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Il percorso di Matera, dato il risultato raggiunto, merita di essere raccontato in un capitolo dedicato.

La città lucana, come evidenzia la Figura 2.2, è la prima città del Mezzogiorno ad aggiudicarsi il titolo, portando con sé una decisa volontà di contaminazione a livello locale: l’importanza di un tale evento per il tessuto locale è dimostrata dall’appoggio formalizzato di tutti i 131 comuni della Regione e da moltissimi comuni delle regioni limitrofe oltre che di numerose associazioni, imprese e privati cittadini.

Alla sfida lanciata nel 2008 dall’Associazione Matera 2019, la Regione Basilicata ha risposto con l’esperienza e la legacy derivata dal progetto “Visioni Urbane” che ha rappresentato per la scena creativa locale un fondamentale momento di aggregazione e partecipazione, mettendo in rete le esperienze per progettare collettivamente 5 centri per la creatività, partendo dall’assunto che “La cultura e la creatività non sono consumi ma fattori produttivi in grado di promuovere il cambiamento economico e sociale della Regione65”.

L’esperienza regionale di Visioni Urbane ha creato un terreno fertile su cui impiantare un seme da amministrare con professionalità e lungimiranza: la politica Open su cui si basa il dossier vincitore vuole scardinare i retaggi di una vecchia concezione di cultura elitaria per portare benefici di varia natura a quanta più gente possibile. Sono sempre più frequenti gli studi e le ricerche che certificano le ricadute a livello economico e l’eredità in ambito culturale e sociale per le città che hanno ottenuto il riconoscimento di ECoC: la pregiudiziale tra il buon risultato e l’eventificio sta nella buona amministrazione dell’opportunità e la gestione degli inevitabili rischi ad essa associati, spesso legati a logiche politiche locali di brevissimo termine.

Liverpool ’08, conclamato caso di successo di city re-branding legato al programma ECoC, ha affrontato grosse critiche interne per la gestione, appena ricevuta l’investitura, delle politiche abitative: i prezzi delle abitazioni sono repentinamente aumentati,                                                                                                                

64  Adduce,  Verri  2014  

togliendo ossigeno a molte attività che erano state parte attiva del progetto durante il periodo di candidatura (Little, S. 2008) ed un problema simile è sul tavolo degli amministratori di Donostia/San Sebastián 2016, per rimanere nel campo della speculazione abitativa ed edilizia.

La potenza simbolica dell’elezione di Matera deriva da diversi fattori: la città Vergogna nazionale si trasforma, nel corso di 60 anni, in Capitale Europea; la Basilicata, la regione nella quale si legge meno in Italia, smonta il paradigma costituito ed inizia un complesso processo per coinvolgere e crescere nuovo pubblico culturale; Matera diventa la capitale di quell’Europa mediterranea interna, peculiare ma poco iconica, a differenza delle precedenti capitali Atene, Patrasso e Istanbul.

Per quanto riguarda il contesto economico-sociale nel quale il progetto Matera 2019 si inserisce, bisogna sempre considerare gli atavici tratti di ritardo economico del sistema Sud rispetto al Centro-Nord ed a gran parte delle regioni d’Europa (SVIMEZ, 2015): l’anno di inizio di questa esperienza coincide con il primo anno di crisi dei mercati, fattore non di secondo piano nell’analisi di una candidatura proveniente da una delle regioni strutturalmente più deboli d’Italia. L’impatto potenziale di un tale avvenimento avrebbe potuto significare molto per la regione del meridione più colpita dall’ondata recessiva del 2012-2013, impostando un nuovo paradigma di sviluppo economico e sociale fortemente legato alla ricchezza ambientale e paesaggistica del territorio: La Basilicata, dall’inizio del 2008, ha assistito inerme al crollo del PIL locale, sceso del 13,6% contro il -12,3% al Sud e del -8,6% nazionale, con un annesso aggravio del già delicato quadro demografico regionale; la domanda interna è crollata attivando la tristemente nota spirale negativa di meno reddito, meno consumo, meno crescita e meno lavoro.

Sopra la media nazionale anche il valore legato al contenimento della spesa pubblica, con una contrazione pari al 1,4% (media nazionale: 0,8%).

Nella regione italiana che più di tutte subisce un gap infrastrutturale incolmabile per motivi demografici e morfologici, la messe in rete delle esperienze rappresentava un momento unico di costruzione di una identità collettiva che è stato fondamentale nel processo che ha portato al risultato finale. Il lavoro è stato fatto da “(…) tutti insieme (…) mettendo a disposizione risorse umane, risorse economiche, spazi fisici ma soprattutto indirizzando intorno a Matera 2019 numerose azioni di progetto per il futuro non solo della città ma di tutto il territorio”. La stessa giuria esaminatrice, nel valutare il risultato

ottenuto dalla città di Matera, sottolineerà come sia “(…) colpita per come un’iniziativa partita dal basso sia diventata un aspetto centrale assunto formalmente nella

pianificazione cittadina e regionale”.66

Partendo dall’indebolito ma coriaceo sistema lucano, Matera può tornare ad essere città laboratorio, mostrandosi quale occasione di un Sud che, attraverso buone pratiche comunitarie, possa generare ricadute positive in ambito economico, sociale e culturale a lungo termine. Una prova è il fatto che, a metà del percorso di candidatura, fosse già evidente come, qualunque fosse l’esito “(…) la percezione della città da parte dei suoi stessi abitanti non sarà più la stessa” (INSIEME, dossier di candidatura - pag 32)

In termini economici, la nomina a Capitale Europea della Cultura può convogliare un aumento dei flussi turistici ed un aumento dell’attrattività per investimenti, senza considerare una maggiore partecipazione alla vita culturale e politica, garantendo un miglioramento del benessere sociale.

Questo rapido excursus pone l’accanto sui valori della candidatura, evidenti fin dal

Manifesto67 della community68 di Matera2019, uno dei primissimi documenti

programmatici del progetto, che ha posto i primi tasselli di questa impresa: “Una città non è le sue strade, i suoi palazzi, la sua infrastruttura fisica. Nemmeno quando l’infrastruttura fisica in questione è considerata dall’UNESCO patrimonio culturale dell’umanità. Una città è tutte queste cose, più il sapere locale che consente di mantenere, adattare, evolvere, migliorare la sua infrastruttura. (…) Quindi, Matera non è i Sassi. Matera siamo noi.”

Il patrimonio e la “ricchezza” culturale quotidiana di una città candidata sono elementi importanti, base di partenza per l'organizzazione dell'avvenimento e per la definizione delle linee generali del dossier programmatico ma ogni candidatura espressa sotto forma di “opuscolo turistico” della città risulterebbe del tutto pleonastica. La cronistoria della candidatura, seguita dall’analisi dei dossier, aiuterà a comprendere come e perché Matera sia diventata la Capitale Europea della Cultura 2019.

                                                                                                               

66   Il   report   della   Giuria   Esaminatrice   può   essere   letto,   in   inglese,   al   seguente   link:  

http://www.capitalicultura.beniculturali.it/.  Una  traduzione  del  testo  è  disponibile  su:     http://www.profumodisvolta.it/matera-­‐2019-­‐le-­‐valutazioni-­‐della-­‐giuria/  

67  Le  proposte  portate  avanti  dalla  community  sono  ancora  consultabili  sul  sito  http://community.matera-­‐

basilicata2019.it/content/manifesto  ma  non  è  più  possibile  aggiungere  missioni  o  intevenire.  

68  La  community  ha  rivestito  un  ruolo  chiave  nel  rispondere  al  criterio  “Città  e  cittadini”  dato  l’alto  coinvolgimento