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Il metodo del valore medio

Nel documento FACOLTA' DI ECONOMIA. Tecnica professionale (pagine 99-103)

Il metodo del valore medio è stato una delle prime impostazioni europee, in senso esasperatamente cautelativo, del modello misto definendo il valore del capitale economico (W) in modo estremamente semplice, tanto da renderlo, talvolta, eccessivamente approssimativo: si calcola la media aritmetica tra il valore del capitale netto rettificato (K) e il valore di capitalizzazione del reddito atteso con la formula della rendita perpetua (R/i)140.

A differenza dei metodi precedentemente esaminati, questo criterio, vuole contemperare due componenti ossia quella patrimoniale e quella reddituale cercando di comprendere, nel valore dell’azienda, anche un altro elemento: il valore di avviamento (o, in terminologia anglosassone, goodwill).

Viene attributo lo stesso peso alla componente patrimoniale e a quella reddituale e la formula matematica è pertanto la seguente:

WM = (K+R/i) 2

Dove:

140 L. GUATRI, La valutazione delle aziende, Egea, Milano, 1990, pag. 283.

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WM = valore dell’impresa, stimato col metodo misto;

K = capitale netto rettificato, stimato col metodo patrimoniale semplice;

R = reddito medio sostenibile illimitatamente;

i = tasso di attualizzazione.

È interessante osservare come la versione estimativa prospettata possa venire correlata al metodo della stima autonoma dell’avviamento (metodo che sarà successivamente esaminato): la formula precedente, infatti, con semplici passaggi algebrici, può essere scritta in questo modo141:

W = K + 1/2 (R/i – K)

In questa formulazione si evidenza chiaramente che il capitale netto rettificato (K) viene maggiorato della differenza tra il valore reddituale e patrimoniale (R/i-K) assunta, però, prudenzialmente al 50%142, differenza che è poi rappresentativa del goodwill (avviamento) laddove R/i

141 I. GREZZINI, La valutazione delle imprese industriali in funzionamento, CEDAM, Padova, 2005, pag. 250-251.

142 La decisione di assumere il goodwill solo per la metà del suo valore “ … pur nella sua elementare semplicità, contiene un principio basilare che caratterizza i metodi misti: per le incertezze che contraddistinguono i procedimenti reddituali, il goodwill va calcolato con molta cautela, anche a costo di considerarlo parzialmente”. L.

GUATRI, La valutazione delle aziende, Giuffrè, Milano, 1984, pag.

124.

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è maggiore di K. Quest’ultimo è il caso tipico che si verifica nelle aziende redditizie, invece, nelle aziende non redditizie o in perdita risulta che R/i è minore di K e quindi l’avviamento diviene negativo, si ha cioè quello che viene definito badwill (diminuzione di valore applicato al valore patrimoniale di aziende in perdita).

Dall’altro, invece, il primo addendo (K) della formula coincide esattamente con la prima componente del metodo della stima autonoma dell’avviamento143.

Da un punto di vista aziendalistico il concetto espresso dalla formula matematica può essere così definito: al crescere della redditività assume significatività il concorso al valore del capitale economico delle plusvalenze patrimoniali, dei beni immateriali ed, infine, dell’avviamento. I primi due elementi vengono sintetizzati nel capitale rettificato (K) mentre il terzo è tipicamente di derivazione reddituale. Da tale descrizione si comprende la difficoltà di applicazione del metodo in esame alle imprese non redditizie: infatti in situazioni di carente redditività le plusvalenze patrimoniali e i beni immateriali

143 Ciò significa che l’assetto patrimoniale con cui l’impresa viene ceduta e la sua presumibile redditività futura verrebbero considerati di pari importanza anche se la prassi moderna, permeata dalla convinzione di preminenza della capacità reddituale aziendale, ha reputato indispensabili parziali modifiche in grado di attribuire alla componente (R/i) un peso ben due volte superiore rispetto a quello attribuito a K; di conseguenza la formula del metodo del valore medio viene tramutata nella seguente espressione:

W = ⅓ (K + 2R/i)

O. PAGANELLI, Valutazione delle aziende. Principi e procedimenti, Torino, Utet, 1990, pag. 60.

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non concorrono alla formazione del valore che si limita al capitale netto contabile ovvero si riduce al di sotto di quest’ultimo in misura corrispondente al badwill, essendo estremamente difficoltoso attribuire a questi elementi dei plusvalori quando, invece di creare un surplus di ricchezza, addirittura la erodono.

In sostanza l’approccio del valore medio porta a considerare con estrema cautela la significatività della componente reddituale: si veda lo stesso goodwill che viene stimato per la metà del suo valore, ma anche altre componenti vengono stimate o comunque utilizzate con estremo rigore (valutazioni, tassi, stima del reddito).

Il metodo del valore medio, c’è da dire, che è stato utilizzato prevalentemente in passato ed esprimeva la diffidenza sull’affidabilità della componente reddituale a favore dell’informazione patrimoniale giudicata maggiormente oggettiva e verificabile. Dall’altro, però, vi è stata mossa la critica che dato il dimezzamento della differenza tra i due valori sunnominati risulta in realtà un metodo troppo schematico, che non tiene conto delle particolarità dei singoli casi144, in effetti, c’è chi scrive:

144 Così come espone giustamente Jacob: “siccome è impossibile determinare con precisione il punto, situato tra il valore di rendimento e il valore di riproduzione (valore corrente delle attività) in cui si fissa il determinando valore di un’azienda, si parte dall’ipotesi più semplice, e cioè che questo si trovi a distanza media fra i due valori citati. Nessuna obiezione si può opporre a questo metodo se non altro perché l’ipotesi di base su cui è fondato è almeno altrettanto verosimile, quanto qualsiasi altra ipotesi. Tuttavia, non lo si deve applicare quando esistano serie ragioni per ammettere che il valore d’insieme d’una azienda si approssimi maggiormente al valore di

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“Appare infatti eccessivamente semplicistico considerare il valore dell’azienda ai fini del trasferimento a metà strada tra il valore corrente dell’aggregato patrimoniale con cui viene trasferita e il valore di capitalizzazione del reddito medio prospettico … o altra definita posizione intermedia tra questi due valori …”145.

Sicuramente, dotato di maggiore significatività rispetto al modello del valore medio, è il “metodo della stima autonoma dell’avviamento”.

2.9 Il metodo misto con stima autonoma del

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