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La valutazione delle 21 candidate

4.3 Le fasi della candidatura

4.3.2 La valutazione delle 21 candidate

Il “Pre-selection Report” è stato pubblicato nel dicembre 2013 a seguito dell’incontro del mese precedente con tutte le candidate. All’interno del documento vengono presentate le 21 candidate e i tratti distintivi dei diversi progetti con relativi consigli per le 6 città finaliste, che dovranno preparare il dossier finale di candidatura.

Di seguito, una rapida carrellata delle principali osservazioni levate dalla Giuria:

                                                                                                               

51  Uno  dei  pochi  riferimenti  a  questo  ricorso  non  accolto  è  presente  sul  sito  di  informazione  locale  Sassilive:  

Aosta: ha impostato la candidatura sul crocevia di popoli che storicamente rappresenta

ed è stata apprezzata per lo sviluppo del settore culturale locale. Poca enfasi è stata data alla Dimensione europea. Il budget non prevedeva fondi dal governo nazionale

Bergamo: è stata apprezzata per la volontà di sviluppare le infrastrutture culturali presenti

in città e nel tema principale dal forte approccio europeista ma l’impostazione della candidatura sembrava non dare spazio ad altri progetti bottom up, impostando il programma su attività già esistenti.

Cagliari: è entrata in shortlist presentando un dossier con alla base la volontà di cambiare

la connotazione urbana della città per progettare un ripensamento più profondo. E’ stata apprezzata la chiarezza relativamente agli obiettivi, alla cooperazione in campo culturale e sulla Dimensione Europea. Il budget sarebbe stato coperto in larga parte dal settore pubblico, circa l’80% del totale.

Caserta: aveva l’obiettivo di cambiare l’immagine negativa associata al territorio

campano. Il budget proposto non prevedeva intervento privato e le stime sui contributi pubblici non avevamo reale fondamento e l’intera candidatura era più una proposta al territorio che all’Europa.

Città-diffusa Vallo di Diano e Cilento con la Regione Campania e il Mezzogiorno d’Italia: è stata portata avanti da un gruppo di persone, che non ha presentato il

programma alla Giuria. I dettagli sono stati superficiali riguardo il budget, la governance ed il programma della manifestazione

Erice: la candidatura veniva da un privato cittadino, non in contatto con le autorità locali.

Mancano un programma concreto ed un budget. La Giuria non ha potuto prendere in considerazione una proposta che non prevedesse il coinvolgimento dell’amministrazione locale.

Grosseto – Maremma: i proponenti, fermamente convinti di presentare un piano

politicamente ed economicamente indipendente, non avevano il formale appoggio dell’amministrazione comunale, limitando notevolmente i potenziali effetti duraturi. Il budget sarebbe stato formato da piccole donazioni di diversi imprenditori.

L’Aquila: per il capoluogo abruzzese il 2019 rappresenta l’anniversario dei 10 anni dal

terribile sisma. La candidatura rappresenta l’ideale ricostruzione che la città sta ancora aspettando, restaurando il patrimonio già in possesso e costruendo nuovi percorsi turistico-culturali. In caso di selezione, si sarebbe costituita una fondazione legalmente

indipendente. La Giuria ha ritenuto non all’altezza gli aspetti legati alla dimensione Europea e lo scarso coinvolgimento dei cittadini nello sviluppo del programma.

Lecce: l’obiettivo della città salentina era utilizzare la ECoC per rompere un lungo

periodo di crisi economico e sociale che ha colpito la regione, avviando un processo di cambio radicale a lungo termine. La gestione del progetto sarebbe stata indipendente. La chiara dimensione Europea del progetto ha fatto da cornice alla candidatura, permettendo il passaggio nella shortlist.

Mantova: l’obiettivo era presentare Mantova come un modello per le città europee e

l’appoggio al progetto veniva da tutte le forze politiche locali. La Giuria, riconoscendo una dinamicità cultura alla città lombarda, non è riuscita a differenziare ciò che si sarebbe fatto in caso di vittoria da ciò che attualmente si tiene in città.

Matera52: la città lucana, a nome dell’intera regione, ha proposto un percorso incentrato

su 5 temi (futuro remoto; radici e percorsi; riflessioni e connessioni; continuità e rotture; utopie e distopie), che ruotano intorno alla resilienza dalla città dei Sassi, fino a pochi anni fa “vergogna nazionale”. La commissione ha fortemente apprezzato il lancio, avvenuto a Matera, del network Italia2019 e il coinvolgimento attivo in tutte le fasi della cittadinanza. Matera è entrata come sesta città nella shortlist.

Palermo: l’obiettivo di Palermo, che si è presentata come crocevia di culture a cavallo

tra il mondo arabo e l’Europa, non era di creare un “grande festival” ma iniziare un lungo percorso di sviluppo, con una pianificazione prevista fino al 2030. La Giuria ha valutato insufficiente la dimensione Europea ed il coinvolgimento dei cittadini e non era pienamente convinta della gestione a breve termine del progetto

Perugia: la delegazione perugina ha indicato come l’obiettivo è quello di riqualificare il

centro storico cittadino, svuotatosi negli anni. Il progetto comprende anche Assisi e l’intera Umbria e si basa sul dialogo e l’integrazione; punto di forza della candidatura è stata la collaborazione tra i diversi stakeholders.

Pisa: la città toscana, attraverso il percorso di candidatura, ha mostrato di voler andare

oltre la Torre e Piazza dei miracoli, con la volontà di trasformarsi in un laboratorio modello. Il progetto aveva il pieno appoggio di tutte le forze politiche locali ma, secondo la Giuria, un basso appoggio da parte dei cittadini non direttamente coinvolti.

                                                                                                               

Ravenna: il tema centrale di Ravenna è stato il mosaico, di arti, di culture, di popoli. Di

rilievo la forte partecipazione popolare al progetto e lo spirito collaborativo messo in mostra durante il percorso. La capitale dell’Impero Romano d’Occidente è entrata in shortlist.

Reggio Calabria: la città calabrese si presentava come una porta sul Mediterraneo e con

un programma che sarebbe stato approfondito in caso di entrata nella shortlist. La gestione del progetto sarebbe stato in capo ad una struttura comunale, affiancata da un comitato tecnico-scientifico. La Giuria ha reputato insufficiente il dossier e troppo effimero il rapporto con la cittadinanza. Dubbi sono stati espressi anche sul budget previsto per il programma delle attività (meno del 10% dei salari).

Siena: lo scopo della ECoC a Siena sarebbe stato quello di piantare tre semi (cultura,

saluta e felicità; cultura e (in)giustizia sociale; cultura e turismo intelligente) per permette la rinascita della città, che in quel momento stava passando attraverso grossi scandali finanziari. La cooperazione con numerosi partner europei è stata apprezzata, cosi come lo scopo della candidatura. Questo ha permesso alla città toscana di entrare in shortlist.

Siracusa ed il Sud Est: la città siciliana si è identificata come frontiera dell’Europa e il

programma avrebbe incentrato le forze nel restituire un ruolo cruciale alla cultura in terra etnea. La collaborazione con numerosi comuni limitrofi è stata apprezzata, cosi come il focus sul Mediterraneo. La Giuria però ha considerato il progetto più con fini di mappatura che di differenziazione dell’offerta culturale.

Taranto: la città del golfo ha giocato la sua sfida nel mostrare un’alternativa concreta al

tragico dilemma tra lavoro e salute attraverso un progetto di rigenerazione urbana che avrebbe fortemente dato slancio alla partecipazione attiva. I fondi, esclusa una piccola parte comunale, non erano assicurati.

Urbino: il tema della candidatura girava attorno ad un nuovo Rinascimento per dare una

forma diversa al futuro, coinvolgendo tutti i comuni marchigiani limitrofi. La città aveva stretto una partnership con Sofia, città candidata in Bulgaria. L’alta percentuale del budget destinata al marketing ha fatto ritenere il progetto troppo vicino al city branding.

Venezia con il Nordest: In questa sfida il capoluogo veneto si pone al servizio della

regione, che sarebbe diventata la più grande ECoC. L’obiettivo non era costruire altri info-point turistici ma creare un network con altre 26 capitali. La maggior parte dei fondi (70%) sarebbe provenuto da privati; un comitato di coordinazione avrebbe permesso il

dialogo tra i diversi partner regionali. La Giuria non ha compreso per una città che soffre un eccesso di turismo come Venezia, quali sarebbe stati i benefici di un’eventuale vittoria, senza oltremodo peggiorare la situazione.

Città Budget operativo (in mln) di cui dedicato al programma

Aosta 65 42,9 Bergamo 35 21,1 Cagliari 30 18,3 Caserta 25 13 Città-diffusa - - Erice - - Grosseto- Maremma - - L’Aquila 20 13 Lecce 40 30 Mantova 70 45,5 Matera 52 36,2 Palermo 55 42 Perugia 31 23 Pisa 21 16,5 Ravenna 45 32 Reggio Calabria 10,3 0,07 Siena 72,5 45 Siracusa 47,5 38 Taranto 8,3 6,3 Urbino 25 12,5 Venezia-Nordest 60 40

Tabella 4.2: Budget operativo espresso dalle candidate nel dossier. In grassetto le città passate alla selezione finale

Il documento della Giuria si conclude con dei consigli comuni per le 6 città finaliste per migliorare il proprio documento in vista della selezione finale, ponendo la data ultima per presentare il dossier finale al 21 luglio 2014 e la selezione ad ottobre dello stesso anno.