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U Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut.41

T 3 è latore di un solo testo di Figueira, attribuito ad Ademar lo Negre La canzone di crociata si colloca a cavallo di due fascicoli, i numeri XXIII (cc 177-184)

I.1.13 U Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut.41

Descrizione

In-4°, membr., XIII sec. ex., italiano centrale; ± mm 225x162, I + 143 + I cc.; 18 quaternioni regolari senza richiami, con rispetto della legge di Gregory (codice acefalo per asportazione della prima carta, inizia dunque con lato pelo: gli ultimi 5 vv. di BdT 242.17 che aprirebbero l’attuale c. 1 sono stati erasi, come tutta c. 143v; RESCONI 2014b ipotizza che tali operazioni e l’asportazione dei fogli notevolmente danneggiati risalgano all’ingresso del manufatto nell’antico fondo dei Plutei). Cartulazione cinquecentesca da 1 a 142 (dopo la caduta della prima carta) nell’angolo superiore destro del recto con salto di c. 133: integrazione del numero mancante da parte di mano moderna e correzione a matita delle ultime 10 cc.

153 testi trascritti verso per verso e su una sola colonna, numerati modernamente a matita, accanto alle rubriche in rosso che precedono ogni componimento (ad eccezione di BdT 326.1). Tranne rari casi, il punto metrico è sempre presente.

Littera textualis caratterizzata dall’assenza dei ‘nessi di curve contrapposte’ dunque non

professionale e tutta di una sola mano, che talvolta si corregge su rasura; in pochi casi dubbi il ductus degli emendamenti è diverso, probabilmente a causa dell’asperità della pergamena erasa.

In apertura di ogni sezione d’autore, indipendentemente dal numero dei componimenti trascritti, è posta un’iniziale festonata rossa e blu, alta come 4 unità di rigatura, con rientro della scrittura per un identico numero di versi; iniziali festonate di identico tipo in apertura dei componimenti successivi al primo, alte l’equivalente di tre righe di testo; letterine colorate in apertura delle coblas, rosse e blu con alternanza irregolare, dettata dall’esigenza di garantire l’equilibrio cromatico della pagina.

Il codice accoglie di preferenza componimenti appartenenti al genere canzone e il criterio generico permette di individuare nel corpo della raccolta due distinte partizioni. La prima (cc. 1-128) è una

Guirautsammlung classica e comprende 136 testi di 28 trovatori, organizzati in sezioni d’autore

disposte in ordine tendenzialmente decrescente in relazione all’importanza attribuita ai poeti, con preferenza accordata ad autori nati e attivi in Occitania tra gli ultimi decenni del XII e i primi anni del XIII secolo, pochi faidit (eccettuato Uc de Saint Circ, U accoglie per lo più trovatori attivi presso i Malaspina e il Monferrato) e nessun trovatore italiano. La seconda macrosezione (cc. 129-143) comprende 17 tra canzoni, sirventesi e tenzoni: le peculiarità della partizione consistono in una nutrita presenza di sezioni monotestuali, datazione più bassa dei testi accolti, presenza di unica e di

pièces di trovatori italiani, con tracce di ordinamento alfabetico per autore. Essa sembra dunque

componimenti dialogici, ma anche, a fianco di alcune cansos assolutamente tradizionali che esulano però dalle coordinate geografiche e cronologiche […] della macrosezione strutturata, anche canzoni che declinano la fin’amor in maniera peculiare rispetto a quanto non avvenga nella prima parte della raccolta. L’assenza di una gerarchia interna a questa macrosezione di U e la cospicua presenza di

unica sembrano indicare che sono stati qui disciolti materiali provenienti da tradizioni secondarie e

talvolta molto localizzate» (RESCONI 2014b, p. 284). Non sono presenti prose biografiche. Legatura tipica dei codici del fondo mediceo della Laurenziana, in pelle rossa con stemma dei Medici. Delle vicende successive alla compilazione di U si sa veramente pochissimo. Il manufatto pare ignorato dai protofilologi provenzali (Pietro Bembo, Giovanni Maria Barbieri) e «tale situazione si spiega forse tenendo presente che nella stessa Biblioteca Medicea Laurenziana era ed è ancora consultabile il ben più corposo P e, più genericamente, a Firenze era disponibile alla lettura anche

Q» (Ibid., p. 5). Nel primo quarto del XVIII secolo, quando già si trovava alla Laurenziana, fu consultato da Anton Maria Salvini per l’appendice al secondo volume dei Commentarj di Giovan Mario Crescimbeni: i due collaboravano sin dal 1708 all’allestimento della traduzione commentata delle Vies di Jehan de Nostredame. Il Salvini forniva al Crescimbeni notizie tratte canzonieri fiorentini e compose per lui una piccola antologia di testi e frammenti con traduzione, da affiancare alla raccolta di materiale da annotare tratto dai canzonieri vaticani H, K, L, O e g1.

Bibliografia

BARTSCH 1872,p.29;GRÖBER 1877,pp. 534-539;SANTANGELO 1905;DEBENEDETTI 1911,pp.370- 371;JEANROY 1916, p. 16; BdT, p. XXII; BRUNEL 1935, p. 85; MOSTRA CODICI 1957, p. 70; FOLENA 1990, p. 18; AVALLE 1993, p. 98-101; ASPERTI 1995, p. 197; CHIAMENTI 1997; ASPERTI 2002a, pp. 531-534 et passim; PULSONI 2004, p. 366 e 389; BARBIERI 2006; RESCONI 2011; RESCONI 2014b.

[c] Donna de chantar ai talen (VII, JoAub) 128v29 – 129v11

Del trovatore Figueira U conserva solo una canzone, la numero 137 della collezione, preceduta dalla rubrica in rosso

Jouan dalbuzon .

che è inserita nel rigo vergine dopo il componimento precedente (BdT 273.1). Contro il resto della tradizione manoscritta, il testo condivide l’incipit alternativo con L in cui è priva di attribuzione. Nella BdT di Pillet e Carstens del 1933 era pertanto registrata come un item a sé, individuato dal numero 265.1 e ritenuto

unicum del canzoniere laurenziano.

Il testo si legge nel XVII fascicolo, in posizione interna, ma si colloca in apertura della seconda macropartizione individuata da Resconi82 e inaugura una sezione bitestuale dedicata a Joan d’Albuzon. L’iniziale D è trattata come capotesto d’inizio sezione d’autore, è alta come quattro unità di rigatura e mostra una morfologia di tipo onciale, corpo bicromo blu e rosso a intarsio, senza filigranatura; le iniziali di strofa sono rosse e blu, alternate in maniera rigorosa solo entro i limiti della pagina; come nel resto del codice si nota la ricerca di varietà morfologica delle lettere iniziali da parte del decoratore, qui relativamente alla forma delle Q. Non sono

evidenti letterine guida, probabilmente a causa della rifilatura delle carte, ma data la presenza di un buon numero di errori nella decorazione83 si può ipotizzare che non siano mai state appuntate dal copista. I versi sono incolonnati con capoversi maiuscoli e leggermente distanziati dal resto.

I.1.14 a2 Modena, Biblioteca Estense Universitaria, Campori