mostra la tabella 4.19:

Ripartizione delle spese operative

Spese per il programma 23 (74%)

Promozione e Marketing 3,5 (12%)

Stipendi, costi di gestione,

amministrazione 4 (14%)

Tabella 4.19: ripartizione delle spese operative per Perugia 2019, valori in milioni di €. Dati dal dossier di candidatura della città umbra. Elaborazione personale

Trasporti ed accessibilità

Il capitolo IV del dossier perugino si apre con i collegamenti che le diverse infrastrutture garantiscono alla città. Situata esattamente al centro dell’Italia, Perugia è servita da un aeroporto che ospita alcune compagnie low cost, è collegata allea rete ferroviaria nazionale, palesando gli atavici problemi del collegamento ferroviario est-ovest nella penisola: la distanza di 170 km da Roma viene coperta in 2 ore e 40 minuti, i 155 km per

Firenze in oltre 2 ore e gli appena 160 km tra il capoluogo umbro e Civitavecchia in oltre 4 ore di treno (la stessa distanza viene coperta in meno di 2 ore di auto).

Per quanto riguarda la capacità di assorbimento turistico, al momento della compilazione del dossier la città umbra disponeva di un totale di posti letto leggermente superiore alle 12.000 unità; considerando anche Assisi ed il resto della regione, il valore sfiora i 100.000 posti letto. Il dossier conclude il paragrafo sottolineando che “(…) la capacità delle strutture ricettive risulta in tutta la regione ampiamente in grado di reggere l’impatto turistico da esso indotto” (pag. 60)

Erano previsti interventi infrastrutturali in ambito conservativo, di riqualificazione urbana e sulla mobilità urbana.

Valutazione finale

La Giuria ha valutato positivamente il Piano Strategico Culturale e gli sforzi che la città ha compiuto per creare nuovi spazi culturali e sociali, la cui distribuzione all’interno della Regione è elemento positivo ma che avrebbe potuto causare, in alcuni casi, un mancato riconoscimento della Dimensione Europea. La Giuria ha ritenuto valido il programma anche se la partecipazione popolare è risultata essere meno evidente del previsto; altro aspetto negativo, nella valutazione finale, è legato alla legacy dell’evento: l’unica chiara, agli occhi dei commissari, era il recupero di diversi palazzi storici mentre gli effetti legati alla vita artistica e culturale della città era meno evidenti.