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L’impairment test dell’avviamento: IAS 36

Nel documento FACOLTA' DI ECONOMIA. Tecnica professionale (pagine 183-196)

La valutazione annuale in bilancio del goodwill, come anche degli intangibili specifici contabilizzati, la cui vita utile non è definibile (e viene per questo motivo considerata indefinita) pone il problema della definizione di un eventuale deperimento economico. È il ben noto tema dell’impairment test267di cui allo IAS 36, la cui finalità è appunto quella di verificare se un’attività, e nel caso specifico l’avviamento, ha o meno una riduzione di valore268 e ciò avviene mediante il confronto del valore contabile col valore recuperabile, calcolato come il maggiore tra il fair value ed il value in use.

267 “le scelte di impairment rappresentano la maggiore sfida che, in linea con le esigenze dei tempi, si pone alla misurazione del goodwill e degli intangibili specifici: una sfida che deve essere affrontata con rigore; che non ammette improvvisazioni, incompetenze e superficialità se non vogliamo che il tanto deplorato ammortamento

‘sistematico’ (che elude qualsiasi logica eocnomica, poiché è una pura convenzione,) non faccia rimpiangere che la sua sostituzione avvenga oscurando, anziché chiarendo, i risultati aziendali, di gruppo e di aree d’affari”, L. GUATRI, M. BINI, Impairment. Gli intangibili specifici, Egea, 2003, pag. 45,46.

268 Occorre precisare che le rettifiche per perdite di valore non costituiscono una novità, infatti, l’art. 2426 c.c. e dil principio OIC 16 impongono una diminuzione del valore delle attività immateriali e materiali nel caso di perdita durevole di valore. Tuttavia, sia il codice civile che il principio contabile nazionale non contengono indicazioni specifiche relative alle modalità di calcolo e alle circostanze in presenza delle quali la verifica deve essere effettuata.

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In altri termini il principio ritiene che un bene abbia subito una perdita di valore quando l’azienda non è in grado di recuperare il valore contabile né mediante vendita, né tramite l’utilizzo269.

Il goodwill (o avviamento) è soggetto ad impairment test ovvero ad una verifica di valore270:

 In ogni esercizio;

 In presenza di condizioni che

possono indicare una perdita di valore.

Identificare le ragioni che possono portare all’accertamento di una perdita di valore può essere arduo.

A tal fine, il Board, seppur consapevole di fornire indicazioni non esaustive, individua alcune fattispecie che possono fungere da indizi, distinguendo tra fonti informative esterne ed interne271.

Fonti informative esterne:

 Durante l’esercizio, il valore di mercato della cash gene rating unit a cui l’avviamento si riferisce è diminuito significativamente, più di quanto si preveda

269 A. PARBONETTI, I principi contabili internazionali, Carocci, Roma, 2010, pag. 45.

270 Lo stesso avviene nel caso della differenza da consolidamento (o goodwill) iscritta nell’attivo del bilancio consolidato.

271 M. FAZZINI, l’applicazione dell’impairment test agli intangibile assets, FrancoAngeli,2004, Milano, pag. 100.

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sarebbe accaduto con il passare del tempo o con l’uso normale dell’attività in oggetto;

 Durante l’esercizio si sono verificate, o si verificheranno in un prossimo futuro, variazioni significative nella tecnologia, nel mercato, nell’ambiente economico o normativo nel quale l’impresa opera o nel mercato al quale l’impresa è rivolta;

 I tassi di interesse o gli altri indicatori che misurano la redditività degli investimenti sono aumentati nel corso dell’esercizio, ed è probabile che tali incrementi condizionino sia il tasso di attualizzazione utilizzato nel calcolo del valore d’uso di un’attività sia riducano in modo rilevante il valore recuperabile dell’attività;

 Il valore contabile dell’attivo netto dell’impresa che redige il bilancio è superiore alla capitalizzazione del mercato.

Fonti informative interne:

 L’attività è obsoleta o deteriorata;

 Nel corso dell’esercizio si sono verificati significativi cambiamenti nell’impresa che hanno modificato o potrebbero modificare le condizioni di utilizzo dell’attività stessa; tali cambiamenti includono piani di ristrutturazione o di cessazione dell’attività stessa prima della data precedentemente prevista;

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 Risulta evidente che i risultati economici di un’attività economica sono, o saranno peggiori rispetto alle aspettative.

È ovvio che la precedente elencazione non è del tutto esaustiva. In effetti, lo IAS 36 ci dice della possibilità che le imprese hanno di individuare altre modalità per riconoscere se il goodwill abbia subito una perdita durevole di valore e queste obbligano l’impresa a definire il valore recuperabile dell’attività.

In particolare le indicazioni provenienti dall’informativa interna in grado di rilevare che un’attività possa aver subito una perdita di valore riguardano:

 Flussi finanziari connessi

all’acquisto di un’attività, o disponibilità liquide che in seguito si rendono necessarie per rendere operativa o conservare l’attività significativamente superiori a quelli originariamente preventivati;

 Flussi finanziari netti effettivi oppure utili o perdite operative conseguenti all’esercizio dell’attività che si rilevano significativamente peggiori a quelli originariamente preventivati;

 Un significativo peggioramento dei flussi finanziari netti o del reddito operativo preventivato, o un significativo aumento della perdita preventivata relativa all’utilizzo dell’attività;

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 Perdite operative o flussi finanziari netti in uscita connessi all’attività, quando i risultati del periodo in corso vengono aggregati a quelli preventivati per il futuro.

Quindi per le motivazioni sopra indicate o anche per altre similari il valore di realizzo di un’attività immateriale o di una CGU(Cash Generating Unit) può subire consistenti variazioni nel corso del tempo.

Il principio contabile internazionale offre la possibilità di effettuare l’impairment test per la verifica di eventuali perdite di valore in qualsiasi momento durante l’esercizio, però, obbliga ad una sua ripetizione alla medesima data negli esercizi seguenti; quindi, goodwill relativi a differenti operazioni di business combination possono essere testati in momenti diversi dell’esercizio.

L’avviamento verrà poi svalutato nel momento in cui il test di valutazione individui una perdita di valore.

Lo IAS 36, nello specifico, stabilisce che nella valutazione per perdite di valore dell’avviamento (in genere iscritto in bilancio a seguito di un’aggregazione d’impresa272), l’unità a cui riferirsi per la verifica è la Cash Generating Unit273(CGU), a cui si riferisce una

272 Così come previsto dall’IFRS 3.

273 Una Cash Generating Unit viene definita dallo IAS come il più piccolo gruppo di attività identificabile che genera flussi finanziari in entrata derivanti dall’uso permanente delle attività e che sono ampiamente indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività o gruppi di attività.

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quota o anche la totalità dell’avviamento, e non necessariamente l’impresa nel suo complesso che ha originato nell’operazione di business combination la differenza stessa. Ciascuna CGU o gruppo274 di CGU a cui è assegnato l’avviamento dovrebbe rappresentare il più basso livello al quale tale asset può essere attribuito.

In particolare, le situazioni che possono generarsi ai fini della valutazione sono fondamentalmente due:

 La Cash Generating Unit coincide con l’impresa acquisita;

 La Cash Generating Unit è un

segmento dell’impresa.

Si farà riferimento in particolar modo al primo dei precedenti due casi suddetti.

La prima operazione da effettuare, per applicare l’impairment test, è quella di allocare l’avviamento

In altre parole non è altro che una parte dell’azienda che genera autonomi flussi finanziari e nel cui ambito è compreso il bene sottoposto ad impairment. Di conseguenza in questo caso il calcolo del valore recuperabile si articola in diverse fasi:

 Individuazione della CGU;

 Allocazione del bene oggetto di valutazione a una o piu CGU;

 Stima dei flussi finanziari netti;

 Attualizzazione con un adeguato tasso di sconto.

274 Poiché l’avviamento non genera flussi finanziari indipendenti da altre attività spesso accade che non possa essere allocato a singole CGU ma a gruppi di CGU.

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originatosi dall’operazione di aggregazione alla cash generating unit o gruppo di cash generating unit a cui si riferisce275.

Ai fini della valutazione di impairment viene fatto un confronto tra il cosiddetto valore di carico dell’impresa a cui si aggiunge l’avviamento ed il valore recuperabile dell’impresa stessa. Se il valore recuperabile della cash generating unit eccede il suo valore di carico allora in tal caso l’unità e l’avviamento a questa allocato non sono svalutati. Laddove, invece, si verifica la contrapposta situazione e quindi il valore di carico dell’impresa è superiore al valore recuperabile allora si procederà alla rilevazione di una perdita di valore (impairment loss).

Nello specifico, il valore recuperabile di un asset è definito dallo IAS 36, al paragrafo 18, nel seguente modo: “il maggiore tra il suo fair value al netto dei costi di vendita (fair value less costs to sell) e il suo valore d’uso (value in use)”; il valore d’uso (value in use) è, invece, il valore attuale dei flussi di reddito (o di cassa) attesi futuri derivanti da un asset o da una CGU.

275 Ogni unit o gruppo di queste al quale l’avviamento è attribuito deve:

 Rappresentare il più basso livello all’interno dell’impresa al quale il goodwill è monitorato per fini gestionali;

 Non essere più grande di un segmento basato sulla modalità primaria o secondaria definita dal principio 14.

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Il principio contabile 36 al paragrafo 30 ci dice, per poter definire il valore d’uso, che la valutazione della partecipata sia fatta ricorrendo al metodo finanziario e sono considerati inoltre degli elementi:

 La stima dei futuri flussi di cassa generati dalla CGU276;

276 Nella determinazione del valore d’uso:

(a) le proiezioni dei flussi finanziari devono essere fondate su presupposti ragionevoli e sostenibili in grado di rappresentare la migliore stima effettuabile da parte della direzione aziendale di una se rie di condizioni economiche che esisteranno lungo la restante vita utile dell’attività. Maggior peso deve essere dato alle evidenze provenienti dall’esterno;

(b) le proiezioni dei flussi finanziari devono essere fondate sui più recenti budget/previsioni approvati dalla direzione aziendale. Le

Valore recuperabile

Maggiore tra Valore d’uso

Valore netto di realizzo

Valore di

carico Valore

recuperabile

Impairment!

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 La previsione sulla possibile variazione o distribuzione temporale dei flussi di cassa;

 Il valore del denaro nel tempo, rappresentato dal tasso di interesse di mercato ‘risk free’;

 Un premio per il rischio;

 Altri fattori (rischi di assenza di liquidità, ecc.).

In questa verifica di impairment si può anche far uso delle più recenti valutazioni effettuate del valore recuperabile se sono soddisfatte delle condizioni:

 Le attività e le passività dell’impresa non si sono modificate in modo significativo dal momento in cui è stato effettuato il calcolo del valore recuperabile;

proiezioni fondate su questi budget previsioni devono coprire un periodo massimo di cinque anni, a meno che un arco temporale superiore possa essere motivato;

(c) le proiezioni di flussi finanziari superiori al periodo coperto dai più recenti budget/previsioni devono essere stimate tramite estrapolazione delle proiezioni fondate su budget/previsioni facendo uso per gli anni successivi di un tasso di crescita stabile o calante, a meno che un tasso di crescita crescente possa essere motivato. Questo tasso di crescita non deve eccedere il tasso di crescita medio di lungo termine di prodotti, settori industriali, nazione o nazioni in cui l’impresa è operativa, o dei mercati nei quali l’attività è inserita, a meno che un tasso superiore possa essere motivato.

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 L’ultimo ammontare calcolato

eccede il valore di carico di un margine sostanziale;

 Sulla base di eventi e circostanze che sono avvenuta dal calcolo più recente è verosimile che le possibilità che il valore recuperabile della unit sia minore del valore di carico sono molto remote.

Nel momento in cui il valore recuperabile dell’unita è inferiore rispetto al valore di carico, come già precisato, deve essere rilevata una perdita di valore dell’avviamento la quale sarà allocata a detrazione del valore di carico delle attività della partecipa in un preciso ordine:

 A detrazione del valore di carico del goodwill fino a concorrenza dello stesso;

quindi,

 Alle altre attività della unit in base al criterio proporzionale277.

277 Il principio contabile IAS 36 al par. 104 fa in modo esplicito riferimento ‘alle altre attività dell’unità’ senza fare una distinzione tra le varie tipologie (monetarie, non monetarie, ecc.); bisogna però ritenere, date le disposizioni limite alla riduzione di valore (par.105), che l’allocazione sia da effettuarsi solo nei confronti delle attività soggette ad imparment individuate dallo IAS 36 (attività, immateriali, materiali, partecipazioni).

La disposizione dello IAS 36 è motivata da due considerazioni: da una parte il valore contabile dell’avviamento è il più incerto tra quelli che compongono una unità generatrice di flussi finanziari (CGU), dall’altra occorre considerare che il test è relativo all’avviamento in

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Nel caso di allocazione delle perdita di valore dopo aver azzerato l’avviamento l’impresa non deve diminuire il valore di carico di un’attività al di sotto del più alto tra:

 Il suo valore corrente, meno i costi di dismissione;

 Il suo valore in uso (se determinabile);

 Zero.

L’ammontare di perdita residua che non si può attribuire proporzionalmente ad una delle attività dell’impresa deve essere allocata col criterio pro-rata alle restanti attività (materiali ed immateriali) della CGU.

Lo IAS 36 non prevede la possibilità di stornare svalutazioni effettuate in precedenti periodi278, non è quindi possibile effettuare ripristini di valore, dal momento che un incremento al valore di realizzo è, a tutti gli effetti, assimilabile ad un avviamento internamente generato279. In altre parole, se si consentisse di rivalutare l’avviamento anche solo in misura non superiore alla

quanto gli altri asset sono già stati valutati. Di conseguenza, eventuali perdite vanno attribuite per intero all’avviamento e solo nel caso in cui il valore di quest’ultimo dovesse essere pari a zero si possono svalutare gli altri asset. A. PARBONETTI, I principi contabili internazionali, Carocci, Roma, 2010, pag. 55.

278 P. BIANCONE, Le attività immateriali, l’avviamento e l’impairment nei bilanci, Giuffrè editore, Milano, 2006, pag. 243-246.

279 M. FAZZINI, l’applicazione dell’impairment test agli intangibile assets, FrancoAngeli,2004, Milano, pag. 112.

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precedente svalutazione, si permetterebbe, di fatto, la contabilizzazione di un avviamento internamente generato vietato dallo IAS 38280.

Si può, infine, dire che poiché i goodwill comunque formatisi debbono essere assoggettati ad impairment test ai sensi dello IAS 36 questo principio è stato concepito perché possa essere applicato a una pluralità di goodwill (diversi tra loro per natura e logica di formazione)281. Questa è la ragione per cui lo IAS 36 già da prima della revisione del 2008 obbliga ad esprimere qualunque goodwill in forma full (stimando il valore del goodwill di pertinenza delle minoranza) ai fini dell’impairment test, sulla base del cosiddetto grossing-up282 del goodwill di pertinenza del soggetto che detiene il controllo, pur non prevedendo l’IFRS 3, nella sua versione precedente, la contabilizzazione del goodwill della minoranza. In un certo senso si può dire che lo IAS 36 stesse aspettando il nuovo IFRS 3.

Infatti, lo IAS 36 chiarisce che l’impairment test da compiersi in capo a CGU caratterizzate dalla presenza di minorities debba comunque fondarsi sul valore recuperabile riferito al 100 per cento della CGU e che il

280 A. PARBONETTI, I principi contabili internazionali, Carocci, Roma, 2010, pag. 56.

281 Si pensi alla stessa introduzione del nuovo principio contabile nei bilanci consolidati, è ovvio che a questo punto si possono identificare diverse tipologie di goodwill.

282 Il grossing-up si basa su una stima volta a determinare il prezzo di mercato della partecipazione di minoranza al momento dell’effettuazione dell’operazione; la stima deve fondarsi su fattori osservabili.

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carrying amount della CGU debba essere pertanto integrato del goodwill delle minorities, sulla base del cosiddetto principio del full goodwill. Si impone, quindi, che ai fini dell’impairment test si stimi il goodwill di pertinenza delle minoranza e lo si sommi al valore contabile del goodwill già iscritto in bilancio (il goodwill deve essere grossed-up). L’esigenza di stimare il goodwill di pertinenza delle minorities è riconducibile a una corretta imputazione delle impairment losses al goodwill e agli altri assets. Lo stesso IAS 36, al par. 104, infatti, prescrive che le impairment losses siano imputate dapprima in riduzione al goodwill e solo successivamente agli altri assets. Il goodwill che deve assorbire le impairment losses non è solo quello di pertinenza del gruppo, ma anche quello di pertinenza dell’intera CGU (comprensivo, cioè anche del goodwill delle minorities).

Dunque, concludendo, si può dire che il criterio del full goodwill mentre costituisce una novità per la contabilizzazione delle business combination, dall’altro, vede già una sua applicazione nei bilanci in sede di impairment test anche prima della revisione del 2008 quando i goodwill anche se non iscritti in bilancio in forma full (comprensiva del goodwill di pertinenza delle minoranza) dovevano tuttavia essere riespressi in tale forma ai fini di impairment test283.

283 C. DELLA BELLA, Le valutazioni per il bilancio: la stima del full goodwill, Egea, Milano, 2006, pag. 90 e ss.

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Capitolo 4

Principi contabili internazionali e

normativa nazionale: un confronto.

Nel documento FACOLTA' DI ECONOMIA. Tecnica professionale (pagine 183-196)