• Non ci sono risultati.

L’Università che forma: iniziative “di Ateneo”

1 “Divisi si va uniti (verso l’estinzione)”: frammentazione vs compattezza nelle iniziative di formazione

2. Strumenti e obiettivi: percorsi di formazione per do centi del territorio

2.1. L’Università che forma: iniziative “di Ateneo”

Tra le molteplici iniziative progettuali intraprese in momenti e con durata differenti, quelle che possono vantare la maggiore longevità re- stano i progetti interateneo, ovvero attività concepite e portate avanti da reti di università accomunate dal medesimo obiettivo formativo: quello di fornire ai docenti strumenti didattici validi e fin dove possibile uniformi perché l’insegnamento della lingua italiana possa essere diversificato dai docenti a seconda che esso avvenga in contesto di lingua materna, secon- da o straniera.

A questo proposito, non può non essere menzionato il progetto intito- lato “Azione italiano L2: lingua di contatto, lingua di culture”, promosso e finanziato dal MIUR a partire dal 2004-2005, ma le cui basi teoriche erano state poste già nel 1999. Per ragioni di spazio non verrà qui svolta una disamina dettagliata delle singole (e numerose) fasi operative che con- traddistinsero questo macro-progetto: tuttavia, non sarà inutile offrire una illustrazione schematica dei suoi punti chiave che ne sottolinei il carattere peculiare e per certi versi pionieristico.

Il progetto è stato portato avanti dagli Uffici scolastici regionali in con- venzione con 21 università italiane. La rete interuniversitaria ha profuso il suo impegno su due fronti: da un lato nella realizzazione di corsi pilota a livello regionale, durante i quali è stato erogato dai professori e dai ricer-

catori universitari coinvolti un pacchetto di formazione in presenza (della durata complessiva di 80 ore) rivolto ai docenti di scuola primaria e secon- daria inferiore di tutte le discipline. Nello specifico, la formazione ha toc- cato contenuti di pedagogia interculturale, linguistica generale linguistica italiana e didattica delle lingue. Successivamente si sono aggiunte 130 ore di formazione specificamente rivolte ai docenti di lingua italiana.

Il secondo fronte di impegno delle università è risultato nella creazione di una piattaforma per la formazione a distanza consultabile da tutti i do- centi coinvolti, e successivamente estendibile a tutti gli istituti interessati. Obiettivo ultimo di questa fase, oltre quello, evidente, di costruire una ban- ca dati organica con tutti i contenuti offerti durante la formazione, è stato di realizzare un bacino di condivisione metodologica e disciplinare con un adeguato servizio di monitoraggio che restasse fruibile anche al termine del progetto (Cincotta, Sauro, s.d.: www.rassegnaistruzione.it/rivista/rasse- gna_03_0607/glossario_italiano.pdf). La formazione docenti offerta in am- bito universitario, quando non riesce ad essere continua (sia che accada per difficoltà logistiche e gestionali o – più spesso – per l’esaurirsi delle risorse economiche da destinarvi), conserva il pregio della durevolezza soprattutto grazie all’esistenza di uno storage system di dati e materiali che, restando a disposizione dei docenti (spesso sotto forma di open source o comunque di contenuti reperibili senza troppe difficoltà), vanno a costituire un auten- tico patrimonio didattico e metodologico cui poter attingere strumenti che, se pure magari bisognosi nel tempo di aggiornamenti, restano un supporto qualificato e specifico a disposizione di “vecchie” e “nuove” leve del corpo docente.

Se è vero che quando le università “fanno rete” l’azione formativa vanta senza dubbio un carattere di maggiore estensione non solo territo- riale, ma anche formativa e strumentale, è altrettanto vero che iniziative di formazione “individuali”, ovvero intraprese e gestite da singole università, hanno il merito di dare un contributo parimenti significativo alla costruzio- ne di un patrimonio comune della formazione, sia dal punto di vista nozio- nistico e strumentale sia da quello documentario. Così, se la piattaforma FAD creata tramite l’Azione Italiano L2 vanta senza dubbio ampiezza e molteplicità di contenuti, letture in chiave critica e strumenti di formazione e di didattica, non ricoprono minore importanza altre piattaforme di ana- loga struttura, solo più piccole, messe in piedi come contenitori di progetti portati avanti da singoli atenei. Un interessante esempio “nostrano” può essere rappresentato dal progetto denominato La qualificazione delle reti

Italia-Argentina attraverso un progetto di piattaforma denominato Open FaD, avviato nel 2005 col fine di valorizzare e dare un contenuto forma- tivo ai numerosi accordi di collaborazione esistenti nello specifico tra l’u- niversità di Bari e un cospicuo numero di università argentine. Promosso

nell’ambito di un’azione progettuale voluta dal Ministero degli Affari Este- ri, questo percorso intendeva offrire formazione inerente i rapporti econo- mici, storico-sociali e culturali tra l’Italia e l’Argentina non solo (o meglio, non direttamente) ai docenti, ma altresì a dirigenti e funzionari ammini- strativi di entrambi i Paesi, oltre che a specialisti di traduzione e interpre- tariato nel contesto italiano-spagnolo. Basato su un percorso di formazione in presenza suddiviso in moduli di docenza, il progetto ha significativa- mente incluso uno spazio dedicato ai contenuti della lingua e della cultura italiana così come percepita e “riportata” nei contesti amministrativi, sco- lastici e istituzionali argentini. La traccia di questo progetto è rappresentata dall’esistenza, ancora oggi, di una piattaforma free source di Formazione a Distanza patrocinata dal MAE e ancora adesso reperibile sul web.

L’università come ente preposto alla formazione continua e qualificata di figure docenti rivolge un’attenzione costante all’ambito della didattica dell’italiano anche nei contesti per così dire istituzionalizzati dell’alta for- mazione. L’ateneo barese vanta una serie non sparuta di master e corsi di alta formazione riservati a docenti e futuri docenti, all’interno dei quali as- sai spesso compare uno spazio specificamente dedicato alle metodologie e alle problematiche dell’insegnamento dell’italiano: per citare una iniziativa recente, il master in Gestione delle istituzioni scolastiche in contesti mul-

ticulturali promosso sotto la supervisione del MIUR ha annoverato, nella

edizione 2017-2018, un modulo dedicato alle pratiche e alle problematiche dell’insegnamento dell’italiano nel contesto non sempre facile dell’inseri- mento degli immigrati negli ambiti istituzionali dell’istruzione. E, paral- lelamente, il corso di alta formazione Gestione della classe in ambiente

CLIL, una iniziativa interateneo la cui ultima edizione è tutt’ora in corso di svolgimento, ha previsto momenti di riflessione guidata sulla possibilità di applicare i know-how del Content and Language Integrated Learning al contesto dell’italiano come seconda lingua.

Non è poi raro che l’università “che forma” i docenti trovi occasioni per la formazione grazie ai docenti medesimi, e alla intraprendenza che – per fortuna! – molti di loro manifestano nell’aderire, assieme ai dirigenti scolastici degli istituti di appartenenza, a percorsi progettuali che di loro promuovono l’interazione (sempre auspicabile, in tema di formazione) tra scuola e università per la creazione di percorsi condivisi di didattica e me- todologia della didattica. È il caso, ad esempio, dei Piani Operativi Nazio- nali, una branca della progettualità che l’Unione Europea riserva a percorsi di formazione, gestione delle risorse e implementazione delle potenzialità locali. Un percorso che si reitera periodicamente, dando la possibilità, tra le altre, a singoli istituti scolastici e a reti di istituti di migliorarsi e di mi- gliorare a beneficio di studenti e docenti. Così, ad esempio, nel progetto PON 2009 Come ti racconto una storia: narrazione creativa e immigra-

zione di ritorno, un istituto scolastico del sud barese “appaltava” a docenti dell’università la gestione di percorsi formativi in didattica dell’italiano per studenti figli di emigrati italiani all’estero rientrati in patria; e insieme la organizzazione di laboratori di scrittura in lingua italiana rivolti diretta- mente agli studenti. Un percorso bipartito, complesso, in cui la tematica della formazione faceva da secante tra le necessità specifiche dei docenti e la compilazione delle proposte operative per gli studenti, desiderosi di rein- serirsi a pieno titolo (a cominciare, non a caso, dalla lingua) nella terra di origine (www.liceodonmilaniacquaviva.it).

Documenti correlati