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3. Processi digital

3.1. Il quadro d’insieme

Non è semplice fornire un quadro completo e adeguato dell’insieme dei cambiamenti che si stanno realizzando e che possiamo complessivamente indicare con l’espressione di “processi digitali”. La prima ragione è legata al fatto che le trasformazioni in corso che vedono protagoniste queste nuo- ve tecnologie hanno luogo in molteplici ambiti: economico-produttivo, dei servizi, sanitario, comunicativo. Più in generale, ciascuno di noi può con- statare nella propria quotidianità che «la vita è digitale», come osserva la sociologa australiana Lupton (2018).

La seconda ragione di questa complessità è che, come vedremo, in cia- scuno di questi settori  ad esempio in campo medico o in quello energetico  indipendentemente dalla digitalizzazione si è registrato nel corso dell’ul-

timo trentennio uno sviluppo tecnologico che ne ha favorito e accelerato il progresso in maniera autonoma e autocentrata, fino a incontrare le tecnolo- gie digitali.

Dall’incontro tra progresso scientifico, avanzamento tecnologico (basti pensare alla miniaturizzazione) e digitalizzazione  anche grazie alle nano- tecnologie (Drexler 1986; Neresini 2011) scaturisce la realtà che sta cam- biando la nostra vita e che caratterizzerà il XXI secolo. Questa è la terza ragione della complessità. Essa fa dire ad alcuni che per la natura e la porta- ta delle tecnologie digitali, per il fatto che esse sono applicate ai più svariati campi della vita umana e sociale, nonché per i loro effetti si stia compiendo una rivoluzione (Schwab 2016; Bianchi 2018).

Se stiamo vivendo una stagione di radicale innovazione rispetto al pas- sato dal punto di vista tecnologico tanto da chiamarla “rivoluzione” è ar- gomento in discussione che approfondiremo tra breve. Al di là di questo, fermo resta che i diversi settori scientifico-tecnologici stanno sperimen- tando da decenni una serie di innovazioni ciascuno nel proprio ambito, cui si aggiunge la digitalizzazione.

Questa agisce in ogni caso con un effetto moltiplicatore potenziando ul- teriormente gli esiti di altri progressi in atto. Si pensi ad esempio ai nuovi materiali come il grafene1 (Smith 1995; Geim, Kim 2008) e agli avanza-

menti della ricerca genetica nelle scienze biomediche (Corbellini, Kleves 2004). Non si tratta solo di nuove fibre come lo furono i filati sintetici che nel secondo dopoguerra rivoluzionarono il guardaroba di tutti noi o la pla- stica che sagomò utensili e suppellettili delle nostre case2. Oggi per resi-

stenza, leggerezza, flessibilità ed estrema versatilità è possibile concepire e realizzare tessuti che sono in realtà delle tecnologie indossabili (wearable

technologies o devices3). Si tratta di indumenti nei quali sono incorporati

sensori e semiconduttori, rendendoli così intelligenti. Sono in grado di rile- vare i nostri movimenti e la nostra posizione. Sono anche autoregolantesi in  

1 Il grafene è un materiale costituito da carbonio dallo spessore pari alle dimensioni di

un solo atomo. A questo si aggiungono altre caratteristiche che lo rendono un materiale dalle proprietà molto importanti: la sua resistenza meccanica, come quelle del diamante; la flessi- bilità, come la plastica. Il grafene è anche un eccellente conduttore elettrico e termico. Que- ste sue caratteristiche lo rendono adatto a tante diverse applicazioni nel campo dell’elettro- nica (touchscreen, chip, sensori) e della biomedicina.

2 Nel film Il Laureato (1967) una battuta è indicativa del successo di questo nuovo mate-

riale. Alla sua festa di laurea, un amico di famiglia consiglia al giovane promettente Dustin Hoffman di dedicarsi alla plastica, il materiale del futuro.

3 Di Martino et al. 2018, p. 3 li definiscono come segue: «Wearable devices and phones

can be used to track people’s movement, exercise habits and day-to-day activities. All these informations can be then exploited for athletes’goal tracking and physical activities plan- ning, or to simply track people and identify their position whenever needed».

base al clima e alle nostre condizioni corporee e sono in grado di rilevare costantemente i nostri parametri vitali e di trasmettere se necessario dati sulle nostre condizioni di salute richiedendo un eventuale pronto intervento (Le Moyne, Mastroianni 2018).

Un secondo caso in proposito è offerto dal campo delle scienze biome- diche. Come si sa, all’inizio di questo secolo si è raggiunta la mappatura del DNA: l’editing genomico è oggi possibile. Ciò ha aperto la strada ad altre scoperte e innovazioni in questo ambito di ricerca, quali le terapie geniche e altre forme di intervento come la manipolazione che prende il nome di bio- logia sintetica (ETC Group, 2007). Le ricerche di base e applicate si orien- tano a modificare il sequenziamento del DNA di piante, animali ed esseri umani. Lo scopo è ottenere avanzamenti in ambito terapeutico4, agricolo

(Goyal 2017)5 e industriale.

Le nuove opportunità sorte a livello scientifico e tecnologico nei campi dell’ingegneria e della medicina (Moss Richins 2015) vedono inoltre le bio- ingegnerie e l’ingegneria genetica svilupparsi grazie alle nanotecnologie. I primi interventi di ingegneria genetica risalgono agli anni ‘60 del secolo scorso. All’epoca il tentativo aveva un nobile scopo: modernizzare in parti- colare le coltivazioni di riso in Asia, anche nell’intento di sconfiggere mise- ria e fame e far fronte ad un incremento demografico consistente. La mani- polazione delle piante allo scopo di favorirne una maggiore resa prese il nome di “rivoluzione verde”6. La lunga storia delle biotecnologie moderne

 giacché l’umanità da sempre è intervenuta in agricoltura per migliorare le coltivazioni dal punto di vista quantitativo e qualitativo  inizia dunque ol-  

4 È il caso che ha fatto molto discutere nel 2018 delle gemelline cinesi venute alla luce

con DNA modificato per resistere a eventuali contagi da HIV, https://www.nature.com/arti- cles/d41586-018-07545-0.

5 Si consideri ad esempio il dibattito sugli OGM (organismi geneticamente modificati),

McHughen 2000; Camera Commercio Ravenna 2004. Cfr. anche Goyal, Ghosal, 2017, parte II; la parte III è dedicata dagli autori all’impiego delle nuove tecnologie energetiche in agri- coltura, in particolare il solare e altre innovazioni in questo campo per le coltivazioni.

6 «In Asia tra la metà degli anni Sessanta e la metà degli anni Ottanta [si tentò] di risol-

vere la mancanza di cibo incrementando la produzione. Si tratta della cosiddetta ‘rivoluzione verde’, con la quale si è intesa l’adozione di una serie di misure introdotte nella coltivazione, nell’uso dei più moderni mezzi e ritrovati tecnici disponibili nell’industria agro-alimentare, comprese le biotecnologie. I risultati furono quelli perseguiti, ossia un effettivo aumento della produzione, ma al contempo si registrò anche la conseguenza non prevista di una so- vrapproduzione agricola, che a sua volta si risolse in un calo dei prezzi sui mercati e nel di- sastro economico dei piccoli produttori e dei contadini dei paesi interessati. A ciò si aggiun- ga che le biotecnologie utilizzate per incrementare la resa agricola avevano generato in labo- ratorio una qualità di prodotto sconosciuta alle popolazioni locali e dunque da essa rifiutata. Pertanto, la rivoluzione verde ha avuto effetti controversi e risultati assai deludenti, fallendo nel tentativo che l’aveva originata: liberare la popolazione dalla fame», Bianco 2004, p. 83.

tre 50 anni fa. Solo oggi compie un progresso significativo grazie alle nuo- ve conoscenze scientifiche e alla possibilità di intervenire direttamente sul DNA (Duster 2004, pp. 161-177).

Un ulteriore ambito in cui si sono compiuti avanzamenti tecnologici e su cui si innesta la digitalizzazione è il settore dell’energia. Nel corso degli ul- timi trent’anni le energie rinnovabili e il fotovoltaico in particolare sono stati molto perfezionati in termini di capacità di accumulazione energetica, nonché di prestazioni dei supporti e dei dispositivi tecnici. Oggi anche gra- zie alla digitalizzazione è possibile parlare di reti energetiche intelligenti, le

smart grid7. Queste convogliano energia dove richiesta, sottraendola a cir-

cuiti che al momento non manifestano necessità di approvvigionamento. Si ha in tal modo un’allocazione razionale delle risorse, ottimizzando la distri- buzione di energia, anche usufruendo di reti intelligenti wireless che comu- nicano in tempo reale lo stato della rete e gli eventuali fabbisogni dei suoi snodi. La digitalizzazione del settore energetico consente di erogare un ser- vizio più efficiente e di fornire un’energia di migliore qualità (Liggesmeyer

et al., 2018, p. 350).

Lo sviluppo delle tecnologie energetiche ha inoltre reso possibile la messa a punto di batterie a celle a combustibile. Si tratta di dispositivi elet- trochimici che consentono di ottenere energia elettrica dalla reazione chi- mica di idrogeno e di ossigeno senza innescare un processo di combustione termica.

Un altro esempio di progresso scientifico e di applicazione delle nuove tecnologie è quello ottenuto dalle neuroscienze (Oliverio 2002) e dalle tec- nologie a esso dedicate. Gli sviluppi di questo settore vedono l’afferma- zione di ricerche dirette allo studio del cervello umano. Capire come esso funziona e individuarne i meccanismi è necessario in primis per curarlo an- che con farmaci nuovi e più adeguati: si pensi alla prevenzione di quelle patologie che si stanno rapidamente diffondendo perché legate all’invec- chiamento della popolazione, o a condizioni di lavoro e a stili di vita parti- colarmente stressanti.

Aumentare le conoscenze del cervello, osservare i nostri pensieri per- metterà, in secondo luogo, di realizzare una serie di applicazioni. In bene: come le reti neurali (la base dell’apprendimento automatico, noto anche come machine learning), i trapianti della memoria, lo sfruttamento degli impulsi dal nostro cervello. In quest’ultimo caso si fanno convergere le on-  

7 «A smart grid is an electricity network that uses digital and other advanced technolo-

gies, such as cyber-secure communication technologies, automated and computer control systems, in an integrated fashion to be able to monitor and intelligently and securely manage the transport of electricity from all generation sources to economically meet the varying electricity demands of end-users», Salman 2017, p. 5.

de cerebrali verso particolari sensori tramite i quali impartire alle macchine comandi per eseguire determinate attività. In tal modo chi per una qualche forma di disabilità è impossibilitato a svolgere movimenti, potrà farlo. In proposito le aziende automobilistiche Nissan e Toyota stanno sperimentan- do la tecnologia brain-to-vehicle (B2V), ossia la possibilità di utilizzare le onde cerebrali convogliandole in specifici dispositivi volti alla guida delle auto, le quali, a dirla un po’enfaticamente, sarebbero condotte “dalla forza del pensiero”8.

Ogni medaglia ha però il suo rovescio. Tra le applicazioni negative delle maggiori conoscenze sul funzionamento del cervello possono rientrare le procedure di controllo della personalità dei soggetti, fino all’obiettivo di programmarli a svolgere determinati compiti, o di manipolarne memoria e pensieri per le finalità più diverse9.

Fin qui abbiamo rappresentato un quadro degli ambiti e delle questioni in merito alle trasformazioni tecnologiche e alla possibilità che ciò ha di coniugarsi con i processi di digitalizzazione. Veniamo ora alle definizioni dei termini implicati più importanti. Come anticipato, dapprima tratteremo della Quarta Rivoluzione Industriale, quindi di digitalizzazione e di Indu- stria 4.0. Ciascuno di essi designa un aspetto particolare del più generale cambiamento considerato.

 

8 «The “B2V” system requires a driver to wear a skullcap that measures brain-wave ac-

tivity and transmits its readings to steering, acceleration and braking systems that can start responding before the driver initiates the action […]», https://www.bloomberg.com/news/ar- ticles/2018-01-03/brain-waves-will-make-nissan-s-car-of-the-future-a-better-ride. Cfr. anche https://www.nissan-global.com/EN/TECHNOLOGY/OVERVIEW/b2v.html

9 Un esempio di applicazioni negative delle conoscenze più approfondite sul cervello e

sul suo funzionamento è rappresentato nel film Manchurian Candidate (2004). È la storia di un giovane candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti, già eroe della guerra del Golfo (Desert Storm). La sua ambiziosissima madre senatrice (impersonata da Meryl Streep) ha pianificato e costruito la sua carriera politica anche con l’appoggio di importanti aziende dai bilanci multimiliardari. Solo la pervicacia di un suo ex commilitone (nel ruolo Denzel Wa- shington)  ossessionato da allucinazioni e incubi notturni in cui riaffiorano l’esperienza e le atrocità vissute  farà emergere la verità, e cioè che il giovane candidato non si è affatto comportato da eroe. Si scoprirà anche che entrambi e i loro compagni in occasione della campagna di guerra hanno subito degli interventi manipolatori da parte dei loro superiori. Sono stati loro impiantati microchip nel cervello e sottopelle che ne hanno alterato la perso- nalità e il carattere. In tal modo essi sono stati programmati per obbedire ciecamente agli ordini che venivano loro impartiti e per ricordare una certa versione dei fatti, anziché come questi si sono effettivamente svolti.