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L’eroe antigiapponese della Prima Repubblica

Capitolo 3: Un’immagine che cambia

3.3 Koxinga nel XX secolo cinese

3.3.1 L’eroe antigiapponese della Prima Repubblica

La tanto attesa caduta del dominio mancese in Cina avvenne finalmente con la rivoluzione del 1911; il primo gennaio 1912 veniva fondata la Repubblica di Cina, con Sun Yat-sen acclamato come Presidente.

Ora che il “nemico” principale da combattere era stato eliminato, la figura di Koxinga, che in Cina continentale si era inestricabilmente legata alla causa antimancese, perse per diversi anni il suo ruolo di prominenza. Il fatto che suscitasse meno interesse non significa, però, che venne dimenticato: il suo nome e le sue imprese erano ancora raccontate nei libri di storia, accanto comunque a quelle di altri eroi; il clan dei Zheng costruì un parco in suo onore, e il Governatore del

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Fujian ne visitò tempio familiare nel 1915, lasciandovi un’iscrizione ufficiale e in seguito facendo costruire nel parco un tempio alla memoria. Nel 1927, con lo scoppio della guerra civile tra il Partito Nazionalista, ora guidato da Chiang Kai-shek (Jiang Jieshi), e il Partito Comunista Cinese (PCC), comparve un articolo su Zheng Chenggong nel Settimanale di Linguistica e Ricerca Storica

dell’Università di Sun Yat-sen (Zhongshan daxue yuyan lishi yanjiu zhoukan 中山大学语言历史研

究周刊): l’articolo incoraggiava a studiare Zheng Chenggong per ritrovare, nella storia della sua lotta di resistenza, lo stimolo per perseverare nel rinnovamento nazionale e nel movimento di conquista dei propri diritti140. Nel 1929, invece, uscì nelle sale un film muto, prodotto dalla Fudan Film Company, chiamato Zheng Chenggong, ma l’unica differenza dalle riproduzioni precedenti della sua storia si può vedere nel cambio del mezzo di trasmissione, segno che l’immagine di Zheng si prestava bene a essere diffusa tra le masse con la forma di intrattenimento che stava diventando la più apprezzata141.

La vera scintilla che riaccese l’interesse verso Zheng Chenggong fu l’inizio delle aggressioni da parte del Giappone negli anni Trenta: nel bisogno di rivolgersi a eroi del passato che avevano resistito alle invasioni, il nome di Zheng fu tra i primi a ricomparire. Ad esempio, in occasione dell’incidente in Manciuria nel 1932, nella rivista Fujian Wenhua 福建文化 (“Cultura del Fujian”) comparve un articolo che lo menzionava insieme a Qi Jiguang, il generale che aveva liberato le coste di Fujian, Zhejiang e Guangdong dai pirati wokou nel XVI secolo142: la gente doveva prendere ispirazione dal patriottismo di entrambi gli eroi e respingere ancora i “pirati giapponesi”. Tre anni dopo un altro articolo della stessa rivista fu più esplicito nell’incoraggiare i cinesi a seguire l’esempio di Zheng per liberare tutti i territori che erano stati invasi dai giapponesi, cioè Taiwan, le isole Ryūkyū e la Manciuria. Oltre ad articoli di questo genere, fiorirono anche nuove biografie, dalle più approfondite, come quella di Wang Zhongqi del 1934, alle più corte e popolari, pubblicate specificatamente per l’infanzia, come quella di Zhang Yiping per la collana “Storie di Famosi Uomini Cinesi” (Mingren gushi 名人故事), sempre nel 1934; tra le due, fu più quest’ultima, che nella conclusione trasmetteva il rimpianto dell’autore per la perduta Taiwan e l’appello a recuperarla e vendicarsi sugli invasori, ad avere impatto nel formare un’immagine più significativa di Zheng Chenggong. Altra biografia che segue questo schema di invocare la memoria dell’eroe per destare lo spirito patriottico del popolo cinese, anche se in modo più sobrio, è Cronache della

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Ralph C.CROIZIER, Koxinga and Chinese Nationalism: History, Myth and the Hero, pag. 56-57.

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WANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 42.

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116 Nazione Marittima di Taiwan del Principe di Yan Ping (Ming Yanping wang Taiwan haiguo ji 明延

平王台湾海国记 ), del 1937, di Xu Congxin143

.

Con lo scoppio della seconda guerra sino-giapponese nel 1937, la Repubblica di Cina era pienamente consapevole di stare affrontando una crisi nazionale ed era necessario il supporto di ogni cittadino per respingere la minaccia dell’invasione; per questo, anche le troupe di attori misero in scena pièces dai personaggi antigiapponesi; nel marzo del 1937, a queste si aggiunse un breve testo in vernacolare di sole sei pagine e mezzo, intitolato Zheng Chenggong, nella forma dello story

telling (shuoshu 说书), una forma d’arte popolare. Il testo, anonimo, fu presentato dalle autorità

della provincia del Jiangxi come story telling “migliorato”, forse perché era stato revisionato da ufficiali governativi prima della pubblicazione, o magari prodotto da scrittori affini alle loro direttive; la creazione dell’opera, ricca di ripetizioni, incongruenze strutturali e contraddizioni nella trama, avvenne probabilmente mettendo insieme scritti di diversi autori, che avevano forse come primaria intenzione raccontare della resistenza dei Ming in generale, e non la storia di Zheng nello specifico. Al di là di questo, la narrazione è più storicamente accurata e, oltre al dilemma di Chenggong di dover rigettare la pietà filiale per la lealtà all’Imperatore, gli eventi vengono meno drammatizzati rispetto all’opera nazionalista di Gu Risheng. L’opera di Gu che era circolata in Giappone e solo tra le élites, mentre questo testo in vernacolare era molto più accessibile alle masse; forse fu anche la prima forma in cui una pièce su Zheng Chenggong venne messa in scena nella Cina continentale144.

Le opere patriottiche prosperarono anche nei territori della Repubblica occupati dai giapponesi, come Shanghai, che fu sotto la dominazione nipponica dal 1937 al 1941, con l’eccezione del quartiere occidentale: fu proprio in questo quartiere isolato che le troupe teatrali riuscirono a continuare le loro attività, senza però poter trasmettere espliciti incoraggiamenti di rivolta contro i nuovi colonizzatori; nel 1940 un’opera del teatro parlato huaju 话剧 (o teatro moderno di stile occidentale) su Zheng Chenggong, intitolata L’Eroe Nazionale dei Mari (Haiguo Yingxiong 海国英 雄), ebbe un successo tale da venire rappresentata per quasi trenta giorni di seguito. L’autore, che si era ispirato al titolo dato da Gu Risheng, era Qian Defu (o Qian Xingcun), firmatosi con lo

143Ralph C.C

ROIZIER, Koxinga and Chinese Nationalism: History, Myth and the Hero, pag. 56-58. Croizier

mette in luce anche l’ironia di quegli anni: i cinesi nazionalisti prendevano a esempio un eroe metà giapponese per combattere i giapponesi, ignorando che i loro stessi avversari stavano usando l’immagine del medesimo personaggio per giustificare il loro operato.

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pseudonimo di A Ying, un letterato e commediografo che si era unito al PCC nel 1926 e che quattro anni dopo aveva fondato la Lega dei Drammaturghi di Sinistra.

L’Eroe Nazionale dei Mari era stata progettata per essere la seconda parte di una tetralogia di pièces teatrali sulla storia della resistenza Ming ai mancesi, Nanming shiju 南明史剧, ovvero Ciclo storico dei Ming Meridionali, di cui però furono scritte solo tre opere; ognuna delle pièce si

focalizza su un diverso personaggio storico che combatté contro i Qing. Oltre a essere il protagonista dell’opera che lo riguarda, Zheng compare anche come personaggio di supporto della prima opera della trilogia, Ge Nenniang 葛嫩娘145, dove Zheng contravviene alla decisione del padre per aiutare la coraggiosa cortigiana Ge Nenniang, che si batte contro i Qing a capo di un esercito di donne.

Lo scopo de L’Eroe Nazionale dei Mari, secondo la dichiarazione dell’autore stesso, era investire la giovane generazione della responsabilità di lottare e incoraggiare la resistenza ai giapponesi. Sebbene avesse inoltre preso il titolo da Gu Risheng, le due opere sono molto diverse, innanzitutto a livello di accuratezza storica: A Ying sicuramente si era a lungo documentato, prima di iniziare a scrivere, come testimoniano le note, le descrizioni dell’ambientazione in cui ogni scena doveva avere luogo e l’indicazione delle date degli avvenimenti, nonché l’appendice con le origini storiche dei suoi personaggi, mentre Gu Risheng si era dispensato dal fornire certe precisazioni; inoltre, se i personaggi di Gu Risheng sono più semplici e dal carattere immediatamente riconoscibile, quelli di A Ying sono complessi e vivono una crescita psicologica durante l’opera, che serve anche a innalzare il livello di pathos. Ne L’Eroe Nazionale dei Mari la presenza femminile è cospicua146: tra i personaggi principali si contano infatti l’imperatrice Zeng, la moglie di Zheng (Lady Dong), sua figlia Zheng Yu, e perfino la combattente Ma Jinzi, tutte dotate dell’ammirevole virtù di sapersi sacrificare per il Paese; nelle opere nazionaliste dell’epoca di A Ying era comune utilizzare personaggi donne, spesso delle vere e proprie eroine, per convogliare il messaggio della parità di sessi in tempi di crisi: durante la guerra, infatti, il lavoro femminile era fondamentale per sostituire la manovalanza maschile, partita con l’esercito. Tuttavia è da sottolineare che, tra tutti i personaggi femminili dell’opera, non compare la madre di Zheng, Lady

145L’opera, chiamata anche Fiore di sangue di giada (Bixue hua 碧血花) e Rimpianto per la caduta dei

Ming (Mingmo yihen 明 末 遗 恨 ), sarebbe stata adattata in pellicola lo stesso anno della sua prima

rappresentazione, nel 1939.

146Le altre due pièce della trilogia, ovvero Ge Nenniang e Storia di Yang’e (Yang’e Zhuan 杨娥传) ,

presentano un ancora maggiore numero di personaggi femminili protagonisti (Edward GUNN, “Chinese

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Tagawa, che in precedenza era stata considerata l’ideale della donna patriottica: con tutta probabilità, il suo essere giapponese la rendeva poco adatta al ruolo, in un periodo dove era il Giappone e non più i mancesi il nemico da abbattere147.

L’apoteosi dell’esaltazione di temi antigiapponesi e del sacrificio patriottico sarebbe stata raggiunta nel 1945, nel primissimo dopoguerra, con la pubblicazione, da parte della Casa Editrice della Gioventù di Nanchino, di un’elaborata biografia su Zheng Chenggong: l’autore, Li Xu, enfatizzava soprattutto l’episodio di Zheng che abbandonava la carriera da letterato per dedicarsi alla difesa militare del Paese, aggiungendo però che:

La Cina non conferisce rispetto puramente per la prodezza militare; viene dato solo quando è supportata da virtù civile.148

La “virtù civile” di Zheng viene opportunamente dimostrata con la sua civilizzazione di Taiwan. Il suo legame con l’isola, che la Repubblica di Cina aveva appena riottenuto, diventò una delle conquiste più esaltate di Koxinga, le cui imprese a favore dei suoi abitanti l’avevano resa per sempre territorio cinese. Per il governo cinese fu una naturale manovra politica ricorrere all’utilizzo dell’immagine di Zheng per celebrare la riunificazione dell’isola con la madrepatria, e il tempio di Koxinga a Tainan, che era stato trasformato in santuario shintoista, tornò a essere un tempio cinese

miao. Persino la nuova valuta utilizzata venne nominata “valuta di Zheng Chenggong”!149

A partire dal 1947, inoltre, si era scelto di svolgere la cerimonia dell’accensione della torcia dei Giochi Provinciali di Taiwan (Taiwan sheng yundonghui 台湾省运动会) proprio a Tainan, davanti al tempio del Principe Preservatore della Pace, per fare in modo che “lo spirito inflessibile e inarrestabile di Koxinga” accendesse “il fuoco della vittoria”; naturalmente, con questa cerimonia si rievocava non solo la riconquista dell’isola operata dall’illustre antenato, ma venivano esaltate anche le sue imprese di “civilizzazione” della selvaggia Taiwan150: l’anno precedente, infatti, il

Zhongyang ribao (中央日报) aveva pubblicato l’articolo “Zheng Chenggong colonizza Taiwan”,

(Zheng Chenggong tuozhi Taiwan 郑 成 功 拓 殖 台 湾 ) che non parlava semplicemente della

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ANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 45-51.

148L

I Xu 李旭, Zheng Chenggong 鄭成功, Youth Publishing Company, Nanchino 1946, pag. 125, tradotto in Ralph C.CROIZIER, Koxinga and Chinese Nationalism: History, Myth and the Hero, pag. 59.

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WANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 52.

150

CAI Mingxian, Minzu yingxiong Zheng Chenggong yixiang yu zai zhongguohua (1945-1963) 民族英雄鄭 成功意象與再中國化(1945-1963), pag. 35

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conquista dell’isola, ma soprattutto delle conseguenze delle politiche di sgombero delle coste attuate dai Qing, che avevano portato a un maggiore sviluppo dell’isola grazie a un crescente numero di emigrati dal continente; lo stesso anno, in “Breve storia della costruzione di Taiwan” (Taiwan kaipi shilüe 台湾开辟史略), lo storico Wang Tongling spiega il processo di gestione di Taiwan iniziato già con Zheng Zhilong. Nel 1948, poi, altre due articoli, “Il pioniere dello sviluppo di Taiwan – Zheng Chenggong” (Kaituo Taiwan xianqu – Zheng Chenggong 开拓台湾先驱—郑成 功) e “Zheng Chenggong, l’obiettivo delle preghiere dei taiwanesi” (Taisheng renmin chongbai zhi

mubiao Zheng Chenggong 台省人民崇拜之目标郑成功), rispettivamente uno stampato sul Heping ribao (和平日报) e l’altro sul Shanghai shenghuo (上海生活), si preoccuparono principalmente

dell’elogio della sua opera di costruzione sull’isola; anche il giornale di Taibei Jianguo yuekan attribuì il successo dello sviluppo di Taiwan all’operato di Zheng Chenggong, non solo dal punto di vista amministrativo ma anche culturale, grazie alla creazione di un sistema di istruzione151.

Era fondamentale però che l’immagine divulgata dai colonizzatori giapponesi scomparisse, e così la compagnia teatrale Xin Zhongguo jushe 新中国剧社 (“Nuova troupe del Teatro Cinese”), fondata nel 1942 e diventata celebre in tutta la Cina per la rappresentazione di opere huaju, venne finanziata per esibirsi in quattro pièces nazionaliste, di cui la prima era proprio intitolata Zheng

Chenggong152: nonostante alcuni critici fossero convinti che si trattasse dell’opera di A Ying, una recensione in proposito accenna alla messa in scena della battaglia dello stretto di Taiwan e della resa di Fort Zeelandia, di cui L’Eroe Nazionale dei Mari invece non racconta nulla. È probabile che questa nuova opera fosse stata scritta per l’occasione, per esaltare la riunificazione di Taiwan. È anche da sottolineare come lo stesso articolo parli della riconquista (shoufu 收复) di Taiwan da parte di Koxinga e non della sua conquista: il nazionalismo aveva raggiunto il suo obiettivo di permeare la narrazione storica, e in questo modo il governo cinese giustificava l’annessione dell’isola servendosi del precedente storico rappresentato da Zheng Chenggong, in maniera non dissimile da quanto avevano fatto i giapponesi153.

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CHEN Zhongchun, “Jindai guoren dui Zheng Chenggong xingxiang de suzao yu jingshen de chuancheng – yi baokan wenxian zhong de Zheng Chenggong chuanji wei zhongxin” 近代国人对郑成功形象的塑造与精 神的传承—以报刊文献中的郑成功传记为中心, pag. 73-74.

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WANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 52-53; l’esibizione ebbe costi elevatissimi e furono pochi i taiwanesi che riuscirono ad assistervi per via dell’alto prezzo del biglietto, ma ebbe comunque un discreto successo che portò alla creazione di compagnie teatrali locali.

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Il governo della Repubblica di Cina non poteva immaginare, però, quanto il suo futuro sarebbe stato connesso a quello di Taiwan nel giro di soli pochi anni.