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È Possibile costruire un legame con le disposizioni OMC?

CAPITOLO III La ricerca di armonia fra mercato e cultura nel diritto internazionale

4. È Possibile costruire un legame con le disposizioni OMC?

229 Mucci F., La diversità del patrimonio e delle espressioni culturali, cit., p. 363. 230 Ferri D., La Convenzione UNESCO sulla diversità culturale, cit., p. 171. 231 Mucci F., La diversità del patrimonio e delle espressioni culturali, cit., p. 365.

232 “La protezione e la promozione della diversità culturale presuppongono il rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali quali la libertà di espressione, d'informazione e di comunicazione nonché la possibilità degli individui di scegliere le proprie espressioni culturali. Le disposizioni della presente Convenzione non possono essere invocate al fine di pregiudicare le libertà fondamentali e i diritti umani, sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani o dal diritto internazionale, oppure di limitarne la portata” (art. 2 par. 1).

Dopo l’adozione della Convenzione sulla protezione e la promozione della diversità delle espressioni culturali, sono state suggerite varie soluzioni per superare le problematiche dell’interconnessione fra mercato e cultura nel diritto internazionale, cercando in qualche maniera di pacificare valori apparentemente contrastanti. Nel ripercorrere le strade che risultano più stimolanti, è possibile indicare due differenti divisioni, nell’ambito delle quali ricondurre quelle più simili tra loro. Il primo insieme di proposte tende sostanzialmente a fisare un legame fra le disposizioni inserite dalla Convenzione Unesco e il diritto del WTO, così da far diventare maggiormente uniforme (rispetto al sistema presentato dall’articolo 20 della Convenzione) la loro interazione, consegnando l’ultima parola agli organi di soluzione delle controversie organizzati all’interno del WTO. In questa materia, si è ritenuto che una buona soluzione possa essere espressa dalla realizzazione di un link procedurale tra le disposizioni del WTO e quella della Convenzione sulla diversità culturale tramite una decisione ministeriale che, in caso di contesa, vincoli il DSB a considerare la Convenzione nell’applicazione delle leggi sul libero scambio di beni e servizi culturali233. È anche stata avanzata l’ipotesi che ogni soggetto del WTO introduca un richiamo alla Convenzione UNESCO nell’elenco dei doveri commerciali accettati con il GATT o il GATS, annunciando chiaramente che i vincoli di ingresso al mercato ed il principio del trattamento nazionale siano da applicarsi poiché conciliabili con la Convenzione sulla differenza delle espressioni culturali. Fino a questo momento, tali proposte non state accolte all’interno dell’Organizzazione. Tuttavia, perché ci sia una violazione, bisogna che l’aiuto pubblico generi un danno alla produzione statale di un altro soggetto del WTO. Per ciò che concerne i sussidi europei e canadesi alla produzione cinematografica, l’effetto sull’industria statunitense è risibile e non potrebbe far generare una controversia234. Un’analisi in parte differente può essere fatta per quanto inerente al GATS. Infatti, questo concerne un criterio indicato “bottom- up”, cioè il livello di apertura è specificato da ogni aderente tramite un elenco di impegni specifici, incluso nell’Accordo e depositato nell’istante dell’approvazione.

Mentre l’articolo II del GATS predispone una riserva generale del Paese più favorito, è possibile disporre delle eccezioni (cioè, penalizzare fra i servizi stranieri) includendo questi trattamenti preferenziali nell’Allegato relativo alle Esenzioni all’Articolo II. Circa

233 Graber B., The New Unesco Convention, cit., p. 572. 234 Hahn, M., A Clash of Cultures?, cit., , p. 532.

cinquanta aderenti hanno presentato delle esenzioni, che interessano principalmente patti di coproduzione cinematografica, il programma “MEDIA” dell’Unione europea, benefici fiscali o processi semplificati d’ingresso per persone fisiche235. L’articolo XVII oltre a ciò subordina l’applicazione del principio del trattamento nazionale alle obbligazioni che ogni Stato ha voluto accettare con la propria Lista236.

L’inserimento di una cultural exception nel regime legislativo del WTO potrebbe comunque aver origine anche senza che sia indispensabile un richiamo evidente al testo della Convenzione Unesco. In questo senso, si potrebbe ragionare di imitare quanto concepito con le eccezioni culturali rivolte ad appianare il regime del mercato con i principi della salute e dell’ambiente237. Similmente, l’obiettivo della diversità culturale potrebbe essere introdotto, di fianco a quello della crescita sostenibile, nel preambolo del WTO agreement, permettendo ai Panels o all’Appellate Body di interpretare le misure sul libero commercio tenendo presente lo scopo generale della differenziazione culturale, in modo da equilibrare gli interessi delle rispettive parti.

In ogni caso, bisogna prendere atto che la negoziazione e l’adozione reale delle proposte pensate non è facilmente raggiungibile.

Come scritto in precedenza, l’opzione più estrema è quella di totale rinuncia del WTO ad operare nelle politiche culturali, negoziando ai sensi dell’articolo IX (3) e (4) dell’accordo dell’OMC238.

La concretizzazione di tale proposito sembra però molto ardua, poiché questo abbandono richiederebbe prima di tutto una chiara individuazione dei reparti e sottoreparti implicati nella cultura e inoltre il sostegno di tre quarti degli aderenti dell’Organizzazione. Altre posizioni più moderate sono essenzialmente tese ad introdurre, fra le norme degli accordi nel WTO, varie eccezioni di natura culturale, da intendersi non come un’eccezione unica (quella esplicitata da Francia e Canada durante l’Uruguay Round) ma diversificate e motivate sulla base di distinte e concrete peculiarità relative ai differenti beni e servizi culturali. Fra le varie proposte, per esempio, alcuni hanno ritenuto primaria

235 Wolfrum R., Lanchenmann F., The International Economic Law: The Max Planck Encyclopedia of

Public International Law, Oxford University Press, 2010, p. 158

236 Hahn, M., A Clash of Cultures?, cit., p. 526.

237 Riguardo alle misure «necessary to protect human, animal or plant life or health», si guardino gli artt. XX, lett. b) del GATT e XIV, lett. b) del GATS. Con riferimento invece alle misure «relating to the conservation of exhaustible natural resources», vi veda l’art. XX, lett. g) del GATT.

un’eccezione rivolta alla conservazione della diversità linguistica, altri invece hanno reputato particolarmente utile un’eccezione rivolta al film d’essay239.