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L’immaginazione letteraria: forma etica o no?

“We all stand somewhere on a spectrum”:

3.6 L’immaginazione letteraria: forma etica o no?

Robbie è il personaggio che più di ogni altro manifesta impazienza nei confronti della distanza dalla realtà caratteristica della letteratura e dei poeti. All’inizio della vicenda è colto nel momento in cui ha appena deciso di lasciare gli studi letterari per passare alla medicina, materia più pragmatica e visibilmente utile, e nella quale spera che il suo senso pratico trovi soddisfazione: “his practical nature and his frustrated scientific aspirations would find an outlet, he would have skills far more elaborate than the ones he had acquired in practical criticism” (91). Durante la guerra Robbie confronta l’ordine dell’esercito con la sregolatezza dei poeti, che non sarebbe utile in una situazione estrema: “No one at Cambridge taught the benefits of a good marching order. They revered the free, unruly spirits. The poets. But what did the poets know about survival?” (264). Persino Cecilia nella prima sezione valuta l’inutilità dei suoi studi letterari, che non le hanno fornito il coraggio o il potere di confrontarsi col padre sulla posizione delle donne: “nothing that great literature might have done to modify her sensibilities, none of the lessons of practical criticism, could quite deliver her from obedience” (47). Il pericolo dell’immaginazione letteraria è inoltre stabilito fin dall’epigrafe del romanzo,62 tratto da Northanger Abbey di Jane Austen, in cui una serie di fraintendimenti sono causati dalla tendenza della protagonista a sovrapporre alla realtà di tutti i giorni le storie dei romanzi gotici di cui è appassionata. In

61 Per i dettagli dell’utilizzo di queste fonti e delle conseguenze, cfr. Alden, Natasha, op.cit., pp.57-69.

62 Cfr. Ellam, Julie, op.cit., p.32: “From the epigraph onwards, Atonement signals ironically the dangers of the literary imagination”.

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Atonement, infine, tutti e tre i personaggi principali a un certo punto della loro vita

abbandonano le loro aspirazioni letterarie per agire nel campo più pratico della medicina (Robbie che vuole diventare medico, Cecilia e Briony che diventano infermiere); soltanto Briony alla fine ritornerà alle proprie aspirazioni originarie, ma si è visto come la sua posizione non sia esattamente favorevole a una rivalutazione etica della letteratura. Questi elementi portano a una potenziale condanna dell’immaginazione letteraria in generale: “The imagination is a fog, something that obscures facts and misleads the unwary. The answer to her [Briony’s] own question ‘What are novelists for?’ is surprisingly damning. Whether they are fairytale fabulists, scrupulous modernists, or self-conscious postmodernists, they are here to lie.”63

Tuttavia non bisogna dimenticare, come nel caso di A. S. Byatt, che queste critiche vengono proposte all’interno di un romanzo, e dunque c’è qualcosa di paradossale in questo messaggio. In effetti è vero che Robbie considera i poeti inutili rispetto ai soldati o i medici, ma allo stesso tempo crede che l’aver studiato letteratura farà di lui un medico migliore: “What deep readings his modified sensibility might make of human suffering, of the self-destructive folly or sheer bad luck that drive men towards ill-health! Birth, death, and frialty in between. Rise and fall – this was the doctor’s business, and it was literature’s too” (93). La letteratura continua a pervadere la vita dei protagonisti: quando Robbie è in carcere, lui e Cecilia comunicano tramite riferimenti letterari in codice per sfuggire al controllo sulle loro missive (204), da soldato Robbie marcia al ritmo di esametri (219). Dominic Head ha rilevato questo paradosso: “the novel form is used in Atonement to raise questions about morality and authorship in a highly self-conscious way, while simultaneously and paradoxically casting doubt on the novel as an inherently moral medium”.64

Il sospetto nei confronti dell’immaginazione letteraria è direttamente collegato al sospetto nei confronti dell’emplotment, di cui si è parlato sopra, in quanto entrambi corrono il pericolo di sovrapposizione fantastica sulla realtà; tale sospetto è una diretta conseguenza della narrativa postmoderna prima, e dell’ethical turn poi: passata la fase della passione per una spregiudicata

63 Cormack, Alistair, op.cit., p.82. 64 Head, Dominic, op.cit., p.163.

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commistione di fatti e immaginazione, lo scrittore contemporaneo sente di doversi spostare sui fatti. Allo stesso tempo, però, non può tornare indietro e semplicemente ignorare le idee postmoderne della pervasività della fiction in qualunque tipo di narrazione. Il sospetto etico nei confronti della narrativa postmoderna viene dunque incorporato in un sospetto nei confronti della narrativa in generale. A questo punto lo scrittore di romanzi si trova di fronte a un’impasse che si può risolvere solo ammettendo l’esistenza di diversi tipi di immaginazione, non tutti manipolatori allo stesso livello. Esiste uno spettro di possibilità che va dalla capacità di proiezione nell’altro alla manipolazione fantastica. Atonement esplicita questo tipo di problema, raccontando la storia di una scrittrice che deve imparare a posizionarsi in maniera etica rispetto a questo spettro, ma i cui tentativi sono continuamente minati da una tendenza alla ricostruzione narrativa fantasiosa. Briony sembra aver acquisito il tipo di immaginazione che le permette di identificarsi nell’altro e dunque di comportarsi in maniera responsabile nei suoi confronti e nei confronti dei fatti che lo riguardano, ma non abbastanza da rinunciare a manipolare questi fatti in base ai propri fini; è la forma stessa del romanzo a mettere il lettore di fronte ai pericoli della manipolazione immaginativa, invitandolo a riflettere sullo statuto dell’espiazione di Briony. Questa manipolazione della realtà, che poteva essere salutata come liberatoria nel Postmodernismo, non può più essere sostenuta, come dimostrano le affermazioni rilasciate da McEwan a Ryan Roberts:

“I don’t hold with the sort of postmodern relativist view that the only truth is the one an individual asserts. I do believe there are realities that await our investigation. [...] Something rankles in me when people talk about ‘My truth’. You must be more familiar with this in the universities than I am, especially in the world of literary theory”65

Così, da una parte McEwan sembra condividere lo scetticismo di Robbie66 se si parla di un certo tipo di narrativa, particolarmente rappresentata dal romanzo postmoderno o dal realismo magico; quel “little sense of impatience of imagined

65 Intervista di Ryan Roberts (2008) in Roberts, Ryan (ed.), op.cit., p.189.

66 Che viene confermato ed estremizzato nel modo di pensare del protagonista del romanzo successivo ad Atonement, Saturday, cfr.Head, Dominic, op.cit., p.174.

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lives”67 che lo scrittore dichiara di aver provato dopo l’attentato dell’11 settembre,

di fronte all’urgenza dei fatti e delle vite reali: “I do feel sometimes a little impatience when characters sprout wings and fly out the window”;68 ma allo

stesso tempo l’immaginazione, in quanto capacità di immedesimazione, diventa un potente mezzo per parlare del mondo: “I do see writing, the actual physical matter of writing, as an act of imagination”.69 E anche se è vero che “in our

perception of the truth, self-persuasion does play a role”,70 questo non basta per convincersi che una realtà vera al di fuori della nostra immaginazione non esista: “We all stand somewhere on a spectrum”.71

67 Intervista di David Lynn (2006), in Roberts, Ryan (ed.) op.cit., p.144. 68 Ibidem, p.146.

69 Ibidem, p.147.

70 Intervista di Ryan Roberts (2008), in Roberts, Ryan, op.cit., p.189. 71 Ivi.

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CAPITOLO QUARTO

“How can you make sense of the beginning unless you know