T 3 è latore di un solo testo di Figueira, attribuito ad Ademar lo Negre La canzone di crociata si colloca a cavallo di due fascicoli, i numeri XXIII (cc 177-184)
I.3 Dati biografic
I.3.1 La vida: studio, edizione e note di commento
In sede di scavo archivistico, sinora i documenti sono stati assolutamente muti su Guilhem Figueira: allo stato attuale delle conoscenze e dei ritrovamenti, il nome del trovatore non risulta mai menzionato al di fuori della tradizione manoscritta trobadorica,235 con una significativa eccezione che non è certamente contemporanea alla sua esperienza biografica e che consiste in un verbale dell’Inquisizione di Tolosa, relativo a un processo datato al 1274, in cui l’imputato cita «quidam ioculator qui vocabatur Figuera» e alcuni versi del sirventese contro Roma (IX).236
Quanto, invece, a possibili membri della sua famiglia,237 nella recensione dell’edizione Levy, Meyer segnala un Arnaut Figueira e un Bernart Figueira,238 nel capitolo di Tolosa durante la prima metà del XIII secolo.239 A queste occorrenze del cognomen andranno aggiunte la menzione di un P. Figerii miles de Biterris, più tardo, nel verbale di un’assemblea svoltasi a Béziers nell’agosto del 1271240 e un
Villelmus de Figeria, citato in un atto di Raimondo VI del dicembre 1198.241 La cronologia non osta all’identificazione di quest’ultimo col trovatore Guilhem Figueira, la cui produzione poetica è databile tra il 1215 e il 1240 e il dato non
235 Così anche nell’ultima pubblicazione apparsa sull’argomento, la voce «Guilhem Figueira» in DBT, pp. 254-256, firmata da Gerardo Larghi.
236 Cfr. infra, paragrafo I.4.2.
237 L’etimo diretto del cognomen è il latino FICARIA, ‘piantagione di fichi’: il s.f. è registrato nel LR, III, p. 322 e come agg. (figuier) nel SW, III, p. 479. È probabile che in origine Figueira fosse giustapposto al nome proprio in qualità di soprannome derivato dal termine del lessico botanico latino, a indicare la presenza di un albero di fico presso l’abitazione della famiglia o la residenza della stessa nelle vicinanze di una ficaia, o ancora che l’occupazione principale dei membri era la coltivazione e la vendita di fichi. È altresì possibile che la base cognominale risalga a un toponimo già strutturato, designante la via o la contrada in cui la famiglia risiedeva o era in attività, anch’esso derivato dal nome del frutto (ficus), dell’albero (usato nella forma suffissata ficarius, -a, -um, ‘di/da fico’) o della piantagione (ficaria, ‘ficaia’).
238 MEYER 1881, p. 264.
239 Cfr. HGL, VIII, coll. 476 (atto del 27 aprile 1202) e 483 (5 agosto 1202), col. 487 (13 febbraio 1203) e col. 640 (atto del 14 febbraio 1214), tutti menzionanti il console Arnaldus Figueria, ricordato anche in DU MÈGE 1844, p. 279 nella lista dei capitouls per l’anno 1202; cfr. Ibid., p. 348 per Bernard Figuiere che rivestì la medesima carica nel 1221.
240 Cfr. HGL, VIII, col. 1742. 241 Cfr. Ibid., col. 450.
impedisce di postularne lo spostamento in Italia in età matura: ipotizzando che, al momento dell’emanazione del documento, Figueira avesse almeno intorno ai 20-25 anni, la composizione dell’ultimo testo databile andrebbe collocata all’età di 60-65 anni, età avanzata rispetto all’aspettativa di vita dell’uomo medievale ma, com’è noto, tra gli stessi trovatori vi furono esempi di longevità ben più eccezionali. Solleva piuttosto alcune perplessità il fatto che l’atto, relativo all’elezione dei consoli di Nîmes, fu redatto «in palatio domini Nemausensi episcopi», ovvero nella stessa Nîmes, che dal 1181 si trovava sotto la diretta autorità dei conti di Tolosa. Ciò non toglie che Figueira possa aver accompagnato il conte nei territori provenzali soggetti alla sua giurisdizione ma Devic e Vaissète spiegano la dicitura
de Figeria che segue il nome come il luogo di provenienza di Villelmus, ovvero la
località detta ‘la Figuière’ nel comune di Tornac non lontano da Nîmes.242 Allo
stesso modo interpreterei la menzione di un Poncius Figeria tra i testimoni di un atto dello stesso Raimondo VI,243emanato nel maggio del 1188 «apud Carnaz» (Carnas, che dista da Tornac meno di trenta km). Ricordo inoltre che un G. de
Figueriis è citato nel ms. BnF, lat. 5954A, consistente in una copia seicentesca di
un registro di sentenze dell’Inquisizione di Carcassonne relative al 1262;244 il registro menziona parimenti una Bernarda de Figeriis, una Raimunda de Figeriis e il marito Bernardus de Figeriis o de Figariis,245 circa la restituzione di alcuni possedimenti del Biterrese sottratti alla famiglia dai balivi del re di Francia.
242 Cfr. Ibid., col. 2087.
243 Cfr. Ibid., col. 382. 244 Cfr. HGL, VII, col. 275.
245 Cfr. Ibid., coll. 236-237. Cfr. inoltre Ibid., col. 41, n. 1 dove de Figariis è dubitativamente ricondotto a Faugères, «la forme latine de ce nom de lieu étant souvent Filgariae» ma THOMAS E. 1865, p. 64 riporta una lunga serie di toponimi relativi a frazioni di villaggi e cantoni – Figuier presso Vacquières; Figuière presso Mauguio, Saint-Just, Montpellier e Rieussec; Figuières – corrispondenti nelle fonti del XII secolo alle forme Ficherias, Figueira, De Figueriis, De Ficheiras,
De Figariis. Da scartare invece tutte le forme che mantengono o velarizzano la -L- etimologica (FILICARIA < FILEX, ‘selce’): de Felgarias e simili, de Felgueiras, Felgeria e simili, de Felgariis,
Filgariis, Felgueriis, de Faugeriis, Faugiere, Faugeres ecc. (per la voce completa cfr. Ibid., p. 62);
si rammenti, a conferma, che nell’HGL, VII, col. 181 sono citati un Bertrandus Albertus e un
Imbertus de Feugieira de villa Sancti Juliani: l’attuale Saint-Julien-en-Genevois dista una trentina
di km da Faugères.
Per il Tolosano, ma solo relativamente all’epoca moderna, si può far riferimento all’inedito
Dictionnaire topographique de la Haute Garonne di Emile Connac, vol. II, conservato a Toulouse,
Bibliothèque d’Étude et du Patrimoine, ms. 1694 (2), digitalizzato e consultabile all’indirizzo http://numerique.bibliotheque.toulouse.fr/cgi-
bin/superlibrary?a=d&d=/ark:/74899/B315556101_MS_001694_002 (ultima consultazione 4
febbraio 2017). Alla lettera F sono registrati i toponimi Figarasse, Figarède, Figue, Figué, Figuet, Figués e Figuerie che avranno identica origine.
Le fonti utili a stabilire indicativamente gli estremi cronologici dell’attività poetica e ricostruire per sommi capi biografia e spostamenti di Guilhem Figueira coincidono con la vida e con le allusioni contenute in un piccolo gruppo di pièces, in parte a lui attribuite dalle rubriche dei canzonieri, in parte ascritte ad altri trovatori contemporanei.
La biografia antica è conservata in B, I e K, riconducibili al medesimo ramo della tradizione facente capo al veneto ε246 e, conformemente all’impianto delle tre sillogi, si colloca in apertura della sezione dedicata al poeta. I tre testes veicolano la stessa versione, essendo le notizie riferite del tutto omogenee: non si rilevano differenze sostanziali ma solo minime difformità, per lo più di tipo grafico- linguistico, imputabili ai singoli copisti.247
Nella breve prosa si rintraccia in maniera evidente quella dicotomia che Maria Luisa Meneghetti ha individuato come carattere generale di molte delle
vidas:
[…] nelle biografie rintracciamo un doppio ordine di dati, ciascuno caratterizzato da un proprio grado di aderenza alla realtà: a notizie storiche che al riscontro documentario si rivelano quasi sempre precise – quali il luogo di provenienza del trovatore, la sua origine sociale, le corti frequentate, ecc. […] – si aggiungono, soprattutto nel caso di poeti di qualche rilievo, tutta una serie di ragguagli di fantasia, relativi in particolare alle loro avventure erotiche, ragguagli spesso congegnati in modo da costruire dei veri e propri racconti brevi. Non ci sono dubbi che queste avventure siano, nella quasi totalità dei casi, inventate. Il carattere letterario della loro matrice emerge chiaramente una volta che le si sottoponga a un’indagine appena un po’ più serrata: in moltissimi casi l’episodio narrato non rappresenta altro che il condensarsi
Attualmente esiste a Tolosa un’impasse des Figuiers e, per l’ambito italiano, è interessante quanto si legge in ROSSONI 2014, p. 1223: «Fichera è un cognome originario della Sicilia orientale, Fighera è specifico del trevisano».
246 Su ε come editio variorum allestita in uno scriptorium veneto, cfr. AVALLE 1961, pp. 97-112 e di nuovo AVALLE 1993, pp. 75-89. Contestata da ZUFFEREY 1987, p. 40, l’ipotesi è stata riaffermata da LEONARDI 1987, pp. 360-364 e ZINELLI 2010 p. 115 e sgg. in part. p. 121
247 La biografia non ha conosciuto invece una tradizione linguadociana: dei due grandi canzonieri indigeni, redatti rispettivamente nel narbonese e nel tolosano, C non conserva né vidas né razos; R invece raggruppa una collezione di ventisette vidas e venti razos in testa al codice (cc. 1r-4r) ma quella di Figueira non è presente.
in chiave narrativa di immagini, luoghi comuni o metafore tratti dal canzoniere stesso del trovatore biografato […].248
Si considerino le frasi iniziali che veicolano il «primo ordine di dati». Esse hanno in effetti carattere evenemenziale e, ancorché non verificabili su base documentaria, contengono quei riferimenti ‘neutri’ dei quali non si ha motivo di diffidare:
Guillems Figueira si fo de Tolosa, fils d’un sartor, et el fo sartres.E quan li Frances agron Tolosa, si s’en venc en Lombardia.E saup ben trobar e cantar e fetz se joglars entre·ls ciutadins.
La mancanza di pezze d’appoggio di tipo archivistico non ha impedito ad alcuni studiosi di pronunciarsi circa la possibile data d’inizio dell’esilio italiano o di schierarsi a favore di una delle due ipotesi formulate. Il primo a prendere posizione è stato Émeric-David, autore di un breve capitolo consacrato a «Guillaume Figuière»249 nel XVIII volume dell’Histoire Littéraire de la France (1835) che pensò di fissare la partenza del trovatore all’inizio dell’anno 1215, ovvero nel momento in cui il vescovo Folco, rientrato a Tolosa, usurpò l’autorità del conte Raimondo.250 L’ipotesi è condivisa da Emil Levy: con la presa di Tolosa l’autore intendeva riferirsi alla conquista della città da parte dei soldati francesi guidati da Simon de Montfort, successiva alla battaglia di Muret del 12 settembre 1213, da cui uscirono sconfitti sia il conte di Tolosa Raimondo VI sia Pietro II d’Aragona che morì nei combattimenti: Figueira sarebbe partito all’inizio del 1215 quando il vescovo Folco era all’apice del suo potere.251 Mentre Levy lavorava all’edizione, nel 1878 Pio Rajna pubblicò sul neonato «Giornale di filologia romanza» un articolo intitolato
Un serventese contro Roma e un canto alla Vergine, in cui, tra l’altro, scrisse che
l’affermazione del biografo è piuttosto da riferirsi alla data-simbolo del trattato di
248 MENEGHETTI 1984, pp. 125-126, che poggia su STROŃSKI 1943. 249 HLF, XVIII, pp. 649-665.
250 Ibid., p. 652.
251 Cfr. LEVY 1880, p. 1, n. 1: «Ich halte die Angabe der Hist. litt. für die wahrscheinlichere, da nach dem Frieden des Jahres 1229 Toulouse selbst im Besitze Raimunds blieb, während 1215 die Stadt Simon von Montfort huldigen und Graf Raimund VI. in Marseille Zuflucht suchen musste […] Es scheint mir auch, dass die Herschaft des verhassten Feindes für den Dichter eher ein Grund sein konnte seine Heimat zu verlassen als die Verminderung des tolosanischen Gebietes und die Schleifung der Mauern». Seguono il Levy sia DE LOLLIS 1896, p. 4 e n. 4 che TORRACA 1898, p. 463, BERTONI 1915, p. 83 e ancora MELIGA 2005.
Meaux-Parigi, che segnò l’inizio della capitolazione del conte Raimondo e della disgregazione dei suoi domini a vantaggio dei Capetingi: l’arrivo in Italia di Figueira è allora collocato dopo il 1229.252 L’opinione è ripresa da De Bartholomaeis,253 riproposta in nota nell’edizione delle Biographies des
troubadours di Boutière e Schutz,254 in quella a cura di Guido Favati255 e ancora torna nel recente volume di Resconi sul canzoniere U.256
Se è vero che la frase «e quan li Frances agron Tolosa, si s’en venc en Lombardia» è, di fatto, l’unico indizio cronologico esterno al corpus di cui attualmente si disponga, personalmente propenderei per un’interpretazione meno rigida. Nel contesto della brevissima prosa, è metodologicamente discutibile leggere l’affermazione come elemento necessariamente datante, per l’altissimo rischio di speculare su affermazioni non verificabili. Oltre al dato temporale, se ne coglie ad esempio anche uno causale: nell’espressione è infatti adombrata la ragione per cui Figueira non dovette sentirsi più al sicuro in patria, prese la via dell’esilio e conseguentemente si fece giullare. Leggendo il complesso delle prose biografiche conservate non è raro rinvenire, specie nelle notizie relative ai faidit, l’informazione precisa riguardante il motivo che spinse i poeti ad allontanarsi dalla città o dalla regione natale per installarsi a distanza più o meno grande, ma sempre altrove. Si osservino, ad esempio, i seguenti passi tratti dalle vidas di Cadenet: «[…] lo castels de Cadenet si fo destrutz e raubatz per la gent del comte de Tolosa, e li ome de la terra mort e pres; et el en fo menatz pres en Tolzan per un cavailler […]»;257 Peirol: «E l’amors de la dompna e de Peirol monta tan que·l Dalfins s’engellosi d’ella; e parti Peirol de si e·l loniet»;258 Sordello, nella versione dei canzonieri AaIIa2: «E
per paor d’aicels qe·il volion offendre, el se partic, et anet s’en en Proenssa»;259 Rigaut de Berbezilh: «La domna mori; et el s’en anet en Espaingna al valen baron
252 Cfr. RAJNA 1878, p. 88.
253 Cfr. DE BARTHOLOMAEIS 1931, II, p. 98, nota al testo CXV.
254 Cfr. BOUTIERE –SCHUTZ 1950, p. 387 e BOUTIERE –SCHUTZ 1964, p. 435, n. 1. Sulla scorta delle annotazioni ivi esposte, l’opinione è replicata in LOEB 1983, p. 240.
255 Cfr. FAVATI 1961, p. 69 e p. 91 e n. 159: la presa di Tolosa assurge a terminus post quem per la stesura della vida. Stessa posizione in DELARUELLE 1969, p. 136: «[…] il assista au siège de Toulouse durant la croisade et dut s’exiler, sans doute en 1229».
256 Cfr. RESCONI 2014, p. 313. 257 BOUTIÈRE –SCHUTZ 1964, p. 500. 258 Ibid., p. 303.
Don Diego»;260 Pons de Capduelh: «e quant ella fo morta, el se croset et ana outra mar».261 Particolarmente interessante, infine, il confronto con la vida del sodale Aimeric de Peguilhan, anch’egli originario di Tolosa e costretto all’esilio. In questo caso, la fuga dalla città è ricondotta dal biografo a un’avventura sentimentale: dopo essersi innamorato di una «borgesa, soa visina […] mesclet se ab lo marit d’ella e fetz li desonor. E n’Aimerics s’en venget en tal guisa qez el lo feri d’un espaza en la testa. Per qe·l covenc issir de Tolosa e faidir. E anet s’en Catalloigna».262
Tornando alla prosa in esame, la proposta di Rajna si può confutare poiché è possibile individuare quale fu il testo del canzoniere di Figueira fatto oggetto di parafrasi da parte del biografo, al fine di tratteggiarlo come assiduo frequentatore di taverne, puttane e furfanti; il testo cioè che possa per noi «funzionare, in qualche modo, da pietra di paragone, indicando il percorso, se non, talvolta, addirittura, la genesi della deformazione (riformazione) biografica».263 La seconda parte della
vida riflette infatti informazioni desunte da una catena di coblas a quattro voci,
pronunciate da Figueira, Aimeric de Peguilhan, Bertran d’Aurrel e Lambert (I) e da una tenzone breve con Aimeric (IV): si tratta dunque, per tornare alla categorizzazione di Meneghetti, di dati scarsamente attendibili. Entrambi gli scambi sono stati conservati dal solo H che nella sua terza sezione tramanda una serie di
unica, consistente e compatta dal punto di vista generico, raccogliendo per lo più coblas (triadas, esparsas o tensonadas) di argomento politico, satirico e giocoso,
tre delle quali sono rubricate proprio come opera di un certo Figera. L’identificazione del nostro trovatore col giullare implicato in tenzoni da taverna è antica e assicurata dalla vida, sancita dalla Bibliographie der Troubadours264 e oggi generalmente accolta.265 Entrambi gli scambi sono localizzabili in Italia settentrionale e, in particolare, il tornejamen a quattro voci è databile all’autunno del 1220. Anche senza voler fissare la data precisa del trasferimento – ad esempio, 260 Ibid., p. 150. 261 Ibid., p. 311. 262 Ibid., p. 424. 263 MENEGHETTI 1984, p. 253. 264 BdT, p. 183
265 L’identificazione è accolta da BERTONI 1915, p. 74, DE LOLLIS 1896, p. 4, TORRACA 1897, p. 2, di nuovo DE LOLLIS 1897, p. 124 e ancora TORRACA 1898, p. 419, SHEPARD –CHAMBERS 1950, pp. 20, 79 e 94, FOLENA 1990, p. 61-62 e n. 144, DBT, p. 110. Cauti UGOLINI 1939, pp. xxviii e BONI 1954, p. xix. Assolutamente contrario si era invece detto DE BARTHOLOMAEIS 1931, I, p. 250 e II, p. 63 e ancora DE BARTHOLOMAEIS 1943, p. xxviii.
con Levy, al 1215 – si può affermare con un certo margine di sicurezza che Figueira aveva lasciato Tolosa per cercare fortuna in terra italiana e si era installato tra Veneto e Lombardia entro la fine del 1220.266 È pertanto probabile che l’affermazione del biografo si riferisca all’invasione di Tolosa dell’aprile del 1214 allorché il legato papale Pietro da Benevento e Simon de Montfort s’impossessarono del Castello Narbonese, sede del palazzo comitale.
Basta una minima familiarità con le prose biografiche provenzali per notare che la notizia che riguarda il poeta tolosano rappresenta un’eccezione nel quadro complessivo del corpus. Essa non solo fa parte del drappello di sette vidas – sul totale conservato di cento e una unità – non rapportabili al modello letterario dell’accessus ad auctorem,267 ma, all’interno dello sparuto sottoinsieme, si
distingue anche per il tipo di informazioni che veicola.
Lo schema-base per le biografie trobadoriche, che le rende un «corpus estremamente omogeneo» e «che ha tutto fuorché l’aspetto di un recueil di effimere e disparate presentazioni orali, casualmente fissate, ad un certo momento del loro vagabondaggio cortigiano, dalla penna del copista»,268 prevede una struttura diegetica che comprende in genere almeno due punti: 1. la ‘biografia’, più o meno estesa, che registra, come minimo, nome, provenienza (espressa tramite la formula
si fo de) ed estrazione sociale del poeta; 2. i generi lirici o letterari maggiormente
praticati, distintivi della sua produzione. I due punti sono presenti e congiuntamente espressi in novantaquattro casi (le vidas più stringate coincidono esclusivamente con essi). Nei sette items eccezionali ci si limita invece al primo punto. Lo si fa, forse macchinalmente, trattando di Gauceran de Saint Leidier e Peire Bremon lo Tort,269 trovatori minori per cui è verosimile pensare che nome, luogo d’origine e status fossero le sole informazioni reperite dal biografo; e per il conte di Rodez, la
266 Il terminus ante quem si ricava dall’appellativo rei usato per designare Federico II di Svevia. Il
terminus post quem è fornito dall’allusione alla Metgia di Aimeric de Peguilhan (BdT 10.26) al v. 8
di BdT 217.1b, data come già composta. Si può così ulteriormente spostare indietro la venuta in Italia rispetto a quanto è detto in DBT, p. 255: «In ogni caso la data della migrazione è stata collocata dopo l’11 aprile 1229 (Riquer), ma essa potrebbe doversi anticipare, giacché un giullare di nome Figueira fu presente nell’estate 1226 a Calaone, o comunque nell’ambiente degli estensi», in base alla citazione di Figueira in una cobla assegnata a Sordello sempre da H (BdT 437.33), datata al 1226 da DE BARTHOLOMAEIS 1931, II, p. 62. In realtà anch’essa, come si dirà, può essere pacificamente anticipata agli anni 1220-1221.
267 Cfr. LIBORIO 1982, p. 16, n. 19 e MENEGHETTI 1984, pp. 307-308. 268 Ibid., p. 279.
cui vida è difficilmente riconducibile al pattern dell’accessus poiché non si colloca in testa ad alcuna collezione d’autore ma funge da cornice di uno scambio di coblas con Uc de Saint Circ, unicum di H, e ivi allogato in una specifica sezione.270 Lo si fa invece volontariamente nelle vidas di Guglielmo IX e Anfos,271 a fronte della cui statura politica sarà stato giudicato più interessante portare l’attenzione su ascendenze e discendenze dinastiche piuttosto che accentuare il versante poetico. Restano due prose che sfuggono per ragioni antitetiche alla matrice consueta e sono la vida di Blacatz,272 al massimo grado encomiastica, e, all’estremo opposto, quella di Guilhem Figueira, che nella sua seconda parte si configura come un contemptus. Riempito il primo punto dello schema-base con le informazioni propriamente biografiche, il pubblico è messo a parte della migrazione del poeta tolosano in terra italiana, dopo di che il biografo si limita ad informare genericamente che Guilhem Figueira «saup ben trobar e cantar».273 Questa l’interpretazione di Gianfelice Peron:
L’estensore della vida […] scrive da un’ottica cortese e attua una dicotomia tra livello esistenziale e livello artistico. Da una parte infatti sembra apprezzare la perizia artistica di Guilhem Figueira che “saup ben trobar e cantar”, seppe cantare o comporre bene (la stessa formula è impiegata per Guglielmo IX e Bernart de Ventadorn, due cioè tra i trovatori di maggior prestigio), dall’altra vengono enfatizzati quegli spunti giullareschi che presentano un’immagine negativa sul piano morale creando una dissociazione tra il Figueira trovatore e il Figueira divenuto giullare tra i cittadini […], e più a suo agio con arlotz, putans, ostes e taverniers […] che con la gente perbene.274
Credo invece che «e saup ben trobar e cantar» sia in realtà un’affermazione solo in apparenza laudativa: se letta nel contesto della prosa, la formula ha tutta l’aria di sostituire sbrigativamente il punto due del modello e liquidare in poche parole il
côté lirico per cui il nostro trovatore si distinse. Così facendo, il biografo non
compie nemmeno lo sforzo di caratterizzarne la personalità artistica e di fatto priva
270 Lo scambio appartiene a una delle piccole e indipendenti collezioni confluite in H3 secondo un
processo compilativo descritto in POE 2000b. Si ha in questo caso a che fare con un gruppo di coblas
tensonadas satiriche e commentate, caratterizzate da un alto grado si specificità generica, tematica,
temporale e spaziale, trattandosi di scambi di coblas tra un joglar e il suo patrono. Per le vidas e