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Un’Intesa lunga trent’anni: la Chiesa Apostolica in Italia e la Coalizione per le Intese

VECCHI PROBLEMI PER NUOVE INTESE: BREVE EXCURSUS STORICO

5.3 Un’Intesa lunga trent’anni: la Chiesa Apostolica in Italia e la Coalizione per le Intese

Le difficoltà che sono state evidenziate con riguardo al primo tentativo di Intesa, mai conclusosi, con il Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia non hanno trovato, nel corso degli anni, adeguata risoluzione. Il percorso intrapreso con la stipula dell’Intesa valdese del 1984, e successivamente con quelle avventista, ebraica, battista e con le Assemblee di Dio in Italia, ha condotto ad un consolidamento della prassi amministrativa e dei principi interpretativi che ancora si applicano all’istituto, cristallizzando le difficoltà che gli sono proprie e rendendole strutturali. Tra queste, come già analizzato nei paragrafi e nei capitoli precedenti, particolare riguardo deve essere tributato alla forte instabilità politica che ha da sempre caratterizzato la storia repubblicana del nostro paese, nonché all’illimitato potere discrezionale dell’autorità governativa, che può arbitrariamente intraprendere, sospendere, interrompere qualunque trattativa con le confessioni istanti, finanche decidendo di non presentare al Parlamento il disegno di legge di un’intesa già conclusa ai fini della sua necessaria approvazione. La storia dell’Intesa apostolica, qui brevemente ripercorsa nei suoi tratti salienti, può essere considerata paradigma di quanto affermato.

Nel discorso tenuto alla Camera dei Deputati il 25 novembre 1976, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giulio Andreotti annunciò il proposito del Governo di procedere all’instaurazione di trattative per le Intese con le confessioni acattoliche, provvedendo poi alla nomina di un’apposita commissione presieduta dal Senatore Guido Gonella378.

378 Cfr. AC, VII Legislatura, Discussioni, Seduta pomeridiana del 25 Novembre 1976,

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In una lettera del 14 Gennaio 1977 è lo stesso Gonella ad invitare la Chiesa Apostolica all’avvio di «immediate e sollecite trattative» e a richiedere i nominativi di colui che sia «incaricato a trattare»379. La

risposta non si fece attendere e già il successivo 3 marzo la Chiesa Apostolica, dopo un primo scambio epistolare con la Commissione governativa380, inviava il proprio definitivo placet riservandosi di

comunicare il nominativo del proprio delegato nei giorni successivi381.

Vi è, da questo momento in poi, un vuoto epistolare. La complessità insita nella revisione dei concordati e delle trattive per l’Intesa valdese, oltre alla grande instabilità politica che caratterizzò quegli anni382,

scoraggiarono l’instaurazione di trattative con una Confessione numericamente poco rilevante e dalla storia recente nel nostro paese. La Chiesa Apostolica, dal canto suo, attraversava in quegli anni una fase di grande rinnovamento che portò alla sua progressiva indipendenza dalla Chiesa madre del Regno Unito. Iorwerth Howells,

termini dell’accordo raggiunto dalla Commissione composta da Guido Gonella, Arturo Carlo Jemolo e Roberto Ago con la delegazione della Santa Sede in merito alla revisione del Concordato del 1929, già paventata nel 1967 da una mozione approvata in seno alla Camera dei Deputati e portata a compimento soltanto nel 1984. All’esito della disamina dell’accordo raggiunto con la Santa Sede, Giulio Andreotti informa la Camera di aver dato mandato alla Commissione presieduta dal Senatore Guido Gonella per avviare trattative per la stipula di Intese con la Chiesa Valdese e Metodista e con le altre confessioni acattoliche ne facciano richiesta.

379 Archivio Nazionale della Chiesa Apostolica in Italia (Via del Commendone 35 A/B,

Grosseto), Serie XV “Rapporti con lo Stato”, Sez, Intese, Volume Unico, Lettera del

Senatore Guido Gonella a Iowerth Howells, Presidente del Consiglio Nazionale della Chiesa Apostolica, Roma, 14 Gennaio 1977.

380 Cfr. Ibidem, Lettera di Iorwerth Howells all’ On. Guido Gonella, Grosseto, 19

Gennaio 1977; Cfr. Ibidem, Lettera dell’On. Guido Gonella a Iorwerth Howells, Roma, 25 Febbraio 1977. Dal contenuto delle due epistole si evince che la Chiesa Apostolica aveva ricevuto convocazione formale per un primo incontro a carattere interlocutorio ma lo stesso era stato in seguito annullato per l’indisponibilità di Roberto Ago, impegnato in una missione diplomatica a Ginevra.

381 Cfr. Ibidem, Lettera di Iorwerth Howells all’On. Guido Gonella, Grosseto, 3 Marzo

1977.

382 Nel periodo 1977- 1984 si susseguirono dieci governi, per una durata media nove

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infatti, fu l’ultimo missionario britannico a detenere la presidenza dell’Opera Apostolica in Italia383. E’ certo che nel periodo dal 1977 al

1986 non vi furono che contatti sporadici tra la Commissione governativa e la Chiesa Apostolica: uno degli ultimi atti da presidente di Howells fu l’invio di una comunicazione all’Esecutivo Nazionale della Chiesa con la quale rende noto che «l’ultima bozza delle Intese con lo Stato Italiano» è stata approntata tenendo conto di «tutte le modifiche apportate nel Seminario di febbraio scorso (febbraio 1986, N.d.A.)» ma che «ci sono ancora due articoli da rivedere, cioè quello sulla Finanza e quello sull’Istruzione Religiosa»384. Di quella bozza di Intesa, che non

fu mai portata all’attenzione del Governo se non molti anni più tardi, rimane soltanto una copia ricca di interpolazioni e risalente al 1991. Questa, che può essere definita un’intesa fotocopia, del tutto simile a quelle già approvate con la Chiesa Avventista, le Assemblee di Dio in Italia e la Tavola Valdese, presenta comunque alcuni spunti di riflessione: in primo luogo la Chiesa dimostra di essersi al tempo già orientata verso la rinuncia a percepire le quote delle opzioni inespresse in sede di devoluzione dell’Otto per Mille, come sarà poi sostanzialmente confermato con l’Intesa del 2007, intendendo impiegare le somme raccolte esclusivamente per interventi sociali ed umanitari anche a favore di paesi del terzo mondo385. Un altro aspetto

383 Cfr. A. Thomas, cit., p. 53. Nell’ Aprile 1986 Iorwerth Howells tornò in Galles con

la sua famiglia ed assunse la presidenza della Chiesa Apostolica del Regno Unito. Il primo italiano a guidare l’ormai indipendente Chiesa Apostolica in Italia fu il pastore Gianfranco Baldoni, a partire dalla primavera del 1986.

384 Cfr. Archivio Nazionale della Chiesa Apostolica in Italia (Via del Commendone 35

A/B, Grosseto), Serie XV “Rapporti con lo Stato”, Sez, Intese, Volume Unico, Lettera

di Iorwerth Howells all’Esecutivo Nazionale della Chiesa Apostolica, Grosseto, 22

Marzo 1986.

385 Ibidem, Bozza di Intesa del Marzo 1986 con interpolazioni e rettifiche del Presidente Gianfranco Baldoni, 8 Ottobre 1991, art. 24, cc. 1-2: «A decorrere

dall’anno finanziario 199.., la C.A.I (sic, N.d.A.) concorre alla ripartizione della quota, pari all’otto per mille delle imposte sul reddito delle persone fisiche […] destinando

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di particolare interesse è la volontà della Chiesa di partecipare attivamente alla formazione religiosa degli studenti le cui famiglie aderiscano alla stessa organizzando corsi di cultura storico-teologico- biblica nell’orario e negli spazi dedicati alle materie alternative386. Dal

testo dell’articolo emergerebbe un’impostazione più radicale di quella contenuta nelle altre intese già approvate: nel rispetto del diritto di libera scelta degli studenti e delle loro famiglie, la Chiesa Apostolica rivendicava la facoltà di richiedere alle istituzioni scolastiche, di propria iniziativa, l’instaurazione di corsi di ambito teologico da affidare a propri incaricati. Non si tratterebbe, ci appare, della semplice risposta alle richieste di studio del fatto religioso che le famiglie e le scuole possano rivolgere alla Chiesa, ma piuttosto il contrario: si parla, qui, di un’attività positiva di promozione del proprio messaggio teologico nelle scuole pubbliche secondo una formula che è ancora oggi inedita ma che, come si è visto con riguardo all’elaborazione interna al Consiglio Federale delle Chiese Evangeliche d’Italia, era già oggetto di riflessione nei primi anni successivi all’approvazione della Costituzione387.

le somme devolute a tale titolo dallo Stato ad interventi sociali ed umanitari, anche a favore di paesi del terzo mondo. Le destinazioni, di cui al comma precedente, vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi.».

386 Ivi, art. 11: «La Repubblica Italiana, nel garantire il carattere pluralistico della

scuola, assicura agli incaricati della C.A.I. e designati dal Consiglio Nazionale, il diritto di rispondere ad eventuali richieste provenienti dagli alunni, dalle loro famiglie e dagli organi scolastici, in ordine allo studio del fatto religioso e delle sue implicazioni. A richiesta della C.A.I., la Repubblica Italiana assicura che vengano istituiti appositi corsi di insegnamento di cultura storico-biblica-teologica all’interno della scuola pubblica, durante il corso delle lezioni. Tali corsi saranno tenuti da personale designato dalla C.A.I. Al fine della pratica attuazione, gli spazi destinati a materie alternative all’insegnamento, come previsti dal D.P.R concordato, saranno assegnati alla C.A.I.».

387 Cfr. Biblioteca della Facoltà Valdese di Teologia, Documento “B” del 7 Giugno

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Nel febbraio 1990 Giulio Andreotti dichiarò di voler procedere alla presentazione di un disegno di legge generale sulla libertà religiosa e che era intenzione del Governo sospendere qualunque trattativa già intrapresa o da intraprendere in vista della conclusione di intese con le confessioni acattoliche. Questa dichiarazione suscitò reazioni avverse nel mondo confessionale italiano, soprattutto da parte di quelle confessioni che già da tempo premevano per ottenere un adeguato riconoscimento giuridico: l’Esercito della Salvezza e la Chiesa Evangelica Luterana in Italia388. Anche per la Chiesa Apostolica, nel

corso del 1990, non si registrano avanzamenti sul fronte delle Intese. Nel maggio 1991 la Chiesa Apostolica decise di dotarsi di una commissione di esperti che la coadiuvassero nell’eventuale ripresa di una trattativa con il Governo: allo scopo fu contattato l’Avv. Sergio Bianconi, che a sua volta suggerì di affidare la presidenza a Giorgio Spini389, valdese, già docente alle Università di Harvard e di Firenze nel

campo della storia moderna e della storia del protestantesimo. Giorgio Spini accolse con entusiasmo la chiamata della Chiesa ed assunse la

388 Cfr. Archivio Nazionale della Chiesa Apostolica in Italia, ibidem, Lettera di Emmanuel Miaglia, Presidente Esercito della Salvezza all’On. Giulio Andreotti, Presidente del Consigli dei Ministri, Roma, 23 Maggio 1990; Cfr. ibidem, Lettera di Hanna Franzoi, Presidente della Chiesa Evangelica Luterana, a Francesco Cossiga, Presidente della Repubblica Italiana, Venezia, 30 Maggio 1990. Dalle due epistole si

evince che Giulio Andreotti aveva inviato alle confessioni scriventi una nota in data 2 febbraio 1990 per informarle della volontà di sospendere le trattative per le Intese e presentare un disegno di legge sul problema generale della libertà religiosa. La Chiesa Luterana dichiara di aver accolto la notizia «con grande imbarazzo e viva preoccupazione», soprattutto perché «il Sinodo aveva istituito dal 1986 una sua commissione con il preciso impegno di preparare le procedure necessarie one addivenire alla stipulazione di un’Intesa tra lo Stato italiano e la Chiesa Evangelica Luterana stessa. Il 4 marzo 1988, mediante lettera di pari data, la Presidente del Sinodo Hanna Franzoi ha avanzato una formale istanza per avviare le procedure, rimasta senza risposta, ed ha perciò riproposto l’istanza all’on. Presidente del Consiglio Giulio Andreotti.».

389 Cfr. Ibidem, Lettera di Gianfranco Baldoni, Presidente della Chiesa Apostolica in Italia, al Professor Giorgio Spini, Grosseto, 20 Maggio 1991.

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presidenza della commissione a partire dal giugno 1991390. Anche altre

realtà evangeliche espressero solidarietà nei confronti della Chiesa Apostolica, sollecitando il Governo ad intraprendere le trattative: Giorgio Bouchard, presidente della Commissione delle Chiese Evangeliche per i Rapporti con lo Stato, scrisse in più occasioni ad Andreotti, ricevendo una laconica risposta il 3 giugno 1992391, poco

prima della caduta dell’ultimo Governo da lui presieduto392. Nel marzo

dello stesso anno, infatti, era stata ricostituita la Commissione Interministeriale per le Intese con le Confessioni Diverse dalla Cattolica, ed era stato affidato al Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Fabio Fabbri, il compito di condurre le trattative393. Lo stesso

aveva risposto394 ad una missiva di Gianfranco Baldoni395, Presidente

della Chiesa Apostolica, dichiarando di essere favorevole alla

390 Cfr. Ibidem, Lettera del Professor Giorgio Spini a Gianfranco Baldoni, Presidente della Chiesa Apostolica in Italia, Firenze, 31 Maggio 1991.

391 Cfr. Ibidem, Lettera dell’On. Giulio Andreotti, Presidente del Consiglio dei Ministri, al dott. Giorgio Bouchard, Presidente della Commissione delle Chiese Evangeliche per i Rapporti con lo Stato, Roma, 3 giugno 1992. Nella lettera si fa riferimento, in

particolare, ad una missiva di Bouchard del 25 Maggio 1992, e si fa presente che «la presa in considerazione, in sede di Presidenza del Consiglio, della richiesta di intesa da parte di confessioni interessate è collegata ai tempi e alle modalità con le quali la richiesta stessa è stata avanzata.».

392 Il Governo Amato I entrerà in carica il 28 Giugno 1992. Andreotti non ricoprì più

l’incarico di Presidente del Consiglio dei Ministri fino alla sua morte.

393 Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 marzo 1992, artt. 1-6. La

Commissione era presieduta da Mario Schinaia, Presidente di Sezione Consultiva del Consiglio di Stato, e rimase in carica fino al 31 Dicembre 1993, non venendo poi riconfermata.

394 Cfr. Archivio Nazionale della Chiesa Apostolica in Italia, ibidem, Lettera del Senatore Fabio Fabbri a Gianfranco Baldoni, presidente della Chiesa Apostolica in Italia. Protocollo N° 2.5.4430.9. Roma, 20 Novembre 1992.

395 Ibidem, Lettera di Gianfranco Baldoni, Presidente della Chiesa Apostolica in Italia, a Giuliano Amato, Presidente del Consiglio dei Ministri, con allegati: fotocopia del

Decreto dell’Ente Patrimoniale, Relazione dei Cenni Storici dell’opera in Italia, fotocopia del documento dal titolo “Fratelli nella lotta” e n° 20 fotocopie delle approvazioni governative dei Pastori della Chiesa Apostolica. Grosseto, 10 Settembre 1992.

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riapertura delle trattative. Poco dopo la Divisioni Affari del Culto diverso dal Cattolico presso il Ministero dell’Interno, inviò alla Chiesa una richiesta di documenti che venivano indicati come necessari al fine di procedere con l’instaurazione delle trattative. Essi consistevano nello stato patrimoniale dell’Ente o altro documento dal quale si potesse evincere la situazione economica dello stesso, nella certificazione relativa alla nomina degli organi direttivi e del legale rappresentante, in una relazione illustrativa delle attività dell’ultimo quinquennio e una dettagliata rendicontazione dell’organizzazione territoriale della Chiesa con l’indicazione della consistenza numerica degli aderenti suddivisa per sedi396. In seguito, con una nota

integrativa, il Ministero richiese ulteriore documentazione atta a conoscere se la Chiesa intrattenesse rapporti con organismi confessionali internazionali nonché i paesi dove la stessa godesse di maggior rappresentanza397.

Considerando che la Fondazione Apostolica, ente patrimoniale della Chiesa, era stata riconosciuta quale ente morale ai sensi dell’art. 2 della Legge n. 1159 già dal febbraio del 1989, non si ravvisa la necessità di richiedere simili informazioni e non si comprende in quale modo queste potrebbero influire sull’idoneità di una confessione a stipulare un’Intesa. La normativa sui culti ammessi consente al Ministero dell’Interno ampi controlli sulla solidità economico-finanziaria delle confessioni acattoliche, nonché il potere di commissariare gli enti che

396 Ibidem, Lettera della Direzione Generale degli Affari dei Culti- Ministero dell’Interno, alla Direzione della Chiesa Apostolica in Italia con oggetto “Chiesa Apostolica in Italia. Intesa ex art.8. 3° comma, Cost.” Protocollo n° FG/22/10. Roma,

29 Dicembre 1992.

397 Ibidem, Lettera della Direzione Generale degli Affari dei Culti- Ministero

dell’Interno, alla Direzione della Chiesa Apostolica in Italia con oggetto “Chiesa

Apostolica in Italia. Intesa ex art.8. 3° comma, Cost.” Protocollo n° FG/22- 10. Roma,

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si dimostrino insolventi ma ciò non si attaglia alla ratio propria dell’istituto delle Intese: né la consistenza numerica di una confessione, né il suo stato patrimoniale possono costituire discrimine al raggiungimento di accordi che hanno quale obiettivo primario la miglior garanzia della libertà religiosa dei cittadini. Una simile impostazione dei negoziati, a nostro avviso, denota la marcata impronta statalista ed autoritaria della politica e della burocrazia italiana sul fronte dei diritti di libertà religiosa. La richiesta di informazioni così dettagliate e così poco pregnanti sul piano dell’idoneità confessionale alla stipula di un’intesa, evidenzia la volontà delle istituzioni di valutare aspetti della vita associativa che non dovrebbero venire in rilievo nel corso delle trattative per la stipula di accordi la cui unica finalità è implementare la tutela costituzionalmente riconosciuta di diritti fondamentali del cittadino. L’arbitrarietà di un simile approccio, tuttavia, non può essere oggetto di alcun tipo di sindacato da parte delle confessioni interessate alla stipula di un’intesa: essendo quest’ultima un atto di libera volontà del Governo non soltanto non è ammissibile alcun sindacato giurisprudenziale, ma vi è la necessità per le Chiese di non contrariare il proprio interlocutore, che può in qualunque momento rifiutarsi di proseguire i negoziati, dichiarando imprescindibile il possesso di informazioni che non possiedono un solido collegamento con le istanze spirituali e giuridiche che sono materia di un’intesa.

La Chiesa Apostolica manifestò al proprio interno una certa indignazione per le richieste perpetrate dal Governo398, ciononostante

398 Cfr. Ibidem, Lettera di Gianfranco Baldoni all’Esecutivo Nazionale della Chiesa Apostolica in Italia, Grosseto, 11 novembre 1994. In essa si riporta l’indignazione

dell’Avv. Bianconi, che tuttavia aveva consigliato alla Chiesa di trasmettere senza indugio quanto richiesto al Governo, in quanto «sono loro che comandano» ed è bene accondiscendere il più possibile.

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fornì pronta risposta399 poiché consapevole che un eventuale rifiuto

avrebbe potuto compromettere la fragile posizione della Chiesa che aspirava a sedersi, dopo quasi un ventennio di istanze e di interlocuzioni sommarie, al tavolo delle trattative.

Nel periodo che intercorre dal gennaio 1994 al marzo 1997 si succedettero quattro governi, nessuno dei quali intese rinnovare la Commissione Interministeriale che era scaduta nel dicembre 1993 sotto la presidenza del Consiglio di Carlo Azeglio Ciampi. Con la vittoria del centro sinistra alle elezioni politiche del 1996, si assistette ad un rinnovato interesse degli ambienti di Governo per il fenomeno confessionale e per le tematiche attinenti alla libertà religiosa: nel 1997 verrà presentato alla Camera dei Deputati un imponente disegno di legge governativo sulla libertà religiosa, volto all’abrogazione della normativa sui culti ammessi ed il cui principale pregio risiedeva nell’avere, per la prima volta, fissato in un atto legislativo l’iter di approvazione delle Intese, ancora oggi affidato alla mera prassi400. Il

14 marzo 1997, con proprio decreto, il Presidente del Consiglio Romano Prodi ricostituì la Commissione Interministeriale per le Intese, affidandone la direzione al prof. Francesco Pizzetti. Pochi giorni dopo, il 20 marzo seguente, si tenne un incontro esplorativo tra i

399 Ibidem, Lettera di Gianfranco Baldoni, Presidente della Chiesa Apostolica in Italia, alla Direzione Generale degli Affari Dei Culti- Ministero dell’Interno con oggetto: “Chiesa Apostolica in Italia. Intese ex art. 8. 3° comma della Costituzione.”, con n, 6

allegati: elenco delle proprietà della Fondazione Apostolica, elenco degli organi direttivi e del legale rappresentate, relazione sul progresso dell’opera e dell’organizzazione territoriale dell’ultimo quinquennio, elenco delle pubblicazioni, Annuario in inglese della Chiesa Apostolica Mondiale, pubblicazione dal titolo “Fratelli nella Lotta”. Grosseto, 26 Dicembre 1993.

400 A.C. n. 3947 del 3 Luglio 1997, artt. 26-35. Disegno di Legge Governativo “Norme sulla Libertà religiosa e abrogazione della legislazione sui culti ammessi”, annunciato

nella seduta della Camera dei Deputarti del 3 Luglio 1997. Il Disegno di Legge fu affidato alla I Commissione Affari Costituzionali in sede referente e fu licenziato dalla stessa nella seduta 22 febbraio 2001, con numerosi emendamenti. Non fu mai calendarizzata la sua discussione in aula.

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rappresentanti delle principali confessioni protestanti ed il prefetto Antonio Farrace, Direttore Generale per gli Affari dei Culti del Ministero dell’Interno. Durante la discussione Farrace ebbe modo di sottolineare che la dottrina propria dei Testimoni di Geova doveva considerarsi in netto contrasto con le Leggi dello Stato e che non era intenzione del Governo instaurare una trattativa finalizzata alla conclusione di un’Intesa con detta confessione401. Dopo aver

anticipato che il Governo avrebbe presentato un Disegno di Legge sulla Libertà Religiosa402, i delegati di alcune Chiese evangeliche fecero

notare che in molte province d’Italia le Questure avevano convocato in massa i pastori sottoponendoli a lunghi interrogatori volti ad accertare la natura delle loro attività. Ciò in virtù di una specifica richiesta in tal senso che era loro pervenuta dal Ministero dell’Interno per tramite delle Prefetture. Farrace confermò che una tale richiesta era effettivamente stata fatta ma sottolineò che le Questure dovevano aver male interpretato la natura della stessa, che era rivolta a scopi meramente conoscitivi403. I rapporti tra lo Stato e le Chiese

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