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L’intelligenza artificiale

4. Tecniche e tecnologie digital

4.6. L’intelligenza artificiale

L’intelligenza artificiale può forse essere considerata la tecnologia motore dei cambiamenti digitali di cui stiamo dando conto. Uno dei pionieri dell’in- telligenza artificiale è stato Alan Turing (1912-1954) (Id. 1938; Hodges 2003), che inventò una macchina prototipo dei nostri computer23. Più tardi, a

metà degli anni ’50, J. McCarthy presentò il progetto di intelligenza artificia- le che venne sviluppato nei decenni successivi24. È dunque da oltre mezzo

secolo che si studia la possibilità di replicare, tramite macchine, il pensiero umano, la nostra capacità di ragionamento e magari di disporne una versione potenziata; i primi esperimenti in questo senso furono condotti negli anni ‘80.  

23 La storia di Alan Turing, della sua invenzione della macchina e del suo contributo a

decrittare per conto del governo britannico i messaggi cifrati della Wehrmacht durante la seconda Guerra mondiale è narrata nel film The Imitation Game del 2014. In proposito v. anche il film Enigma di Michael Apted del 2001.

È difficile trovare una definizione univoca di intelligenza artificiale25. Si

può dire che essa sia la caratteristica che rende le macchine capaci di ese- guire dei compiti e di effettuare manovre senza l’intervento dell’essere u- mano. Questo aspetto rappresenta una differenza rilevante rispetto agli svi- luppi compiuti dalle tecnologie dell’informazione nel corso del tempo. Sto- ricamente le macchine hanno sostituito l’uomo nei lavori più gravosi, ma senza il suo diretto intervento rimanevano inerti. Oggi l’intelligenza artifi- ciale le dota di un grado di autonomia mai raggiunto in precedenza. In tal modo, grazie all’intelligenza artificiale le macchine più che coadiuvare l’essere umano o potenziarne le capacità, tendono a sostituirlo e in taluni casi anche a far meglio di lui.

Da dove discende tutta questa “sapienza” delle macchine? Da dove traggono la capacità di guidarci nei diversi ambiti della vita sociale e sug- gerirci  come nel finale del film War Games (1983)26  cosa è più conve-

niente fare per noi?

Negli ultimi anni sono migliorati sia i programmi sia le macchine. È aumentata la capacità e la velocità di elaborazione di grandi masse di dati che i normali computer finora in circolazione non riescono a svolgere. Soft- ware più complessi sono in grado di eseguire un certo numero di attività in maniera autonoma. La loro “intelligenza” si esprime anche nella loro capa- cità di “apprendere” dai dati che elaborano e dai propri errori, come nel ca- so dei computer che riescono a battere a scacchi anche i campioni mondiali di questa specialità. Questo è il cuore dell’apprendimento automatico, o

machine learning. In tal modo le macchine riescono a far fronte a eventuali

difficoltà e a evitare ostacoli che incontrano nel mondo reale. La sofistica- zione di tali software consiste anche nell’adattarsi alle esigenze dell’utente, nell’anticipare i bisogni degli esseri umani27.

 

25 In questa sede l’intento è di prescindere dagli ambiti disciplinari attinenti al tema e più

specialisti come la filosofia  che si interroga su cosa sia il pensiero, quali i limiti e le po- tenzialità dell’intelligenza umana  e la psicologia e le neuroscienze, volte ad analizzare la mente e i suoi meccanismi.

26 Un esempio di intelligenza delle macchine  ovvero di insipienza degli esseri umani 

è rappresentata nel finale del film War Games (1983). La storia narra di un giovanissimo hacker ante litteram che si intrufola nel computer del sistema militare americano. Il compu- ter di questa istituzione ha programmati una serie di giochi ordinati per livello di pericolosi- tà. Una volta lanciato il primo, tutta la serie verrà giocata, fino all’ultimo livello, il più ri- schioso: la guerra termonucleare globale. Giungere a questo stadio si risolverebbe in una ca- tastrofe per l’umanità. Alla fine il pericolo viene scongiurato e la stessa macchina suggeri- sce, saggiamente, «una bella partita a scacchi».

27 Un esempio di intelligenza artificiale è rappresentato nel film del 2013 di Spike Jonze,

dal titolo Lei. Il nuovo sistema operativo “OS 1” dotato di intelligenza artificiale dà la possi- bilità all’utente di scegliere la voce del sistema. Il protagonista ovviamente opta per una vo- ce femminile. Questa è talmente tanto “naturale” e di compagnia per il protagonista del film

L’aumento della capacità di calcolo delle macchine si scontra però con una strozzatura. Anche se gli attuali processori sono calcolati in nanometri, presto la mole di dati che produciamo in maniera esponenziale, incontrerà l’insufficienza dei processori attualmente in uso (Markov 2014). Per questo si sta mostrando interesse ad altri tipi di computer come quelli ottici o quan- tistici, più veloci e più potenti. L’hardware si dovrà quindi, se possibile, adat- tare a nuove forme di calcolo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale.

Venendo ora alle applicazioni più diffuse dell’intelligenza artificiale, un primo esempio è rappresentato dai veicoli a guida autonoma. Sebbene essi debbono essere ancora perfezionati per muoversi senza causare danni nel traffico cittadino, la mobilità intelligente, la smart mobility (Flügge 2017), consentirà in futuro di migliorare l’andamento della circolazione stradale. Grazie a una rete di informazioni sul traffico28 (GPS), ai sistemi di naviga-

zione di cui saranno dotate le vetture  ogni autoveicolo disporrebbe di un sensore basato su tecnologia wireless in grado di rilevare e trasmettere in- formazioni  alla comunicazione car-to-car, sarà possibile anticipare i pro- blemi e prevenire gli ingorghi.

Un altro significativo uso dell’intelligenza artificiale è rappresentato dalla robotica e dai processi di automazione. I progressi in Industria 4.0 abilitano sistemi produttivi altamente specializzati fino alla sostituzione dell’essere umano nelle attività associate al pensiero e allo svolgimento si- multaneo di compiti.

La rilevanza dell’intelligenza artificiale è oggi rappresentata inoltre da- gli assistenti virtuali dei clienti on line, nei servizi di logistica automatizza- ta. Questi ultimi gestiscono flussi di merci in entrata e uscita in tempi certi e in base alle esigenze del cliente. Si pensi ad Amazon (Günthner et al., 2017, pp. 97ss.).

In ambito medico programmi specifici (anche sotto forma di app) moni- torano le condizioni di salute e gli andamenti fisiologici dei pazienti e li collegano ad un presidio sanitario in modo da poter intervenire in tempo in caso di necessità (Smart Health). Un’applicazione del genere è di grande utilità per soggetti a rischio come anziani e malati cronici; non li costringe a un ricovero oltre il tempo strettamente necessario (Moss, Richins 2015; Bouchard 2017).

Un’ulteriore applicazione dell’intelligenza artificiale è la domotica, ov- vero la casa intelligente (Smart Home) (De Nisco, 2012). In questo modo è possibile connettere alla rete una serie di servizi: dall’assistenza agli anzia-  

ed è in grado di comprenderne preferenze e stati d’animo che egli finisce per innamorarsene.

28 Le informazioni sull’andamento del traffico verrebbero inoltrate a una stazione che le

ni, alla gestione efficiente delle risorse e dei sistemi di funzionamento alle funzioni di controllo, dagli elettrodomestici, al riscaldamento ma anche all’intrattenimento e alla sicurezza della casa.

Gli esempi presentati sono applicazioni di intelligenza artificiale che stanno già dando risultati incoraggianti. Per questa ragione le grandi azien- de del settore  Google, Amazon, Facebook, ma anche IBM, Microsoft, Yahoo e in Cina Alibaba, le nuove “Sette Sorelle”29  stanno investendo

nelle aziende, anche start up, e allestendo centri di ricerca sull’intelligenza artificiale.