CAPITOLO 3. IL GREEN SUPPLY CHAIN MANAGEMENT
3.2 La Green Supply chain
Per Green Supply Chain si definisce un approccio gestionale che mira a rendere minimo l’impatto ambientale di un prodotto o di un servizio lungo il suo ciclo di vita. In questa definizione, il concetto di ciclo di vita (Life Cycle) di un prodotto e processo sposta il fulcro dell’attenzione dell’azienda in se stessa all’intero sistema di relazioni e di attori che concorrono, assieme ad essa, alla creazione di valore, opportunità e alla minimizzazione degli impatti ambientali42.
La Green Supply chain, quindi, è una nozione che nasce dall’unione dei concetti di supply
chain che abbiamo già ampiamente trattato e di Green Management che invece riguarda
le strategie che un’azienda può mettere in atto in termini di gestione degli impatti ambientali e sociali. Come abbiamo già accennato, il tema della sostenibilità viene preso sempre più in considerazione da parte delle imprese e ciò accade anche per la supply
chain, anche se non è sempre stato così; la maggior parte delle aziende ha considerato
41https://www.ilsole24ore.com/art/sostenibilita-elemento-strategico-imprese-moderne-AES8nFyE 42 W. Sancassiani, L. Manicardi, “Green Supply Chain – Guida alla realizzazione e valorizzazione di una
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finora l’argomento della sostenibilità in maniera parziale, ovvero osservando solamente gli effetti della gestione delle proprie operazioni sull’ambiente, non considerando quindi i legami tra i vari nodi lungo la catena di fornitura che possono impattare negativamente sull’ambiente. Infatti solamente coinvolgendo tutti gli attori della supply chain, quindi non solo la singola azienda ma tutta la catena nel suo complesso, è possibile ridurre le inefficienze, i rischi ma anche l’impatto ambientale, al fine di creare valore sostenibile per gli stakeholders; è questo l’obiettivo della green supply chain.
Inoltre, sono varie le motivazioni che possono spingere le aziende a considerare la sostenibilità nella propria catena del valore e possono essere di tipo:
- Economico: come la globalizzazione dei mercati che comporta un’estensione delle supply chain e quindi un incremento delle inefficienze, oppure l’aumento dei costi per l’acquisto delle materie prime, energia e altro. Un’ulteriore motivazione può essere la considerazione della dimensione ambientale nel valutare il rischio aziendale;
- Ambientale: dovuto al problema delle risorse scarse, all’attenzione sempre maggiore all’ambiente che comporta normative sempre più stringenti e alla sostenibilità come strumento su cui basare il proprio vantaggio competitivo;
- Sociale: in quanto l’azienda osserva ciò che il consumatore desidera e tali richieste possono essere esplicite ma possono anche riguardare l’ottenimento di certificazioni da parte dell’azienda o reclami se l’azienda non è attenta a ciò che il consumatore le ha richiesto. Quest’ultimo infatti, è un soggetto sempre più attento alle tematiche ambientali e quindi sempre più interessato a prodotti ecosostenibili. Inoltre l’azienda che dimostra di essere sensibile alla sostenibilità, può godere di un’ottima reputazione e quindi di un’ottima immagine sul mercato, necessaria per farsi notare maggiormente e ampliare il proprio bacino di clientela.
Ci sono però anche altre motivazioni che possono favorire l’adozione di una catena di fornitura verde. Infatti, l’azienda potrebbe essere interessata a mettere in atto questo tipo di catena perché è il top management ad essere interessato per primo ai temi di sostenibilità e ciò è molto importante perché in questo modo è possibile diffondere anche ai livelli operativi tale cultura.
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3.2.1. Struttura della green supply chain
Come abbiamo visto già nel primo capitolo di questo elaborato, la supply chain è composta da diversi processi che possono variare a seconda del modello teorico che si sceglie di seguire ma che poi sostanzialmente, sono i medesimi.
Nell’ambito della green supply chain, tali processi sono simili e si articolano in quattro diverse fasi:
1) Green design: è la fase di progettazione e disegno del prodotto, nella quale vengono stimati gli impatti ambientali del prodotto, pertanto quest’ultimo viene progettato con l’utilizzo di componenti che possano rispettare il più possibile l’ambiente;
2) Green Procurement: tale fase riguarda gli acquisti delle materie prime di cui l’azienda necessita e quindi anche la scelta dei fornitori, il tutto in un’ottica di sostenibilità ovvero ricorrendo a materiali che hanno un ridotto impatto ambientale;
3) Green production: la fase di produzione e anche quella della logistica sono molto importanti dal punto di vista della sostenibilità, in quanto è possibile ridurre l’impatto delle emissioni dei mezzi di trasporto sull’ambiente dando luogo ad un vero e proprio trasporto sostenibile;
4) Green Logistics: fa riferimento alla logistica di ritorno che abbiamo già analizzato nel primo capitolo e quindi prodotti difettosi o imballaggi che possono essere riciclati e riutilizzati.
Questi processi verranno poi analizzati più nel dettaglio quando parleremo della gestione della green supply chain.
3.2.2 Vantaggi e svantaggi della green supply chain
In questo paragrafo analizziamo quali possono essere i vantaggi e quindi le opportunità per l’azienda che sono strettamente collegate alle motivazioni già enunciate in precedenza e che si hanno quando l’impresa sceglie di attuare una propria catena di fornitura
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sostenibile. Si devono però considerare anche gli svantaggi e quindi le criticità che un’azienda può incontrare nell’instaurare questo tipo di supply chain.
Innanzitutto un’azienda che sceglie di basare la propria catena di approvvigionamento sulla sostenibilità, può scegliere determinati fornitori in base ai propri obiettivi aziendali e ciò permette di ridurre il rischio aziendale complessivo; inoltre, come abbiamo già precedentemente accennato, la scelta di fornitori sostenibili può contribuire a migliorare l’immagine aziendale e tramite lo sfruttamento delle loro conoscenze è possibile per l’azienda stessa innovare maggiormente i prodotti ma anche i processi, permettendo di diminuire i costi sia degli acquisti di materie prime, sia di altri fattori come il trasporto e l’imballaggio.
Oltre a ciò, è da notare anche che la catena di fornitura sostenibile mira ad ottenere prodotti che siano realizzati nel rispetto dell’ambiente e questo per l’azienda che la adotta, può rappresentare anche un vantaggio competitivo di differenziazione rispetto ai propri concorrenti. Infine, migliorando le performance operative e integrando la sostenibilità nella supply chain, per l’azienda è possibile ottenere prodotti più velocemente, dotati di una maggiore qualità, in grado di soddisfare in maniera più efficiente la domanda. Dall’altro lato però, è possibile anche evidenziare alcune criticità potenziali che si possono incontrare nell’adozione di una green supply chain; un primo ostacolo, potrebbe essere la scarsa informazione relativa agli aspetti di sostenibilità da parte dei dipendenti ma questo non è l’unico. L’azienda infatti, può incontrare difficoltà nell’implementare le azioni volte al miglioramento dell’ambiente e nella gestione del proprio parco fornitori che può essere complicata poiché quest’ultimi potrebbero avere idee diverse a riguardo dei comportamenti da adottare.
Altre difficoltà che l’azienda può incontrare sono la scarsità di risorse rese disponibili per la realizzazione di progetti di sostenibilità, oltre al fatto che effettuare dei cambiamenti per l’azienda è sempre molto costoso poiché cambiano i modi di operare dell’impresa e questo comporta un ulteriore limite per quest’ultima, ovvero il fatto che le aziende di solito non considerano i costi dell’intera catena ma di solito considerano solamente i costi d’acquisto.
Inoltre, l’azienda può riscontrare difficoltà nell’effettuare valutazioni sul ritorno che può avere effettuando investimenti in sostenibilità e quindi vi sono anche delle complessità nella misurazione delle performance lungo la supply chain dei fornitori. Un ultimo fattore di criticità che possiamo evidenziare è che spesso le aziende possono avere la percezione
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che gli impatti di green lungo la supply chain non rientrino nella responsabilità dell’impresa o nella politica ambientale dell’impresa43.
Possiamo allora affermare che l’azienda può superare tutte queste difficoltà, sviluppando strumenti gestionali condivisi e promuovendo una comunicazione che sia efficace; in questo modo può beneficiare dei vantaggi sopra esposti.
3.2.3 Il pensiero dei consumatori
Gli sforzi dell’impresa che decide di intraprendere un percorso di sostenibilità, sono volti alla riduzione degli impatti ambientali ma sono anche dedicati al mantenimento della propria clientela e all’attrazione dei clienti per i quali il tema della sostenibilità ha una notevole rilevanza.
Secondo una ricerca recente di Doxa basata sul comportamento d’acquisto dei consumatori italiani, sono il 73% degli intervistati che sarebbero favorevoli a pagare un prezzo maggiore per l’acquisto di prodotti sostenibili: tra questi, il 13% dichiara di essere disposto a spendere di più per riqualificare la propria abitazione mentre solo il 9% invece spenderebbe di più per l’acquisto di elettrodomestici e automobili. Le percentuali più alte in questione invece riguardano l’acquisto di qualsiasi tipo di prodotto con il 22% ed i beni alimentari, per i quali ben il 29% degli intervistati sarebbe disponibile a pagare un prezzo maggiore. La restante parte di soggetti sottoposti a tale indagine, ovvero il 27%, sono così suddivisi: il 24% ha dichiarato che non potrebbe permettersi di spendere di più per l’acquisto di prodotti sostenibili, mentre il 3% non è interessato ad acquistare prodotti sostenibili. Si evince, quindi, come sia residuale la percentuale di soggetti che non sono interessati ad acquistare prodotti sostenibili.
I consumatori però hanno anche idee diverse rispetto al concetto di sostenibilità di un’azienda. Per quest’ultimi infatti, sempre sulla base delle ricerche effettuate da Doxa, vi sono una serie di azioni ritenute rilevanti e che un’azienda deve adottare per essere sostenibile: ridurre le emissioni e l’impatto ambientale, l’adozione di un codice etico di comportamento, dare priorità a ricerca, sviluppo e innovazione, tutelare le condizioni lavorative dei propri dipendenti e mantenere la produzione sul suolo nazionale.
43 W. Sancassiani, L. Manicardi, “Green Supply Chain – Guida alla realizzazione e valorizzazione di una
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