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Una rappresentazione dell’eroe nazionalista

Capitolo 3: Un’immagine che cambia

3.2 Storiografia degli ultimi anni dei Qing

3.2.2 Una rappresentazione dell’eroe nazionalista

Lo studioso odierno Chong Wang ha pubblicato un’interessante analisi sulle opere teatrali che trattano la vita e le imprese di Koxinga, ed è al suo lavoro che faccio principalmente riferimento per quanto riguarda quest’ambito letterario; grazie ad esso si può sin da subito notare che la prima opera teatrale cinese su Zheng Chenggong fu pubblicata proprio sul Min bao: Cronache di un Eroe dei

Mari 海国英雄记 (Haiguo yingxiong ji), del 1906119. Dell’autore si conosce solo lo pseudonimo,

Gu (o Yu) Risheng, anche se si può correttamente ipotizzare che fosse uno studente cinese in Giappone, militante della Lega Unita; per il resto, per quanto possiamo sapere, Cronache di un Eroe

dei Mari fu l’unica opera da lui mai pubblicata, purtroppo incompleta, e non fu mai messa in

scena120. Tuttavia, venne spesso citata dai drammaturghi successivi, segno che a suo tempo era discretamente conosciuta; era comunque tipico del periodo pubblicare testi di pièces teatrali che non avrebbero mai visto il palcoscenico, e anche la drammatizzazione di eroi storici celebri per aver combattuto le invasioni era una pratica abbastanza comune tra i letterati rivoluzionari. Un’altra opera di questo tipo che fa riferimento alla vita di Zheng è Guchen lei 孤臣泪 (“Le Lacrime del Ministro Orfano”) di Liu Yishu, ma qui il protagonista è un certo Liu Yingrui che si unisce alle truppe di Zheng e non lo stesso Signore dal Cognome Imperiale121.

Gu Risheng si differenzia dagli altri autori, perché riesce a coniugare al meglio i due tipi di rappresentazione teatrale allora più in voga, ovvero le pièces didattiche del teatro parlato, diffuse tra le élites intellettuali, che puntavano a creare un’identità cinese multiculturale tramite l’imitazione di esemplari modelli stranieri, e le opere di teatro commerciale locale, che riprendevano la tradizione del border-crossing (cioè una storia dove i personaggi attraversano più confini geografici) per riconfermare la superiore moralità cinese. Infatti, Cronache di un Eroe dei Mari si diffuse sì in un Paese straniero e tra le élites, ma, mentre l’obiettivo che si poneva era didattico, la trama e la struttura ripresero quelle tipiche del teatro popolare cinese, il chuanqi 传 奇 (“favole straordinarie”)122

.

Nella prefazione dell’opera, Gu Risheng spiega a cosa fu dovuta l’ispirazione a scrivere: un giorno, sulla costa giapponese, mentre guardava con nostalgia verso i litorali cinesi, un passante del luogo gli si avvicinò chiedendogli se fosse cinese e, ottenuta la conferma, gli domandò se conosceva il grande eroe Zheng Chenggong, che era nato in Giappone. Al che l’autore era stato preso da una grande tristezza, sapendo che la terra per cui Koxinga aveva combattuto così lealmente

119

WANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 34.

120 Ibidem, pag. 39-40. 121 Ibidem, pag. 41. 122 Ibidem, pag. 38, 41-42.

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era ancora occupata dagli stranieri, e aveva deciso di scrivere un’opera per mostrare ai suoi compatrioti, oppressi dal giogo mancese, di che stoffa erano fatti i loro antenati; solo così forse avrebbero ritrovato lo spirito per riscattarsi123.

Questa prefazione fu pubblicata insieme ai primi tre atti nel luglio del 1906, e quattro mesi dopo uscirono, sempre sul Min bao, i tre atti seguenti; tuttavia, benché i titoli degli atti elencati nella prefazione ammontino a un totale di quindici, dopo il sesto non ne vennero più pubblicati, forse perché Gu Risheng non riuscì a terminarli o forse perché non ebbe l’opportunità di vederli stampati, dato che nel 1908 il governo giapponese fece chiudere i battenti al Min bao. In ogni caso, è ancora possibile provare a dedurre il contenuto dell’intera opera, partendo dagli atti pubblicati e dai titoli di quelli mancanti124.

I primi quattro atti raccontano del viaggio di Zheng Zhilong in Giappone: l’innamoramento e il conseguente matrimonio con Lady Tagawa, la scelta di lasciarla per unirsi a una banda di pirati e, infine, la sua volontaria sottomissione al governo dei Ming in cambio di una posizione ufficiale. Dal quinto all’ottavo le vicende narrate riguardano Zheng Chenggong, il suo arrivo in Cina e la sua conoscenza con Longwu, la sua dichiarazione di fedeltà alla dinastia dei Ming e, in tutta probabilità, la sua lotta contro i mancesi. Nel nono, il tema potrebbe essere la conquista di Taiwan, mentre nel decimo è possibile che sia la morte di Zheng; l’argomento dell’undicesimo è troppo ambiguo per poter essere dedotto. Gli ultimi quattro atti dovrebbero parlare della resistenza ai Qing dei discendenti di Zheng, delle loro richieste di aiuto al Giappone e del fallimento finale, con l’ultimo atto che tratterebbe della triste situazione attuale della Cina125.

Da quanto dell’opera è stato pubblicato, possiamo inoltre dedurre che Gu Risheng cercò di convogliare il suo messaggio nazionalistico sin dai primi atti, tramite una particolare raffigurazione dei personaggi principali che vi compaiono: Zheng Zhilong, Lady Tagawa e Zheng Chenggong.

Zheng Zhilong appare come un uomo egoista e ambizioso, dedito solo al suo prestigio e benessere personale, disposto a sacrificare lealtà e virtù in cambio di immediati vantaggi. Non riconosciuto dalla corte come eroe, si unisce a una banda di pirati, ma una volta diventatone il capo, si sottomette ai Ming126: è un uomo abituato a prendersi con la forza quanto gli viene negato, ma rapido a cambiare bandiera a seconda della convenienza; conoscendo i fatti storici, è facile dedurre come questo schema si sarebbe ripetuto negli atti successivi, con la resa di Zhilong ai mancesi in

123

Ralph C.CROIZIER, Koxinga and Chinese Nationalism: History, Myth and the Hero, pag. 54.

124W

ANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 35.

125

Ibidem, pag. 36-37.

126

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cambio di alte posizioni di comando, solo per dimostrare però la fallacità della mera ricerca del potere.

Lady Tagawa, al contrario, pur essendo giapponese, è rappresentata come patriottica e fedele, l’esempio che ogni vera donna cinese dovrebbe seguire; figlia di un samurai, non teme il sacrificio personale, ma nutre grande ammirazione per la Cina dei Ming e ha più a cuore del marito la sorte dell’Impero. Tradizionalmente le opere cinesi avrebbero considerato lei stessa come “barbara”, eppure nella pièce di Gu Risheng è proprio lei a incarnare e trasmettere al figlio il patriottismo e la superiorità morale cinese; nel terzo atto, quando Zheng Zhilong decide di unirsi ai pirati, Lady Tagawa canta

Nella corte siede il Figlio del Cielo dei Grandi Ming. Eppure crudeli sono i banditi, selvaggi sono i Tartari. La corte e l’ordine devono essere salvati.127

Nonostante il marito sia deciso a perseguire i propri interessi materiali, lei prova a dissuaderlo dichiarando che il dovere di un uomo è essere leali all’Imperatore e amare il proprio Paese. Nello stesso atto vediamo come l’ancora bambino Zheng Chenggong (che storicamente non avrebbe dovuto avere più di un anno) prenda le parti della madre, infuriandosi alla notizia del disturbo che i tartari stanno procurando ai Ming e rammaricandosi di non poter diventare immediatamente adulto:

Come è potuto succedere ciò? I Grandi Ming sono la mia patria, come possono quei tartari saccheggiarla e devastarla?128

Il personaggio di Zheng Chenggong è dunque sin da piccolo consapevole della propria identità nazionale e delle sue responsabilità come cinese, e sin da subito manifesta opposizione al padre pirata. Benché “biologicamente ibrido”, nello spirito e nella cultura Zheng Chenggong è per intero un cinese dei più puri. Nel sesto atto, in colloquio privato con l’imperatore Longwu, gli dichiara la sua lealtà e la determinazione di salvare il Paese da un futuro da schiavi sotto i barbari, dimostrando così non solo il suo nazionalismo ma anche la sua tendenza antimancese e rivelando tra le righe la situazione attuale della Cina di Gu Risheng. Da un certo punto di vista, possiamo anche dire che

127

GU Risheng 谷日生, Haiguo yingxiong ji 海国英雄记 (Cronache di un Eroe dei Mari), in Min bao, Zhongguo Guomindang zhongyang weiyuanhui dangshi shiliao bianzuan weiyuanhui, Taibei 1969, vol. 3 pag. 1363, citato e tradotto in WANG Chong, Interpreting Zheng Chenggong, pag. 37.

128G

U Risheng, Haiguo yingxiong ji 海国英雄记 , vol. 3 pag. 1364, citato e tradotto in WANG Chong,

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l’opera è in parte autobiografica: il protagonista è un giovane cinese patriottico cresciuto in Giappone, che attraversa il mare con il desiderio di salvare la patria129.