DI MANILA
Giuseppe Carone
Gli Stati, in avvenire, anche per il turi-smo, andranno incontro a nuove re-sponsabilità; in tale prospettiva la Conferenza di Manila' ha proposto, per la discussione, tre argomenti i qua-li interessano il quadro socio-economi-co, gli ostacoli allo sviluppo del turi-smo, i nuovi obiettivi da raggiungere proprio in relazione ai fatti che si pro-durranno in funzione dello sviluppo socio-economico e della conseguente espansione del turismo.
Per il turismo vi sono anche obiettivi immediati da perseguire e cioè far si che l'uomo divenga sempre più prota-gonista delle sue vacanze; puntare su di una migliore gestione dell'offerta; considerare quanto può produrre di positivo la cooperazione tecnologica; sollecitare lo sviluppo delle risorse umane.
Tutto dovrebbe concorrere al raggiun-gimento di un obiettivo qual è appunto la libertà di movimento delle persone; in definitiva fare del turismo una con-creta espressione di libertà e che tale diverrà quanto più allargata si farà la partecipazione al tempo libero che è anche emancipazione da alcuni bisogni legati alla qualità della vita.
Il taglio non può essere netto fra i due tempi cosi come vi sono strette inter-connessioni fra gli argomenti che costi-tuiscono la materia in discussione. Gli otto temi, se presentano necessarie strettissime interrelazioni quanto ai contenuti, assumono diversificazioni a seconda che si faccia riferimento alle singole aree geografiche ed economiche insieme ed a seconda che si consideri lo stato attuale o gli sviluppi che po-tranno aversi nel breve, medio o lungo periodo.
Si tenga cioè conto che nel turismo in-teragiscono componenti interne, pro-prie delle singole aree o sub aree, e componenti esterne, dirette ed indiret-te, tali da mutare qualsiasi quadro pro-grammatico; tali da dare, anche a nor-mative di carattere specifico, risvolti assolutamente imprevisti fino a render-le, in alcuni casi, inefficaci, superate, abbisognevoli di supporti correttivi. La stessa normativa può produrre effetti del tutto opposti, negativi, in confron-to a quelli che si intendeva perseguire, raggiungere.
Ciò fa parte della particolare cautela richiesta nel trattare la materia turi-smo.
Vi sono punti fermi come «le caratteri-stiche socio-economiche» che presenta-no mipresenta-nore variabilità nel breve e medio periodo sebbene l'evoluzione dei fatti economici e sociali venga sempre più dimostrando che variazioni sensibili possono verificarsi nel medio periodo e talora anche nel breve periodo. Ma il quadro muta:
— a seconda delle aree prese in esame in quanto, data la specifica natura del fenomeno turismo che si qualifica es-senzialmente come fenomeno zonale; il quadro è diverso se consideriamo nel suo insieme una data area continentale la quale presenta sostanzialmente, dal punto di vista socio-economico, carat-teristiche fortemente differenziate da quelle degli altri continenti (l'Europa, ad esempio);
— in funzione della situazione econo-mica e sociale che caratterizza la strut-tura delle singole aree ed in maniera più sensibile se l'esame si sposta dalla vasta area continentale ad aree più ri-strette, quelle nazionali, dove giocano un ruolo più direttamente impegnato la posizione geografica, quella economica e quella politica le quali influenzano e
determinano lo sviluppo generale e quello del turismo interno ed interna-zionale, in particolare.
E più ancora hanno un peso del tutto rilevante le linee di politica economica che ciascun Paese assume in relazione al proprio indirizzo politico che può variare anche nel breve oltre che nel medio periodo.
Le situazioni vanno pertanto esaminate per certi particolari aspetti del fenome-no come ad esempio: gli apporti del turismo internazionale alla bilancia dei pagamenti si che dal saldo attivo o passivo della bilancia turistica si possa-no determinare le incidenze positive o negative che alleggeriscono o appesan-tiscono il carico della bilancia commer-ciale. O la posizione che il turismo as-sume nella formazione del P.N.L. ai fini del bilancio economico nazionale nel cui ambito il turismo gioca il suo ruolo di componente economica, e più precisamente, come importazione o esportazione di valuta pregiata, se con-sideriamo il movimento internazionale; come redistributore di redditi e come consumo se esaminiamo il turismo in-terno. Se restringiamo l'area di osser-vazione all'ambito regionale, ad esem-pio visto come area politico-ammini-strativa (è il caso dell'Italia, 20 in com-plesso delle quali 15 a statuto ordina-rio e 5 a statuto speciale), oppure ci riferiamo alle cosiddette regioni turisti-che, sempre per l'Italia (22 individuate dal Toschi, noto geografo economista e studioso di problematiche riguardanti il turismo come fenomeno della circo-lazione delle persone e come problemi del territorio); o se consideriamo aree più limitate come la provincia, il com-prensorio, il comune fino alla località, l'esame va diversamente programmato. Il fatto zonale nel turismo non può es-sere disatteso ma va direttamente con-siderato ai fini di ognK valutazione an-che della disponibilità delle risorse, della loro reperibilità o della loro sal-vaguardia.
Sicché difficile rimane da determinare il quadro globale se non traendo con-clusioni diversificate con riferimento a singole grandi aree che pure presenta-no, al loro stesso interpresenta-no, posizioni le quali confermano, una volta di più,
come effettivamente il turismo per-manga un fenomeno zonale il quale, proprio per essere tale, va tenuto ben presente dal programmatore e dal legi-slatore; dall'economista e dal socio-logo.
Questo principio della zonalità va so-prattutto considerato allorché l'area di osservazione si amplia perché non ri-sultino sfocate le immagini dei molti aspetti del fenomeno; per una utile aderenza alla realtà che può risultare distorta data l'atipicità del fenomeno turismo.
Tutto nel suo complesso viene influen-zato ed influenza il quadro socio-eco-nomico il quale, allorché pone il turi-smo fra le varie componenti economi-che e sociali, non può, con riferimento ad ogni singolo Paese, non considerare il delicato aspetto della zonalità per non essere tratti, si ripete, e non trarre in errori di valutazione.
Gli ostacoli che si frappongono allo sviluppo del fenomeno sono connatu-rati, alcuni a quelle interconnessioni dalle quali il turismo, in definitiva, di-pende ma anche a quelle situazioni ge-nerate dalla politica economica, dalla politica sociale, dagli indirizzi politici adottati o imposti o seguiti da ciascun governo.
In più vi sono ostacoli che sono attri-buibili a fattori estranei a tutto ciò; ma che un'accorta politica per il turismo (per quei Paesi s'intende che sviluppa-no una idonea politica anche in questo settore) cerca di limitare se non addi-rittura eliminare in quanto, per il tu-rismo, possono incidere negativamente. Fa parte cioè dei programmi di preven-zione ed assistenza.
Questo degli ostacoli permane effetti-vamente come un fatto determinante dello sviluppo proprio perché soggetto a fattori esterni all'area di mercato, so-prattutto se siamo in presenza di turi-smo internazionale; fatti che si genera-no all'intergenera-no di ciascun Paese, scaturi-scono dall'indirizzo politico, dalla si-tuazione economica, da vari fatti di natura sociale e si ripercuotono all'e-sterno.
L'uomo dev'essere «protagonista delle
sue vacanze»: uno degli obiettivi
im-mediati da perseguire.
Se il turismo è parte della qualità della vita e la vacanza è un momento della stessa libertà di scelte del vivere civile, è evidente che l'uomo si pone come elemento essenziale del fenomeno, co-me soggetto attivo e passivo.
L'uomo di fronte al turismo, e per il turismo, è attore, spettatore, regista. È in questo senso che va visto; in un più vasto contesto, ché il considerare l'uomo come protagonista delle sue va-canze risulta limitativo di una più am-pia funzione che proprio per il turismo ha da sviluppare e, come tale, l'uomo anela a quella libertà di movimento che costituisce l'obiettivo primario, es-senziale di tutta la dinamica del feno-meno.
Se consideriamo soltanto la funzione di «protagonista», i molti ostacoli che vi si frappongono incidono direttamen-te sulla sdirettamen-tessa libertà delle sceldirettamen-te che appunto caratterizzano l'essere prota-gonista.
Le scelte; le motivazioni che sono alla base delle scelte stesse trovano limita-zioni che rivengono proprio da tutta la serie di ostacoli diretti ed indiretti: eco-nomici, di natura sociale, di ordine psicologico ai quali il turismo è cosi sensibile.
Ostacoli i quali, in definitiva, finiscono con il condizionare il mercato, inciden-do direttamente sull'offerta e quindi sulla stessa economia dell'area, sia che si caratterizzi esportatrice, sia che ma-nifesti i caratteri propri della importa-zione turistica.
Se il turismo costituisce giustamente per alcune sue caratteristiche un capi-tolo assegnato alla circolazione delle persone, è chiara la posizione che viene anche ad assumere la espressione del-l'uomo come «protagonista delle sue
vacanze» e la funzione anche sociale
che giustamente finisce con l'essere at-tribuita al fenomeno.
La Conferenza di Manila, ha posto l'accento su di un altro argomento il quale costituisce il punto focale di tut-ta la problematica all'esame e riguarda
V «offerta» con un espresso richiamo
alla sua gestione che è programmazio-ne e qualificazioprogrammazio-ne insieme.
Il concetto di offerta non va, in questo caso, inteso in senso restrittivo e cioè
limitato alla componente di mercato che suole identificarsi nei servizi ma in senso più ampio, allargato cioè alla ri-cettività globale che comprende si i ser-vizi, ma anche i beni messi a disposi-zione del turista e cioè beni diretti di consumo, beni strumentali e beni com-plementari ed ancora tutta una serie di beni che costituiscono, per il turismo, un capitolo importante delle risorse fra le quali l'ambiente emerge sia che si faccia riferimento a quello naturale, a quello umano, a quella parte dello stesso ambiente naturale che l'uomo ha cercato di migliorare (sempre ?) attrez-zandolo in funzione del turismo. Quando si parla di offerta è appunto in questo contesto che è logico pensare abbia voluto richiamarsi la Conferenza di Manila perché si pensi soprattutto all'ambiente da tutelare, da proteggere da ogni tipo di inquinamento, da sal-vaguardare perché i guasti non diven-gano irreparabili; da attrezzare se va ad interessare il turismo in particolare; perché risponda il più possibile alle esi-genze richieste dagli insediamenti e dal-la domanda che si presenta sul mercato con sue particolari necessità.
A questo fine si è appunto fatto richia-mo alla programmazione ed alla quali-ficazione.
Una programmazione che va attenta-mente studiata in relazione ai principi di fondo che caratterizzano l'offerta turistica; quali la particolare rigidità e la intrasferibilità contrapposte ad una domanda elastica, diversificata, com-posita, stagionale, ciclica.
La «gestione dell'offerta»; i relativi piani e programmi, le iniziative riguar-danti lo sviluppo, i progetti di finan-ziamento sia che impegnino, in tutto o in parte, la mano pubblica, sia che va-dano ad interessare prevalentemente o limitatamente l'iniziativa privata, van-no attentamente studiati. Lo stesso rapporto costi/benefici, quando ha per oggetto l'offerta turistica, rende com-plessa ogni determinanzione per i con-dizionamenti posti, in prevalenza, dalla domanda come origine, motivazioni, capacità di spesa, fasce sociali di ap-partenenza.
Il richiamo alla «migliore gestione
del-l'offerta», un punto essenziale inteso
coinvol-ge altro momento importante: quello della qualificazione. Un particolare che ha sue specifiche incidenze sul merca-to, sulla sua organizzazione, sulla red-ditività del settore.
Il turismo è industria di servizi ed è consumo di beni. Come tale diviene un fatto di cultura.
Ed il turista è pur sempre, sostanzial-mente oltre che apparentesostanzial-mente, più esigente di qualsiasi altro tipo di con-sumatore.
Ciò comporta appunto la necessità di qualificare l'offerta che va ad interes-sare non soltanto le strutture; ma an-che i quadri, a tutti i livelli, non esclu-so quello imprenditoriale. Un altro fat-tore importante coincidente con la tan-to auspicata libertà di movimentan-to. La scuola assolve a questo fine ad una funzione ben importante anche se non riguarda sempre insegnamenti specifici, per il settore turismo, ma anche per quegli altri con i quali il turismo ha stretti rapporti di interdipendenza. E non sempre singoli Paesi attribuisco-no a questa funzione la dovuta impor-tanza molto equivocando proprio sulle esigenze che appunto il mercato turisti-co e la sua atipicità presentano. Non a caso è stato fatto espresso ri-chiamo alla preparazione dei quadri che si va ad inserire efficacemente co-me una vera risorsa. Questa arricchisce il mercato per preparazione, qualifica-zione, specializzazione; lo rende com-petitivo ponendosi anche come termine di confronto con il prezzo turistico. Il costo del lavoro è una componente di rilievo nella formazione di tale prezzo. Impoverisce il mercato a vantaggio di altre zone se si fa evidente la mancan-za dei molti elementi qualificanti ri-chiesti e se, per di più, vi si aggiunge assenza di educazione e di coscienza turistica. - . A questo fine non: basta puntare sul settore direttamente e specificamente interessato ma occorre qualificare le -forze di lavoro che operano nei diversi servizi; primi fra tutti il commercio ed i trasporti ed i vari altri mezzi di co-municazione, da quello telefonico e te-legrafico a quello postale; ai servizi di vigilanza urbana; al servizio sani-tario, ecc.
Coscienza ed educazione turistica
con-corrono a rendere i servizi più accetti anche se stati di necessità o tempora-nee carenze di efficienza possono, in qualche caso, determinarsi.
La scuola per questo ha da sviluppare una sua particolare funzione per pre-parare quadri che l'ampliarsi del mer-cato e la crescente diversificazione del-la domanda verranno imponendo, sem-pre più insistentemente, all'offerta. La qualificazione e la preparazione dei quadri si pone pertanto anche come momento essenziale della «libertà di
circolazione delle persone»; non
sol-tanto in termini di movimento viaggia-tori ma più ancora in termini di movi-mento di forze di lavoro richieste per il turismo come occupazione interna e ri-chiesta di impiego internazionale. Occorre affermare il principio che per il turismo vi sarà sempre minore richie-sta di comuni tuttofare ma più insiste-rà quella di personale qualificato e spe-cializzato.
Per la preparazione dei quadri la scuo-la ha da esercitare un ruolo rilevante anche perché è pur sempre la scuola, in primis, che forma i formatori. Per quanto riguarda la specifica prepara-zione di quadri per il turismo anche, si ripete, in funzione della libertà di cir-colazione delle persone, la Conferenza di Manila ha recitato una parte impor-tante nell'aver collocato il problema fra le risorse, fra i principi che sono alla base della migliore gestione azien-dale ed infine per sensibilizzare alla de-licata problematica molti Paesi che non ancora annettono la dovuta im-portanza al ruolo della funzione; alla specializzazione del lavoro nel turismo. Il richiamo alla migliore gestione del-1 'offerta .si ricollega all' altro_tema esso _ pure di rilievo:~la Junzione-cioè che ha :rdarsvolgere, in.favore delrturismo, la
-«cooperazione -tecnologica» _sia come
interscambio fra LPaesi industrializzati sia come rapporto, in funzione dello sviluppo, con i Paesi emergenti. Di fronte alle nuove esigenze del mer-cato turistico, esigenze che vengono sollecitate dal continuo mutare della domanda, dall'aprirsi e dallo svilup-parsi, sempre con maggior frequenza, di nuove aree di mercato e dalle stesse necessità imposte dallo sviluppo
tecno-logico, l'appello alla cooperazione sembra veramente non dover avere frontiere.
Una cooperazione che per essere, in definitiva, finalizzata allo sviluppo ed al potenziamento del turismo, oltre che alla qualificazione dell'offerta, non si risolve soltanto in un rapporto com-merciale ma coinvolge una serie di rap-porti internazionali, di conoscenze an-che degli ambienti nei quali appunto si attiva l'interscambio delle tecnologie. Il turismo conferma ed amplia, anche attraverso questo mezzo, la sua funzio-ne economica di esportaziofunzio-ne diretta ed indiretta di beni e servizi. Ogni limi-tazione, ogni ostacolo risulterebbero ri-duttivi per lo sviluppo.
L'interscambio delle tecnologie è in-dubbiamente un fattore importante che si pone fra le risorse da un lato e quel-lo della circolazione dei capitali e delle forze di lavoro dall'altro.
Un passo decisamente in avanti che concepisce il turismo come fenomeno moderno e come fatto non legato esclusivamente al movimento delle per-sone; ma anche alla circolazione dei beni e dei capitali.
Il turismo è attività di servizi; industria di servizi, come da alcuni viene defini-to; ma è anche attività più corrente-mente definita di consumo tant'è che se ne interessa sia il settore industriale sia quello commerciale (vedasi per l'I-talia la Confindustria e la Confcom-mercio); e che il tutto non sia o meglio non possa essere chiaramente definito, data l'atipicità del fenomeno, è inoltre dimostrato dall'abbinamento che in diversi Paesi viene fatto con il settore trasporti e con., il settore com-..mercio. — • -Ma : l'interscambio delle, tecnologie. può :—trovaretoltre l'utilizzordiretto da parte dei turismo di tecnologie volte al po-tenziamento e miglioramento dei
servi-zi ...turistici _ anche come propaganda, sempre attraverso le tecnologie, del-l'ambiente, dei luoghi dove queste tecnologie vengono prodotte. • ~-Nel primo caso si tratta del diretto concorso dei produttori di dette tecno-logie utili a migliorare, a rendere più efficienti i servizi turistici; a rendere cioè l'offerta turistica più rispondente alle moderne esigenze della domanda
ma anche per la massima economicità del costo di lavoro.
Nel secondo caso le tecnologie e non soltanto quelle espressamente impiega-bili nei servizi del settore possono co-stituire, come si è detto, mezzo ed espressione e conoscenza di un deter-minato ambiente e quindi motivo di ri-chiamo anche ai fini turistici. Forse questo secondo aspetto viene poco o insufficientemente proposto soprattut-to nelle manifestazioni internazionali come Fiere, Mostre, ecc.
Tutto si ricollega all'altro punto pure indicato fra gli obiettivi immediati del turismo; quello cioè riguardante lo
«sviluppo delle risorse umane». Un
al-tro aspetto dell'uomo come soggetto attivo del turismo in grado appunto di fornire all'offerta una qualificazione che lo ripropone come parte integrante della ricettività; come momento della funzione dell'ambiente e come insop-primibile unità operativa poiché il turi-smo, per molti aspetti, respinge alcuni automatismi e ripone molta, molta parte della diversificata attività in un rapporto diretto lavoro, uomo-ambiente, uomo-turista.
Le «risorse umane» hanno funzione oggettiva e soggettiva; funzione attiva e passiva. Il fattore umano quando ri-ferito al turismo concorre direttamente ed in diversa maniera e misura a deter-minare, produrre il fatto economico. Il fattore umano costituisce elemento importante dell'offerta ma soprattutto momento determinante della domanda. Nell'un caso come nell'altro, trattasi di risorsa che va in ogni caso opportuna-« mente .valutata, .^considerata,
,_poten--ziata. ' - —v
Ne abbiamo esaminati anche gli aspetti culturali e professionali e l'abbiamo vi-sto: come componente .essenziale della ricettività nella.sua complessità
consi-derata. - " Tutto riconduce cosi in sostanza a
quelli che sono gli obiettivi in materia di «libertà di movimento»; si ricollega ai precedenti punti riguardanti
l'«wo-mo come protagonista delle sue vacan-ze» e quello testé considerato dello «sviluppo delle risorse umane».
Una libertà di movimento che sarà
sempre meno condizionata quanto più il quadro socio-economico si attivizze-rà nel considerare il turismo come un elemento insopprimibile della stessa qualità della vita; porterà pressoché automaticamente a far cadere tutti quegli ostacoli che oggi appunto anco-ra condizionano, per molti aspetti, lo sviluppo del turismo ed un più ampio utilizzo delle risorse umane.
Dopo il 1963, dopo cioè la Conferenza di Roma delle Nazioni Unite sul turi-smo ed i viaggi internazionali, progres-si in materia di soppresprogres-sione,