2008-2009
La candidatura nasce dal “basso” tra il 2008 ed il 2009, attraverso la proposta lanciata da un gruppo di cittadini raccolti nell’Associazione Matera 2019 Onlus, costituita il 15 gennaio: il primo articolo di giornale che associa la città lucana alla competizione europea risale al 30 gennaio 2009 su alcuni giornali locali.
Il direttivo, composto nella sua totalità di cittadini materani, aveva come presidente onorario l’allora sindaco della città, Sen. Emilio Nicola Buccico, mentre il presidente dell’associazione era Francesco Salvatore; era previsto un collegio di revisione dei conti ed un comitato scientifico. A tre anni dalla presentazione del primo dossier – la cui consegna scadeva nel 2012 – erano già candidate Venezia, Parma (poi ritiratasi), Ravenna, Assisi, Terni (ritirata), Bari (ritirata), Brindisi (ritirata) e Agrigento (ritirata): confrontando le città allora proponenti e le 21 che hanno presentato il dossier, si può capire quanto complessa sia la programmazione di tale evento.
Nonostante in una sua forma ancora embrionale, nel marzo 2009 la candidatura avanzava, raccogliendo l’appoggio dell’europarlamentare lucano Gianni Pittella mentre, pochi mesi dopo, l’allora Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, promosse la creazione di un comitato promotore, che coinvolgesse “…istituzioni, privati, associazioni”, ufficializzando l’impegno, anche economico, dell’intera regione.
69 Questo capitolo è stato possibile grazie alla rassegna stampa curata da Serafino Paternoster e disponibile, seguendo la logica della candidatura, in formato open al seguente link: https://issuu.com/abcsera/docs/rassegna_stampa_matera_2019_version.
L’ampio lavoro (oltre 400 pagine) si divide in sei capitoli: storia, progetti, sostenitori, dicono di noi, gli altri punti di vista, la vittoria, tutto raccontato attraverso la carta stampata.
Per semplificare la lettura, in questo capitolo si riporterà la cronistoria della candidatura che va dalla nascita della candidatura al 17 ottobre 2014, giorno dell’elezione di Matera a Capitale Europea della Cultura 2019.
In quell’occasione fu presentato il logo dell’Associazione Matera 2019, sostituito dal logo ufficiale scelto attraverso un bando internazionale.
Fig 5.1: logo dell’associazione Matera2019. Ottobre/Novembre 2009.
2010
Dei primi passi, fondamentali per togliere un eccessivo localismo e impostare un serio percorso di candidatura, si ebbero nei primi mesi del 2010: l’istituzione di un Gruppo di Lavoro con personale qualificato di Regione, Provincia e Comune ed esperti istituzionali con l’obiettivo di definire, in tempi brevi, “… il percorso metodologico, le alleanze e il modello organizzativo da proporre al Comitato istituzionale” (febbraio 2010); l’elezione del nuovo Sindaco della città, Salvatore Adduce, dopo un periodo di commissariamento (aprile 2010); l’adesione di molte città della Basilicata, oltre che diverse città delle vicina Puglia (aprile 2010).
2011
Il 2011 si apriva, come titola il Quotidiano della Basilicata, con “Un manifesto per la città dei Sassi”: questo è il momento in cui la candidatura, grazie al coinvolgimento di professionisti del settore e personalità di spicco nel mondo della cultura italiana, inizia a mettere delle solide basi.
In questo articolo, datato 18 gennaio, veniva per la prima volta accostato il nome di Paolo Verri, direttore dell’attuale Fondazione Matera-Basilicata 2019 e “capitano” della squadra che ha portato alla proclamazione del 17 ottobre 2014. Prendeva, tra l’altro, forma il comitato scientifico che avrebbe lavorato alla stesura del primo dossier.
L’eco della ritrovata unità lucana attorno ad un progetto propositivo e d’impatto per l’intero territorio arrivava per la prima volta sulle pagine di un quotidiano nazionale, il Sole 24ore - nella sezione Sud – il 05 maggio 2011: il comitato istituzionale sarebbe nato poco dopo (in una cerimonia pubblica tenutasi il 29 luglio alla presenza di un notaio) con l’appoggio della Regione Basilicata – fin da subito il principale partner economico della manifestazione-, dal Comune di Matera e da altri partner istituzionali, come l’Università degli Studi della Basilicata, Provincia di Matera, Camera di Commercio di Matera, Comune di Potenza, Provincia di Potenza ed il Conservatorio di Matera mentre il comitato tecnico-scientifico, coordinato da Verri, comprendeva Antonio Calbi, Francesco Bianchini – componente del comitato Liverpool 08 -, Alberto Versace e Pietro Laureano. Nel presente articolo veniva anche anticipato il lancio del logo di candidatura, che sarà ufficialmente pubblicato il 9 maggio sulla piattaforma Bootb, mettendo in palio 4000 dollari. La selezione, guidata dal fotografo Mario Cresci, doveva avvenire tra circa 700 proposte, di cui una buona parte internazionali; ad aggiudicarsi la vittoria sarà un gruppo di imprese toscane, che “ha convinto la commissione con la pulizia del segno e la
multiformità del messaggio”70
Fig 5.2: il logo di candidatura selezionato dalla commissione. La dicitura “Città Candidata” era obbligatoria ai fini del bando europeo.
Lo scollamento tra l’Associazione Matera 2019 Onlus e il processo di candidatura avviene nel momento in cui viene ufficializzato il ruolo del Comitato, che riceve il testimone e continua, propriamente e con i mezzi giusti, la rincorsa al titolo. L’allora sindaco Adduce, in un’intervista del 29 luglio dichiarava: “Siamo molto riconoscenti ai ragazzi dell’associazione che hanno avuto l’intuizione su Matera 2019 e a i quali il presidente De Filippo ha chiesto di far parte del comitato scientifico”. A poco più di un
anno dalla consegna del dossier, i gruppi di lavoro erano pronti e gli amministratori avevano già le idee chiare riguardo agli obiettivi della candidatura: la centralità di Matera nel Mezzogiorno e nel Mediterraneo era un tema già ricorrente, cosi come la definizione di chiari obiettivi a lungo termine, a prescindere dall’esito. Oltre gli aspetti contenutistici, venivano anche sottoscritti gli impegni economici da parte dei diversi stakeholder: il budget per la candidatura veniva fissato in 2,5 milioni di euro per tre anni, con 500 mila euro investiti dalla Regione.
2012
Lo sforzo fatto nei tre anni precedenti si sarebbe concretizzato nel 2012, con la stesura del dossier. Il direttore Verri iniziava l’anno con un obiettivo chiaro: sensibilizzare e condividere il percorso intrapreso in primis con i 131 comuni della Regione per attivare quegli strumenti partecipativi che hanno fatto di Matera la candidata ideale, oltre che la proposta di una “coo-petizione – cooperazione nella competizione – con le altre candidate”, che porterà successivamente alla partecipata esperienza di Italia 2019. Il 2012 sarebbe stato un crocevia per la candidatura: il dossier, da consegnare nel 2013, sarebbe stato il risultato di un lungo lavoro preparatorio e di analisi, di cui la più importante era sotto la direzione di Alessandro Bollo (Fondazione Fitzcarraldo) sulle città vincitrici delle precedenti edizioni. Da questo lavoro venivano estrapolati sei temi – il rupestre, i saperi millenari, la continuità storica, la città laboratorio e la città alternativa, la lotta, il riscatto – che saranno i punti guida durante il percorso.
Veniva, inoltre, confermata la spesa di circa 1,5 milioni per il piano operativo del 2013. Il 20 novembre veniva ufficialmente pubblicato il bando per accogliere le candidature nazionali mentre la presentazione ufficiale avverrà a Roma alla presenza dell’allora Ministro Ornaghi, il 4 dicembre 2012; contemporaneamente, si sarebbe formata la giuria composta da 13 membri, di cui 7 nominati dalle istituzioni europee e 6 dal MiBACT.
2013
Il 2013 prevedeva un tour de force che si sarebbe concluso con la chiusura del dossier e la sua consegna, l’anno in cui si inseriscono, all’interno del vocabolario comune di candidatura, parole e concetti che saranno fondamentali per la vittoria finale: community, resilienza, abitante culturale, apertura, insieme.
Entro la data di consegna, fissata al 20 settembre, tutto doveva essere al posto giusto: l’anno iniziava con il riconoscimento dello status di soci del Comitato il Conservatorio della città dei Sassi e l’Agenzia di Promozione Turistica mentre il direttore Verri lasciava trapelare ottimismo a più riprese, convinto del buon lavoro che la città stava svolgendo: un risultato si sarebbe comunque raggiunto, a prescindere dal risultato.
Il manifesto della Community online, uno dei progetti maggiormente apprezzati dalla Giuria, ribadiva questa necessità di “aggiornare il software”, anche attraverso un “sistema aperto, non mediato da alcun soggetto interno al Comitato, ma dai partecipanti stessi” (Adduce, Verri, 2014) come il forum online era: uno spazio open di proposta e discussione, che ha visto nascere oltre 250 proposte e più di 500 membri attivi.
In ogni caso, la spesa del comitato, dalla sua istituzione, si attestava sotto i 600 mila euro, “se si considerano le migliaia di persone coinvolte, il costo (…) è stato bassissimo”, dichiarava il manager torinese.
L’interesse della stampa verso il fermento materano si intensificava, mentre il lavoro proseguiva ininterrottamente sia per la formazione di un lessico comune che per formare una consapevolezza locale delle potenzialità; ai vocaboli già proposti si aggiungeva quello di “resilienza”, da sempre praticata nella storia della città ma mai definito.
I fondi venivano confermati, il nome della città incominciava a girare per l’Europa, non solo per la componente acquisita dalla storia ma soprattutto per la dirompenza di un progetto coraggioso e di ampio respiro.
La griglia delle candidate si definiva, nonostante bisognasse attendere la consegna del dossier per conoscere le candidate ufficiali al titolo; la scadenza del 20 settembre si approssimava e i contenuti del dossier, pian piano, venivano presentati al pubblico: un piano di 8 anni, circa 40 milioni di budget, copertura garantita al 50% dal territorio e dagli enti locali, 20% dallo Stato e il 30% da sponsor privati.
Come verrà più volte dichiarato, circa il 70% del budget era confermato ben prima di conoscere il risultato della competizione, assicurando in ogni caso la realizzazione di buona parte dei progetti.
Il dossier, che sarà oggetto di analisi nel paragrafo 5.3.1, verrà dichiarato concluso il 28 agosto 2013 e presentato ufficialmente alla città il 7 settembre ed approvato all’unanimità dal consiglio comunale cittadino il 17 settembre.
I 131 sindaci, riuniti dal progetto, erano l’ideale testimone della filosofia di insieme che muoveva il primo bidbook e l’ottimismo trapelava anche dopo l’ufficializzazione delle altre 20 concorrenti, che vedeva l’inattesa rinuncia di Torino e la corsa di Bergamo, Mantova e di Venezia con il NordEst – nonostante fosse richiesta la candidatura centrale di una città a discapito di un sistema territoriale.
Il futuro di un territorio sarebbe dipeso, anche, dall’audizione davanti la Commissione del 13 novembre: il Sindaco e parte del Comitato erano, con le altre 20 delegazioni, a Roma per presentare il dossier e convincere la Giuria per passare nella shortlist.
Il risultato arriverà 48 ore dopo, alle 17.50 del 15 novembre: circa un centinaio di materani aspettavano il verdetto nella Casa Cava, uno dei contenitori culturali simbolo della città.
Matera viene annunciata come 6° città, dopo Siena, Cagliari, Lecce, Ravenna, Perugia e la gioia si mischiava con le lacrime dei presenti, nella ferma consapevolezza di essere
parte della Storia71.
Passata l’emozione ma spinti dall’euforia, come trapela dalle numerose interviste di quei, il Comitato e le forze politiche dovevano tornare al lavoro per prepararsi all’anno più importante per il futuro della città, quello che avrebbe decretato la vincitrice di questa mai cosi entusiasmante corsa per la Capitale Europea della Cultura.
Nella settimana successiva alla riduzione da 21 a 6, l’allora Sindaco Adduce rilancerà subito l’idea, nata proprio a Matera in collaborazione con la Cidac (Associazione Città d’Arte e Cultura), di un programma con tutte le candidate per “non perdere il lavoro fatto” (Nuovo quotidiano di puglia, 21 novembre 2013) fino a quel punto, che porterà al progetto Italia 2019.
2014
Il secondo dossier andava preparato partendo dall’ossatura del primo, completando laddove richiesto e modificando secondo i suggerimenti proposti in fase di valutazione. L’aspetto di programmazione sul lungo termine si faceva impellente, con progetti che si
dovevano essere connessi ai 5 cardini della candidatura72 (futuro remoto, radici e percorsi,
riflessioni e connessioni, continuità e rotture, utopie e distopie) , cosi come diventava
71 Il video dell’annuncio delle sei finaliste può essere trovato qui: https://www.youtube.com/watch?v=S6-‐SfHQtLRQ 72 I 5 temi saranno approfonditi durante l’analisi del secondo dossier di candidatura nello svolgimento di questo
prioritaria la ricerca di un direttore artistico, attraverso una open call che si sarebbe chiusa il 6 febbraio.
La comunicazione del nome del direttore artistico, scelto tra oltre 87 candidature, arriva il 21 febbraio, anche attraverso un breve trafiletto sul Corriere della Sera: il nome è quello di Joseph Grima (1977), nato in Francia, di nazionalità inglese, naturalizzato italiano. Nel frattempo, viene eletto Marcello Pittella come Presidente della Regione Basilicata ma non cambiano le priorità lucane: pieno appoggio alla candidatura, in primo luogo attraverso l’inserimento di una importante voce di bilancio dedicata nella successiva finanziaria regionale.
Il fermento era molto ma le parole del neodirettore artistico, la cui estraneità al contesto materano permetteva di guardare il sistema territoriale con imparzialità, permettevano di fare un punto della situazione concreto: Matera e la Basilicata avrebbero tutte le carte per vincere la sfida e riportare il Sud all’interno dei piani nazionali ma serve “(…) un modello culturale da costruire ex-novo”, senza grandi eventi e budget ma “(…) qualcosa di più frugale” (il quotidiano 20 giugno 2014), andando oltre le banali lamentele sul gap infrastrutturale che per decenni hanno distratto l’opinione pubblica dai reali problemi locali.
Nel mese di giugno viene reso noto l’ordine delle visite che alcuni rappresentati della commissione effettueranno nelle città finaliste, unico momento di incontro diretto tra la popolazione e i giudici e per questo motivo particolarmente delicato: a Matera sarebbe toccato il 7 ottobre, dopo Cagliari (3), Lecce (6) e prima di Siena (9), Perugia (10) e Ravenna (13). La visita sarebbe durata 7 ore e avrebbe giocato un ruolo non secondario nel risultato finale. La convocazione a Roma per esporre il dossier sarebbe stata fissata per il 16 ottobre, insieme alle altre città.
Il secondo dossier non avrebbe solo raccontato come sarebbe il 2019 in caso di vittoria ma tutte “(…) le attività per fare formazione, produzione e distribuzione per diventare capitale” in tutta la Regione: in questa fase di preparazione del documento finale sono stati numerosi gli incontri tra le associazioni locali, spesso mai venute in contatto tra loro nonostante la poca popolazione lucana.
Il Quotidiano della Basilicata, in un articolo a firma Pietro Quarto del 27 agosto, dichiara concluso il dossier e anticipa la data di presentazione alla città per il 4 settembre, giorno
in cui si costituirà la Fondazione Matera - Basilicata 2019: il dossier, dal titolo “Open Future”, verrà consegnato l’8 settembre al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e presentato alla città pochi giorni dopo, durante una serata di Materaèfiera. La costituzione della Fondazione è punto nodale del dossier, che metteva in condizione di “attuare le linee di intervento delineate nel dossier di candidatura” (la gazzetta del mezzogiorno, 4 settembre) con l’obiettivo di “(…) consolidare il posizionamento acquisito da Matera e dalla Basilicata a livello europeo nel settore della creatività e diventare una piattaforma culturale per il Mezzogiorno d’Europa” (art. 2, Statuto). La Fondazione, che iniziava i suoi lavori con una piccola dotazione iniziale di 65 mila euro, avrebbe mantenuto le sue funzioni fino al 31 dicembre 2022. Oltre il Comune e Provincia di Matera, Regione Basilicata e Camera di Commercio di Matera, altri membri della Fondazione senza scopo di lucro sono la Provincia e il Comune di Potenza, la Camera di Commercio del capoluogo lucano, l’Università degli Studi della Basilicata
In quegli stessi giorni un tour italiano ed europeo per promuovere la candidatura: questo viaggio inizierà dalla Mostra del Cinema di Venezia, dove il direttore Verri lancerà la proposta di cercare “27 città/comunità urbane che lavorino con Matera 2019 sul tema Europe Open Future”, alla presenza di Jose Manuel Barroso, allora presidente uscente della Commissione Europea (Gazzetta del Mezzogiorno, 1 settembre).
Con l’inizio di Ottobre si apriva il rettilineo finale che conduceva alla conclusione di questo lungo percorso di candidatura: la popolazione lucana dimostra di essere unita giungendo a piedi da ogni parte della Basilicata per sostenere Matera; la città si riempie di bandiere con il logo, modificate e colorate a piacimento; il Comitato decide, inoltre, di lanciare una call per far si che le famiglie materane si offrano volontarie per ospitare a pranzo un membro della Giuria, creando un inedito ma naturale momento di convivialità. Le 7 ore di visita scorrono al ritmo dei canti e della gioia delle piazze piene e le parole di Jordi Pardo, uno dei tre commissari, galvanizzano ancora di più l’ambiente: a conclusione della giornata dichiarerà che, a prescindere dal risultato, “Matera è già Capitale dell’ospitalità” (Quotidiano 8 ottobre)
Il 17 ottobre 2014 la città si riunisce in Piazza San Giovanni per seguire la diretta della proclamazione per il “Comunque Vada Party”: sarà il Ministro Franceschini, poco dopo le 17.00, ad incoronare Matera Capitale Europea della Cultura, vincitrice dopo la votazione a maggioranza assoluta della Commissione (7 voti su 13).
Dal giorno dopo gli articoli e le prime pagine nazionali ed internazionali dedicate al “miracolo” di Matera non si contano più: l’esegesi della vittoria motivo di rivincita per un Sud spesso commentato sulla base di profondi e radicati luoghi comuni che analizzando il reale motivo della vittoria.
Probabilmente, il 18 ottobre è anche il giorno in cui è apparsa la rottura tra il visionario progetto che Matera 2019, stando ai dossier e chi ci ha a lungo lavorato, rappresentava e chi, non all’altezza del progetto, ha iniziato ad intaccarne le logiche e lo splendido lavoro fatto. Successivamente alla nomina, Matera e la Basilicata non sono state in grado di dimostrare una maturità politica tale da continuare a lavorare come si era fatto nello splendido periodo che andava dall’entrata in shortlist al 17 ottobre 2014.
Impossibile sapere come sarebbe andata a finire se Matera non avesse vinto o se non fosse entrata in shortlist: per attenerci ai fatti è quindi necessario “leggere” i dossier.