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La produzione artistica nell’ambito del patrimonio culturale

CAPITOLO II La dimensione attuale del patrimonio culturale 1 Introduzione

2. La produzione artistica nell’ambito del patrimonio culturale

Con l’approvazione nel 2005103 della Convention on the Protection and Promotion of the Diversity of Cultural Expression, si è rafforzata un’attitudine innovativa nella collaborazione globale mirata alla tutela della cultura nel suo senso più ampio, tanto importante da ripercuotersi sulla maniera di percepire il concetto di patrimonio culturale e di disporre di esso, evolvendo il contenuto.

Nella realizzazione della catena di creazione delle industrie culturali, la creatività incorpora il ruolo di impulso per le tecnologie e la qualità sociali. Il patrimonio culturale, conseguentemente, è una risorsa per la creatività e il suo apporto risale tutto il processo produttivo sostenendo il rinnovamento economico, lo studio storico-artistico, il mutamento del senso estetico, le competenze per conservare, restaurare, monitorare, ricomporre e riprodurre i beni culturali. Si può dire quindi che il patrimonio storico e artistico raccolto nel corso delle epoche è parte fondamentale di quel quadro culturale che permette di far nascere stimoli efficienti e influisce sulle capacità di apprendimento dei soggetti. Lo stesso habitat culturale e sociale essendo collegato con il sistema sensoriale

102https://www.ilsole24ore.com/art/dalle-imprese-culturali-e-creative-830mila-posti-lavoro-AC0kKKo 103http://www.unesco.it/it/Cultura/Detail/138

personale di assimilazione delle emozioni è uno degli elementi nell’elaborazione di creatività nei campi dell’industria culturale.

La creatività è un elemento attivo nel DNA degli architetti così come in ogni altro soggetto appartenente al settore creativo come: la moda, il design, l’industria del gusto, il software, l’editoria, il cinema, la pubblicità, la radio e la televisione, la musica e lo spettacolo.

Nei settori con un’importante componente tecnica, l’esistenza di un patrimonio di nozioni tecniche e di esperienze sul campo è fondamentale. Numerosi sono i comparti interessati: software, editoria, cinema, radio, TV; e tutti questi posseggono profonde radici tecniche, fondamentali nel campo della conoscenza. Un primo sguardo d’insieme sulle caratteristiche del modello italiano ci induce a ritenere il patrimonio culturale come input necessario per la creatività, per la creazione o la spinta per la realizzazione di beni culturali. Il patrimonio culturale della Nazione è in gran parte consolidato nel sistema didattico, ma le proposte classiche non sembrano in grado di formare i giovani alla creatività. Sono necessari programmi precisi per migliorare la crescita di talenti, capacità e facoltà creative di allievi e docenti. Le azioni comuni e la sollecitazione delle relative qualità fantasiose e creative hanno dimostrato buoni esiti nell’esperienza britannica sia per quanto riguarda gli studenti che per i professori104. I giovani sono coinvolti in lezioni creative che li facilitano ad approfondire ed identificare le proprie attitudini in una classe differente da quella convenzionale. Vengono inoltre utilizzate nuove tecnologie per le manifestazioni creative. In questo modo si accrescono le ambizioni personali e si stimola un nuovo interesse verso le possibilità future. L’aspetto didattico nei musei, nelle aree archeologiche, chiese e castelli è anche questo un grande mezzo di formazione alla creatività.

Molto interessanti sono gli ambiti museali e quelli che offrono una comprensione interattiva e multimediale, come ad esempio le audio-guide, idonei ad offrire ai giovani turisti un’esperienza piacevole e formativa.

2.1 Le nuove tecnologie per i beni culturali

Le nuove tecnologie consentono un moderno apporto creativo nel patrimonio culturale. Gli attuali materiali, tecnologie produttive innovative, metodi di calcolo e analisi, modellistica 3D, piattaforme digitale, sono degli esempi concreti.

Altri esempi sono il cemento bianco con nanomolecole di titanio che non si macchia, gli acceleratori di neutroni capaci di radiografare le sculture e di ristrutturarle dall’interno, fino ad arrivare alle novità del campo digitale (mappe satellitari percorribili, sistemi georeferenziati portabili, tag a radiofrequenza per segnare i prodotti culturali). I compartimenti che partecipano a questo complesso economico non sono solamente il restauro e la programmazione di portali web. Infatti, c’è anche da considerare tutta la strumentazione utile per effettuare analisi, le nuove materie e tecniche per l’edificazione di strutture audaci che potranno essere i prossimi beni culturali, poi ci sono anche tutti i nuovi sensori.

Un esempio è il mondo dell’impiantistica edilizia che nel tempo si è sempre più avvicinato ai beni culturali, ad esempio l’importante evento fieristico Smart Building Levante ha creato il premio Smart Building, nel 2018 arrivato alla terza edizione in cui il concorso mette in mostra i progetti che più adottano il principio di immobile smart nel campo civile, dirigenziale/ produttivo ma anche nella sfera dei beni culturali105.

C’è anche tutto il campo diversificato e in continua evoluzione dell’industria culturale che sta aumentando il proprio raggio d’azione con le tecnologie digitali.

Naturalmente vanno menzionate anche tutte le associazioni rivolte a questo settore come Assotecnici, che riunisce i funzionari tecnico-scientifiche del Mibac.

Da non tralasciare, sotto questo aspetto, l’apporto che possono dare le federazioni di esperti del campo, come la già citata Assotecnici, associazione italiana archeologici e storici dell’arte. È anche fondamentale permettere al cittadino il totale accesso dei contenuti dei siti istituzionali sia dell’organizzazione del sito stesso sia della diffusione dell’accesso alla Banda Larga.

La decisione di reputare le tecnologie innovative per i Beni culturali uno dei cinque progetti d’innovazione industriale (PII) di Industria 2015106 (gli altri quattro PII sono: efficienza energetica, mobilità sostenibile, nuove tecnologie per la vita, nuove tecnologie

105https://www.smartbuildingitalia.it/levante-report-2018/

per il made in Italy), è certamente causata dalla volontà di innalzare e potenziare questo comparto economico tramite scelte concrete per la ripresa dell’economia del Paese107.