CAPITOLO II: L’analisi di settore relativa al segmento dei parchi tematici
II.2. Il contesto internazionale
II.2.1. L’area nord americana
Il mercato nord americano del segmento entertainment dei parchi tematici, come già osservato nei capitoli precedenti, è stato il primo ad essere inaugurato a partire dal 17 luglio 1955 (con l’inaugurazione del primo “vero” parco tematico ad Orlando in U.S.A.) data alla quale possiamo ricondurre la nascita del comparto nell’intera area. Da allora il mercato si è fortemente sviluppato originando una aspra concorrenza a colpi di inaugurazioni di nuovi parchi a tema, che via via si sono susseguite nel tempo, e di nuove attrazioni all’interno dei medesimi.
E’ normale quindi che, ai giorni d’oggi, il segmento nell’area in oggetto non risenta di forti oscillazioni al rialzo per quanto ne attiene l’espansione ed il successo del medesimo tra il pubblico; pare quindi che lo stesso sia ormai giunto, dato confermato nei rapporti T.E.A.\E.R.A., ad una stabilità e maturazione del business117. La politica all’interno dello stesso è perciò venuta mutando nel tempo. Se in passato si puntava su politiche come differenziazione ed innovazione118 ad oggi, complice anche un periodo storico congiunturale non certo sicuro ed a tratti fortemente penalizzante, queste hanno lasciato il passo a politiche di contenimento dei costi, di sconti\promozioni e di
117 John Robinett (2011 - global attractions attendance report), Senior vice presidente di E.R.A., ha
affermato che “(…) il Nord America è cresciuto dell’1,6 per cento nel 2011 (senza considerare la porzione di crescita dipendente dagli ingressi conseguiti con l’apertura del nuovo Harry Potter Land at Universal Studios in Florida). Questo 1,6 per cento indica una lenta e costante ripresa economica dalla recessione (…) per la maggior parte dei parchi, in un mercato ormai maturo. Questo è dimostrato non solo dai dati di affluenza presso i parchi, ma anche dai numeri del turismo”.
118 Ricorrente era la frase, da parte dei rappresentanti degli organismi presenti sul mercato, “nuovi
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marketing per attirare\fidelizzare i visitatori119. Queste ultime, ad oggi, stanno consentendo di mantenere una stabilità e\o una crescita moderata dei visitatori nei parchi tematici nord americani anche in un momento poco favorevole come quello odierno120.
Quanto in conclusione esposto, è confermato dai dati delle organizzazioni T.E.A. ed E.R.A. (riportati nei rispettivi rapporti annuali) le quali hanno adottato a riferimento un campione, composto dai 20 parchi nord americani più visitati, al fine di individuare le tendenze di settore e che ai nostri fini sarà oggetto di diagnosi nel range temporale 2007/2012.
Basandosi perciò sul campione risulta che nel 2007 i parchi del Nord America, seppur con una crescita limitata, hanno goduto di un incremento dei visitatori pari al 2,6% rispetto all’anno precedente. Crescita che consentiva agli operatori dell’area in oggetto di non avere particolari preoccupazioni sul mercato, lontano dal potersi definire un mercato maturo121.
Il 2008 è stato invece un anno nel quale si sono incominciati ad avvertire i primi effetti recessivi dovuti alla crisi economica. Mentre infatti “nella prima parte dell’anno molti dei parchi nord americani hanno mantenuto i medesimi numeri rispetto agli anni precedenti, nella seconda, molti di essi hanno avuto un magro bilancio a causa della crisi (...)”, e ancora, “(...) I più colpiti sono stati i “destination parks122” i quali, rispetto
119 Secondo Milman (2008), a seguito di una indagine campionaria eseguita nei confronti di 608 visitatori
(di parchi a tema), domestici e non, di Orlando (Florida), “vi sono sette elementi chiave che entrano in
gioco quando questi ultimi valutano un parco a tema ovvero: (i) varietà e qualità d’entertainment, (ii) cortesia del personale, pulizia del parco, sicurezza e protezione, (iii) cibo: varietà e rapporto qualità- prezzo, (iv) qualità\originalità della tematizzazione e di progettazione, (v) disponibilità e varietà di attività orientate alla famiglia, (vi) qualità e varietà di giostre e attrazioni e (vii) prezzo e rapporto qualità-prezzo complessivo. Ciò ha comportato evidenti risvolti nell’ambito delle strategie di marketing da attuare, da parte di proprietari, operatori e dirigenti, al fine di garantire una accoglienza distintiva degli ospiti”. MILMAN ADY (2008), Evaluating the guest experience at theme parks: an empirical investigation of key attributes, INTERNATIONAL JOURNAL OF TOURISM RESEARCH, Copyright
© 2008 John Wiley & Sons, Ltd, res. 11, pp. 373–387.
120 Brian Sands, Vice Presidente E.R.A., ha confermato una ripresa economica a seguito delle politiche
gestionali intraprese nel rapporto T.E.A.\E.R.A. (2012 - global attractions attendance report).
121 Così affermava John Robinett Senior vice presidente di E.R.A. (2007 - global attractions attendance
report) aggiungendo che “i numeri del turismo ad Orlando sono aumentati in misura modesta, ma i parchi nord americani, nel loro complesso considerati, hanno fatto abbastanza bene. Anche se diversi parchi del Sud California, che venivano da forti andamenti negli anni precedenti, si sono mantenuti stabili o leggermente in ribasso”.
122 Con tale locuzione si vogliono identificare quei parchi che rappresentano specifico oggetto di visita da
parte del turista, con le opportune e dovute conseguenze in termini di prenotazione di un alloggio nei pressi di questi ultimi ed identificazione di un budget con voci tipiche per il soggiorno nel parco (ristorazione, viaggio, ecc..). Questi si differenziano perciò dai parchi che rappresentano esclusivamente
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ai “parchi regionali123”, hanno sofferto maggiormente la crisi (…) difatti, come
tipicamente accade in periodi recessivi, i consumatori scelgono destinazioni dal costo complessivo più basso nonché le forme di entertainment ad essi più vicine (...)”. E’ questo quanto ha dichiarato John Robinett. Secondo quest’ultimo, infine, “i parchi “regionali” sono riusciti a schivare la “caduta”, stimolata dalla recessione, lasciando chiuse le proprie strutture dopo i primi segnali negativi; cosa che non hanno potuto fare i “destination parks” a causa di una politica di apertura delle medesime per l’intero anno”.
Nel 2009 la maggior parte dei parchi tematici nord americani ha risentito dell’impatto recessivo della crisi economica (-1,14% rispetto al 2008). Unica eccezione, la Walt Disney Company (parks and resort) che è riuscita a mantenere stabilità in Florida ed ha fronteggiato bene la crisi in California tramite la “politica dello sconto” praticata sul costo del biglietto124.
Nel 2010 si è accennata una ripresa che ha portato i primi 20 parchi del Nord America ad un incremento complessivo di visitatori pari a 2,2 milioni. Ripresa confermata nell’anno 2011 e 2012, anni in cui i visitatori, del campione adottato a riferimento, sono nuovamente incrementati rispetto agli anni precedenti rispettivamente del 2,75% (da 123,6 milioni a 127 milioni nel 2011) e del 3,62% (da 127 milioni a 131,6 milioni nel 2012).
I dati vengono riportati nella seguente tabella che esprime le affluenze annuali in milioni di visitatori.
una meta secondaria (definiti come “parchi regionali” nei rapporti E.R.A.) nell’ambito di una vacanza effettuata in una determinata zona turistica.
123 Con tale locuzione, presente nei rapporti E.R.A., si vuole intendere quei parchi prevalentemente a
carattere locale che non costituiscono meta principale e\o esclusiva di un viaggio da parte del turista\visitatore.
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