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La sensibilità di genere nelle regioni italiane.

RESPONSABILITÀ: PROSPETTIVE E STATO DELL’ARTE

5. La sensibilità di genere nelle regioni italiane.

La Riforma della Costituzione italiana ha attribuito alle Regioni la potestà di intervenire con proprie leggi per rimuovere ogni ostacolo alla parità effettiva tra i generi. La letteratura in materia sostiene che le “iniziative adottate dalle Regioni sono spesso frammentate e solo in alcuni casi fanno riferimento a un quadro normativo organico. Anche le politiche per

229. D. DEL BOCA, S. PASQUA, Children educational and noncognitive outcomes, families and childcare choices, Programma Education Fondazione Giovanni Agnelli, Working Paper N. 36, 2010..

230. F. CARTA, M. DE PHILIPPIS, When to call it a day: effects of commuting time on labour supply. A gender analysis, Banca d’Italia, mimeo, 2012.

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l’occupazione dipendente, quelle per l’imprenditoria femminile e quelle per la conciliazione tra vita e lavoro risultano assai differenziate”231

.

Come già accennato la crisi economica ha inciso per motivi ben immaginabili sulla situazione, in quanto l'accento delle politiche per l’occupazione è stato gradualmente spostato dal sostegno alle donne a quello più generalizzato ai lavoratori svantaggiati, tra cui le donne. Tra le politiche per la conciliazione particolare rilevanza hanno quelle per la creazione di asili nido: l’Italia ha cercato di recuperare parte del grave ritardo rispetto agli altri paesi in termini di disponibilità di strutture con un maggiore sforzo di coordinamento tra Stato e Regioni con il piano triennale straordinario per i nidi. Non va però omesso che l’obiettivo europeo di almeno 33 posti negli asili nido ogni 100 bambini residenti con meno di tre anni è ancora lontano ed anche il divario geografico non si è ancora ridotto.

Nel Mezzogiorno le iniziative sono state per lo più legate all’adesione a programmi nazionali e regionali ed all’uso di fondi europei, con un’evidente difficoltà ad impiegare le risorse potenzialmente disponibili. Al Centro Nord gli interventi sono stati in genere più articolati.

Comunque sia, recenti indagini mostrano come tutte le regioni italiane siano lontane dall’assicurare la parità (con un’ampia variabilità): il Piemonte e l’Emilia Romagna si collocano in posizioni più vicine alla media europea, mentre la Calabria è la più distante. Il dato più preoccupante però è quello che appare dal confronto con il 2005, perché in quel caso si rileva che i progressi sono piuttosto limitati232

.

Un dato importante da rilevare è che l’unica città italiana riuscita nell’applicazione delle politiche conciliative è la città di Bolzano. Ad esempio nell’ambito del progetto “Tempi della Città” del 2005 ha voluto rafforzare in

231. M. BIANCO, F. LOTTI, R. ZIZZA, Questioni di Economia e Finanza Le donne e l'economia italiana, Banca d’Italia, Servizio Studi di struttura economica e finanziaria, Numero 171 – Giugno 2013

232. M. AMICI, M. L. STEFANI, A gender equality index for the Italian regions, Questioni di Economia e Finanza, Banca d’Italia, n. 190, 2013.

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modo mirato le iniziative di conciliazione fra tempi dedicati alla famiglia e tempi dedicati al lavoro a favore dei propri dipendenti, intraprendendo un percorso di certificazione ufficiale su questo processo attraverso il già citato sistema Audit Familie & Beruf233.

Nel 2008 il Comune di Bolzano ha ottenuto, come prima

amministrazione pubblica in Italia, il certificato “Audit Famiglia & Lavoro”

che attesta la qualità delle politiche organizzative rivolte ai propri

collaboratorie riconosce la validità delle molteplici iniziative intraprese negli

ultimi tre anni dall’Amministrazione comunale per una migliore conciliazione tra famiglia e lavoro234.

Il percorso di certificazione ha avuto inizio attraverso un’analisi della situazione di fatto esistente nel Comune di Bolzano con successiva definizione dei progetti di miglioramento.

Dopo l’ottenimento del certificato di base avvenuto nell’aprile 2005, per i successivi tre anni sono state intraprese varie iniziative di miglioramento.

Tra le iniziative concrete intraprese per venir incontro alle esigenze delle

collaboratrici e dei collaboratori, si registra la creazione di circa 300 diversi modelli di orario di lavoro flessibili, tutti nel rispetto delle concrete esigenze dei servizi a beneficio dei cittadini; l’informazione dei dipendenti attraverso apposite email e pubblicazioni su tutte le varie possibilità di conciliazione famiglia-lavoro. Le iniziative di formazione possono essere utilizzate anche da persone in congedo parentale così come possono ricevere tutte le informazioni su procedure nuove riguardanti il lavoro. È stata creata anche la figura della

233. Audit Famiglia & lavoro, in www.comune.bolzano.it 234. Ibidem

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referente alle questioni familiari, che offre consulenze personalizzate sul tema conciliazione235.

L’applicazione di questa politica ha dato nel tempo ottimi risultati rispecchiandosi in una crescente soddisfazione generale delle collaboratrici e dei collaboratori: il tasso di ricambio è diminuito negli ultimi anni raggiungendo l’attuale 5,4%. La presenza sul posto di lavoro è invece molto alta, con una percentuale del 94%; la permanenza media di 1.070 dipendenti nell’azienda “Comune” è pari a 14,7 anni e la percentuale di donne è salita a 55,1%, come è cresciuto anche il numero dei dipendenti con figli da 326 nel 2005 a 414 nel 2007236.

Alcuni studi effettuati hanno dimostrato che nelle imprese certificate la motivazione dei collaboratori è più forte, che conseguentemente il rendimento e l’impegno sono più alti e che è possibile registrare meno assenze, meno stress ed una minore fluttuazione del personale. Questi studi e le imprese premiate oggi dimostrano che la conciliabilità tra famiglia e lavoro non può solo rappresentare un abbassamento dei costi interni per gli imprenditori, ma motiva anche i collaboratori; ciò costituisce un vantaggio competitivo per le imprese, che non va sottovalutato. La consapevolezza che la pianificazione familiare può non solo armonizzarsi con gli obiettivi delle imprese ma che l'impresa viene anche incontro alle esigenze della famiglia, “costituisce un segnale chiaro per i collaboratori e per le altre imprese”, come sottolinea

l’assessore provinciale all’industria, commercio ed artigianato237.

È questa una chiara valorizzazione del capitale umano che costituisce la risorsa principale delle aziende. Il tal senso si tende a sottolineare che i dipendenti devono potersi sentire a proprio agio sul luogo di lavoro potendo

235. La Conciliazione lavoro e famiglia tra le donne straniere residenti in Provincia di Bolzano, in www.mediatoriculturali.bz.it

236. www.comune.bolzano.it 237. www.regioni.it

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conciliare attività professionale e famiglia, un aspetto che induce l’aumento

della qualità della produttività, fattore che contribuisce alla crescita238.

In questi ultimi anni la situazione nella Regione non è cambiata, è anzi migliorata nettamente.

Nel 2013 sono infatti state certificate altre 20 imprese altoatesine.