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Laboratorio Chimico

Nel documento Cronache Economiche. N.002, Anno 1981 (pagine 132-153)

Camera

Commercio

Torino Com

Macroplus 1 0 classificato GIORGIO TRAMONTIMI Plock 2 ° classificato GIORGIO TRAMONTINI Benjamin 3 ° classificato GIORGIO TRAMONTINI

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Immagine 4 ° classificato CARLO MALERBA Immagine 5 ° classificato CARLO MALERBA 02464080015 6 ° classificato STUDIO METEXIS 12 13

(UU)

LABORATORIO CHIMICO CAMERA COMMERCIO TORINO 14 15 22 23 32 42 43 25 34 35 26 36 7 Immagine 8 Umbriel 9 Pictor 10 Oberon 11 0246408001 5/L6 12 Azimut 13 Azimut 14 Formula 12 15 Azimut 16 Simsalabim 17 Logo 18 Originale 19 I Quattro Mori 20 Azimut 21 Immagine 22 Solferino 23 Sintesi 24 Zerozerosette 25 Mago Merlino 26 Marinella 27 Pervinca 28 'I temp agiùsta tut 29 Freddy 30 Mach 'I temp a l'è maestrò 31 I Quattro Mori 32 dino sauro 33 Mirto 34 Felix 35 Modulo 36 Clematide 37 Aetium 38 Anemone 39 Alambicco 40 Dogo Argentino 1 41 Dogo Argentino 2 42 Asterix 43 abeiteros

realizzazione piuttosto scolastica. Tali opere sono contrassegnate dai nomi convenzionali abelteros, Asterix, Dogo Argentino 2, Dogo Argentino 1, Alam-bicco, Anemone, Aetium, Clematide, Modulo, Felix, Mirto, dino sauro, I Quattro Mori, Mach' '1 temp a l'è maestro, Freddy, '1 temp agiusta tut, Pervinca, Marinella, Mago Merlino, zerozerosette, Sintesi, Solferino, Im-magine, Azimut.

Operazione successiva è stata quella di valutare, per i 19 simboli rimasti in competizione, la riconoscibilità del se-gno nella riduzione e il grado di ade-renza alle finalità del Laboratorio. Questa seconda selezione ha portato all'esclusione delle proposte. I Quattro Mori, Originale, Logo, simsalabim, Azimut, Formula 12.

Per le 13 opere restanti in gara l'analisi si è quind' centrata sull'accostamento tra il simbolo proposto e il marchio della Camera di commercio (con valu-tazione delle indicazioni cromatiche). L'esame non è stato superato da 7 idee. La Giuria, tuttavia, in considera-zione del loro buon livello, ha ritenuto di fissare, senza dare punteggio, una sequenza all'esclusione (dalla prima al-l'ultima), rispettata nella cura della mostra pubblica prevista dal bando, al-lestita negli stessi locali del Laborato-rio. L'ordine è: Azimut, Azimut, 02464080015 L6, Oberon, Pictor, Um-briel, Immagine.

Sui 6 marchi finalisti si è sviluppata una approfondita discussione, con vo-tazione risolutiva espressa in cinquan-tesimi (10 punti per giurato per ogni bozzetto). Al primo posto Macroplus con punti 50 (tutti i giurati hanno dato 10), al 2° Plock (punti 45), al 3° Ben-jamin (punti 35), al 4° Immagine (pun-ti 32), al 5° Immagine (pun(pun-ti 28); al 6° 02464080015 (punti 26).

Poi l'abbinamento di queste opere ai rispettivi autori. Con sorpresa (perché capita raramente) si è scoperto che i primi tre bozzetti della graduatoria ap-partenevano tutti a Giorgio Tramonti-ni, mentre il 4°. e il 5° erano di Carlo Malerba, il 6° dello Studio Metexis. Tre nomi indubbiamente importanti nella grafica non soltanto torinese. In virtù delle norme del bando, bozzetto vincitore veniva proclamato il 1°

clas-sificato; i due premi minori andavano invece ai creatori dei bozzetti piazzatisi al quarto e sesto posto.

Dice una frase di Charles Churchill, poeta satirico inglese del 1700: «Sfor-zatevi di mantenere le apparenze, che il mondo vi farà credito per tutto il re-sto». Ora, per quanto riguarda il nuo-vo Laboratorio camerale, l'immagine che si trae dal marchio scaturito dal concorso è sicuramente di un centro dinamico e pronto a rispondere alle crescenti esigenze espresse dalle più di-verse parti sociali in tema di analisi chimiche complete, consulenze precise e ricerche meticolose. Una cosa è però certa, questo marchio non lo si è volu-to per darsi una bella veste o bluffare sulle reali capacità operative, cioè per avere stima a credito; lo si è cercato perché una struttura che si pone al ser-vizio delle imprese e dei consumatori ha bisogno, per realizzare a pieno i propri obiettivi, di essere conosciuta dal maggior numero possibile dei po-tenziali utenti. Un emblema di rapida identificazione, accattivante e in grado di presentare adeguatamente l'attività svolta consente infatti di attuare me-glio la promozione di quanto il Labo-ratorio produce o può offrire, a richie-sta, al mercato. In altri termini, dietro l'operazione marchio non c'è nessuna strategia di sofisticata «coordinated image» per perseguire fini di lucro. L'azienda Laboratorio non ha tale sco-po, visto che svolge i compiti qui di seguito elencati (articolo 2 dello statu-to) esclusivamente nell'interesse pub-blico:

— rilascio ad organismi nazionali ed internazionali di certificati ufficialmen-te riconosciuti su merci e prodotti; — fornitura a produttori, commer-cianti e consumatori di un servizio qualificato di analisi e consulenza sulle merci e sui prodotti;

— studi sulla qualità dei prodotti im-messi sul mercato, con eventuale diffu-sione dei risultati;

— cura di ricerche, di carattere appli-cativo nell'ambito della chimica e della tecnica, soprattutto per quanto concer-ne nuovi processi produttivi e nuovi prodotti;

— supporto tecnico alla Camera di commercio di Torino nell'espletamento delle relative funzioni di incentivazione e sviluppo dell'economia provinciale. Insomma, si tiene al successo del segno distintivo non per ragioni di cassetta, ma perché ottenerlo significherà che il mondo produttivo, la collettività in ge-nere, si avvale ed apprezza il lavoro ef-fettuato dal Laboratorio. Al vertice dell'organismo non si nasconde l'aspi-razione che il marchio possa diventare presto un indicatore superaffidabile (o un sigillo credibile) di qualità e di ga-ranzia. È allora che la scelta fatta di-mostrerà in maniera totale di essere stata non solo originale sul piano este-tico, ma soprattutto socialmente utile ed efficace.

Qui di seguito si pubblica uno stralcio degli elementi più significativi della relazione congiunturale effet-tuata dall'istituto camerale torinese relativamente al-l'andamento economico della provincia di Torino nel corso del primo trimestre 1981.

I SETTORI PRODUTTIVI IN GENERALE

Nel complesso il sondaggio d'opinioni del primo tri-mestre del 1981 fornisce risultati peggiori di quelli di tre mesi prima. Cosi è infatti per l'attività produttiva, i prezzi di vendita e la domanda interna. Leggermen-te meglio intonati sono invece apparsi domanda estera e fatturato. È poi risultato stazionario il grado medio di utilizzazione della capacità produttiva. In sintesi si stima un regresso produttivo del 5% sul primo trimestre dello scorso anno; la domanda dal canto suo ha evidenziato un andamento diverso da settore a settore e in qualche caso (meccanica, chi-mica, materiali da costruzione) ha denunciato spinte evolutive.

L'occupazione è purtroppo regredita (—0,75% se-condo l'indagine della Camera di commercio di Tori-no) e tale pare essere la tendenza di fondo. Passando alle previsioni per il prossimo trimestre, il quadro sembra ulteriormente destinato a deteriorarsi, salvo sotto l'aspetto della domanda estera che risul-ta in ripresa. Questo è il punto più positivo che emerge dall'indagine di marzo e che potrebbe porre le basi per un futuro rilancio congiunturale; esso in ogni caso non dovrebbe avvenire prima dell'inizio dell'autunno.

Industria

a) Il 23% delle ditte intervistate ha dichiarato di aver

prodotto di più rispetto al trimestre precedente, il 51% di essere rimasto su quelle stesse posizioni e il 26% di aver perso colpi (saldo - 3 % , a fronte di + 9% tre mesi fa e + 20% lo scorso anno). Nei confronti del corrispondente trimestre dell'anno pas-sato, le risposte si sono cosi ripartite; 21% crescita, 38% stazionarietà e 41% flessione (saldo - 2 0 % , contro —12% nel precedente sondaggio e + 3 6 % di un anno fa);

b) la capacità produttiva è stata giudicata in evolu-zione dal 7% degli imprenditori contattati, invariata (rispetto al trimestre scorso) dall'86% e in diminuzio-ne dal 7% (saldo zero, come la volta passata, contro il + 9 % di dodici mesi fa);

c) i costi di produzione si sono accresciuti a detta del 91% delle imprese, rimasti costanti secondo il 6% e scesi a giudizio del 3% (saldo + 8 8 % , contro + 91% a dicembre e + 9 6 % nel marzo 1980);

d) quanto ai prezzi di vendita, ecco la situazione: 46% lievitazione, 50% stazionarietà e 4 % ridimen-sionamento (saldo + 4 2 % , a fronte di + 3 0 % tre mesi fa e di 44% nel marzo dello scorso anno); e) in merito al fatturato, nei confronti del trimestre precedente il 41% delle aziende l'ha visto crescere, il 34% rimanere stazionario e il 25% scendere (saldo + 16%, contro + 5 % nella precedente intervista e + 37% in quella dello scorso anno). Rispetto a un anno fa. le risposte si sono cosi suddivise: 51% au-mento, 20% stazionarietà e 29% flessione (saldo + 22%, a fronte di + 3 6 % la volta scorsa e + 7 2 % dodici mesi prima);

f) per quel che riguarda la domanda interna, il 14% l'ha giudicata in ascesa sul trimestre precedente, il

46% invariata e il 40% calante (saldo —26%, con-tro — 18% a dicembre e + 1 2 % nel marzo 1980);

g) i nuovi ordinativi dall'estero si sono comportati in questo modo: 18% incremento, 58% stazionarietà e 24% calo (saldo —6%, a fronte di - 1 1 % a dicem-bre e + 4% nel marzo dell'anno passato);

h) le previsioni per l'aprile-settembre 1981 hanno da-to origine ai seguenti saldi: produzione —8% (0% tre mesi fa); domanda interna —40% ( — 26%); do-manda estera + 2 % ( - 1 8 % ) ; occupazione - 2 1 % ( - 8 % ) ; prezzi di vendita + 5 6 % ( + 69%).

Commercio

• Le vendite, a valori costanti, sono state giudicate più alte rispetto al trimestre precedente dal 14% dei grossisti, immutate dal 32% e più basse dal 52% (saldo - 3 8 % , contro + 1 0 % tre mesi fa). Alla stessa data dello scorso anno vi era stato un saldo pari a zero. Quanto ai dettaglianti, i pareri si sono cosi suddivisi: 10% ascesa, 30% staziona-rietà e 60% calo (saldo —50%, a fronte del + 28% nella passata rilevazione). Nel marzo 1980 il saldo era stato del —20%. In ogni caso, quindi, la situazione appare peggiorata nei confronti di dodici mesi fa;

• in merito alle giacenze, quelle dei commercianti all'ingrosso sono risultate in prevalenza pesanti (cosi il 28% degli intervistati, mentre il 67% ha indicato normalità e il 5% scarsità). Il saldo attua-le ( + 23%) è apparso più eattua-levato sia del corri-spondente del trimestre precedente ( + 1 2 % ) , sia di quello del marzo 1980 ( + 3%). Una situazione simile ha caratterizzato i dettaglianti, in cui a un 30% di giudizi di esuberanza si è contrapposto un 5% di pareri opposti, mentre il 65% si è espresso per la normalità (saldo + 25%). Nello scorso tri-mestre il saldo era stato del + 2 0 % e nell'anno passato del + 15%;

• i prezzi sono ovviamente ancora saliti. Cosi ha di-chiarato il 70% dei grossisti e il 79% dei detta-glianti. I saldi sono stati rispettivamente del + 65% e del + 7 6 % . Nella precedente indagine si erano evidenziati, nell'ordine, valori del + 42% e del + 6 9 % ( + 76% e + 8 6 % nell'ordine un anno fa);

• per quel che riguarda le previsioni per il secondo trimestre del 1980, i grossisti inclini al migliora-mento sono stati pari al 16%, contro un 39% sul fronte opposto e un 45% che non s'attende no-vità (saldo —23%, contro —36% a dicembre e - 4% nel marzo 1980. Tra i dettaglianti, il 16% è fiducioso in una ripresa, il 55% non prevede nessuna variazione apprezzabile e il 29% vede in-vece nero (saldo —13%, a fronte di —35% nello scorso trimestre e di + 1 1 % nello scorso anno). I commercianti torinesi in sostanza non ritengono probabile un rilancio dei loro affari nell'arco del secondo trimestre 1981.

Credito

1) Nel gennaio-marzo 1981 l'affluenza del risparmio

è salita a giudizio del 12% degli istituti di credito intervistati, è calata a detta del 63% e rimasta sta-zionaria per il 25% (saldo —51%, a fronte del

+ 37% di tre mesi fa e del —22% nel marzo 1980). Sembra perciò essere continuata la tendenza al caio dei depositi bancari, destinati a forme più remunera-tive d'impiego;

2) quanto alle richieste di credito, il 37% degli inter-vistati le ha viste in aumento, il 38% stazionarie e il restante 25% in diminuzione (saldo + 1 2 % , a fronte del + 5 0 % di dicembre e del —10% nel marzo 1980). Quanto alle concessioni di credito, i pareri si

Tabella 1. Movimento ditte della provincia di Torino

ISCRIZIONI CESSAZIONI Voci gennaio gennaio gennaio gennaio

marzo marzo variaz. % marzo marzo variaz. % 1980 1981 1980 1981

Industria 2.928 2.487 - 1 5 , 1 1.340 1.174 - 1 2 , 4 Commercio 2.647 2.429 - 8,2 1.292 1.061 - 1 7 , 9 Altre attività 994 1.067 + 7,3 462 409 - 1 1 , 5 TOTALE 6.569 5.983 - 8,9 3.094 2.644 - 1 4 , 5

Fonte: C.C.I.A.A. di Torino.

Tabella 2. Cassa integrazione per tutte le industrie1 (esclusa l'edilizia)

Mesi ORE INTEGRATE Mesi 1980 19811 Variazione % Gennaio 165.150 1.733.915 + 949,9 Febbraio 152.885 1.079.039 + 605,8 Marzo 295.062 1.030.647 + 249,3 Aprile 275.259 Maggio 187.889 Giugno 1.320.105 Luglio 2.009.332 Agosto 64.177 Settembre 3.092.973 Ottobre 3.961.574 _ Novembre 4.834.226 _ Dicembre 2.558.603 - -TOTALE 18.917.235 -

-' I dati si riferiscono alle richieste di Cassa integrazione presentate dalle aziende inizialmente, indipendente-mente dalle successive utilizzazioni effettive.

2 Dati provvisori.

Fonte: Unione Industriale di Torino. sono cosi ripartiti: 37% crescita, 38% stazionarietà

e 25% flessione (saldo + 1 2 % , contro + 5 0 % nel trimestre passato e —46% nello scorso anno); 3) il costo del denaro è lievitato per l'88% degli intervistati e rimasto invariato per il 12% (saldo + 88%, contro + 100% sia tre mesi fa, sia nel mar-zo 1980);

4) le previsioni per l'aprile-giugno 1981 sono negati-ve per il 37% delle imprese bancarie contattate e invece improntate a stazionarietà per il restante 63% (saldo —37%, a fronte di —25% nella precedente rilevazione e di —34% nello scorso anno).

MOVIMENTO ANAGRAFICO E DELLE FORZE DI LAVORO

Popolazione

I dati sulla popolazione della provincia di Torino si fermano al dicembre 1980. A quella data la provin-cia aveva 2.370.505 abitanti, circa 10.000 in meno rispetto un anno prima (2.380.549, con un calo del-lo 0,4%). Tale flessione è dovuta soprattutto al mo-vimento migratorio, ove a un incremento del 2,6% degli immigrati (da 73.940 nel 1979 a 75.887 nel 1980) si è contrapposta un'ascesa del 9,9% degli emigrati (da 77.141 a 84.778). Di conseguenza, la differenza tra i primi e i secondi è passata da un valore di —3.201 persone nel 1979 ad uno di — 8.891 nell'anno successivo.

Contemporaneamente ha cambiato di segno il saldo naturale, sceso da + 2 7 5 nel 1979 a —1.153 dodici mesi dopo, in virtù di un cedimento del 6,2% nel numero dei nati (da 23.451 a 22.002), mentre i morti sono rimasti praticamente invariati ( — 0,1%, da 23.176 a 23.155).

Passando al comune capoluogo, si osserva che nel mese di gennaio 1981 sono nate 848 persone ( - 4 , 4 % sul 1980) e ne sono morte 980 ( + 1,8%). II saldo naturale è cosi negativo di 132 unità (—76 nel gennaio 1980). Quanto al movimento migratorio, si rileva che gli immigrati sono cresciuti del 19,3% (da 1.849 nel gennaio 1980 a 2.205 nell'anno suc-cessivo) e gli emigrati del 13,4% (da 2.794 a 3.167). La differenza tra le due voci è stata pertanto pari a —962 unità, cioè l ' I , 8 % in più sullo scorso anno ( — 945 unità).

Nel giro del mese Torino ha perduto 1.094 abitanti (1.021 nel gennaio 1980) e la sua popolazione era a fine gennaio pari a 1.142.284 unità.

Movimento ditte

Nel primo trimestre del 1981 si sono iscritte alla Ca-mera di commercio di Torino 5.983 nuove ditte e se ne sono cancellate 2.644. In entrambi i casi vi è stato un regresso sull'ugual scorcio del 1980: dell'8,9% per le prime e del 14,5% per le seconde. Tra le iscrizioni, il calo più marcato è stato evidenzia-to delle aziende industriali (—15,1%), seguite da quelle commerciali (—8,2%), mentre quelle delle re-stanti attività sono aumentate ( + 7,3%). Quanto alle cancellazioni, il tasso di diminuzione più elevato (—17,9%) è stato registrato dalle imprese commer-ciali, con a ruota le industriali (—12,4%) e tutte le altre ( - 1 1 , 5 % ) .

Forze di lavoro

A febbraio presso l'Ufficio provinciale del lavoro era-no iscritti 74.116 disoccupati, contro 57.034 alla

stessa data del 1980 ( + 29,9%). Tra essi, i lavora-tori in cerca di prima occupazione erano 36.210, a fronte di 27.136 un anno prima ( + 33,4%), mentre i disoccupati veri e propri ammontavano a 31.480, contro 24.949 nel febbraio 1980 ( + 26,2%). I di-sponibili alla stessa data erano 65.930 ( + 34,3% sul 1980); gli assunti nei primi due mesi del corrente anno erano 16.731 ( - 1 9 , 7 % ) e i licenziati 15.763 ( + 8%).

A conferma di una generale degradazione del quadro occupazionale torinese si può osservare che in gen-naio le ore integrate dalla Cassa integrazione guada-gni erano aumentate di circa dieci volte ( + 949,9%) rispetto a quelle dell'ugual mese del 1980, a feb-braio si era al + 6 0 5 , 8 % e a marzo al + 2 4 9 , 3 % . Inoltre tali valori sono destinati a crescere ulterior-mente, in quanto quelli del .1981 sono ancora provvi-sori e stimati per difetto.

Può infine essere utile confrontare i risultati della ri-levazione ISTAT sulle forze di lavoro relativa al gen-naio 1981 con quelli della corrispondente dell'anno passato. Il totale delle forze di lavoro quest'anno era di 1.029 mila unità, mille in più rispetto al gennaio 1980, di cui 955 mila occupati ( - 6 mila sul 1980) e 74 mila disoccupati ( + 7 mila). Tra gli occupati, 53 mila lo erano in agricoltura ( + 5 mila sull'anno scor-so), 506 mila nell'industria (—13 mila) e 396 mila nelle attività terziarie ( + 2 mila).

Il settore in crisi è chiaramente l'industria manifattu-riera, calata di 20 mila occupati. Si osservi però che

tra i soli lavoratori dipendenti la flessione è assai rilevante ( — 26 mila, quasi interamente maschi), mentre gli indipendenti (artigiani, lavoratori a domici-lio, ecc.) hanno recuperato 6 mila occupati, per due terzi maschi. Ferma l'energia, il ramo delle costruzio-ni ha segnalato un rinvigorimento ( + 7 mila), specie, ma non esclusivamente, tra gli indipendenti. Nell'ambito del terziario, le cose meno liete proven-gono dal commercio (—7 mila unità) e in particolare tra i lavoratori indipendenti ( — 8 mila), segno che la crisi economica sta forse contribuendo a razionaliz-zare il settore, notoriamente pletorico nel numero di aziende in esso operanti.

Relativamente ai disoccupati, cresciuti di 7 mila, si nota che quelli in cerca di prima occupazione sono saliti di 5 mila unità (da 38 a 43 mila), quelli veri e propri sono calati di 2 mila (da 10 a 8 mila) e gli altri in cerca di lavoro sono lievitati di 4 mila (da 19 a 23 mila). Tale crescita è quasi interamente dovuta alla componente femminile ( + 6 mila), per cui il tasso di disoccupazione delle donne è ora del 13%, contro il 3,8% degli uomini. Quanto al tasso d'attività, quello dei maschi torinesi risultava del 56,9% (57,2% un anno fa) e quello delle femmine del 31,6% (30,9%). Di conseguenza, stanno affluendo sul mercato del lavoro proporzionalmente più femmine che maschi e vanno ad infoltire le schiere sia degli occupati che dei disoccupati. Ma, mentre per ogni occupato fem-mina vi sono due maschi, nel caso dei disoccupati si è esattamente nella situazione opposta.

I SINGOLI SETTORI INDUSTRIALI

Alimentare

Nel primo trimestre del 1981 l'attività produttiva del-l'industria alimentare torinese ha evidenziato una contrazione sia sull'ottobre-dicembre 1980, sia sul corrispondente periodo dell'anno precedente. Anche la domanda ha subito un rallentamento piuttosto considerevole, specie nei riguardi della componente estera. A causa di tutto ciò, a marzo le scorte di prodotti finiti risultavano mediamente pesanti. Le previsioni a sei mesi sono improntate a una certa stazionarietà per la produzione, mentre sono negati-ve per gli ordinativi, in particolare per quelli d'oltre frontiera. Pure l'occupazione dovrebbe segnare il passo; quanto ai prezzi, infine, sono attesi ulteriori aumenti.

Tessile e calzature

Il ramo tessile ha manifestato qualche spunto evolu-tivo, in termini di toni operativi, sia sull'anno scorso, sia sul quarto trimestre del 1980. Questi timidi segni di risveglio, che giungono dopo un lungo periodo di regresso e di stagnazione, non sono però confortati da un analogo andamento dal lato della domanda. Qui, infatti, i tassi di variazione sull'ultima parte del 1980 sono negativi e nello stesso senso si sono mosse le giacenze di prodotti finiti tuttora sovradi-mensionate.

Le attese a sei mesi sono sfavorevoli lungo tutto il fronte, compresi occupazione e prezzi di vendita. In merito al comparto dell' abbigliamento, i valori del-la produzione, in termini reali, hanno accusato una flessione su entrambi gli scorci temporali presi a raf-fronto. Nei mesi scorsi questo settore si era compor-tato meglio di quello tessile, riuscendo a chiudere il

1980 con risultati relativamente buoni. Ora le cose stanno cambiando, come si rileva anche dall'analisi della domanda degli articoli di abbigliamento, appar-sa calante a ritmi più sostenuti rispetto a quella tes-sile. Pure in questo caso le giacenze sono in eccesso e le previsioni a breve termine sono orientate in sen-so negativo.

Con riguardo al settore conciario, si nota una situa-zione di regresso produttivo, accompagnato da un arretramento ancora più sostenuto per la domanda interna, stimolato del resto da una netta esuberanza dei magazzini. Le attese per l'aprile-settembre sono meno fosche di altri rami, in quanto ritengono possi-bile una ripresa operativa, mentre nei confronti della domanda, sia interna che estera, il clima d'opinioni è improntato alla stazionarietà.

livello non solo nazionale, tra potenzialità degli im-pianti e domanda reale. Sono di conseguenza state notate diminuzioni produttive sul corrispondente tri-mestre dell'anno precedente nell'ordine di quasi un 10%. Gli impianti sono stati sfruttati al di sotto del 70% e la domanda estera è calata in modo più mar-cato rispetto alla componente interna. Nonostante tutto questo, i livelli delle scorte di prodotti finiti sono decisamente oltre la situazione giudicata otti-male.

Le attese a sei mesi sono purtroppo tutte decisa-mente negative, ivi compresi i prezzi di vendita. Si ricorda infine che le statistiche Assider valutano nel gennaio-novembre 1980 una produzione di acciaio grezzo pari a 1.366.738 tonn., con un incremento del 4,1% sull'ugual scorcio del 1979.

Automobilistico

Nel primo trimestre 1981 si sono prodotte in Italia 385.982 autovetture (—14,3% sul corrispondente periodo del 19801 e 49.631 veicoli industriali ( + 6,3%). Nel complesso le unità uscite dalle fabbri-che sono ammontate a 435.613 unità (—12,4%). Le immatricolazioni al P.R.A. di auto nuove sono sta-te 434.485 ( + 21,8% sul 1980) e quelle di veicoli industriali di 36.512 ( + 15,4%). In totale si è a quo-ta 468.581 ( + 2 0 , 7 % ) .

Esportazioni: nei primi tre mesi del 1981 sono state pari a 113.091 auto e 23.171 veicoli industriali, con rispettivamente una flessione del 42,9% e un incre-mento del 4,5% sul corrispondente periodo dell'anno precedente.

Il quadro generale appare differenziato a seconda che si guardi al mercato interno o a quelli esteri. Il primo ha ancora tirato discretamente e, pur tenendo conto della non completa affidabilità dei dati sulle immatricolazioni, in quanto sfasati temporalmente ri-spetto alle vendite effettive, ha consentito fino ad ora un certo sviluppo. Le previsioni sono però al riguardo piuttosto negative, in quanto già a marzo

Nel documento Cronache Economiche. N.002, Anno 1981 (pagine 132-153)