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Mercato unico digitale

CAPITOLO IV Tendenze evolutive europee sul mercato unico e l’impresa culturale

2. Mercato unico digitale

L’UE punta anche al mercato unico digitale con una strategia275 ben precisa, un elemento di questa è il divieto di blocchi geografici. Il regolamento (UE) 2018/302 è entrato in vigore il 23 marzo 2018 in tutti i Paesi aderenti all’Unione europea e si è applicato dal 3 dicembre 2018 per concedere ai piccoli operatori economici di adattarsi. Modifica i regolamenti (CE) n. 2006/2004 e (UE) 2017/2394 e la direttiva 2009/22/CE. Dopo due anni dall’entrata in vigore dei regolamenti, la Commissione eseguirà una prima perizia del loro impatto sul mercato interno. La perizia comprenderà una possibile applicazione delle nuove norme a specifici servizi internet che forniscono contenuti tutelati dal diritto d’autore, come brani musicali, e-book, software e giochi online.

Un grande cambiamento all’interno dell’Unione europea è quello inerente al termine geoblocking , che ha mutato lo scenario per l’e-commerce nel Vecchio Continente. Il Parlamento ha infatti approvato il regolamento 302/2018276 che annulla il geoblocking. Il geoblocking funziona in questa maniera: numerosi siti di e-commerce permettono l’acquisto solamente ai clienti della propria nazione. Per esempio, un italiano che vuole acquistare su un sito spagnolo, dopo aver selezionato l’articolo nel momento di terminare l’acquisto, verrà reindirizzato alla pagina italiana del sito, dove però non è così scontato che il medesimo articolo sia disponibile. Il geoblocking può palesarsi anche con altre modalità. Esistono negozi online che non accettano carte di credito immesse da banche di altri Stati europei, altri che negano la registrazione ai clienti che hanno un indirizzo fisico in un altro Stato. Si tratta di limitazioni ingiustificate e molto comuni che sono contrarie al principio del mercato unico digitale277: stando ad un’indagine della Commissione europea, il 63% dei siti e-commerce non permette agli utenti di acquistare da un altro Stato dell’Unione Europea. Il geoblocking interessa principalmente gli elettrodomestici, ma colpisce anche altri comparti come l’abbigliamento.

Questo nuovo impianto normativo fa parte di un piano di realizzazione del Mercato unico digitale. Ma i blocchi attuali per quanto riguarda gli scambi online comportano che le persone non possano sfruttare a pieno tutte le opportunità inerenti a beni e servizi e che le aziende e le start-up online vedono diminuite le proprie prospettive e infine che le aziende e i governi non possano usufruire interamente degli strumenti digitali.

275 https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=CELEX:52015DC0192

276 http://www.europarl.europa.eu/news/it/press-room/20180202IPR97022/acquisti-online-stop-agli- ostacoli-sugli-acquisti-transfrontalieri

La misura non interessa solamente gli store che vendono prodotti, ma anche tutte le realtà che propongono servizi, incominciando da quelli legati al turismo. Il principio della territorialità invece rimarrà valido per i beni audiovisivi o tutelati da copyright come e- book, musica, videogiochi e software, per cui l’UE potrebbe presentare una riforma entro il 2020. Secondo un articolo del Il Sole 24 Ore “la Commissione riconosce la legittimità del geoblocking quando è motivato da ostacoli oggettivi, come i costi extra che possono derivare da consegne o l’applicazione di regole previste all’estero278”.

E-commerce in Europa:

• I cittadini europei acquistano sempre di più fuori dai confini del proprio Stato: mentre un 44% di europei acquista solo nel proprio Stato, c’è un 47% che compra senza distinzioni anche all’estero e un 9% che compra solo all’estero279

• In Italia le piccole aziende che vendono online sono aumentate del 2% nel 2018, raggiungendo il 9%. La media europea è del 15% ma la differenza sta diminuendo280.

Tramite il digitale si stanno moltiplicando sul piano nazionale ed internazionale servizi che incoraggiano l’accesso alla cultura, alle notizie e all’istruzione. Sul piano europeo si è rilevato un impegno atto a regolamentare la disciplina, così come è dimostrato dalle consultazioni avviate dalla Commissione europea, nello specifico sul copyright. Nel marzo 2016, la Commissione Europea, nel campo delle azioni per il Mercato Unico Digitale, comunicò una consultazione pubblica sul diritto d’autore e sugli altri diritti congiunti. Il percorso terminò il 15 aprile 2019 con l’adozione della direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale. L’Unione aggiorna le sue norme sul diritto d’autore per adattarle all’attuale contesto digitale. In questo senso, il Consiglio dell’Unione europea ha accolto una direttiva che apre la via a un concreto mercato digitale. Le nuove norme assicurano una tutela appropriata agli autori e agli artisti, offrendo contemporaneamente nuove opportunità di accesso e condivisione online di contenuti vincolati dal copyright in tutta l’UE. La direttiva affronta diversi temi che possono essere suddivisi in tre categorie:

278https://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2018-12-02/addio-geoblocking-niente-limiti-shopping-online-

europa-125401.shtml?uuid=AEIZ9PrG

279https://www.paypalobjects.com/digitalassets/c/website/marketing/global/shared/global/media-

resources/documents/PayPal_Insights_2018_Global_Report.pdf

• Adeguamento delle eccezioni al diritto d’autore nell’ambito digitale e transfrontaliero281.

• Sviluppo dei processi di autorizzazione di licenze per assicurare un più largo accesso ai contenuti creativi.

• Un corretto andamento del mercato per il diritto d’autore282.

L’obiettivo più importante di tale direttiva è quello di perfezionare l’accesso dei cittadini ai contenuti culturali online, sostenendo in questo modo la diversità culturale e nel contempo creando nuove occasioni per i creatori e per l’industria dei contenuti.

3. Mercato e cultura nell’Unione Europea: la definizione di «impresa culturale» in