• Non ci sono risultati.

2.7 Accenno ad altri Tribunali Speciali (“Mixed National and International Tribunals”):

2.7.2 L’ITCY in Kosovo

Un ulteriore applicazione del sistema del tribunale (ovvero dell’ICTY del former Jugoslavia) diventa necessaria nel 1999, quando si ha un conflitto etnico in Kosovo, tra le forze nazionaliste Albanesi e l’esercito Serbo. Le forze serbe, come abbiamo già visto analizzando l’ICTY, vengono accusate di aver posto in essere una “pulizia etnica”. Si riporta di fosse comune, stupri, torture ed esecuzioni dell’etnia Albanese come, anche, delle migliaia di rifugiati costretti a lasciare le loro case sotto minaccia. Il 29 Settembre 1999 si annuncia che la giurisdizione dell’ICTY, sotto il suo originale statuto, viene estesa al Kosovo. Questo caso mostra come l’azione del Tribunale in Bosnia non abbia avuto effetti sulla deterrenza e riconciliazione nazionale. Molti autori di queste atrocità avvenute in Kosovo, infatti, erano già stati nominati perpetratori nel conflitto in Bosnia161.

Chiaro è che il desiderio di giustizia, di deterrenza dei crimini di guerra, incontra significative difficoltà nell’arrestare i sospettati, soprattutto nei primi periodi di vita del Tribunale. Persino, l’accusa, in “The Hague”, ammetteva che l’unico vero deterrente non erano

160

Cfr. OOSTERVELD V., Prosecutor v. Alex Tamba Brima, Brima Bazzy Kamara e Santige

Borbor Kanu. Caso n. SCSL-04-16-A. Prosecutor v. Monina Fafana e Allieu Kondewa. Caso n. SCSL-04-14-A, in l’American Journal of International Law, 2009, vol. 103, pp. 103-110

161

Cfr. RUDOLPH C., Costruire un regime di atrocità: i tribunali contro i crimini di guerra,

Organizzazione Internazionale, in Journal of International Criminal Justice, 2001, vol. 55, pp.

87

le investigazioni ma gli arresti. L’ICTY per incrementare il valore della deterrenza del Tribunale, dovuto all’incapacità di arrestare i criminali di guerra, stabilisce la Rule 61 (sotto l’art. 15 dello Statuto), la quale prevede una “super-incriminazione” per alcuni casi. Il fine del rule è quello di ampliare la consapevolezza del mondo riguardo le azioni dei colpevoli. Si permette all’accusa e a tutto l’evidente supporto di presentarsi in Tribunale durante delle sessioni aperte. Secondo le previsioni del rule l’accusa può presentare il caso in assenza dell’accusato, alla presenza dei media162.

Durante l’ICTY i serbi vengono condannati per aver commesso le più grandi atrocità, come quella avvenuta a Srebenica, e per aver protratto un sistema di “pulizia etnica”. Nonostante questo, molti serbi, non riconoscono le presunte accuse trattate nei tribunali e sostengono di essere loro le vittime del conflitto. Un avvocato serbo ha dichiarato: “Io non ho ucciso nessuno, ma un mio vicino albanese mi disse che non sarei sopravvissuto in Kosovo. Io sono una vittima della loro “ethnic cleansing”.

L’azione dell’ ICTY in Kosovo ha illustrato anche i limiti del regime delle atrocità, promuovendo la riconciliazione nazionale per questi stati divisi etnicamente. L’arresto di Milšević è servito a rivelare la verità di molti eventi avvenuti durate il conflitto nei Balcani e a promuovere il risanamento nazionale; il suo arresto e la sua estradizione, in risposta alle pressioni dell’Ovest, porteranno ad

162

Cfr. RUDOLPH C., Costruire un regime di atrocità: i tribunali contro i crimini di guerra,

Organizzazione Internazionale, in Journal of International Criminal Justice, 2001, vol. 55, pp.

88

un ulteriore calcificazione delle ostilità tra i gruppi etnici nella Regione. L’abilità di ottenere l’estradizione di Milošević è un punto cruciale per lo sviluppo delle condanne rivolte a molte altre possibili atrocità del regime163.

Le FRY164 hanno posto in essere le più grandi atrocità sulla

popolazione civile in Kosovo, l’“operazione serba” comincia nella regione di Drenica, dove nel 1998 vengono uccise 80 uomini, donne e bambini. L’Human Right Watch riporta le uccisioni avvenute a Gornje Obrinje (nella Regione di Drenica), tra il 26 e il 27 Settembre 1998: furono uccise 14 persone (membri della famiglia Delijaj), che si stavano nascondo dai bombardamenti del governo, nella foresta vicina, sei di queste erano donne tra i 25 e i 62 anni. Cinque delle vittime erano bambini tra gli otto mesi e i nove anni di età. Di questi tre uomini uccisi nella foresta due avevano più di sessant’anni165

.

L’Human Right Watch si reca sulla scena il 29 Settembre mentre i corpi venivano portati via. Tutte le quattordici vittime indossavano vestiti civili: sembravano esser stati colpiti a bruciapelo alla testa e molti corpi erano stati mutilati. Il report continua descrivendo la morte di altri sette membri della famiglia, gli interrogatori brutali, le

163

Cfr. RUDOLPH C., Costruire un regime di atrocità: i tribunali contro i crimini di guerra,

Organizzazione Internazionale, in Journal of International Criminal Justice, 2001, vol. 55, pp.

665-691

164

FRY sono le forze militare serbe

165

Cfr. GOWAN D., Kosovo: The British Government and ICTY, in Leida Journal of International Law, 2000, vol. 13, pp. 913-929

89

esecuzione sommarie di marito e moglie con un’ascia e il taglio della gola di un diciassettenne166.

La situazione in Kosovo, continuava a peggiorare nei mesi successivi. A Račak il 14 gennaio 1999 furono uccisi 45 civili. Il 17 gennaio il North Atlantic Council (NAC), condanna queste uccisioni e chiama le forze serbe a cooperare con l’ICTY. Il 18 gennaio il giudice Arbour richiede per il Kosovo l’ordine di “investigare sulle atrocità riportate a Račak”, ma ottiene un rifiuto.

In un report l’OSCE-KVM167

commenta: “le uccisioni di massa a Račak mostrano perfettamente la discesa verso la violenza ammontare ai crimini di guerra e ai crimini contro l’umanità, che erano diventati un precedente per numerose altre atrocità, raccontate dall’OSCE-KVM, nel periodo successivo al 20

marzo”168

.

Le atrocità sopra descritte non sono eventi isolati, ma fanno parte di un sistema pratico di attacchi (inclusa la distruzione di villeggi, le torture e le uccisioni extra-giudiziali) portato avanti dalle FRY contro la popolazione civile. Questo, ovviamente, insieme al noto programma di “ethnic cleansing”, con l’evidente intento di cacciare dal Kosovo una larga porzione della popolazione di etnia albanese è accompagnato spesso da un processo di estorsione. Il primo ministro Tony Blair in una sua dichiarazione del 23 marzo alle

166

Cfr. GOWAN D., Kosovo: The British Government and ICTY, in Leida Journal of International Law, 2000, vol. 13, pp. 913-929

167

OSCE-KVM indica la Missione di verifica per il Kosovo, per verificare il rispetto da parte delle forze serbe e jugoslave dell’accordo con la Nato, per porre fine alle atrocità in Kosovo e per ritirare le truppe

168

Cfr. GOWAN D., Kosovo: The British Government and ICTY, in Leida Journal of International Law, 2000, vol. 13, pp. 913-929

90

camera dei comuni, afferma: “250 mila kosovari-più del dieci per cento della popolazione- sono ora senza casa come risultato dell’oppressione serba”. Le uccisioni e le varie atrocità aumentano negli ultimi giorni del mese di marzo. L’OSCE-KVM ha sottolineato, che le violazioni del diritto internazionale umanitario e le violazioni dei diritti umani “inflitte in Kosovo alla popolazione albanese dopo il 20 marzo sono la continuazione della azioni delle forze serbe e jugoslave e dalle forze di sicurezza che erano ripassate, in diverse zone del Kosovo dove, già prima del 20 marzo, avevano colpito ”. Nell’anno precedente al 20 marzo circa 500 persone di etnica albanese sono state uccise in modo atroce e più di 400,000 persone sono state, in vari tempi, allontanati dalla loro case169.

La conclusione di un Report del Sommario Esecutivo dell’OSCE- KVM riporta che dal 9 giugno 1999, il 90 per cento della popolazione kosovara albanese, ovvero 1,45 milioni di persone, sono diventate rifugiati. La violenza subita dai rifugiati è stata raccontata da questi in modo vivido, le loro testimonianza parlano di una violenza estrema e spaventosa. Ancora si afferma che non vi era equilibrio ed equivalenza nella scala della violazione dei diritti umani commessa dalle parti del conflitto armato, ovvero, nel periodo monitorato dall’OSCE-KVM, fu sicuramente la

169

Cfr. GOWAN D., Kosovo: The British Government and ICTY, in Leida Journal of International Law, 2000, vol. 13, pp. 913-929

91

popolazione di etnia albanese a soffrire i soprusi della milizia serbe e jugoslava170.

Il giudice Arbour rese chiaro il desiderio di accettare aiuti e supporto da parte di tutti i Governi, che fossero ovviamente in accordo con lo Statuto del tribunale, al fine di ottenere indagini imparziali e la persecuzione di responsabili di serie violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani. Il Regno Unito si è dimostrato un forte sostenitori di questi aiuti, attraverso la raccolta di importanti informazioni e l’analisi di prove rilevanti. Il governo inglese ha sostenuto i rifugiati kosovari giunti in Inghilterra, ma anche coloro che si erano rifugiati nella Repubblica di Macedonia. Importante è stato anche il sostegno della campagna

aerea da parte della NATO, cominciata nel Marzo 1999171.

170

Cfr. GOWAN D., Kosovo: The British Government and ICTY, in Leida Journal of International Law, 2000, vol. 13, pp. 913-929

171

Cfr. GOWAN D., Kosovo: The British Government and ICTY, in Leida Journal of International Law, 2000, vol. 13, pp. 913-929

92 CAPITOLO III

L’evoluzione dei crimini internazionali